N. 5 30 Cinema Usare il testo di Umberto Mosca Luca Banditali ed Enrico Terrone NELL'OCCHIO, NEL CIELO Teoria e storia del cinema di fantascienza pp. 447, €26, Lindau, Torino 2008 Una filmografia che supe- ra gli ottocento titoli e che spazia dal cinema delle origini, rappresentato da II viaggio nella Luna e da II viag- gio attraverso l'impossibile di George Mèliès, fino agli incu- bi tecnologici della trilogia di Matrix o di X-Men, passando attraverso i capolavori di autori come Fritz Lang, Stanley Kubrick, Andrzeij Tarkowskij, George Lucas e Ridley Scott. É il materiale di lavoro analizzato da una coppia di critici cinematogra- fici coinvolti nel progetto ambi- zioso di costruire una mappa det- tagliata del cinema di fantascien- za che possa rappresentare un caposaldo della saggistica sul genere. Una trattazione comples- sa e organica, che procede dap- prima nel fissare le nozioni basila- ri relative alfimmagine fanta- scientifica", procedendo a una sua definizione sul piano ontolo- gico, si dedica quindi a individua- re i confini del genere, a partire dal suo lavoro di interpretazione della realtà, e arriva poi a fissare le diverse tipologie dei personag- gi e delle forme linguistiche che la caratterizzano, cui si uniscono le principali configurazioni del rac- conto (dalla "missione" alT'inva- sione", dalla "mutazione" al "viaggio nel tempo"). Non senza, peraltro, occuparsi delle proble- matiche inerenti E rapporto con gli originali letterari. Particolarmente ampia, neE'e- conomia complessiva del volume, la seconda parte, dedicata aE'ana- lisi dei momenti più significativi del genere all'interno della storia del cinema. Originale la prospettiva adottata dagli autori: "Avendo definito E genere come un insieme di mondi narrativi, si tratta di capire in che modo nel corso del tempo questo insieme si popola, si articola in sottoinsiemi, soggiace a gerarchie e rapporti di forza, si evolve neHa sua configu- razione interna (in analogia a come si studia la storia di un terri- torio, di un'etnia o di una nazione: E genere, infatti, è una popolazio- ne di mondi narrativi)". Una pro- spettiva che, tra gli altri elementi, si caratterizza per la sua attenzio- ne aUe dinamiche deUa tecnica e a quelle deEa produzione e deUa relativa ricezione da parte del pubblico ("Il film di genere è un prodotto che soggiace a condizio- Semplicismo TV ni economiche, sociali e culturali. In quanto prodotto, E testo è usato: dal produttore, che lo vende neU'ambito di un'impresa commerciale; daEo spettatore, che lo consuma nel quadro di un sistema di gusti e di valori"). Tali approcci, che incrociano questioni inerenti E genere nel suo insieme ad altre più specifica- mente legate a filmografie nazio- nali e a periodi storici diversi, accompagnano gli autori a distin- guere grandi epoche deUa storia del genere, che vanno daHe origi- ni del cinema al periodo d'oro del cinema muto, dalle grandi saghe degli anni trenta alle trasforma- zioni successive aEa seconda guerra mon- diale, passando attra- verso lo straordinario successo incontrato negli anni cinquanta. E così via, decennio per decennio, individuan- do sempre un elemento di decisiva caratterizza- zione di ciascuno di essi. Decisamente stimolante, infi- ne, anche sul piano del linguag- gio utEizzato, lo sguardo elabo- rato neUa terza parte del volume, in cui ci si pone l'obiettivo di "spiegare in che modo E discorso cinematografico estende e inten- sifica la realtà materiale del set trasformandola nella realtà nar- rativa della storia". ® Umberto.mosca? yahoo.it U. Mosca è critico cinematografico di Michele Marangi Alan O'Leary TRAGEDIA ALL'ITALIANA Cinema e terrorismo tra Moro e Memoria trad. dall'inglese di Lucia Angelica Salaris, pp. 230, € 14, Angelica, Tissi (Ss) 2007 Con perfetto tempismo, nel trentennale dalla morte di Aldo Moro, E libro ap- pare un ottimo stimolo per riflettere su una stagione che ha profondamente segnato la storia recente del nostro paese. Scritto da un giovane studioso irlandese, Tragedia all'ita- liana colpisce per E rigore scientifico e metodo- logico. O'Leary fonda il suo studio assumendo i film come testi sociali, non sempli- cemente iUustrativi rispetto ai temi trattati, ma profondamente intrisi degli umori e deEe contraddizioni di un'epoca e emblematici per la loro capacità di registrare non tanto gli eventi storici in sé, ma soprattutto E punto di vista - individuale e socia- le, estetico e culturale - attraverso cui si percepiscono, si valutano e si assimilano tali eventi. Ben lungi dall'essere uno scontato repertorio enciclopedico, E libro sce- glie due precise opzioni di ricerca. In primo luogo, rEegge trent'anni di produzione cinema- tografica sul tema individuando una serie di nodi chiave che permettono una contestualizza- zione più ampia nel panorama culturale e stori- co italiano, facendo emergere legami con epo- che e generi narrativi apparentemente alieni dal- l'oggetto trattato, anche grazie a fonti bibliogra- fiche inglesi spesso poco considerate dalla nostra critica. In secondo luogo, applica E rigore deU'analisi testuale, attraverso puntuali letture sia in chiave estetica che narrativa dei vari film citati, senza però scinderlo dal contributo di altre discipline, dalla sociologia aEa psicoanalisi, daEa filosofia estetica aEa storia deU'arte, secondo una logica tipica della Media Education anglosassone, in cui E rapporto fra testo e contesto e l'interdisci- plinarietà appaiono centrali sia neEa fase di pro- duzione dell'opera che in queUa di ricezione. Dopo aver contestualizzato il cinema sul ter- rorismo in relazione all'eredità del Neorealismo e come superamento deUa commedia all'italia- na, come si evince dall'azzeccato titolo, O'Leary organizza i vari capitoli intrecciando differenti prospettive: dal caso Moro come snodo chiave ora trattato in chiave cronachistica ora esistenziale, al cinema che si concentra suUe com- ponenti femminili; dalla dimensione edipica che permea molti film, con continui richiami al disfacimento della famiglia, aUa politica dei gene- ri, che vede E poliziottesco e l'eroti- co a fianco del thriUer e del dramma psicologico; dal superamento del tema nel cinema contemporaneo alle sue rielaborazioni in chiave televisi- va, con E rischio della semplificazio- ne da un lato e della rimozione deU'altro, come spesso accaduto sulla scarsa rappresentazione del terrorismo di destra, storicamente più pre- sente, ma cinematograficamente meno registra- to negli anni. Il risultato è di grande impatto, per un libro di storia deU'immaginario che dovrebbe trovare emuli anche nel nostro paese. Che cos'è un autore di Gianni Rondolino DAVID LYNCH a cura di Paolo Bertetto pp. 174, €12, Marsilio, Venezia 2208 ROBERT ZEMECKIS a cura di Gianni Canova pp. 140, €9,90, Marsilio, Venezia 2008 Sono i primi due volumetti della nuova collana "Se- quenze d'autore", affidata da Marsilio alla cura di Paolo Bertetto, che insegna storia del cinema all'Università La Sa- pienza di Roma. Una collana che si propone non già di fornire monografie cri- tiche dedicate a un regi- sta (ché già ce ne sono non poche), quanto piuttosto di indicare una serie di proposte ermeneutiche secondo i presupposti di quella "analisi del film", che Bertetto insegna a Roma e di cui si è occu- pato in altri libri. I primi due volumi affrontano non l'opera complessi- va, ma alcuni film considerati importanti di registi molto diversi fra loro come David Lynch e Robert Zemeckis. Così, nel primo caso, analizzano Era- Robcn Zemeckis : :...... ::j : IM^nliNHBBfflE; si serhead, Velluto blu, Fuoco cammina con me, Strade perdute, Mulholland Drive e Inland Empire, ma non film altrettanto signifi- cativi come Elephant Man, Cuore selvaggio o Una sto- ria vera. Nel secondo, Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump, Cast Away, Le verità nascoste, ma non, ad esempio, All'inseguimento della pietra verde, La morte ti fa bella o Volar Express. Sono scelte ovviamente discutibEi, ma che in realtà rispondono a un principio ordinatore che si evince daEa due introduzioni, queUa di Bertetto su Lynch, in cui si dice, fra l'altro, che "Lynch non si limita a mescolare E sogno e la realtà, E delirio e i fenomeni, ma introdu- ce all'interno dei meccanismi deUa finzione filmica l'illogicità e la contraddizione più radicale"; e queEa di Canova su Zemeckis, in cui si disquisisce sulla messinsce- na, affermando che "la procedu- ra dominante del cinema di Zemeckis va neEa direzione del- l'ibridazione, in vista di una ride- finizione dell'immagine filmica in chiave ossimorica e meticcia". Non c'è ovviamente da sorridere, anche se la lettura del testo di Canova lascia per lo meno inter- detti, a cominciare dal principio. In cui si può leggere: "Non si può dire che sia un'auctoritas, come possono esserlo, ad esempio, David Lynch o David Cronen- berg; ma non è neppure un brand, come E suo amico e soda- le Stevan Spielberg; e non è nean- che un narciso che galleggi sui flutti deEa comunicazione media- tica, diventando 'E personaggio di una delle tante narrazioni che E cinema può raccontare', come sono - almeno in parte - tanto Lars von Trier quanto Nanni Moretti o Quentin Tarantino". Molto meglio, ovviamente, Bertetto, che svEuppa E suo con- cetto di "visibEe" in tutte le pos- sibili variazioni, aEa luce di una lettura del cinema di Lynch che ne privEegia l'illogicità (se non addirittura l'ineffabEità). In que- sta prospettiva, anche le analisi dei singoli film, compiute da un gruppo di giovani studiosi, offro- no non pochi spunti per un discorso articolato e approfondi- to sul cinema di Lynch, o almeno su taluni aspetti del suo cinema, in particolare quel suo modo ori- ginale e per molti versi innovativo di destrut- turare il linguaggio delle immagini e di capovolgere spesso (ma non sempre) l'or- dine logico della narra- zione, alla luce di una concezione del cinema che va in una direzione sostanzialmente oppo- sta a queEa tradiziona- le, dando ampio spazio aUa visione come tale e alle sue molteplici variazioni e interrela- zioni. Per quanto riguarda Zemeckis, un regista certamente meno interessante e innovativo di Lynch (Canova dice che "forse, non è un auto- re"), le letture dei film, anch'esse compiute da giovani studiosi, svi- luppano un discorso onnicomprensivo sul suo cinema con dovi- zia di particolari e interessanti interpretazioni. G. Rondolino è docente di storia e critica del cinema all'Università di Torino VENTANNI IN CD-ROM L'Indice 1984-2004 27.000 recensioni articoli rubriche interventi Per acquistarlo: tel. 011.6689823 abbonamenti@lindice.com