N. 5 Voci eclettiche Intervista a Christian Sartorio Proponete un catalogo molto omogeneo, a dispetto della tendenza dei piccoli editori a offrire titoli provenienti da diverse aree linguistiche. Perché questa scelta così unilaterale? È solo un caso che i primi autori pubblicati appartengano alla stessa area linguistica. L'intento della casa editrice Sartorio, infatti, è quello di proporre le voci più nuove, più eclettiche del panorama letterario internazionale. Alcuni dei nostri autori, anche se sono alla loro prima prova narrativa, hanno già ottenuto riconoscimenti e premi di altissimo livello, come Helon Habila che per Angeli dannati ha ricevuto il prestigioso premio Caine Pri-ze for African Writing; Peter Ho Davies, Aspettando lady Godiva, che la rivista "Granta" ha definito tra i migliori narratori di lingua inglese sotto i qua-rant'anni. Altri sono già affermati all'estero, ma pressoché sconosciuti da noi, quali Sean O'Reilly, Il ritmo delle cose; Matthew D'Ancona, East end; James Kelman, Troppo tardi Sammy, che ha vinto il Brooker Prize; Christopher Hope, Le alpi di Kru-ger; Mark Tully, Sabarmati Express; Tom Franklin, I Bracconieri dell'Alabama. Sembra che cerchiate un legame stretto con il mondo del cinema, proprio con i suoi protagonisti classici. Quanto ancora può essere suggestiva e ricca la relazione tra letteratura e cinema? In catalogo per ora abbiamo solo due titoli che hanno un legame stretto con il mondo del cinema. Treno di notte di Howard A. Rodman, in uscita ad aprile, è l'appassionata storia di Fritz Lang e Thea von Harbou nella Berlino degli anni trenta. Insieme creano alcuni dei più grandi film di tutti i tempi (M il mostro di Dusseldorf, Il dottor Mabuse). Tutto il romanzo è permeato da giochi di ombre e dissolvenze che ricreano per- EditoriA fettamente l'atmosfera del cinema espressionistico tedesco. Nera Los Angeles di Helen Knode, in uscita a luglio. Un giallo ambientato nella Hollywood di oggi. Tantissimi agganci con il cinema contemporaneo americano e con la politica "corrotta" degli Studios. I vostri libri hanno una grafica che ricorda molto quella della Marcos y Marcos vecchia maniera. La loro ricerca vi ha ispirati in qualche modo? Non ci siamo ispirati alla Marcos y Marcos, peraltro casa editrice che apprezziamo, né per il tipo di grafica (ogni nostra copertina riflette lo stile inconfondibile dell'illustratore che l'ha realizzata), né per il formato, né per i caratteri usati, né per la carta. La veste grafica riflette la grande cura e attenzione che abbiamo per il prodotto editoriale. Ogni copertina è stata affidata - e quindi studiata ad hoc - ai maggiori illustratori italiani e stranieri (Beppe Giacobbe, Andy Bridge, Marina Caruso). Puntate anche sul noir, un genere assai attraversato. Come trovare materiale interessante? Ogni anno pubblicheremo tre libri che vanno dal giallo alla spy story e al noir. Anche in questo caso i nostri saranno nuovi autori, a parte Robert Stone che è già un autore einaudiano e True crime, appena edito, che raccoglie i grandi del passato del noir americano. Usciranno nel 2006 anche, appunto, Nera Los Angeles di Helen Knode, La baia delle anime di Robert Stone, Shadow man, vita di Dashiell Hammett di Richard Layman. ■ vendite delle principali case editrici, come Le Mon-nier, Vallecchi, Bemporad, Paravia, Zanichelli, Vallar-di, la gentiliana Sei e soprattutto Mondadori. Quest'ultima, insieme a Bemporad, azzecca la strategia editoriale e tesse le giuste relazioni con il regime, puntando su pochi testi volti a colonizzare nuove fette di mercato, affidati a giornalisti o scrittori noti, non solo per l'infanzia. I documenti provenienti anche dagli archivi delle scuole, dai carteggi delle personalità coinvolte, dagli atti parlamentari danno la misura dei tempi e dei modi in cui il settore dell'editoria scolastica si allinea al fascismo, restituendo un posto centrale nel laboratorio totalitario del regime fascista al progetto educativo centrato sul manuale: il "nuovo italiano" infatti affonda le radici delle sue coordinate ideologiche nella scuola e attraverso l'assorbimento dei contenuti presenti nel libro di testo e somministrati, spesso, da insegnanti conformisti o costretti all'autocensura. Nella seconda metà degli anni trenta, con Cesare Maria de Vecchi, ministro dell'Educazione nazionale, l'alleanza tra editoria e regime si perfeziona: rigidità dei programmi in polemica con Gentile e adeguamento totale dei testi al fascismo, rafforzamento del-'idea dell'unità nazionale e imposizione dei libri di cultura militare. Ciò costituisce la premessa della "revisione" antisemita, secondo snodo della riorganizzazione del mercato del libro, sotto gli auspici del ministro Bottai. Il volume si chiude con un capitolo sulla defascistizzazione, che individua, seppur sinteticamente, quanto i libri di testo siano stati veicoli di continuità nel passaggio dal fascismo alla repubblica, complice il mai del tutto superato "gentilianesimo". ■ E.BricchettoSlibero.it E. Bricchetto insegna storia del giornalismo all'Università di Torino Lochness Il mostro del lago di Lochness, chiamato dagli intenditori di misteri Nessie, è, hanno scoperto di recente alcuni biologi scozzesi, un mansueto tricheco. Altrettanto mansueto è Alberto Gozzi che, dopo l'esperienza della casa editrice Portofranco fondata nel 1998 a Torino - specializzata in narrativa italiana con un catalogo che annovera Danilo Maramotti, Dario Voltolini, Nico Orengo, Elisabetta Chicco, Antonio Moresco, Michele Mari, Marosia Castaldi - ha pensato di cimentarsi in una nuova iniziativa editoriale insieme con Gabriella Bosco e Paolo Brunati. Lochness appunto. Una casa editrice on demand del tutto inedita in Italia. Infatti l'editoria digitale nel nostro paese funziona solo per quanto riguarda le riviste accademiche ma non ha ancora fatto alcun passo verso il libro tout court. Lochness, attraverso l'informatica, eviterebbe di incorrere in uno dei problemi principali per la vita di una piccola casa editrice: la distribuzione. In questo caso, il lettore stesso determinerebbe richiesta e tiratura di un titolo. Lochness vive attraverso il suo sito www.lochness-libri.it che presenta il catalogo e alcuni "assaggi". Al potenziale lettore ii compito, e il piacere, di scegliere ciò che lo interessa. Nel catalogo di Lochness confluiranno in parte gli autori di Portofranco insieme a piccoli classici e libri - di un secolo fa o di venti, dieci anni orsono - che il mercato ha consumato e dimenticato. Come Tomaso Catani, autore, all'inizio del secolo, di una sorprendente saga animalesca. Del tutto inediti, invece, gli altri titoli della prima uscita: La Creazione! di Paolo Brunati, Pentimento di Mario Giorgi e Trucs di Clément Extier. Alberto Gozzi si avvale per la selezione dei titoli, non solo italiani, di consulenti per le diverse aree linguistiche. Ci auguriamo che, oltre a far circolare titoli sommersi, questa nuova modalità possa fare emergere anche un mondo di lettori più esigenti e più informati. v* Ci t Il nuovo italiano di Enrica Bricchetto L'editoria scolastica, settore cruciale del progetto totalitario del regime fascista, è per la prima volta analizzata in un volume di Monica Galfrè (Il regime degli editori. Libri, scuola e fascismo, pp. 253, € 22, Laterza, Roma-Bari 2005) con una prospettiva che include il mercato, i costi e i ricavi, chi pubblica e chi no (e perché), le reti di distribuzione, il controllo e la censura sulle adozioni. Galfrè organizza tutti questi elementi in un percorso omogeneo che spiega la razionalizzazione e la nazionalizzazione del mercato dei libri scolastici dal produttore al consumatore. Il regime attua questo processo senza assumersi per intero l'onere economico, scatenando così una guerra tra editori a colpi di corruzioni e di privilegi. Tornante fondamentale del percorso è l'introduzione del libro di stato, nel 1929, volta a risolvere il "caro-libri" innescato dalla riforma della scuola di Giovanni Gentile e dal libero mercato. Galfrè segue tutti i passaggi istituzionali e commerciali che conducono all'adozione del testo unico per la scuola elementare. Le molte case editrici penalizzate nel settore primario cercano di rifarsi nella scuola media, ufficialmente libera nelle adozioni, con la pubblicazione di antologie - promosse a scapito delle edizioni integrali perché più controllabili - e dei classici, spesso ridotti. La necessità di tradurre le direttive ministeriali sul piano didattico induce gli editori a emendare i testi già pubblicati, ad allontanare gli autori non compiacenti e a creare una fascia di addetti che mettano nero su bianco i "valori" fascisti a uso di un'utenza variamente alfabetizzata. L'autrice ricostruisce questa fase non solo attraverso i carteggi di molti intellettuali con ruoli pubblici come Codignola, Vallecchi, lo stesso Gentile, ma anche esaminando i cataloghi, i bilanci, le tirature, i prezzi e le La Quinzaine ha 40 anni Con il mese di marzo 2006 ha compiuto qua-rafit'anni la "Quinzaine litLraire". Fondato e tuttora diretto dal critico-editore Maurice Nadeau - nato nel 1911, amico fraterno di André Breton, scopritore di Georges Perec, protagonista di più e più stagioni della recente cultura francese -, questo quindicinale parigino di letteratura e scienze umane svolge da sempre un'opera sistematica d'informazione sulla produzione libraria, che integra con la pubblicazione di inediti, dossier e interventi sui grandi temi dell'attualità politica e artistica. Una linea ben riconoscibile ne caratterizza la fisionomia dall'ormai lontano 1966: quella che privilegia le scritture innovative, la letteratura di qualità e le ricerche di indiscutibile rigore scientifico rispetto ai successi commerciali e alle opere di alta visibilità mediatica. Nata nel momento in cui trionfano in libreria Troyat e Peyrefitte, la "Quinzaine" scommette su Borges e Gom-browicz, su Beckett e Gracq, su Georges Perec e Claude Simon; accoglie interviste memorabili a Sol-zenicyn e Cortazar, Jakobson e Sklovskij, Deleuze e Foucault. Tra le sorprese del ricchissimo numéro an-niversaire (n. 919, 16-31 marzo), oltre al disegno di Antoni Tàpies che campeggia in copertina, spiccano un saggio della sociologa Gisèle Sapiro sulla storia della rivista e della sua interazione con il campo intellettuale; un'ampia intervista a Pierre Michon, figura di punta di una letteratura di ricerca che lavora alla ridefinizione dei confini tra saggistica e narrativa; un'appassionante riflessione sul genere biografico di Jean-Jacques Lefrère, autore di lavori decisivi, proprio in questo campo, su Lautréamont, Jules Lafor-gue e Rimbaud. Chi poi conserva il ricordo della libreria La joie de lire nel cuore del quartiere latino degli anni sessanta e settanta, leggerà con viva emozione il dialogo di Bertrand Leclair con il libraio-editore Francois Maspero sulle recenti, inquietanti evoluzioni dell'universo dei libri e sul peso crescente del capitale finanziario nel mondo dell'editoria.