Quattro quaderni del compositore Lontano dalle onde del tempo di Benedetta Saglietti L'Ombretta dimenticata di Marco Leo Johannes Brahms ALBUM LETTERARIO 0 lo scrigno del giovane Kreisler ed. orig. 1909, a cura di Artemio Focher, pp. 207, € 16, Edt, Torino 2007 Quattro quaderni, uno dei quali intitolato Lo scri- gno del giovane Kreisler, ripo- sarono per una cinquantina d'anni finché non furono dati alla stampa, nel 1909, a cura di Cari Krebs. Ora l'album letterario viene reso di- sponibile al lettore italiano nel- l'edizione di Artemio Focher, con lo stesso rigore che ha con- traddistinto le sue traduzioni e curatele di classici della lette- ratura beethoveniana (Breuning, Grillpar- zer, Wegeler e Ries). Focher, docente di letteratura tedesca alla Facoltà di musi- cologia di Cremona, rintraccia (quando possibile) il testo originale, integra e rettifi- ca Krebs, costituendo un'utile apparato critico. Lodevole la pubblicazione di un'opera poco diffusa, che non ha cono- sciuto traduzioni, fino a quella inglese del 2003 (Pendragon Press, Hillsdale NY). Sembra cucita addosso a Brahms, lettore appassionato fin da giovanissimo, la massima di Erasmo da Rotterdam: "Quan- do ho un po' di denaro compro libri, e se avanzano soldi, cibo e vestiti". Sorprende la sua vora- cità culturale, attribuita al desi- derio di colmare le lacune del- l'incerta educazione ricevuta, quasi obbedendo all'esortazio- ne, anonima, che registra nel florilegio: "Metti per iscritto tutto ciò che senti essere dive- nuto vero in te, foss'anche solo una reminiscenza". Unica prova scrittoria che si conserva (oltre a qualche lette- ra), l'antologia raccoglie le fre- quentazioni letterarie risalenti agli anni 1853-54. Le citazioni, seguendo l'ordine delle letture, sono appuntate in modo casua- le: per scrittore o per argomen- ti, alcune epigrammatiche, altre estese. Brahms accorda la sua preferenza alle liriche di poeti minori, spesso intonate nei Lied: soltanto più tardi farà l'incontro con lo Schicksalslied (Canto del destino) di Hòl- derlin e con la goe- thiana Harzreise im Winter (Viaggio d'in- verno nello Harz). Tra musicisti, poeti, filosofi, politici, pe- dagogisti, l'ecletti- smo erudito di queste letture è la testimo- nianza tangibile di vasti interessi culturali. Le citazioni racchiuse nello Scrigno sono principalmente di autori romantici e preromantici: vera e propria "antologia palati- na" di un'epoca. Ricorrono poi letture comuni fra i musicisti: E contatto tra Brahms e Beethoven risiedeva nell'attenzione prestata a SchEler, Klopstock e Goethe, mentre condivideva con Schu- mann la predEezione per Jean Paul e con Schubert e Mahler l'interesse per Friedrich Ruckert. Tra gli autori più pre- senti appaiono Novalis, Lessing, i frateUi Brentano (Bettina e Cle- mens), Chamisso, Eichendorff, Wackenroder, Uhland, in aggiunta a quelli letti in tradu- zione, tra cui Cicerone, Dante, Tasso, Shakespeare, Diderot e Byron. Lo Schatzkdstlein è solo par- zialmente specchio degli inte- ressi di Brahms perché, come ritiene Kurt Hofmann (Die Bibliothek von Johannes Brahms), egli riportava princi- palmente stralci di opere che non possedeva. Questo spiega l'assenza di E. Th. A Hoffmann (la cui importanza s'intuisce fin dal rimando del titolo al giova- ne Kapellmeister Kreisler) e della Bibbia, letture che lo accompagnarono per tutto il corso della vita. L'album cela un autoritratto: il compositore si specchia negli autori che trascrive, ed essi riflettono, a loro volta, la figura di chi li ha scelti, a maggior ragione perché spesso i testi sono interpolati con apporti personali. Brahms è sensibilis- simo alle problematiche religio- se e morali; tuttavia il tono generale delle citazioni, con i continui richiami a una vita morigerata, non è del tutto alie- no da una certa retorica Bieder- meier. Prontuario poetico per lenire i dolori dell'anima, lo Scrigno affianca a questa fun- zione autoconsolatoria l'imma- gine di un uomo ideale al quale Brahms sembra continuamente tendere. Niente è stato più frequente- mente colorito dai biografi del temperamento malinconico dell'inventore del motto E.a.e., acronimo di Frei aber einsam ("libero ma solo"; tradotto in note musicali, E motto significa fa-la-mi), anche se questi appunti svelano un rapporto tutt'altro che sereno con la soli- tudine. «Viviamo nell'era dei musici- sti scrittori. Invece Brahms non scrive", osserva Philipp Spitta nel 1892, intendendo dire che egli non amava diffon- dersi sulle sue composizioni. L'album dà conferma di questo fatto: i passi di argomento musicale sono presenti in misu- ra inferiore agli altri e spesso inseriti - osserva Focher - in contesti letterario-poetico (come nel frammento 241: "Anche lontano dal mare la conchiglia echeggia del mug- ghiare delle onde, e così anche all'autentico musicista, pur lontano dalle onde del suono, risuona il suo intimo come musica"). Gli scritti di estetica sono comunque testimoni di un'attenzione particolare per E compito spettante all'artista, quasi un imperativo categori- co: "Anelate a un'unica cosa: conciliare l'arte con la vita! Realtà ed ideale mai più ince- dano separati" (Collin). Il consiglio è di eleggere lo Scrigno a livre de chevet giac- ché, con la sua natura fram- mentaria, si presta agevolmente a una lettura discontinua, inse- guendo magari il fil rouge di una tematica o di un autore predEetto. ■ bensaglie?virgilio.it B. Saglietti è laureanda in culture moderne comparate all'Università di Torino Eduardo Rescigno UNA VOCE POCO FA 550 frasi celebri del melodramma italiano pp. XX1-392, €26, Hoepli, Milano 2007 Una lapide posta all'ango- lo tra via Duchessa Jo- landa e via Principi d'Acaja, a Torino, in ricordo dei parti- giani del quartiere caduti du- rante la Resistenza, si chiude con questa epigrafe in versi: "Chi per la Patria muor / vis- suto è assai: / la fronda dell'al- lor / non langue mai. // Piutto- sto che languir / sotto i tiranni, / meglio è morir / sul fior degl'anni". Mai avrei immagi- nato che quelle parole provenis- sero da un coro della ^^^^^ Caritea regina di Spa- gna di Mercadante, su testo di Paolo Pola, andata in scena nel 1826. Il coro, che nella versione origi- nale presentava alcu- ne varianti ("gloria" in luogo di "patria", "per lunghi affanni" anziché "sotto i tiran- ni", e il penultimo verso regolarmente settenario "è meglio di morir"), secondo la tradizione venne intonato dai fratelli Bandiera poco prima di essere giustiziati, e sopravvisse alla scomparsa dell'opera. Ancora: chi era Cafariello, che, ai tempi di don Bartolo, cantava "quell'aria portentosa"? E quanti, anche tra gli appassio- nati di lirica, sanno che il Ballo in maschera ebbe un preceden- te, quanto alla trama e a buona parte della struttura musicale, nel Reggente di Mercadante? E che Cavalleria Rusticana di Mascagni fu preceduta di tren- totto giorni da una Mala Pasqua! di Gastaldon tratta dalla stessa novella di Verga? Oppure: quanti under 50 che non abbiano nozioni di liturgia preconciliare colgono appieno quello che Barnaba dice nella Gioconda di Ponchielli quando afferma che "è tempora domani, e si digiuna"? Sono, queste, alcune delle curiosità che vengono soddi- sfatte dalla lettura del nuovo volume di Eduardo Rescigno. Dopo una prefazione linguistica di Tullio De Mauro e un'intro- duzione che sintetizza quattro secoli di storia dell'opera e della sua ricezione come fenomeno sociale, il libro si compone di 249 schede di opere italiane (comprendendo anche qualche titolo straniero che ebbe fortu- na in traduzione) andate in scena nell'arco cronologico compreso tra L'Orfeo di Monte- verdi e la Turandot di Puccini. Di ogni opera vengono proposti un sintetico riassunto della trama e un numero variabile di citazioni dal libretto (per un totale di 550 citazioni), ognuna commentata e corredata di opportuni richiami intratestuali e intertestuali. Come lo stesso autore scrive nell'introduzione, la selezione delle opere e deUe citazioni è stata fatta basandosi su criteri molto diversificati: accanto a testi scelti per la fortuna di cui godono anche al di fuori del- l'ambito melodrammatico, se ne trovano altri scelti per l'impor- tanza che intrinsecamente rive- stono nell'ambito della storia del melodramma, oppure per curio- sità generiche relative alla cita- zione o aH'opera da cui è tratta. Di conseguenza, diversificati sono anche i commenti con cui Rescigno correda i testi, che spa- ziano da note contenutistiche ad attente osservazioni sul rapporto tra parola e musica. Che cosa dunque bisogna attendersi da questo volume? Non un'omogenea storia dell'o- pera, né un prontuario per rin- tracciare notizie su titoli più o meno noti: scopi per i quali, del resto, esistono già testi più appropriati; nem- meno una storia del libretto d'opera, che pure emerge da un'at- tenta lettura in ordine cronologico. La com- ponente più interes- sante, per quanto, rispetto alle promesse del sottotitolo, possa risultare un po' sacrificata, è sicuramente l'analisi della vita e della fortuna extrateatrale che tanti passi ope- ristici hanno avuto, superando le contingenze deEa rappresen- tazione e, spesso, l'oblio nel quale molte partiture sono cadute: come D'Ombretta sde- gnosa del Mississipi", di fogaz- zariana memoria, tratta da un'a- ria metateatrale della Pietra del paragone di Rossini (nella quale, per inciso, l'ombretta è davvero un'ombra, e per di più d'un uomo). Un limite può apparire legato a questo volume: di essere stato pensato per una generazio- ne, come queUa cui appartiene l'autore, cresciuta ascoltando quotidianamente musica operi- stica nelle situazioni più dispara- te, e sentendosi augurare "ritor- na vincitori " anziché "in bocca al lupo" davanti aUe prove deEa vita. Quanti, nelle nuove genera- zioni, conoscono i versi che i partigiani torinesi, per quanto in maniera approssimativa e proba- bilmente ignorandone la fonte, sapevano citare a memoria? Tut- tavia, se ai più giovani non ser- virà per togliersi dubbi su certe frasi e melodie tante volte ascol- tate senza conoscerne E vero significato o gli autori, E testo di Rescigno sarà comunque impor- tante testimonianza, utEe anche per chi non abbia specifico inte- resse per l'opera lirica, dell'in- fluenza esercitata dal melodram- ma sulle abitudini linguistiche ed espressive degli italiani, e quindi del grande successo sociale che questo genere ha avuto. M marcoleo8 3 ? gmail.com M. Leo è dottorando in letteratura italiana all'Università di Torino 18 marzo / 31 ottobre 2008 Museo Regionale di Scienze Naturali Via Giolitti 36, 10123 Torino tel. 011 4326354, fax 011 4326320 numero verde 800329329 www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali Orari mostra: 10.00 -19.00 / chiuso il martedì l na voce poco la