Editoria Lo scontro di idee come metodo di Andrea Casalegno Negli ultimi mesi in questo spazio abbia- mo lanciato appelli e dato conto degli esiti progressivi del- la campagna di rifi- nanziamento. Que- sta volta, anche se la nostra sopravviven- za continua a essere una trincea quoti- diana per la quale ogni aiuto, sottoscrizione, abbonamento è vitale, vogliamo parlare del giornale e delle novità contenute nelle sue pagine. Il nume- ro che avete tra le mani segna in qualche modo un momento di importante rinnova- mento e di rinnovata fiducia nella rivista che avete tra le mani. Segna, soprattutto, la vo- lontà di essere interlocutore attivo nel di- battito culturale in corso in questo momen- to, in Italia ma non solo. Oltre al consueto, capillare, lavoro di mappatura e di ragiona- mento sulle novità del nostro panorama edi- torale, questo mese ci sarà un fulcro, intor- no a cui ruoterà la rivista. Si tratta dell'ope- ra dello scrittore spagnolo Enrique Vila-Ma- tas. Romanziere tra i più premiati in Europa e nel mondo, scrittore raffinatissimo e irre- golare, elegante ed eccentrico, erudito e au- toironico, Vila-Matas ha voluto regalare all'"Indice" un lungo e appassionante scrit- to inedito. A contorno, troverete alcuni testi fondamentali per leggere il Vila-Matas edito e quello ancora non tradotto in Italia. L'es- sere presenti nel dibattito culturale, si dice- va. Vi segnaliamo a questo proposito l'inter- vento di Andrea Bajani, in apertura, che prende spunto dal- l'opera di Paolo Vol- poni per riflettere sulla stanchezza del dibattito critico let- terario italiano ogni volta che si riaffac- cia la retorica usura- ta di una "letteratu- ra dell'impegno". Infine, ma di note- vole importanza per l'Indice, vogliamo salutare l'ingresso tra i collaboratori di alcuni tra gli scrittori più in- teressanti delle ultime leve. Sono scrittori, tutti, nati tra il 78 e l'86. Altri ne arriveran- no nei prossimi numeri, tra i più e i meno giovani. Si tratta di un segnale importante, per la nostra rivista, quello di accogliere tra le nostre pagine voci e occhi in grado di leg- gere il nostro Paese con sguardi nuovi, con meno disincanto, forse, e molte meno inibi- zioni di comodo. Rossella Milone, Paolo Di Paolo, Andrea Tarabbia, Paolo Sortino, Ester Armanino, pur nelle loro profonde differenze (alcuni di loro sono esordienti, al- tri hanno già più titoli alle spalle), rappre- sentano alcune tra le parabola artistiche og- gi in attività, che ci fanno pensare all'Italia come a un paese che piuttosto che chinare il capo ha voglia ancora di raccontarsi, e di re- sistere attraverso la letteratura. Soprattutto, ci fanno pensare a un paese che ha bisogno di trovare le parole, per dirsi, e ha bisogno di imparare a disinnescare quella retorica dormiente che ogni giorno dà forma a un'I- talia che non ci piace. Quella che ci piace, un po', bisogna inventarsela. La pubblicazione da parte della casa editrice Einaudi dei verbali delle proprie riunio- ni editoriali (I verbali del merco- ledì. Riunioni editoriali Einaudi 1943-1952, a cura di Tommaso Munari, prefaz. di Luisa Man- goni, pp. LXVIII-536, € 40, Ei- naudi, Torino 2011), che per questo primo volume copre gli anni 1943-1952, ma proseguirà fino al 1963, ci offre testi di grandissimo interesse, tanto più se letti alla luce di quel monu- mento all'intelligenza del Pen- sare i libri che fu nel 1999 l'in- novativa ricerca di Luisa Man- goni per Bollati Boringhieri. Quel volume, nato dall'analisi decennale di un immenso mate- riale soprattutto epistolare e ar- chivistico, era la narrazione ap- passionata delle discussioni dal- le quali è nato il più bel catalo- go della nostra editoria; e così dettagliata, che delle sue 950 pagine soltanto un centinaio si spingevano oltre il 1956. Un catalogo unico per la sua importanza nella formazione culturale degli italiani del secon- do dopoguerra: per durevolezza delle scelte, quantità e qualità dei testi, vastità di interessi, per la geniale articolazione, conti- nuamente ridiscussa, nelle varie collane, che danno a ogni libro una collocazione organica in un contesto ragionato, fitto di ri- mandi impliciti ed espliciti agli altri titoli, per novità e gusto del- la presentazione grafica. Nei de- cenni scorsi, per di più, le ri- stampe decise da Roberto Cerati rendevano quasi tutto il catalogo sempre disponibile. Refusano Sul numero dell'"Indice" di di- cembre • a p. 3 (Sommario) il titolo del li- bro di Pierre Milza Gli ultimi giorni di Mussolini è stato tra- sformato per errore in Gli ulti- mi giorni dell'umanità. Ce ne scusiamo con lettori, autori e recensori. Un catalogo nato da un meto- do: la discussione collegiale di ogni titolo da parte di un ristret- to gruppo di redattori e consu- lenti, aperto ai più diversi sugge- rimenti ma fermissimo nel pre- tendere che la votazione del gruppo fosse l'istanza decisiva. Ogni libro, da chiunque presen- tato, interno o esterno, era affi- dato in lettura a due o più redat- tori o consulenti, e ridiscusso dopo la lettura dei loro motivati pareri. Anche se l'editore si ri- servava di decidere se l'onere della proposta fosse compatibile con i conti. Ma di questo potere di veto Giulio Einaudi, assai au- dace sul piano economico, si va- leva il meno possibile. Sotteso al catalogo è un continuo lavorio progettuale, illustrato quasi gior- no per giorno da Luisa Mango- ni, che anche quando, come spesso avvenne, veniva poi, ma- gari dopo anni, accantonato, la- sciava dietro di sé suggestioni e fermenti che si sarebbero tradot- ti in altri libri, in altre collane. La lettura dei Verbali del mer- coledì consente ora l'accesso di- retto a una delle fonti utilizzate da Mangoni, che ha premesso al volume un'illuminante prefazio- ne. Certo i verbali, per loro na- tura, possono restituire poco più dello scheletro di discussioni in- finitamente più ricche e vivaci. Ma in essi risuonano, sia pure filtrate dal verbalizzatore, le voci di allora. Non è facile oggi ricondurre alla mente il clima autentico di quello scontro, più che incontro, di idee. L'impresa sarebbe anzi impossibile' senza l'ausilio degli apparati che il volume fornisce: la prefazione di Mangoni, le puntuali note di Tommaso Mu- nari, che per ogni libro discusso forniscono la collocazione defi- nitiva nel catalogo, spesso a di- stanza di anni (se fu approvato), gli indispensabili indici dei par- tecipanti, delle collane e delle ri- viste, dei nomi. Utilizzandoli sia il ricercatore sia il lettore curioso potranno intrecciare i propri percorsi di lettura, che riserve- ranno molte sorprese. L'introduzione di Mangoni mette giustamente in luce ciò che nei verbali manca: e per i primi anni è molto. L'arco cro- nologico dei documenti conser- vati inizia nel 1943, ma la ver- balizzazione settimanale assu- me regolarità solo a partire dal 9 novembre 1949. Per il perio- do precedente disponiamo sol- tanto di un documento isolato del 7 agosto 1943, in cui Carlo Muscetta riassume a Giulio Ei- naudi i risultati di una discus- sione da lui tenuta a Roma con Leone Ginzburg, Giaime Pin- tor, Antonio Giolitti e Franco Venturi, di un nucleo compatto di testi dei primi mesi successi- vi alla Liberazione (dal 10 mag- gio al 6. agosto 1945), del ver- bale riassuntivo di Franco Ven- turi (23 maggio 1946) di una discussione sulle collane stori- che avuta da lui a Roma con Fe- derico Chabod e Antonio Gio- litti e dell'importantissima ri- unione di Torino del 12-13 gen- naio 1949. Ciò che rende appassionante la lettura di queste prime set- tanta pagine è il momento stori- co in cui si collocano. All'indo- mani della Liberazione, scom- parsi tragicamente sia l'uomo chiave del primo decennio della casa editrice, Leone Ginzburg, sia il geniale animatore che ave- va impresso una svolta agli inte- ressi della casa editrice durante la guerra e alla vigilia del crollo del fascismo, Giaime Pintor, tutto sta cambiando. L'attività, difficilissima per le condizioni generali del paese, è divisa in tre sedi: Roma, con Cesare Pa- vese, che è di fatto (solo di fat- to) il direttore editoriale, Mu- scetta e i redattori più legati al Partito comunista, tra i quali spicca Antonio Giolitti, Milano, dove Einaudi si trasferisce per essere vicino al rinnovamento che avviene nel segno di Elio Vittorini, e Torino, dove i redat- tori Natalia Ginzburg e Massi- mo Mila, ma anche consulenti fondamentali come Norberto Bobbio e Felice Balbo, vivono una fase non breve di frustra- zione, messi di fronte a novità che li lasciano perplessi. È la stagione tumultuosa, ed economicamente disastrosa, del- le riviste militanti, che vede al centro la straordinaria esperien- za del "Politecnico" di Vittorini, con la più o meno scoperta osti- lità non solo della vecchia guar- dia torinese, Pavese in testa, ma anche degli intellettuali più or- ganici al Pei, come Giolitti e De- lio Cantimori. Ci sono poi le ri- viste direttamente legate al Pei, come "Risorgimento", la "Rivi- sta di cultura sovietica" e, in po- sizione intermedia, "Società", v E l'unica fase in cui l'attuali- tà prevale nettamente sul- la funzione caratterizzante del- la casa editrice: la produzione di libri importanti e innovativi, ma soprattutto durevoli. Ed è inevitabile che le discussioni si accendano, e si scontrino le tre anime culturali e politiche di redattori e collaboratori - i co- munisti (Vittorini, ma con sfu- mature eretiche, e Giolitti), gli azionisti (Bobbio, Mila, Ventu- ri), i cristiani di sinistra (Felice Balbo, Franco Rodano) - men- tre l'apolitico Pavese, che li guarda dall'alto, non sa più in che mondi si trovi. E una stagione breve, che si conclude con la chiusura del "Politecnico" e un ritorno alle origini; ma lascerà fermenti im- portanti e durevoli. Il rapporto con il Pei proseguirà (Togliatti affida a Einaudi le opere di Gramsci), anche se D'eretico" Vittorini non scompare affatto dalla casa editrice ma, dopo la chiusura della sede di Milano, darà il suo apporto insostituibile non soltanto alle discussioni. A lui sarà affidata per un certo pe- riodo, dopo la morte di Pavese, una collana strategica come "I Millenni". Poi avrà "I Gettoni", dove, in dialogo con Italo Calvi- no, pubblicherà opere di giovani scrittori: la sola presenza ricono- scibile dell'attualità fino agli an- ni sessanta, poiché tutti i tentati- vi di creare nuove collane d'in- tervento, inchiesta e attualità fal- liscono uno dopo l'altro. La resa dei conti avviene con la riunione editoriale del 12-13 gennaio 1949: un bilancio com- plessivo in vista dell'annata che sta per aprirsi. A essa fa riscon- tro, poco più di due anni dopo, l'epocale riunione del 23-24 maggio 1951: una discussione a tutto campo, anche duramente polemica, sulla storia e la funzio- ne della casa editrice, che nel li- bro di Mangoni assume un valo- re periodizzante; "quasi una esperienza di psicoterapia" la definisce ora la stessa Mangoni nella prefazione. Tra queste date il dibattito dei mercoledì avviene in modo solo apparentemente normale. La routine editoriale non esiste all'Einaudi. Su ogni ti- tolo la discussione è vivace, spes- so caustica. Memorabili per iro- nia, sarcasmo, intransigenza e umoralità gli interventi di Carlo Muscetta (che più volte minac- cia, anche se mai in questi verba- li, le dimissioni), e di Delio Can- timori, che a Pisa riceve puntual- mente tutti i verbali e li com- menta con frecciate non di rado al veleno. H casalegno. salvatorelli@gmail. cotti A. Casalegno è giornalista Le immagini Anche questo numero del giornale è interamente illustra- to con le opere della mostra MERCI MATTICCHIO - Arti- sti per L'Indice esposte a Palaz- zo Bertalazone e ad ARTE- GIOVANE. Quello che segue è l'elenco degli artisti che ci hanno sostenuto ai quali va il nostro più grande riconosci- mento. Alessandro Albert - Andrea Filippini - Andrea Massaioli - Andrea Roccioletti - Barto- lomeo Migliore - Enzo Ga- gliardino - Eugenio Comen- cini - Ferruccio Musio - Francesco Casorati - Fran- cois Farellacci - G. Cossu - Giancarlo Baraldo - Gior- gio Vaccarino - Giovanna Picciau - Iole Cilento - Lau- ra Ambrosi - Manuela Adreani - Marcolino Gan- dini - Marilena Cataldini - Mario Dondero - Mario Maffucci - Marta Ampolo - Maura Banfo - Michelange- lo Pistoletto - Monica Ba- rocci - Paolo Chiarloni - Paolo Leonardo - Paolo Verzone - Piero Gilardi - Seboo Migone - Serge Ser- ghieiev - Simona Minniti - Turi Rapisarda - Ugo Ne- spolo Per l'organizzazione, l'allesti- mento e il concerto finale i no- stri ringraziamenti più sentiti vanno a: chiara bongiovan- ni e Michele Angheleddu; Carlo Pestelli (voce e chi- tarra); Orlando Manfredi, Stefano Micari, Elvis D'E- lia, Alberto Daviso, Davide Ferraris e Andrea Pagliardi dei DUEMANOSINISTRA.