6 L'ndice 7 ■■idei libri del mese ■■ ' I titoli che erano nella hit di allora L'ormone libero di Michele Marangi Se si utilizza il cinema come specchio culturale che riflette le tendenze in atto in una società, un'analisi pur sommaria permette di cogliere che i titoli usciti nel 1968, o immediatamente dopo, rendono bene il cambiamento in atto sia nella sfera individuale che nella percezione collettiva. Al di là dei generi narrativi e delle differenti sensibilità autoriali, spesso si riscontra un filo rosso trasversale, in cui traspare la sensazione di uno spirito del tempo in rapida modificazione. In questa direzione, è possibile identificare due dimensioni complementari, che sono ben sintetizzate da uno degli slogan più famosi dell'epoca, ovvero "fate l'amore e non la guerra". Da un lato si pone l'accento sull'elemento contestatario, che nell'antimilitarismo trova uno dei bersagli più simbolici rispetto al fallimento di certi cardini morali conservatori, quali Patria, Famiglia e Dio. D'altro canto, l'invito a fare l'amore rende la voglia di utilizzare il corpo, la sessualità, ma anche la creatività e l'espressione di sé in senso lato, come strumenti per una nuova prospettiva culturale. Questi elementi sono fondamentali, seppure intrecciati secondo logiche e percezioni molto eterogenee, in quattro film usciti proprio nel fatidico anno. La sperimentazione linguistica e narrativa di Ciao, America (Greetings, 1968) di Brian De Palma, le avventure fantastiche e l'esplosione di vitalità estetica del film sui Beatles di George Dunning Yel-low Submarine (1968), i paradossi sociali che esplodono a catena nel surreale e rivoluzionario Hollywood Party (The Party, 1968) di Blake Edwards e le atmosfere torbide e malate, in bilico tra liberazione sessuale e l'elogio della follia presenti in Grazie zia (1968) di Salvatore Sam-peri appaiono quattro esempi emblematici per rendere il clima di grande fervore e di originalità del periodo. Spulciando gli elenchi delle pellicole distribuite in Italia durante la stagione, appaiono molti altri titoli che offrono squarci di analisi sulle contraddizioni sociali e l'energia del momento, spesso in chiave apertamente contestataria. Si pensi a Gangster Story (Bonnie and Clyde, 1967) di Arthur Penn, che sposta l'azione nel passato, ma mantiene una forte ideologia eversiva, nel ritratto di due fuorilegge che sembrano ribelli anarchici. Oppure, in tutt'altro genere, gli horror d'autore che diventano vere metafore sociali come Rosemary's Baby (1968) di Roman Polanski o La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead, 1968) di George A. Romero, in cui tutti i valori del passato sembrano destinati a fallire. Sullo stesso piano di analisi del disfacimento si porranno anche certe produzioni hollywoodiane, tra la divertita osservazione dei cambiamenti che ormai riguardano tutte le generazioni, come in Taking <#(1971) di Milos Forman, l'esilarante satira del militarismo inefficace di M.A.S.H. (1970) di Robert Altman, ma anche i timori vagamente neoconservatori di II pianeta delle scimmie (Vianet of the Apes, 1968) di Franklin J. Schaffner. Nell'ambito del cinema d'autore, figlio delle varie "nuove onde" che dalla fine degli anni cinquanta avevano ormai scosso il mondo intero, sono emblematici i tedeschi Artisti sotto la tenda: perplessi (Die Artisten in der Zirkuskuppel: Ratlos, 1968) di Alexander Kluge, che vinse il Leone d'oro a Venezia, e il crudo e polemico Scene di caccia in bassa Baviera (Jagdszenen aus Niederbayern, 1969) di Peter Flei-schmann, oltre a un maestro ormai riconosciuto come Godard che firma Weekend. Un uomo e una donna dal sabato alla domenica (Week-end, 1967). Anche i giovani autori italiani offrono il loro contributo, pur in ambiti differenti: da Partner (1968) di Bernardo Bertolucci a Galileo (1968) di Liliana Cavani, prodotto e poi censurato dalla Rai per le tesi anticle- 68 libri del '68 a cura di Carlo Bordone BEATLES - White Album (Emi/Apple) BEATLES - Hey Jude/Revolution (Emi/Apple, 45 giri) ROLLING STONES - Jumpin' Jack Flash (Decca, 45 giri) ROLLING STONES - Street Fightin' Man (Decca, 45 giri) ROLLING STONES - Beggar's Ban-quet (Decca) FABRIZIO DE ANDRÉ - Tutti morimmo a stento (Produttori Associati) FABRIZIO DE ANDRÉ - Vol.3 (Produttori Associati) LUCIO BATTISTI - Balla Linda (Ricordi, 45 giri) PAOLO PIETRANGELI - Contessa (I Dischi Del Sole) ENZO JANNACCI - Vengo anch'io, no tu no (RCA) ADRIANO CELENTANO - Azzurro (Clan, 45 giri) ANTOINE - Le Pietre (CGD, 45 giri) JIMI HENDRIX - Electric Ladyland (Track) SIMON & GARFUNKEL - The Graduate (Columbia, colonna sonora) SIMON & GARFUNKEL - Mrs. Robinson (Columbia, 45 giri) CREAM - Wheels Of Fire (Polydor) ARETHA FRANKLIN - Lady Soul (Atlantic) ARETHA FRANKLIN - You Make Me Feel Like A Naturai Woman (Atlantic, 45 giri) ARETHA FRANKLIN - Think (Atlantic, 45 giri) MARVIN GAYE - I Heard It Through The Graphe-vine (Motown, 45 giri) OTIS REDDING - Sittin' On The Dock Of The Bay (Stax, 45 giri) TEMPTATIONS - Cloud Nine (Motown) FOUR TOPS - Walk Away Renée (Motown, 45 giri) MONKEES - Pleasant Valey Sunday (Colgems, 45 giri) MONKEES - Daydream Believer (Colgems, 45 giri) 1910 FRUITGUM COMPANY - Simon Says (Bud-dah) LAURA NYRO - Eli And The 13th Confession (Verve) AA. W. - Hair (RCA, colonna sonora) NINO ROTA - Romeo e Giulietta (Capitol, colonna sonora) DOORS - Waiting For the Sun (Elektra) DOORS - Hello, I Love You (Elektra, 45 giri) BARBRA STREISAND - Funny Girl (Columbia, colonna sonora) JANIS JOPLIN - Cheap Thrills (Columbia) JOHNNY CASH - Live At Folsom Prison (Columbia) IRON BUTTERFLY - In-A-Gadda-Da-Vidda (Ateo) DEEP PURPLE - Hush (Harvest, 45 giri) THE BAND - The Weight (Capitol, 45 giri) THE BAND - Music From Big Pink (Capitol) JOSE' FELICIANO - Light My Fire (RCA, 45 giri) PATTY PRAVO - La bambola (Are Alp, 45 giri) MINA - Mina alla Bussola dal vivo (PDU) FAUSTO LEALI - Deborah (Ri-Fi, 45 giri) CATERINA CASELLI - Il volto della vita (CGD, 45 giri) NEW TROLLS - Senza orario, senza bandiera (Cetra) MAURIZIO DEI NEW DADA - Cinque minuti e poi... (Bluebell, 45 giri) LE ORME - Milano 1968/Senti l'state che torna (Car Juke Box, 45 giri) PROCOL HARUM - Homburg (Regal Zonophone, 45 giri) PROCOL HARUM - Shine On Brightly (Regal Zonophone) MANFRED MANN - Mighty Quinn (Fontana, 45 giri) BLUE CHEER - Summertime Blues (Philips, 45 giri) MOVE - Fire Brigade (Regal Zonophone, 45 giri) SMALL FACES - Ogden's Nut Gone Flake (Immediate) JEFFERSON AIRPLANE - Crown Of Creation (RCA) GRATEFUL DEAD - Anthem Of The Sun (Warner Bros) QUICKSILVER MESSENGER SERVICE - QMS (Capitol) BYRDS - Notorius Byrd Brothers (Columbia) BOB DYLAN - John Wesley Harding (Columbia) CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL - C.C.R. (Fantasy) ENNIO MORRICONE - C'era una volta il west (Ricordi, colonna sonora) SMOKEY ROBINSON & THE MIRACLES - Baby, Baby Don't Cry (Motown, 45 giri) LOVE AFFAIR - Everlasting Love (Track 45 giri) PINK FLOYD - A Saucerful Of Secrets (Harvest) BLOD SWEAT & TEARS - Child Is Father To The Man (Columbia) TIM BUCKLEY - Happy Sad (Elektra) SCOTT WALKER - Scott 2 (Philips) SLY & THE FAMILY STONE - Dnce To The Music (Epic) SOFT MACHINE - Soft Machine (Probe) MILES DAVIS - Files De Kilimanjaro (Columbia) ricali; da Escalation (1968) di Roberto Faenza a La Cina è vicina (1967) di Marco Bellocchio, oltre al celeberrimo Teorema (1968) di Pier Paolo Pasolini. Molti film risentono dell'impatto riferito alla rivoluzione sessuale, sia per le tematiche affrontate sia rispetto a un senso del pudore ormai completamente ridefinito anche in chiave estetica. Barbarella (1968) di Roger Vadim rende Jane Fonda un'icona sexy, Flesh (1968) di Paul Morrissey rompe ogni tabù, nel primo film prodotto dalla Factory-di Andy Warhol, Claude Chabrol occhieggia con malizia all'amore saffico in Les biches. Le cerbiatte (Les biches, 1968), astutamente non tradotto dai distributori italiani per non lasciare nulla all'immaginazione. Ma il dato più emblematico, che rende il mutamento dei tempi e il definitivo sdoganamento delle tematiche riferite alla sessualità, è il trionfo ai botteghini di Helga, pseudodocumentario tedesco di Erich F. Bender, che si piazza al primo posto assoluto dei film più visti in Italia nella stagione 1967-68, promettendo (e mantenendo abbastanza) scene mai viste rispetto alla sessualità, con il paravento scientifico che permette di ammiccare a dimensioni più pruriginose. L'ormone libero diventa così uno dei riferimenti chiave di molta produzione sessantottina, ponendosi come snodo chiave del passaggio da un decennio a un altro e, più in generale, attestando la trasformazione di alcuni paradigmi sociali e culturali ormai in crisi e sancendo l'ingresso in una nuova era socioculturale. In questo senso, è emblematico il trionfo definitivo della categoria del "giovane", già maturata in chiave sia letteraria che cinematografica dalla metà degli anni cinquanta e ora definitivamente assunta come icona della trasformazione. I titoli sono moltissimi, ma forse è sufficiente ricordare quelli ormai leggendari: in chiave più esistenziale e psicologica, si pensi a II laureato (The Graduate, 1967) di Mike Nichols o a Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy, 1969) di John Sch-lesinger; in un'accezione più sociale e politica, spiccano opere pur controverse quali Alice's Restaurant (1969) di Arthur Penn, Easy Rider (1969) di Dennis Hopper e Fragole e sangue (The Straw-berry Statement, 1970) di Stuart Hagman. Si tratta di film emblematici non solo per i temi affrontati, ma anche per aver attestato il passaggio definitivo alla New Hollywood, ovvero a una nuova industria dell'intrattenimento che non rinuncia al suo mandato di fatturare milioni di dollari, ma ha imparato a farlo riconvertendosi a contenuti adatti a un nuovo pubblico, che apprezza opere stilisticamente originali in cui contestazione, sessualità e violenza diventano elementi ricorrenti. Non sempre la novità era realmente tale: come sempre in un'ottica storica, il giudizio dei posteri permette di far sedimentare certi entusiasmi e fa viceversa emergere elementi strutturali che appaiono meno innovativi. In questo senso, quarant'an-ni dopo, il film più simbolico del Sessantotto appare quello che poteva sembrare il più lontano dall'attualità, inclassificabile e geniale, capace di utilizzare la metafora filosofica applicata alla fantascienza per raccontare le traiettorie degli esseri umani in un universo sempre meno comprensibile e sempre più complesso. E se il vero film sessantottino fosse 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey, 1968) di Stanley Kubrick? ■ patemic@fastwebnet.it M. Marangi è critico cinematografico e * io o • io • • o io io o io e tì CO CO co C3 • IO e £ tuo GQ