N. 10 Idei libri del mese! Nuovi filoni e sviluppi di una scienza matura Nel circuito del piacere prosencefalico di Aldo Fasolo Http://www. amazon.com/The-Empathic- Brain-ebook/dp/BOC)54S7DOO. Le neuro- scienze sono diventate adulte, almeno per quanto riguarda la loro comunicazione al pubblico. Gli au- tori sono essenzialmente scienziati stranieri di ec- cellente livello e hanno costruito la loro opera su esperienze di ricerca dirette. Spesso si muovono al confine fra le scienze dure e la psicologia, usando tecniche di scrittura che risentono decisamente di un taglio giornalistico, con retrogusti da hell's kit- chen delle scuole di scrittura creativa. Si mescolano così aforismi, dati di neurofisiologia, esperienze di scienze cognitive, citazioni calzanti e aneddoti cu- riosi, in un pot-pourri transdisciplinare, apolide nel tempo e nello spazio. In questo modo vengono co- struiti percorsi dialogici accattivanti, senza lasciare più spazio alle trattazioni si- stematiche, anche se c'è tal- volta il rischio di confondere narrazione con comprensio- ne. Molti esperimenti, com- plessi e necessariamente frammentari, vengono pre- sentati come dati di fatto, sen- za introdurne gli aspetti criti- ci e le possibili interpretazioni alternative. In questo senso, non mancano pericoli di "neuromania" (cfr. "L'Indi- ce", 2012, n. 5, p. 36), di raf- forzare cioè un ragionamento attraverso esperimenti che danno un sapore di fittizia scientificità. Altro tema che compare in modo significati- vo è quello evolutivo, in un tentativo di riportarci alle ba- si biologiche dei comporta- menti più complessi. Un buon esempio di queste tendenze è il libro di David IT Linden La bussola del piacere, ' ~'z " ~ ' ; - . che introduce le moderne tecniche d'indagine sul no- stro cervello per dirci che "molti comportamenti che consideriamo virtuosi, come pregare o fare be- neficenza, attivano lo stesso circuito neurale su cui agiscono, per esempio, le droghe e l'alcol, e che la dipendenza non è frutto di una scarsa forza di vo- lontà bensì un disturbo di natura fisiologica". Que- sto approccio vuole trovare una chiave di lettura unificante a carattere interculturale. Tale unifica- zione passa attraverso una spiegazione biologica, focalizzandosi su un piccolo gruppo di aree cere- brali interconnesse fra loro, a formare il circuito del piacere prosencefalico. Il libro sottolinea i con- dizionamenti che di qui nascono e che si ricoprono di stratificazioni culturali. In questo filone, un libro piacevolissimo è quello dello psicologo evoluzionista Robin Dunbar, che con il suo gruppo di ricerca a Oxford ha studiato le relazioni fra dimensioni del cervello (in particolare della corteccia prefrontale e la capacità di socializzare). È un'ipotesi fruttuosa, quello del "cervello sociale", che può dare alcu-' ni preziosi indizi sull'evoluzione del cervello e delle proprietà cognitive della nostra specie (cfr. http :// archives. evergreen .edu/webpages/curri- cular/2006-2007/languageofpolitics/files/lan- guageofpolitics/Evol_Anthrop_6.pdf ). Dunbar ha dato il suo nome a un numero molto discusso (il numero di Dunbar, appun- to) che rappresenterebbe un limite cognitivo teorico, il numero di persone con cui un indi- viduo è in grado di mantenere relazioni sociali stabili. I sostenitori di questa teoria asserisco- no che un numero di persone superiore al nu- mero di Dunbar (circa 150) necessita di regole e leggi più restrittive per mantenere il gruppo (il "clan") stabile e coeso. Nel suo Di quanti amici abbiamo bisogno? Frivolezze e curiosità evoluzionistiche, Dunbar discute ampiamente di questo e di altri temi di psicologia evoluzio- nistica, usando, a integrazione delle ricerche di neuroimaging e di psicologia sperimentale, esempi che vanno dal successo della Gore-Tex, alla vita di savana, al numero di biglietti di auguri natalizi. Applicando le sue teorie a fenomeni svariati, dal pettegolezzo, al bacio, agli annunci amorosi, alla religione, con impavida disinvoltura, vuole, attra- verso le "frivolezze" del testo, parlarci dei grandi problemi della natura umana. Il libro è una raccol- ta di articoli e risente di una certa frammentarietà. Così l'eccesso di riferimenti agli scozzesi non è una spiritosaggine, bensì espressione di orgoglio nazio- nale per il periodico "Scotsman" o altre riviste scozzesi. Poche settimane fa, Dunbar ha pubblica- to una serie di interessanti ricerche a dimostrazio- ne del fatto che ridere abbassa la percezione del dolore, aumentando il livello delle endorfine. Il suo libro fa pensare, qualche volta innervosisce, molte volte fa sorridere. Per evitare comunque eccessi di orgoglio "neuro- logico", ben venga il libro di Gary Marcus, un neu- rolinguista di cui è noto in Italia il saggio Origi- ne della mente (Codice, 2004). In L'ingegneria ap- prossimativa della mente umana Marcus ci ricorda in modo divertente e pirotecnico che il nostro cer- vello è niente di più e niente di meno che un "at- trezzo" (kluge) assemblato nel corso della storia evolutiva della specie. Gli esempi sono convincenti, ma non devono essere oggetto di fatalistica accetta- zione. Ad esempio, perché molti votano contro i propri interessi? Conosciamo bene in Italia la natu- I libri Simon Baron-Cohen, La scienza del male, Eempatia e le origini della crudeltà, ed. orig. 2011, trad. dall'inglese di Gianbruno Guerrerio, pp. 248, € 21, Raffaello Cortina, Milano 2012. Robin Dunbar, Di quanti amici abbiamo bisogno? Frivo- lezze e curiosità evoluzionistiche, ed. orig. 2010, trad. dal- l'inglese di Angelica Kaufmann, pp. 300, € 23, Raffaello Cortina, Milano 2011. Christian Keysers, The Empathic Brain. How the disco- very of minor neurons changes our understanding of human nature, pp. 246, € 12,99, Social Brain Press, 2011 (www.empathicbrain.com/). Gary Marcus Kluge, Eingegneria approssimativa della mente umana, ed. orig. 2008, trad. all'inglese di Sergio Or- rao, pp. 218, € 23, Codice, Torino 2012. David J. Linden, La bussola del piacere. Ovvero perché junk food, sesso, sudore, marijuana, vodka e gioco d'azzardo ci fanno sentire bene, ed. orig. 2011, trad. dall'inglese di Fabio Deotto, pp. 210, € 23, Codice, Torino 2012. ra e il risultato di tali masochistici abbagli cognitivi, ma la comprensione della nostra fallibilità può es- sere l'origine di una riscossa politica e sociale. Uno dei temi alti più attuali è quello dell'empatia, la capacità cioè di comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia che di dolo- re. Su questo tema un libro di grande interesse e so- lidità è quello dello psichiatra Simon Baron-Cohen, che insegna all'Università di Cambridge e ci propo- ne una nuova scienza del male. In La scienza del ma- le. E empatia e le origini della crudeltà Baron-Cohen ipotizza che gli atti di crudeltà possano essere ri- condotti a uno specifico stato psicologico: la man- canza di empatia. Attraverso ricche casistiche neu- rologiche e psichiatriche, con approcci che vanno dal neuroimaging all'analisi dei processi di sviluppo cognitivo, l'autore ci spiega cosa provoca l'incapacità di provare empatia e perché si perde il desiderio di com- prendere ciò che provano le altre persone. La tragica at- tualità di tali temi è confer- mata dal dibattito sul massa- cro di Oslo: un mostro deter- minato dal suo cervello pato- logico, oppure un individuo criminale responsabile dei propri atti, come hanno poi sentenziato i giudici? In ogni modo, il libro di Baron-Co- hen è un contributo impor- tante, sul piano teorico come su quello diagnostico e tera- peutico, sino a proporre dei software educativi per il trat- tamento dell'empatia (cfr. www. jkp. com/mindreading). In appendice, il saggio porta dei test di valutazione del quoziente di empatia e di riconoscimento del gra- do zero negativo di tale qualità. Sono accattivanti e alleggeriscono l'impianto chiarissimo, ma severo del testo. Il rischio di questi test è quello di sca- dere nello psicologismo da bancone dei periodi- ci, ma come non sottrarsi al fascino malizioso di valutare il livello di empatia proprio e dei colle- ghi accademici, per vedere quali di essi è appa- rentemente al grado zero-negativo (come i gran- di criminali)?! ; In ogni modo, il libro più chiaro e brillante sul- l'empatia e sui neuroni specchio (cfr. "L'Indice", 2006, n. 4; 2008, n. 2; 2009, n. 1) che sono alla ba- se di molti processi empatici rimane il saggio di Christian Keysers, The Empathic Brain. Quest'o- pera sintetica è stata scritta da un enfant prodige delle neuroscienze e ha vinto la Gold Medal for Best Science Book, 2012 Ippy Book Award. Keyser padroneggia molte lingue, fra cui un italiano appreso nel suo lavoro a Parma con Giacomo Rizzolatti, approfondito nel lavoro e nella vita con la moglie e collega Valeria Gazzola, ma che risente anche di un'eccellen- te cultura linguistico-lessicale. I suoi semina- ri, come il libro, sono un esempio di efficacia comunicativa e nello stesso di apertura dia- lettica. Ci spiegano come si sviluppi l'empatia attraverso meccanismi di rinforzo hebbiano (che si basa sul semplice principio che se due neuroni si attivano contemporaneamente, la loro interconnessione ne risulta rafforzata) e come questa si moduli nella mente normale e in quella patologica. La narrazione che si è aperta, spiegando cosa sono e come sono sta- ti scoperti i neuroni specchio, si chiude ricor- dandoci che questa capacità empatica non è esclusiva dell'essere umano, ma è un impor- tante retaggio evolutivo. ■ e cu O co E 3 aldo.fasolo®unito.it A. Fasolo insegna biologia dello sviluppo all'Università di Torin 00