Una vita degna Filosofia di Anna Elisabetta Galeotti Martha C. Nussbaum LE NUOVE FRONTIERE DELLA GIUSTIZIA ed. orig. 2006, trad. dall'inglese di Giovanni Costa, Renata Albicca, Fabio Felli e Silvia Zillo, pp. 449, €35, il Mulino, Bologna 2007 Nancy Frazer e Axel Honneth REDISTRIBUZIONE 0 RICONOSCIMENTO? ed. orig. 2003, trad. dal tedesco di Emanuela Morelli e Michele Bocchiola, pp. 333, €24, Meltemi, Roma 2007 Lo studio di Martha Nus- sbaum e il dialogo tra Frazer e Honneth propongo- no al lettore italiano il proble- ma dell'espansione e del ri- pensamento della teoria della giustizia distributiva come si è affermata nella seconda metà del secolo scorso, a seguito del lavoro seminale di John Rawls. I tre studiosi, di diversa formazione e provenienza, argo- mentano la necessità di ampliare E programma del contrattualismo di Rawls (Nussbaum), di fuoriuscire dalla dimensione esclusiva- mente distributiva (Frazer) e di trovare un fondamento morale più profondo alle pro- teste di ingiustizia (Honneth). Pur con stili e linguaggi diversi, ciascuno ritiene che una teoria come quella di Rawls e, più in generale, programmi di riforma sociale di tipo keynesiano e socialdemocratico non possono reggere di fronte aUe pressioni provenienti oggi daUa globalizza- zione e daUa ridefinizione del mondo morale e politico. Non è tanto che E paradigma distributi- vo alla Rawls sia invecchiato, quanto piuttosto che E nuovo miEennio ha messo in luce deUe DEI debolezze teoriche del contrat- tualismo rawlsiano e del riformi- smo socialdemocratico, presenti da sempre, ma che fino a un certo punto potevano essere ignorate. In generale, per tutu e tre l'ingiu- stizia non sta solo neUe disugua- glianze economiche fra classi sociali, ma ha a che fare con per- sistenti asimmetrie di status e con E disconoscimento del rispetto che è dovuto a tutti in quanto esseri umani e, di più, aEe diverse forme di dignità che fuoriescono dai confini deH'umano stesso (Nussbaum). Entrando ora nel merito deEe tre diverse proposte, l'ampio lavoro di Martha Nussbaum, cui gioverebbe una maggior asciut- tezza, si basa su due tesi critiche e una tesi propositiva che viene poi applicata a questioni di giu- stizia che il modeUo di Rawls tra- scurava: la disabEità, fisica e mentale, la dimensione globale della giustizia e la considerazione degli animali come soggetti di giustizia. Le tesi critiche riguar- dano due capisaldi deE'idea di contratto: E fatto che i contraen- ti, fondamentalmente eguali quanto a abEità e indipendenti, siano anche coloro che dovranno sottostare alle istituzioni e ai principi oggetti del- l'accordo coHettivo; e che quest'ultimo sia per E mutuo vantaggio dei cittadini. Questi due presupposti esclu- dono dai confini del contratto sociale per- sone ed esseri in posi- zione dipendente da altri e difettosi quanto ad abilità e capacità di contribuire all'impresa sociale. Essi potranno essere oggetto di giustizia solo seconda- riamente e, più propriamente, oggetto di benevolenza e carità. Analogamente, chi è fuori dai confini dello stato nazione è fuori dalla cittadinanza e dalla giustizia. La tesi propositiva è queEa nota deEe capacità, secon- do la quale la dignità, umana e oltre, non starebbe neEa raziona- lità prudenziale e morale, quanto nelle capacità che consentono Martha C. Niissbaum I e nuove frontiere dello giustizia -IV-.--.,, di Widi Sf.j.11 agli esseri umani e animali di vivere una vita degna, dove biso- gni plurali sono soddisfatti in una varietà di modi corrispon- denti a diverse forme di svEuppo umano e non. Se ciò che ci rende degni è l'insieme di vulnerabilità e capacità a farvi fronte indivi- dualmente e socialmente, dal punto di vista politico queste capacità da proteggere e svEup- pare si traducono in una lista di diritti umani che, a loro volta, inclusi neHe costituzioni e negli assetti istituzionali, garantiscono un trattamento di pari dignità per abili e disabEi, cittadini e stranieri, noi e loro, accogliendo anche l'idea di una vita dignitosa per gb animab. Se l'espansione dei confini della giustizia corrisponde a un'espansione delle domande morah, ed è oggi quindi urgente, l'argomentazione di Nussbaum in questa direzione non è sempre convincente. La sua interpreta- zione di Hobbes, Kant e Rawls non è sempre inappuntabEe, ma soprattutto c'è una sistematica forzatura deEe "circostanze di giustizia" che Rawls riprende e ampba da Hume. Le circostanze cui si applicano considerazioni di giustizia sarebbero, per Hume e Rawls, quelle in cui individui grossomodo simih convivono in condizioni di scarsità limitata. In ciò Nussbaum vede la tendenza escludente del contrattualismo (e qui dimentica che Hume non era contrattualista, ma evo- luzionista), ma sembra non ren- dersi conto che: in presenza di persone di forze vistosamente dispari, la giustizia finisce per coincidere con E vantaggio del più forte, come già avvertiva Tra- simaco; è proprio la riduzione deEa scarsità a rendere possibile l'ampliamento degh orizzonti di giustizia a disabEi, stranieri e ani- mali. La nostra immaginazione morale si è espansa suba scia di un benessere più diffuso e anco- ra ripartito ingiustamente. Così, in assenza di una spiega- zione genealogica debe capacità e debo svEuppo umano, la sua tesi propositiva è priva di giustifica- zione e non è facilmente traduci- bile in politiche. Le capacità umane, per esempio, sono poten- ziabtà da proteggere o disposizio- ni da svEuppare? Il testo osciba fra le due, come oscEla fra l'idea che oggetto deUa giustizia siano le capacità, quindi le opportunità, o i funzionamenti, quindi gli esiti. L'ambiguità è almeno in parte connessa con la giustizia per i disabEi, per i quab le capacità sono da svEuppare e apprezzabib in quanto funzionamenti. Tutta- via, se questo fosse l'approccio generale abe questioni di giusti- zia, e Nussbaum se ne rende conto, le politiche a esso con- gruenti sarebbero tutt'altro che bberab. Resta poi assolutamente oscuro come da una tesi basata su una rivisitazione deU'antropolo- gia aristotelica possa derivare l'i- dea degb animab come soggetti e non pazienti di giustizia. Passando ora al dialogo Fra- zer-Honneth, E problema deba pari dignità è qui declinato nel senso cbe trasferimenti economi- ci non sono di per sé sufficienti a garantire il riconoscimento di individui e gruppi come parteci- panti aba pari neba vita cobettiva della democrazia. Ingiustizia non è solo mancanza di opportunità, ma man- canza di rispetto. Que- sto aspetto deba giusti- zia, pur presente nella pobtica di classe deb'e- ra fordista, è però emerso in primo piano con le lotte per E rico- noscimento connesse a gruppi contrassegnati da differenze di gene- re, sessuab o culturali che caratterizzano E mondo postfordista, postcomunista e globalizzato, secondo Frazer. Si tratta di domande di eguaglianza di status, spesso confuse con domande sull'identità. Frazer argomenta dettagliatamente per- ché considerare le lotte per il riconoscimento come conflitti identitari sarebbe sbagliato oltre che dannoso, mentre considerar- li come parte deEa giustizia, l'al- tra dimensione oltre la distribu- NANCY FRASER IAXEL HONNETH zione, presenti dei vantaggi inter- pretativi e normativi. E su questo punto che si inne- sta E dissenso di Honneth. Il riconoscimento non è solo la seconda dimensione deEa giusti- zia, connessa ad asimmetrie di status, ma è il fondamento psico- logico-morale di tutti i discorsi suba giustizia. Mentre Frazer avanza una teoria pobtica norma- tiva che sia una risposta a forme storico-sociali definite deb'ingiu- stizia, Honneth condivide con Nussbaum un'ambizione filosofi- ca più ampia, ossia fondare una teoria deba giustizia su un'antro- pologia filosofica interattiva ispi- rata a Hegel, al contrario di Nus- sbaum debitrice ad Aristotele. E molto difficEe arbitrare la conte- sa tra Frazer e Honneth perché le critiche che si rivolgono recipro- camente vanno a segno e sono convincenti. Che cos e prioritario neEa giustizia: E riconoscimento, come sostiene Honneth, o l'egua- glianza partecipativa, come sostiene Frazer? Tendo a pensare che l'essere riconosciuto come partner aba pari sia l'aspetto del ricono- scimento rilevante per la politica e la giustizia; ma allora si vede che le due posizioni vengono a coincidere, loro mal- grado. Se poi si riflet- tesse sul fatto che E riconoscimento di eguale dignità e rispetto è sempre attribuito attraverso qualcosa che lo simbo- leggia, E rapporto fra distribuzio- ne e riconoscimento si potrebbe porre in modo diverso dal duah- smo o daUa riduzione di un ter- mine aE'altro. ■ elisabetta.galeotti® fastwebnet.it A.E. Galeotti insegna filosofia politica all'Università del Piemonte Orientale firn* Il tempo per leggere. Il posto per farlo. JÙ REGIONI I PIEMONTE LE PAROLE Jt DEL '68 W I giorni dell'utopia Per tutto il mese di maggio II Circolo dei Lettori dedica al sessantotto un incontro o uno spettacolo per ogni parola chiave di quell'anno rivoluzionario. In questo modo si cerca di restituire al pubblico di oggi il ritratto di un'utopia. Il programma completo è consultabile su www.circololettori.it F come FILOSOFIA Tre serate dedicate al pensiero di grandi intellettuali come Jean-Paul Sartre, Herbert Marcuse e Guy Debord. Un percorso di letture filosofiche che a quarant'anni di distanza cercherà di ricostruire sia il contributo del '68 alla filosofia, _ sia l'influenza della filosofia sul '68, cercando anche, con la pacatezza di uno sguardo a posteriori, di trarne un bilancio. In collaborazione con L'Indice dei Libri del Mese. 7 maggio ore 21.00 Marco D'Eramo interviene su Jean-Paul Sartre 14 maggio ore 21.00 Mario Pezzella interviene su Il Situazionismo 21 maggio ore 21.00 Enrico Donaggio interviene su Herbert Marcuse EVENTI SPECIALI 27-28 maggio ore 21 Uno spettacolo imperdibile Promo Music in collaborazione con Mittelfest 2007 presenta SARÀ UNA BELLA SOCIETÀ con SHEL SHAPIRO Testo di Edmondo Berselli Regia di Ruggero Cara Spettacolo-concerto presso Casa del Teatro Ragazzi e Giovani C.so Galileo Ferraris 266, Torino Info e biglietti: Il Circolo dei Lettori, Via Bogino, 9 Torino tel. Oli 4326827 w