Letterature Vendetta immotivata di Eva Milano Roberto Bolano PUTTANE ASSASSINE ed orig. 2001, trad. dallo spagnolo di Maria Nicola, pp. 280, € 10, Sellerio, Palermo 2004 E un titolo violento, quello che introduce la raccolta di racconti di Roberto Bolano. La critica internazionale, alla pubblica-zione di Putas asesinas nel 2001, si era dedicata ampiamente a risolvere il problema di quella scelta, prefigurando un impatto destabilizzante che necessitava di essere commentato, dunque circoscritto. Molte recensioni sottolinearono una certa distanza tra l'aggancio aggressivo in copertina rispetto alla materia dei racconti, o indicarono come matrice della scelta le sue possibili motivazioni commerciali. La cosa certa è che il legame sfugge solo in apparenza, e il testo non rivela tutte le risposte, ma nasconde quelle che contano. Uno dei racconti, quello dai toni più apertamente brutali, è 0 luogo da cui proviene la citazione che intitola l'opera. Una giovane donna sequestra uno sconosciuto appena visto in televisione insieme a un gruppo di tifosi, la sera di una partita di calcio. La vendetta, esemplare e crudele, che la donna consuma a spese dell'ignara vittima, prescinde da qualsiasi motivazione contingente. Il dolore, patito nel passato da una donna e inflitto su un esemplare qualunque del genere maschile, acquista un valore assoluto e totalizzante. "Le donne sono puttane assassine, Max, sono scimmie intirizzite dal freddo che contemplano l'orizzonte da un albero malato, sono principesse che ti cercano nel buio, piangendo, indagando le parole che non potranno mai dire". Qualunque sia il tono dei singoli racconti, è questo stesso groviglio, che sa di intimità ferita, la motivazione che li unisce sotto un titolo così forte. Perché le catastrofi interiori non sono che in parte soggette all'impatto degli eventi che sono oggetto della cronaca. Questa riflessione viene introdotta grazie a uno stile narrativo preciso. Raramente l'oggetto del racconto è il "centro" di un evento. Piuttosto l'autore si sofferma su ciò che è immediatamente anteriore, o di poco successivo, a quello che verrebbe comodo identificare come il fatto culminante. Lo sguardo al contesto è un'intenzione fissa, dall'aria spesso noncurante, mai esposta o commentata. Che l'oggetto sia la biografia dei poeti minori letta su un libro o certi angoli di vita prosaici, indegni di narrazione, ciò che differenzia la vita dalla scrittura spesso sembra essere il solo atto di raccontare una giornata, ciò che si è visto, o che si è fatto. Quasi fossero proprio quegli angoli, liberi dai vincoli della consequenzialità razionale più grossolana, a concedere alla narrazione di concentrarsi finalmente sull'oggetto giusto. Chi agisce o racconta non rivela mai, se non per caso o per sbaglio, le implicazioni emotive, e il senso si costruisce a partire da una sorta di sedimentazione dei gesti e degli eventi, ti messaggio non è una morale logica che risulta sistematicamente dall'intreccio, ma richiede l'abbandono. La sospensione dell'attività di elaborazione si rende necessaria a riconoscere quanto ci siano familiari i meccanismi semplici e quotidiani, apparentemente muti, che l'autore mette in scena. La forma del racconto è assolutamente congeniale a Bolario, e quella in cui i grandi talenti stilistici dell'autore si manifestano con pienezza. Un mondo di marionette di Natalia Cancellieri Ana Maria Matute PICCOLO TEATRO ed. orig. 1954, trad. dallo spagnolo di Maria Nicola, pp. 264, € 10, Sellerio, Palermo 2003 Autrice di una vastissima opera letteraria che spazia dal romanzo realista alle narrazioni per bambini, Ana Maria Matute (1926) è una delle voci femminili più significative della letteratura spagnola novecentesca. La sua lunga traiettoria artistica, iniziata nel 1947 con il romanzo Los Ariel, passando per opere insignite di prestigiosi premi letterari, l'ha portata, nel 1996, a un seggio nella Reale accademia spagnola della lingua. Piccolo teatro è la sua opera prima, scritta a soli diciassette anni, ma pubblicata nel 1954, quando Matute vinse il premio Pianeta. Da noi sono già usciti diversi titoli posteriori, come I bambini tonti (Lerici, 1964), Dimenticato Re Gudù (Rizzoli, 1996), Prima memoria (Sellerio, 1997) e Cavaliere senza ritorno (Sellerio, 1999). Questo romanzo d'esordio inaugura una serie di opere incentrate sul mondo dell'infanzia e dell'adolescenza, dove la realtà è percepita attraverso lo sguardo dei piccoli protagonisti che si muovono, terrorizzati, sullo sfondo della guerra civile spagnola o dell'immediato dopoguerra. Di contro, tuttavia, all'imperante realismo sociale di quegh anni, Piccolo teatro si arma di atmosfere fiabesche e di un linguaggio simbolico per narrare la meschina quotidianità della Spagna franchista. La storia si svolge a Oiquixa, immaginaria cittadina dei Paesi Baschi, dove si intrecciano le vicende dei quattro personaggi principali: Ile Eroriak, ragazzo cresciuto nel porto e considerato il matto del villaggio, Kepa De-var, ricco possidente vedovo fattosi da sé, sua figlia Zazu, ragazza dal temperamento ribelle, selvaggia e indifferente ai mormorii della società benpensante, e Marco, un misterioso forestiero giunto dal mare, che attira l'attenzione dell'annoiata provincia. Marco vede in Ile una fonte inesauribile di saggezza e tra i due nasce una strana amicizia. Ile sembra affrontare senza timori quella società che lo rifiuta e lo emargina, costruendosi un proprio magico mondo, dove dialoga con gh elementi primordiali. Ed è proprio questa sua capacità di entrare in contatto con un altro universo che Marco vuol imparare: "Tu sei libero, sei febee. Soltanto chi è come te, chi non desidera nulla, è davvero padrone della sua vita". Tra lo stranie- ro e Zazu si dipana invece una tormentosa storia d'amore, che li vede preda ciascuno del proprio orgoglio e incapaci di capirsi, tra costanti oscillazioni d'umore. Quanto a Kepa, lo vediamo rinchiuso nella propria solitudine, padrone dell'intera Oiquixa, ma con l'assillo di veder sminuito il proprio successo a causa delle umih origini. Il romanzo è narrato secondo i diversi punti di vista, alternando discorsi effettivamente pronunciati e pensieri trattenuti. L'amicizia tra Marco e Ile incuriosisce gli abitanti di Oiquixa, che prendono a interessarsi di Ile, a cominciare dalle facoltose sorelle Antia, zie di Zazu, fondatrici di un'associazione di beneficenza per orfani, che non si era però mai occupata del ragazzo. Si scatena così una gara per aggiudicarsi l'istruzione di Ile, sostenuta dallo stesso Marco, il quale fa credere di essere un ricco benefattore convinto della geniabtà del suo amico-maestro, mentre invece risulterà uno squattrinato per giunta ricercato dalla giustizia. Il "piccolo teatro" in cui si conducono tah manovre fa da contraltare al teatrino di marionette del vecchio Anderea, unico vero amico di Ilé, che costruisce storie e pupazzi con cui mette in scena ciò che non accade nella realtà. È lui il solo a capire la truffa di Marco a danno di Oi- quixa e soprattutto del malcapitato Ilé, illuso di diventare un grand'uomo e avviarsi alla scoperta di orizzonti favolosi. Ilé dovrà rassegnarsi davanti alle menzogne che lo strappano dal suo rifugio fatato, dallo scaffale accanto ai burattini di Anderea dove dorme nei momenti di sconforto. Proprio l'oscillazione tra i due teatri sembra essere la chiave di lettura di tutto il romanzo: alla finzione inscenata nella cittadina, l'autrice contrappone e preferisce lo spazio fantastico creato da Ilé, dove prendono vita sentimenti paradossalmente più autentici. La trama inanella gh sconvolgimenti interiori e le doppie esistenze di ciascun personaggio, fino al tragico finale in cui Zazu si suicida, incapace di scegliere tra una vita di schiavitù al fianco di un promesso sposo che non ama o quella accanto a un avventuriero amato e odiato al tempo stesso, e che soprattutto è diventato un'ossessione senza scampo: "Lui sarà ovunque poserò gli occhi. Lui è nel mio sogno e nel mio cuore. Non si può fuggire da lui, perché lui è la fuga". Parlare di suicidio in quegli anni non era cosa da poco, e neppure tratteggiare un'amicizia tra diseguali, che infatti genera il caos nella gretta Oiquixa. Nel romanzo vengono sottilmente inseriti altri elementi "sovversivi", come il rifiuto, da parte di Zazu, delle convenzioni allora vigenti per una donna, al fine di costruirsi un'esistenza propria, una realtà parallela dove può pensare e sentire come megko crede, anche a costo di diventare costante oggetto di pettegolezzi. O a costo di dover abbandonare la vita, quando si trova a un bivio fatale. Lo scenario di Oiquixa è quasi leggendario, immerso in una dimensione atemporale, carica di brumosi sortilegi, che smentiscono la sempbcità della trama di esistenze consuetudinarie. Per sottolineare l'ambiguità dei comportamenti, Matute ricorre, come si è già accennato, a due diversi piani: da un lato le intenzioni reali dei protagonisti, espresse solo interiormente, e dall'altro i dialoghi, dove i personaggi assumono i ruoli a loro riservati dalla società, maschere indossate per sopravvivere nella recita giornaliera. Ciò avviene sistematicamente con tutti tranne Ilé, che non nasconde mai il proprio modo di essere. L'autrice sceglierà lui per dare conclusione alla storia. Ilé è il custode dell'innocenza, anche se, al termine del romanzo, quell'innocenza dovrà fare i conti con i sogni frustrati e il passaggio dall'infanzia aba maturità. Rimarrà a Oiquixa, accanto abe marionette, a osservare i mutamenti del destino, gb scossoni dei desideri umani e il logoramento della malinconia: "Però la vita esiste. Io sono sicuro che la vita se ne sta nascosta, da qualche parte. Ad aspettarmi. Sì, io credo che la vita esista". erconina@inwind.it N. Cancellieri è laureata in letteratura spagnola e traduttrice Bollati Boringhieri Eyal Sivan e Michel Khleifi Route 181 Frammenti di un viaggio in Palestina-Israele Film documentario di 4h 30 Variantine DVD pp. 40, con 4 DVD in cofanetto, € 48,00 John Berger Modi di vedere A cura di Maria Nadotti Variantine pp. 162, € 9,50 Elizabeth von Arnim Cristoforo e Colombo Varianti pp. 385, € 18,00 A cura di Domenico Gioffrè Il dolore non necessario Prospettive medico-sanitarie e culturali Temi 142 pp. 206, con 10 tavole fuori testo a colori, € 14,00 Ermanno Vitale lus migrandi Figure di erranti al di qua della cosmopoli Temi 141 pp. 161, € 14,00 Ferdinando Amigoni Fantasmi nel Novecento Saggi. Arte e letteratura pp. 157, € 18,00 Umberto Curi La forza dello sguardo Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali pp. 248, con 11 illustrazioni fuori testo € 25,00 Massimo De Carolis La vita nell'epoca della sua riproducibilità tecnica Saggi. 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