4 L'INDICE ' DEI LIBRI OELME5E|H Letterature Qualcosa di indicibile di Silvia Pareschi Alice Sebold AMABILI RESTI ed. orig. 2002, trad. dall'inglese di Chiara Belliti, pp. 372, € 14,50, e!o, Roma 2002 Il risvolto di copertina di A-mabili resti riporta una frase di Jonathan Franzen, che definisce il libro di Alice Sebold "un romanzo di grande autorità, fascino e coraggio". E probabilmente "coraggioso" è l'aggettivo più adatto per descrivere questo libro, che si rivela piano piano, lasciando nel lettore una lieve sensazione di incredulità per la bravura dell'autrice nel maneggiare una materia così difficile, ricavandone, come anche i più scettici alla fine dovranno ammettere, un romanzo riuscito. La storia narrata da Sebold, quella di una quattordicenne violentata e uccisa da un vicino di casa, che dal Cielo continua a seguire le vicende della famiglia rimasta sulla Terra, è un terreno disseminato di pericoli. Il pericolo principale era forse quello di scrivere l'ennesima storia di un serial killer, figura tipica di un'America ossessionata dalla paura e dalla morbosa spettacolarizzazione della paura stessa. Il serial killer, tuttavia, non è la figura centrale del romanzo, che ruota tutto intorno alla narratrice - Susie, la ragazzina assassinata - e alla sua famiglia. Ma dato che Susie segue le vicende della Terra da un Cielo che rappresenta la proiezione dei suoi desideri, ecco incombere un altro pericolo: il pericolo di una morbosità ammantata di toni melensi, persino new age. Infine, c'era il pericolo che l'enorme dolore contenuto in questa storia stridesse in maniera irreparabile con la voce incaricata di raccontarlo, quella di una ragazzina di quattordici anni. Amabili resti è il primo romanzo di Alice Sebold (e il romanzo d'esordio più venduto nella storia degli Stati Uniti). In precedenza, Sebold aveva pubblicato Lucky, un libro di ricordi sullo stupro da lei subito all'età di diciotto anni. Il dolore della narratrice, dunque, non è fasullo né morboso. La violenza subita da Susie è autentica e spaventosa, e lo è pur non essendo esibita. Il tono semplice con cui la storia viene narrata, allora, non appare più come un pericolo, ma come l'unico tono possibile per descrivere qualcosa di altrimenti indicibile. Nel romanzo, la violenza e la morte danno vita a nuove storie. La storia dei genitori di Susie Sal-mon e della loro crisi, la storia del fratello e della sorella più piccoli e della loro lotta per crescere in mezzo al dolore, la storia dell'assassino, e quella di tanti altri che Susie ha conosciuto quando era in vita. Dal suo Limbo, un luogo dove tutto è luminoso e malinconico e da dove si possono guardare le vite dei vivi e struggersi dolcemente per ciò che non si è vissuto, la protagonista segue con partecipazione le vite degli altri, e a volte riesce persino a modificarle. Ma il suo desiderio, come d'altronde anche quello dei vivi, è quello di riuscire a staccarsi, non dal ricordo, ma dal dolore che a quel ricordo si accompagna. E alla fine ci riuscirà. Così quelle storie, che all'inizio potrebbero sembrare banali, dimostrano di contenere una tale carica di verità e umanità che alla fine il tono semplice con cui vengono narrate emerge come uno dei punti di forza del romanzo. I personaggi che all'inizio rischiano di sembrare scontati si approfondiscono lentamente, offrendoci figure intense come la madre di Susie, che sceglie di fuggire dal dolore lasciando il marito e i figli per andare a vivere in California. O come Ruth, la ragazza "strana", la poetessa, che dal giorno dell'omicidio è ossessionata da Susie e che alla fine le regalerà qualche ora di vita sulla terra per permetterle di fare l'amore con il ragazzino che l'aveva baciata al liceo. Susie potrà così staccarsi dai vivi portando con sé un ricordo di gioia invece che di strazio. ■ silviapare@libero.it Assassini giansenisti di Anna Maria Carpi Amélie Nothomb COSMETICA DEL NEMICO ed. orig. 2001, trad. dal francese di Biancamaria Bruno, pp. 102, €11, Voland, Roma 2003 Nessuno alle prime pagine di questo fulminante racconto, come sempre in eccellente traduzione, sospetta che un incontro d'aeroporto, in attesa di un aereo in ritardo, fra due sconosciuti, entrambi quarantenni, uno brutto, gracile, dal curioso nome di Textor Te-xel, l'altro bello, ben vestito, un manager dal "colletto bianco" e dal significativo nome di Jéròme Angust (angusto e non augusto!), si spacchi come un guscio per rivelare il delitto (vero, supposto?) di un paranoico. Il paranoico è privo delle bizzarre incoerenze che caratterizzano lo schizofrenico, nel suo delirio ha una logica ferrea e fuori di esso può condurre per anni una vita normale e addirittura eccellere in una professione. Ma è anche colui che fa sempre esattamente ciò di cui ha voglia, e le voglie umane si sa che sono insospettate e terribili. La giovane scrittrice belga, al suo decimo libro, è un talento teatrale: il racconto è un dialogo fra i due. Male e dolore si superano per Nothomb nell'estasi estetica, e il significato - crudelmente estetico - della vicenda è sintetizzato in un'inedita identificazione di cosmo e cosmetica: "Agisco - dice l'uno - in base a una cosmetica rigorosa e giansenista". E l'altro: "Cosa c'entra adesso la cosmetica?" Risposta: "La cosmetica è la scienza dell'ordine universale, la morale suprema che determina il mondo". E cosa ne verrà? Chi ha letto i precedenti racconti di Nothomb riconoscerà qui i suoi topoi o fissazioni - ma è dell'autore di rango avere delle fissazioni riconoscibili dal lettore, ossia una personale topografia. Di qui sorgono la figura dell'em-merdeur, lo scocciatore (vedi Le Catilinarie, Guanda, 2002), la repulsione per il cibo (vedi le mostruose carpe in Metafisica dei tu-bi,Voland, 2002, e in quest'ultimo racconto lo strafogarsi con lo schifoso cibo dei gatti, inizio di un percorso di aberrazioni), la scoperta di un delitto - l'uccisa è sempre una bella donna e la miopia della giustizia non può individuare il colpevole (vedi Igiene dell'assassino, Guanda, 2002), l'uomo brutto, reietto che ama di un amore delirante una bella donna irraggiungibile (ossia la bella e la bestia, vedi Attentato, Voland, 1999, e Mercurio, Voland, 2000; cfr. "L'Indice", 2000, n. 11), l'impossibilità dell'amore e, soprattutto, la verità orribile che ognuno uccide ciò che ama. Nel serrato processo di Cosmetica del nemico, impeccabile racconto giallo, mosaico dove tutto combacia al millimetro, c'è solo una pecca, minima, una tes- sera in meno: l'invito a casa della vittima avviene in un giorno casuale, non previsto, e solo dopo l'autrice aggiunge che l'uccisore era "un criminale che ha il gusto degli anniversari" e che si trattava di un venerdì santo. Ma salta all'occhio proprio perché il mosaico è perfetto, anche dal punto di vista psichiatrico. Forse il venerdì santo non era necessario, come forse non era necessario far passeggiare la vittima in un cimitero e ambientarvi 10 stupro. Oppure sì? I due uomini all'aeroporto, l'assassino e 11 suo doppio, amano il loro oggetto solo quando è lontano o ancor meglio defunto, e sono incapaci di un rapporto naturale in cui senza tragedie confluiscano sesso e affetti. Nothomb, col suo modo radicale ma mai rancoroso di buttare all'aria ogni buonistico luogo comune, ha radici profonde. Il suo aristocratismo le affonda nella cultura classica e in Nietzsche, l'estetismo - che potrebbe semmai essere il suo punto debole - le trova nella déca-dence di fine Ottocento, la sua scanzonata lucidità nell'illuminismo francese, e il suo indubbio penchant per il pensiero metafisico e la purezza dei mistici si appoggia a Pascal. Pascal rappresentante della famosa scommessa e di quel "bisogno di Dio che non ha mai avuto a che fare con l'intelligenza". Il bello, la libertà di questa superintelligente scrittrice è che è pronta a guardare al di là dell'intelligenza. Il riferimento a Pascal e al giansenismo — dottrina della predestinazione - è anche in quest'ultimo libro esplicito e frequente. Il giansenismo, ha affermato Nothomb, è la sola variante onesta di cristianesimo che ci sia: oggi secondo lei ci vorrebbe una religione che avesse il coraggio di ammettere apertamente che la salvezza non è per tutti (cfr. "L'Indice", 2002, n. 6). Il che, credo, non va preso tanto come una posizione filosofica quanto come uno schiaffo alla società di massa che tutti eguaglia e discolpa. Ma qual è il messaggio di questo thrilling che mette a confronto coscienza e rimozione e ha per protagonista un uomo medio, riuscito, dotato di potenti meccanismi di rimozione, potenziale (o reale?) assassino, con represse pulsioni omosessuali? Coscienza e memoria sono il nemico, il demonio che prima di affrontarci si è sistemato i capelli (vedi l'inizio), ma anche il desueto comandamento dell'antichità classica "conosci te stesso". Però questo bel manager in viaggio per affari non vuole saperne - sino alla fine. Il nome Textor è una variante del Prétextat Tach, il premio Nobel assassino per amore di Igiene dell'assassino, il libro d'esordio del 1992: è anche lui uno di quei "personaggi testuali", di cui parla Nothomb, la "mia seconda voce che rifiuta e attacca il lirismo". C'è qualcosa di Borges in questo "il mondo è un testo", e con questo testo o tessuto di pura fantasia Nothomb va all'attacco dei falsi sentimenti. ■ amcarpigtin.it A.M. Carpi insegna storia della lingua tedesca all'Università Ca' Foscari di Venezia S. Pareschi è traduttrice Francois Lebouteux AURENIfUS romanzo Francois Lebouteux LAURENTIUS Perché, in quel momento, l'immagine dell'uomo torturato gli attraversa la mente, dilaniandola? Chiude gli occhi, si dibatte brevemente come disperso nell'oscurità, si riprende e accetta il fatto che quell'immagine, ormai, lo accompagnerà per sempre... Ora, intorno a loro, c'è una grande calma. Laurentius versa sulle briciole sparse alcune gocce di vino dorato, porge il flacone a Simmaco e, infine, beve a sua volta. SAN PAOLO www.edizionisanpaolo.it Per informazioni: DIFFUSIONE SAN PAOLO s.r.l. - Corso Regina Margherita, 2 - 10153 Torino tel. 011.83.67.44 - fax 011.88.88.31 e-mail: disp.segreteria@stpauls.it