N. 1 slativo su cui deve esprimersi chi aderisce ai contenuti del "Nuovo manifesto di bioetica laica"? In questo momento la discussione è aperta, sia sul piano culturale sia su quello legislativo, sui problemi posti dalla procreazione, dal riconoscimento degli orientamenti sessuali più diversi e dai modi di affrontare la malattia terminale e la morte. La procreazione assistita ha riportato l'attenzione sulle cellule embrionali e sull'embrione, sollevando questioni di fondo concernenti la libertà della ricerca scientifica. Un altro problema è l'uso di organismi geneticamente modificati: su questo tema si invoca spesso il principio di precauzione, sostenendo che non sono sufficienti né le conoscenze scientifiche assodate (secondo le quali le modificazioni del patrimonio genetico di vegetali e animali dei quali ci si nutre non agiscono sul patrimonio genetico di chi se ne ciba), né l'assenza di effetti negativi diversi da quelli dei prodotti "naturali" omologhi. ■ Neuroscienze I progressi di una nuova scienza Ai piedi della montagna di Silvio A. Merciai Eric R. Kandel PSICHIATRIA, PSICO ANALISI E NUOVA BIOLOGIA DELLA MENTE ed. orig. 2005, a cura di Diego Sarracino, pp. 480, €45, Raffaello Cortina, Milano 2007 Eric Kandel è uno dei più grandi neuroscienziati viventi, vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2000; i suoi studi - iniziati su un piccolo mollusco marino, YAplysia californica - hanno plasmato mattone su mattone, in parecchi decenni di intensa attività scientifica, le nostre attuali conoscenze sul tema della memoria e dell'apprendimento nell'ambito dei processi della plasticità cerebrale, e posto le basi della psichiatria moderna e della sua possibile convergenza con la psicoanalisi. Questo libro raccoglie otto lavori memorabili, pubblicati fra il 1979 e il 2001, ciascuno preceduto da un commento (retrospettivo) di un insigne studioso (Arnold M. Cooper, Steven E. Hyman, Thomas R. Insel, Donald F. Klein, Joseph LeDoux, Eric J. Nestler, John M. Oldham, Judith L. Rapoport, Charles F. Zorumski) e seguiti da una postfazione, scritta da Kandel stesso; l'ordine in cui i lavori si succedono, che non è cronologico, disegna una sorta di itinerario scientifico (e umano) della nuova epistemologia scienti- quali si riesce a bloccare il processo riproduttivo, dalla contraccezione d'emergenza alle nuove modalità di aborto. Indichiamo negli ostacoli frapposti alla contraccezione d'emergenza ("pillola del giorno dopo"), dei veri e propri attentati al diritto all'autodeterminazione delle donne e un danno per il paese. Denunciamo una situazione analoga circa il ritardo applicativo delle nuove modalità di aborto terapeutico (pillola RU486). Respingiamo il tentativo di imporre pubblicamente la protezione di materiali biologici, come sangue o cellule, con riferimento a regole etiche non condivise. Il divieto imposto alla ricerca sulle cellule staminali embrionali rischia di isolare il nostro paese dalla ricerca scientifica internazionale e di rendere più difficile o oneroso accedere alle risorse terapeutiche che ne possono derivare (ad esempio attraverso la cosiddetta "clonazione terapeutica" o quella finalizzata alla produzione di organi per i trapianti). Riteniamo che gli embrioni umani debbano essere trattati con grande attenzione, anche perché nella loro produzione sono sempre- coinvolte le donne. Ma proprio per questo respingiamo le posizioni ideologiche o dogmatiche che vorrebbero considerarli intoccabili fin dalla concezione e indipendentemente dal motivo, così come respingiamo la pretesa di imporre per legge l'equiparazione degli embrioni ai cittadini. H tabù dell'embrione, protetto fin dalla concezione, incorporato nella legge 40/2004 sulla procreazione assistita, impedisce il libero accesso a questa pratica procreativa, costringendo chi ha possibilità economiche ad andare all'estero e vietando di salvaguardare la salute del nascituro con la diagnosi preimpianto. Anche modi e tempi della morte sono diventati oggetti possibili di scelta. Rivendichiamo la possibilità di scegliere, per mezzo di strumenti come il testamento biologico, i modi nei quali morire, esercitando il diritto di accettare, di rifiutare o di interrompere le terapie anche se iniziate, il diritto di respingere tutti gli interventi medici non voluti, fossero anche il prolungamento di respirazione, idratazione e alimentazione artificiali, anche qualora non fossero futili. Respingiamo inoltre le sofferenze inflitte senza bisogno, la sublimazione del dolore come esperienza di per sé significativa, il prolungamento della mera vita biologica, quando sia venuta meno ogni prospettiva di guarigione o di ritomo alla vita cosciente. Ma rivendichiamo anche il diritto all'eutanasia volontaria, cioè alla richiesta che si ponga termine alla propria vita, per evitare forme di esistenza dolorose o ritenute per sé non dignitose. Rifiutando un'idea sacrale della natura, ribadiamo l'impegno a riconoscere nuovi modi di intendere la sessualità e la famiglia. Le differenze di genere e l'evoluzione della loro percezione non sono più così rigide come in passato, e si deve prendere atto che l'orientamento sessuale può assumere varie direzioni. Riteniamo che l'orientamento sessuale, qualsivoglia esso sia, rappresenti un modo per realizzare la propria personalità e che esso possa essere liberamente vissuto, finché non reca danno a nessuno, anche perché una società libera e laica favorisce la sviluppo delle differenze tra i suoi membri. La famiglia è per noi soprattutto il luogo degli affetti, che possono essere manifestati anche in forme diverse da quelle tradizionali, quali le unioni civili delle coppie di fatto etero e omosessuali e ulteriori possibili forme giuridiche di unione fra persone dello stesso sesso, che vanno a collocarsi accanto alla famiglia tradizionale basata sul matrimonio fra uomo e donna. La filiazione e l'adozione stanno assumendo una fisionomia nuova, perché la relazione parentale è connessa all'assunzione di responsabilità nei confronti del nuovo nato. Le responsabilità parentali, che impongono ai genitori l'obbligo di provvedere alla salute e al benessere dei figli, non devono dar loro il diritto di condizionarne rigidamente l'educazione: per questo auspichiamo una società che sappia offrire forme plurali di educazione, capaci di superare le chiusure rappresentate da certe tradizioni familiari e comunitarie. La bioetica laica è parte di un impegno per una società in cui cresca lo spettro dei modi di vita possibili e diminuiscano le sofferenze dovute all'imposizione di un certo atteggiamento di pensiero, piuttosto che di un altro, soprattutto per una società in cui nessuno possa imporre divieti e obblighi in nome di un'autorità priva del consenso delle persone sulle quali pretende di esercitarsi. Torino, 25 novembre 2007 Maurizio Mori, Giovanni Boniolo, Patrizia Borsellino, Gilberto Corbellini, Emilio D'Orazio, Aldo Fasolo, Carlo Flamigni, Eugenio Lecaldano, Claudia Mancina, Tullio Monti, Demetrio Neri, Alberto Piazza, Mario Riccio, Sergio Ro-stagno, Gianni Vattimo, Carlo Augusto Viano Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni www.torinolaica.it info@torinolaica.it fica che Kandel ha contribuito a costruire: la quale, partendo dalla promessa del grande sviluppo delle neuroscienze di spiegare la biologia della nostra mente, postula la necessità di un grosso sforzo di riunificazione e di convergenza con la psichiatria, la psicologia e soprattutto la psicoanalisi, che rappresenta, a suo dire, "la visione della mente più coerente e soddisfacente sul piano intellettuale": "vi è motivo di ritenere che la biologia della mente sarà la principale area di ricerca del ventunesimo secolo, così come la biologia del gene lo è stata nella seconda metà del ventesimo". Lo spazio non consente di entrare nel merito dei singoli contributi esposti nel libro, tutti peraltro di grande interesse e attualità, anche quelli più datati (colpisce, per esempio, che già nel saggio del 1979, non a caso intitolato Psicoterapia e sinapsi, Kandel preconizzasse che il meccanismo di funzionamento della psicoterapia non fosse dissimile da quello dei farmaci, che cioè la psicoterapia fosse una terapia "biologica" che agisce in termini di modificazione di circuiti neurali e di sinapsi). Il lavoro più noto (e più discusso) è certamente La biologia e il futuro della psicoanalisi: una rilettura di "Un nuovo contesto intellettuale per la psichiatria", pubblicato nel 1999 sull'"Ame-rican Journal of Psychiatry", che viene generalmente considerato come il punto di partenza della nuova concezione di una psicoanalisi ispirata e confrontata alle scoperte delle neuroscienze e il punto di avvio di una nuova sintesi tra modelli umanistici e modelli biologici per una psichiatria all'altezza delle sfide del ventunesimo secolo. Ma il lettore troverà certamente molto stimolante e ricco anche Neuroscienze: un secolo di progressi e i misteri ancora irrisolti, scritto nel 2000 in collaborazione con Thomas D. Al-bright, Thomas M. Jessell e Michael I. Posner, quasi un piccolo libro a sé di neuroscienze, che puntualizza lucidamente la storia dello sviluppo delle neuroscienze, le prospettive epistemologiche aperte dalle nuove scoperte e la nascita multidisciplinare di una nuova scienza della mente. E, infine, 0 modo migliore per comprendere l'evoluzione e il senso del lavoro scientifico di Kandel è quello di lasciare a lui di illustrarcelo, come fa con ammirevole chiarezza nella lecture pronunciata in occasione del conferimento del Nobel, ripresa con qualche adattamento nel saggio La biologia molecolare della memoria: un dialogo tra geni e sinapsi. Si tratta, nel suo insieme, di un libro di grande fascino, scritto in modo quasi sempre del tutto comprensibile anche da parte dei non addetti ai lavori, testimone della grandezza di uno studioso che ha saputo leggere la sua avventura umana e scientifica in termini che vanno al di là della ristretta e immediata prospettiva del singolo esperimento o progetto di ricerca: se non offre spunti di frontiera sugli studi in corso - né questo ne costituisce lo scopo -, contribuisce peraltro a illustrare un percorso la cui direzione appare ormai sicuramente tracciata e che porta alle conoscenze rivoluzionarie sul nostro modo di essere umani in un domani non molto lontano (molto pregevole, da questo punto di vista, l'introduzione al volume, in cui Kandel racconta il suo percorso umano e accademico, pieno di riconoscimento per le persone che lo hanno aiutato e, nei momenti cruciali, hanno creduto in lui). Il libro, per molti versi una lettura di per sé avvincente, sembra costituire il complementare del percorso freudiano: partito dalla neurologia, Freud, per approdare poi all'autonomia epistemologica del pensiero psicoanalitico; partito dalla psicoanalisi, Kandel, per compiere poi il suo lungo viaggio nella biologia molecolare delle neuroscienze contemporanee (non senza, per questo, essere malvisto nell'ambiente psicoanalitico), quasi a realizzare l'auspicio freudiano a proposito delia riunificazione dei due domini. "I tempi sono maturi - scrive Kandel - perché la psichiatria compia un importante passo avanti. La psichiatria è stata rivitalizzata da nuovi farmaci sempre più efficaci ed è stata rivoluzionata dalla biologia molecolare, dalla genetica e dalle tecniche di neuroimaging. Oggi siamo chiamati a impegnare le potenti risorse della biologia e della psicologia cognitiva per adempiere la missione di curare le molte persone affette da disturbi mentali che non traggono beneficio dalla terapia farmacologica. Dobbiamo fondare la psicoterapia su basi scientifiche ed esplorare le sue implicazioni sul piano biologico, impiegando le tecniche di neuroimaging e altri strumenti di valutazione empirica. In questo modo potremo individuare le forme di psicoterapia più efficaci per le diverse categorie di pazienti". Di qui un ripetuto richiamo a un cambiamento di mentalità, a una nuova apertura alla ricerca multidisciplinare integrata, alla creazione di più moderni e comprensivi modelli di training per i giovani neurologi e psichiatri. "La biologia - scrive nella postfazione, a conclusione del coerente sviluppo della sua traiettoria scientifica - può contribuire a perfezionare il duplice contributo della psichiatria all'odierna medicina: lo sviluppo di trattamenti farmacologici efficaci basati sulle neuroscienze e la capacità di ascoltare i pazienti e di imparare da essi. Avremo bisogno di combinare queste due modalità di trattamento in modi obiettivi ed efficaci. Se riusciremo in quest'impresa, potremo unire il riduzionismo radicale della biologia all'obiettivo umanistico, perseguito dalla psichiatria, di comprendere la mente umana". Naturalmente, come dice in un'intervista, "siamo solo ai piedi della montagna: ci vorrà un secolo per scalarla fino alla vetta!". ■ merciai®sicop.it SA Merciai insegna neurobiologia dell'esperienza relazionale aHUniversità della Valle d'Aosta