La crisi dei parchi italiani e la definizione di area protetta In attesa di un miracolo di Walter Giuliano Il nostro paese conta un totale di 871 aree naturali protette iscritte nell'elenco ufficiale del ministero dell'Ambiente, tra cui 24 parchi nazionali, 27 aree marine protette, 147 riserva naturali statali, 134 parchi naturali regionali e 365 riserve naturali regionali. Un sistema che tutela oltre tre milioni di ettari a terra, due milioni e ottocento a mare e 658 ettari di aree costiere. Per una ricognizione su questo patrimonio, allargata, anzi, ad altre aree sotto protezione privata (a cominciare da quelle delle associazioni ambientaliste, WWF, Lipu, Legambiente e Pro Natura in testa), è uscito il corposo volume di Gianni Farne-ti, 1000 oasi e parchi naturali da vedere in Italia (pp. 896, € 24,50, Rizzoli, Milano 2011). Un'antologia non solo di luoghi, paesaggi, flora, fauna, ma anche di chicche letterarie che accompagnano indicazioni pratiche su dove alloggiare, cosa mangiare, quali curiosità della cultura materiale (artigianato, enogastronomia) e immateriali (feste e -riti popolari e religiosi) incontrare e approfondire con tutti i sensi. Qualcosa di analogo era uscito lo scorso anno, Varchi di una sola Terra. Guida ragionata alla natura, alle idee, ai saperi e ai sapori dei parchi nazionali italiani (pp. 456, € 30, Ets, Pisa 2010), a cura di Nino Martino, direttore del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (e già di quello dell'Arcipelago Toscano) e dell'Associazione dei direttori delle aree protette italiane, un uomo che ha fatto della tutela della natura la sua professione. Il libro racconta 23 parchi nazionali con un linguaggio che evita tecnicismi e aggiorna sulle bellezze naturali e sui prodotti tipici dei parchi, dando spazio anche alle buone pratiche da seguire per sostenere, quotidianamente, il sistema delle aree protette italiano. Una guida, riccamente illustrata, alle aree protette nazionali da cui si evince tutta la loro preziosità e, insieme, le potenzialità che si possono dischiudere da una corretta gestione dell'ambiente, del territorio, del paesaggio grandioso della nostra penisola. Un territorio che ha in sé straordinari valori culturali fatti di saperi tradizionali, di visioni paesistiche inimmaginabili, di entità biologiche che non hanno paragoni al mondo. Questo contributo alla loro conoscenza ci si augura possa adeguatamente sensibilizzare l'intera comunità e renderla consapevole delle ricchezze di cui dispone e di cui ha la responsabilità: il messaggio, evocato sin dal titolo, sembra essere davvero questo. Il titolo si inserisce in una iniziativa del tutto specifica nel panorama editoriale italiano, iniziata nel 2005 dalla piccola casa editrice pisana Ets, fondata nel 1961, un gruppo dirigente tutto al femminile, in catalogo libri classici, universitari, di storia dell'arte, di promozione del territorio. La collana "Le aree naturali protette" non nasce a caso, ma dall'impegno nel settore delle aree protette di Renzo Moschini, già presidente della Provincia di Pisa, poi deputato, infine presidente della Federazione dei parchi e della aree protette (Federparchi/Europarc), che raccoglie gli enti gestori di oltre un centinaio di parchi. E lui il curatore della collana che raccoglie saggi importanti, quasi sempre a più mani (e dunque più punti di vista e competenze), su temi specifici di approfondimento di un settore divenuto strategico a livello non solo nazionale ma europeo e internazionale, che vive un periodo di intenso dibattito e di difficoltà. Proprio per questo l'ultimo titolo, fuori collana, Per il rilancio dei parchi (pp. 200, € 12), raccoglie i contributi del Gruppo di San Rossore, una sorta di cenacolo di persone a vario titolo impegnate da tempo, sotto il profilo politico o professionale, sui temi della tutela dell'ambiente e del territorio, autoconvocatosi all'interno dell'omonimo parco regionale toscano per confrontarsi, reagire, proporre strade per uscire da una fase di colpevole disinteresse politico e culturale. I parchi italiani sono in crisi. Molte e diverse le idee per cambiarli, gestirli, rilanciarli. Davanti ai troppo spesso sconfortanti interventi della politica, queste persone non si rassegnano e mettono in campo proposte concrete per superare lo stato di crisi. Dopo San Rossore il balzo, nazionale, a Firenze nel 2011, con risultati di partecipazione sorprendenti e incoraggianti, da cui è emersa la necessità di condividere le riflessioni maturate all'interno del gruppo, appunto con un instant book. Gli altri titoli della collana rappresentano una vera e propria piccola enciclopedia aggiornata per chi desidera approfondire la tematica delle aree protette sotto il profilo scientifico e politico. Mi limito a riprendere alcuni dei titoli più recenti, cominciando da quelli che affrontano argomenti generali. Con Aree protette e ricerca scientifica, a cura di Sandro Pignatti (pp. 256, € 20, 2011), vengono riproposte le relazioni (riviste e aggiornate dagli au- Alessandro Boffa Sei una bestia Wiskovitz (copertina Garzanti) tori) tenute al convegno "Ricerca naturalistica, conservazione dell'ambiente e della biodiversità in Italia" organizzato nel 2009 dall'Accademia Nazionale dei Lincei. Una riflessione densa di considerazioni che vanno dall'analisi storica alle considerazioni più strettamente legate alle scienze naturali. Il Dizionario delle aree protette, a cura di Carlo Desideri e Renzo Moschini (pp. 264, € 20, 2010), mette invece a disposizione un testo nuovo e originale che si rivolge al vasto pubblico che ne ha sentito parlare ma un'idea precisa non ce l'ha. Che cos'è un parco? Quali i suoi scopi? Come funziona? A chi serve e quali funzioni svolge? Il dizionario intende offrire uno strumento agile e facilmente consultabile a chi si pone queste domande, pur nella scientificità delle risposte garantita dall'autorevolezza degli specialisti di chiara fama cui sono state affidate le varie voci. Oggi una politica territoriale di questa complessità non può essere certo affrontata stato per stato, ma necessita di una "governance" ben più estesa. A illustrare questa necessità era uscito il volume Parchi d'Europa. Verso una politica europea per le aree protette, a cura di Roberto Gambino, Daniela Talamo e Federico Thomasset (pp. 316, € 28, 2008). Il testo prende avvio dall'esperienza di studio del Centro europeo di documentazione sulla pianificazione dei parchi naturali (Politecnico di Torino, fondato e diretto da Roberto Gambino), che svolge dal 1990 attività di ricerca, documentazione e dibattito in ambito internazionale sui temi della conservazione della natura e delle politiche ambientali. Ma nella collana della Ets trovano spazio anche saggi dedicati ai problemi specifici di aree protette definite per la loro tipologia, come accade per i parchi fluviali o per le aree protette inserite nelle conurbazioni urbane. Parchi metropolitani, a cura di Andrea Cavaliere e Ippolito Ostellino (pp. 272, € 24, 2010), affronta il tema dell'uso degli spazi di natura urbani ed extraurbani per raggiungere una migliore qualità della vita. Un nuovo fronte strategico capace di sensibilizzare anche gli abitanti delle metropoli sulla necessità di non rinunciare al contatto con l'ambiente naturale, ma di confrontarsi con esso . e di reclamare spazi di natura praticabili anche nelle grandi città, "a chilometro zero". Le politiche di sostenibilità possono cominciare su scala locale, dove va esercitato l'impegno per la conservazione della biodiversità e la tutela del paesaggio, come ci racconta il volume attraverso le significative esperienze, sin qui maturate, di parchi metropolitani. Insieme alle tematiche che riguardano i rapporti tra parchi e aree protette con le questioni giuridiche piuttosto che con le attività agricole o con la nautica, un altro filone è quello rappresentato dagli approfondimenti sulle realtà regionali, dove incontriamo volumi come quello di Giulio Ielardi, Viaggio nella Toscana dei parchi (pp. 144, € 14, 2008); quello a cura di Maurizio Burlando, Il sistema regionale delle aree protette della Liguria (pp. 144, € 13, 2009) e il più recente di Ippolito Ostellino e Roberto Saini, Esperienza Piemonte. 35 anni di parchi nel territorio piemontese (pp. 286, € 22, 2010). Un impegno editoriale ammirevole, per risvegliare una rinnovata tensione dell'opinione pubblica affinché reagisca alla preoccupante situazione di disinteresse in atto, quasi si desse per acquisito un patrimonio che va, invece, difeso. Un esempio: le troppo blande le reazioni all'episodio del Parco nazionale dello Stelvio, la cui condanna a morte - sancita da uno scorporo gestionale (non più lo stato ma due regioni e una provincia autonoma) utilizzato come merce di scambio per l'astensione dei rappresentanti sudtirolesi in una delle tante votazioni con il governo a rischio - è rinviata solo grazie al * presidente Napolitano. Si tratterebbe di un pericoloso precedente di rinuncia dello stato a governare i parchi nazionali. Ma anche il disastroso collasso economico del Ministero dell'ambiente (tra i più segnati dalla scure dei tagli) ha rischiato e rischia di trascinare nel baratro l'intero si- ' stema dei parchi nazionali. Se spostiamo la nostra attenzione alle regioni non troviamo notizie rassicuranti, con leggi che sottraggono poteri agli enti di gestione e minacciati tagli finanziari e di personale. Un patrimonio di biodiversità, di paesaggio e di cultura rischia dunque di essere fortemente compromesso, nello stesso momento in cui proprio queste qualità vengono indicate come punti di forza per il rilancio economico del paese. L'emergenza ambientale, oggi ben più stringente e nota rispetto a decenni orsono, sembra essere rimossa, per lasciare spazio alla naturale predisposizione ad affidarsi fideisticamente a qualche improbabile soluzione scientifico-tecnologica che verrà, piuttosto che adeguare i propri comportamenti alla gravità di una situazione che ha conseguenze sempre più gravi sulla salute collettiva e del pianeta. E come se un malato non si curasse in attesa che, prima o poi, arrivi la pillola miracolosa della salute perenne capace di risolvere ogni male. ■ givaSvaltergiuliano.it W. Giuliano dirige "Alp" e "Parchi"