/V\/WWWW\ N-10 tìSSSE 111 /VWVWWW\ Gioiosa libertà organizzata di Vincenzo Viola Goffredo Fofi SALVARE GLI INNOCENTI Una pedagogia per i tempi di crisi pp. 160, € 16, La Meridiana, Molfetta (Ba) 2012 Non può lasciare indifferenti la lettura dei saggi di Gof- fredo Fofi in merito alla necessità di "una pedagogia per i tempi di crisi" perché nella sua analisi e nelle sue proposte non vi è nulla di scontato, nulla che non susciti un moto di approvazione o di dissenso. Fin dalle prime pagine l'autore pone la questione in ter- mini radicali: "La domanda che dovrebbero porsi gli educatori è sul peso che in questa crisi così vasta e profonda può avere l'educazione, o meglio una co-educazione co- munitaria e collettiva, e che tipo di scuola po- trebbe ancora avere utilità e senso"; poi, poco più avanti, affer- ma: "L'educazione (...) è una cosa troppo importante e decisiva per lasciarne i destini nelle mani di una man- ciata di pedagogisti di mestiere (...) che deformano più che for- mare le intelligenze de- gli studenti di 'scienze della formazione'". Siamo già al centro della questione: la cri- tica sferzante di Fofi raggiunge non solo i numerosi e sconclusio- nati interventi ministeriali (duris- sima la critica all'operato del mi- nistro Luigi Berlinguer), ma so- prattutto le basi del pedagogi- smo alla moda che tende alla for- mazione del singolo invece che all'educazione dei membri di una comunità: "Com'è bella la parola educazione, tirar fuori il meglio da ciascuno e aprirgli orizzonti (...) invece della parola formazione, che fa pensare ai fabbricanti di mattoni tutti quan- ti uguali". Fofi non pensa che l'istituzio- ne scolastica possa essere rifor- mata: mosso da uri indignalo che a volte lo induce all'invetti- va, giudica la scuola nel suo complesso in uno stato di sface- lo, gli insegnanti una massa di incapaci e di ignavi ("Coloro che si lasciano vivere e accettano lo stato di cose presenti ritaglian- dosi una fetta di sopravvivenza") e gli studenti vittime di un'istitu- zione che non dà loro nessun vantaggio. Questo anatema senza scam- po, appena smussato dall'ap- prezzamento di qualche figura di educatore come Carla Melaz- zini, costituisce la premessa a un progetto di trasformazione radi- cale della scuola stessa. Infatti, in aperto contrasto con la tradi- zione pedagogica riformista ita- favorisca in ogni modo decen- tramenti e diversificazioni, sti- moli l'intervento di un privato sociale e protegga - fatti salvi i fondamentali requisiti di serietà - tutte le possibili esperienze private (...) soprattutto profes- sionali: comuni agricole e labo- ratori artigianali, al mare o sui monti, in Italia o all'estero. (...) Poi, col ritorno da questa lunga vacanza di tre o più anni, non più il liceo, ma una sorta di liceo università già specialistico". Utopia, sogno, come afferma l'autore? Mi sembra più un gra- ve rischio ipotizzare una so- cietà che affidi oggi l'educazio- ne dei propri figli ad artigiani e coltivatori delle "comunità agricole" o a altre "esperienze private": non credo sia questo il modo per tenerli al riparo dall'ideologia del consumismo, tanto deprecata dall'autore. Continuo a ritenere che sia me- Con sguardo comprensivo e affettuoso di Maria Rita Petrella Francesco Dell'Oro CERCASI SCUOLA DISPERATAMENTE Orientamento scolastico e dintorni pp. 214, €13, Urra-Apogeo, Milano 2012 liana, Fofi vagheggia una fascia dell'obbligo limitata alle elemen- tari, al massimo allungate di un anno; auspica poi la cancellazio- ne della fascia delle medie e una sostanziale professionalizzazione delle superiori, subito aggancia- te all'università. A dir poco sor- prendente è la proposta formu- lata per la fascia dell'adolescen- za oggi dedicata alla secondaria inferiore: tenuti lontani dalle au- le e anche dalle proprie famiglie, i ragazzi dovrebbero crescere e individuare i propri interessi in "un periodo di gioiosa libertà organizzata in cui lo Stato, inve- ce di farsi educatore in proprio, gl i asi a scuola, o contro la scuola L'Africa in casa "Gli asini" è una rivista bimestrale di inchiesta e ricerca pedagogica e sociale. Il numero di Agosto- Settembre è intitolato a scuola, o contro la scuola e ospita un dossier sull' Emergenza Nord Africa Leggi l'indice e le anticipazioni sul sito: www.gliasinirivista.org Abbonamento annuale 50 euro Abbonamento sostenitore 100 euro Bonifico: IBAN: IT 02 J 05035 03303 096570261643 Conto corrente: 001003698923 0 con Carta di Credito sul sito: www.asinoedizioni.it abbonamenti@gliasini.it U futuro della scuola Contro II Tirocinio Formativo Attivo Montesano. professori senza dignità Bonvissuto: tra carcere e scuoia Assistenti e assistiti la fortezza Europa Aviaria, una mostra degli immigrati OisRey ieri e oggi le forme della nostalgia SCi &.HSA ìSttPM» MB ■:»«*•> glio affidarli a insegnanti, an- che se Fofi ritiene (e talvolta non a torto) che essi "hanno le maggiori difficoltà a stabilire dei rapporti razionali e affettivi con i ragazzi". E un giudizio a dir poco sbrigativo, come è un luogo comune salottiero fatto proprio dall'autore ritenere che in Italia l'iniziativa privata in ambito scolastico offra risultati migliori della scuola pubblica. Basterebbe osservare la compo- sizione dell'utenza delle scuole private: tranne poche eccezio- ni, tali scuole, sia religiose che "laiche", sono frequentate per lo più da ragazzi che hanno in- contrato difficoltà nelle scuole pubbliche. Più che "figli degli oligarchi e dei loro maggiordo- mi", sono studenti benestanti che acquistano una preparazio- ne corriva e modesta. La scuola statale, nonostante tutti i colpi che le vengono inferti, è ancora oggi qualitativamente superiore alla scuola privata: la scelta operata nella Costituzione a fa- vore della scuola pubblica con- tinua a essere la migliore anche per ragionare fattivamente "su ciò che i nuovi cittadini do- vrebbero sapere e su ciò che dovrebbero poter diventare"; un fertile rapporto con le mi- gliori iniziative private è possi- bile, come dimostra anche l'e- sperienza del Movimento di cooperazione educativa, ma so- lo sulla base di una forte e ge- neralizzata presenza della scuo- la pubblica. ■ vinci.viola@gmail.com Nelle scuole milanesi e della Lombardia in generale il nome di Francesco Dell'Oro è noto a utenti e operatori scola- stici per la sua pluriennale atti- vità di responsabile del Servizio orientamento scolastico del Co- mune di Milano, attività che lo porta ogni anno a incontrare diverse centinaia di giovani (e i loro genitori) per aiutarli a tro- M vare o a ritrovare la loro strada. Dell'Oro svolge quindi non so- lo un'attività di orien- tamento nel passaggio dalla secondaria di '' primo grado a quella di secondo grado, ma anche un'opera di re- cupero dell'autostima e di eventuale ri- orientamento di stu- denti e studentesse al- lo scopo di evitare ab- bandoni e dispersio- ne in presenza di un insuccesso scolastico. Dell'Oro ha raccolto l'esperienza plurien- nale del suo lavoro in questo libro, rigoroso e documentato ma ar- ricchito anche da una certa dose di ironia e leggerezza, in cui propone un'ampia rifles- sione sulla scuola e sui compor- tamenti di quanti agiscono sulla la scena scolastica, sottolineando le specifiche responsabilità di studenti, genitori, docenti. Da quanto afferma l'autore, l'obiettivo che la scuola si dà sembra non essere cambiato molto rispetto a cinquant'anni fa: a suo avviso la scuola funzio- na bene quasi esclusivamente per i ragazzi che sono (già) bra- vi; ancora oggi, come già affer- mava don Milani, è un ospedale che cura i sani e tende a respin- gere gli ammalati. Nella scuola si fa fatica a riconoscere il talento di ciascuno; si tende a sottoli- neare le difficoltà di uno studen- te piuttosto che a farne emerge- re e valorizzarne le potenzialità; si enfatizza la valutazione senza rendersi conto fino in fondo che un adolescente vive la valutazio- ne di una prova come una valu- tazione su di sé. Allora fa riflet- tere e sorridere amaramente l'e- pisodio riportato da Dell'Oro di un insegnante che aveva valutato una prova 0+ (dicesi zero più), dove il + dal punto di vista del- l'educatore voleva essere un in- coraggiamento. In questi termi- ni, quindi, la responsabilità è principalmente dei docenti e di una scuola che non ha un respi- ro pedagogico, non sa essere an- cora del tutto una scuola labora- torio e orientativa, come auspica con forza l'autore, che a questo aspetto dedica alcuni capitoli centrali del libro. Ma, indirettamente, la respon- sabilità di una perdita di autosti- ma e di motivazione degli studen- ti è anche dei genitori, che vivono su di sé la valutazione data dalla scuola al figlio, che si risentono se il consiglio orientativo della se- condaria di primo grado non sug- gerisce al ragazzo di frequentare un liceo, che, soprattutto le mam- me, nei rapporti con la scuola parlando del comportamento del figlio usano la prima persona plu- rale ("abbiamo studiato") e che come prima domanda al ritorno da scuola (talvolta al citofono, af- ferma Dell'Oro, ma potremmo dire addirittura al cellulare) gli chiedono in maniera ansiogena com'è andata. Un po' di responsabilità rica- de anche sugli studenti, ovvia- mente, soprattutto quelli che studiano davvero molto poco, ma lo sguardo che l'autore po- sa su di loro è comprensivo e direi affettuoso; in questo at- teggiamento si riversa, come egli stesso asserisce, la sua esperienza di studente, cui era stato detto che la scuola non faceva per lui, mentre poi ha dedicato tutta la sua vita pro- prio ai problemi della forma- zione: dimostrazione lampante di come si debba essere cauti nel fissare in un ruolo un ado- lescente che, proprio perché si trova nell'età evolutiva, può cambiare radicalmente se trova accanto a sé adulti di riferi- mento, rigorosi ma carichi di affetto che lo aiutino a recupe- rare fiducia in se stesso e a ri- conoscere il proprio talento, qualunque esso sia, i propri punti di forza su cui costruire la propria vita. Infatti, la considerazione più interessante che Dell'Oro trae dalla sua lunga esperienza con- siste nella convinzione che non esistano lavori di serie "A" e di serie "B" e quindi neppure cor- si di studi da privilegiare: se uno studente vuol fare il cuoco non deve essere deriso dai com- pagni o guardato come un ere- tico dalla famiglia. A Al massimo, dice con iro- nia, se è proprio l'appa- renza che guasta, basta sostitui- re "cuoco" con "chef" e la pro- fessione accanto ai fornelli di- venta, agli occhi di molti, più accattivante e socialmente ac- cettabile. La lettura del libro offre a cia- scuno degli attori della scuola coinvolti nell'essenziale attività di orientamento spunti interes- santi e consigli pratici: agli stu- denti lo stimolo a non abbando- nare di fronte a difficoltà, ai ge- nitori il suggerimento a non drammatizzare se le scelte fatte dai figli non corrispondono alle loro aspettative, agli insegnanti la conferma che per costruire una scuola realmente di tutti e di ognuno è indispensabile un at- teggiamento di ascolto attento e sinceramente interessato, nel ri- spetto dei tempi di crescita e de- gli interessi reali dei giovani. ■ mariaritapetrella@tiscali.it M.R. Petrella insegna materie letterarie all'Itcs Primo Levi di Bollate