L'INDICE Uh dei libri del meseÌHI Editoria Narrativa popolare da edicola di Franco Pezzini In questo numero dell'"In- dice", oltre al ventesimo inser- to della scuola, c'è un altro "speciale": il primo piano di tre pagine dedicato a Tzvetan Todorov. A partire da ora ci proponiamo di riservare uno spazio ampio a eminenti figure della cultura eu- ropea e internazionale. Dall'intervista e dai testi di Carlo Galli ed Enrico Ca- stelnuovo emerge un ritratto di Todorov a tutto tondo, in cui il concetto di "contiguità dei contrari", coniato per lo studio sulla letteratura fanta- stica, è alla base del monito per l'imminente rottura del delicato equilibrio che regge le nostre democrazie. Il discorso sul potere così impostato co- munica naturalmente con le ri- flessioni sul rapporto fra scuo- la e potere che troviamo nel- l'"Indice della scuola", at- traverso recensioni e in- terventi che appuntano l'attenzione sulle poli- tiche dell'istruzione. Da segnalare infine le riflesso- ni sul film di Marco Belloc- chio "Bella addormentata", ispirato alla vicenda di Eluana Englaro e che sembra assu- mersi implicitamente il compi- to di risvegliare il buio della coscienza civile degli italiani. Se volessimo cercare i veri eredi dei penny dreadful, dei "fo- gliettini" d'appendice e di altre si- mili, diffusissime e vivaci espres- sioni di narrativa popolare tra Ot- to e Novecento, con le loro storie talora sghembe ma capaci d'in- cantare, e l'alchimia spesso con- traddittoria tra istanze conservati- ve e sottili provocazioni ai model- li dominanti, almeno in prima bat- tuta non dovremmo indagare in li- breria. Ma piuttosto nelle edicole: con particolare riguardo a quei ta- scabili o digest di genere venduti con le modalità del periodico e destinati poi a scivolare rapida- mente nei magazzini e infine nel limbo delle bancarelle. Dal poli- ziesco all'horror, dallo spionaggio all'avventura e ai sentimenti, que- sti volumetti dall'aria accattivante eredi di una lunga tradizione (per quella italiana, cito solo gli studi di Valentino Cecchetti e Fabrizio Fo- ni) possono spesso vantare griffe illustri: basti pensare a storiche collane di Segrate come "Urania", "Segretissimo" o "Il Giallo Mon- dadori", che hanno accolto in Ita- lia capolavori di genere poi appro- dati a edizioni più paludate. Ac- canto però a nomi anglosassoni o francesi, proprio queste collane da edicola hanno visto affilare le pen- ne ad autori nostrani non meno validi: autori che persino dopo la conquista delle librerie persisto- no, per vari motivi, nel frequenta- re tale produzione più defilata. Non vincolati a uscite settimanali, spesso producono con la stessa le- na dei predecessori; e non costret- ti al giogo delle puntate come per i modelli dell'Otto e primo Nove- cento, riescono a garantire una brillante fidelizzazione del lettore con la serialità di personaggi e sa- ghe. Ma soprattutto con un eccel- lente mestiere, cui il termine di paraletteratura non rende giusti- zia: e piace ricordare l'opera della grandissima Laura Grimaldi, da poco scomparsa (3 luglio 2012), già storica direttrice di collane da edicola Mondadori, e che alla nar- rativa popolare ha dedicato la vita. Anche limitandosi alle serie più note, si tratta insomma di un flus- so di narrazioni significativo per- sino in tempi di crisi; ma un flus- so diverso e più sfuggente rispetto a quello che coinvolge le librerie. I testi da edicola sono assai meno pubblicizzati e rintracciabili, assai meno recensiti; e non presentano il codice Isbn ma l'Issn, non ac- cettato dagli store online per regi- strazione e vendita dei volumi, per cui il reperimento di quelli non più presenti in negozio avvie- ne con le lungaggini degli ordini tradizionali. Per sovvenire a tale problema, dal maggio di quest'an- no la Mondadori ha varato per le proprie collane da edicola l'uscita in digitale - a cominciare da un certo numero di titoli - "con ebook compatibili con tutte le piattaforme (Kindle, iPad, reader vari) e in vendita su tutti gli store che propongono libri in questo formato, da Apple ad Amazon, passando per i vari Boi, Ibs, ecc." (così spiegava un comunicato re- dazionale dell'I 1 maggio). Sono anzi in preparazione "siti appositi per le collane edicola Mondadori (non semplici blog), in cui poter proporre news, novità, segnala- zioni, biografie degli autori e un archivio dei libri e degli ebook pubblicati, con link diretto per l'acquisto online": e benché vo- lenterosi recensori già operino in questo senso su parecchi siti di ge- nere, l'iniziativa - che dovrebbe definirsi entro fine anno - è evi- dentemente benvenuta. Resta tut- tavia difficile per ora immaginare se cambierà davvero il ciclo di vi- ta di questi libri, consumato di norma nella breve stagione in ne- gozio, prima del sonno in attesa del bacio ridestante di qualche lettore insolitamente determinato. Si può solo sperarlo. Tanto più che un certo numero di queste opere non si esaurisce in un'one- sta efficacia di genere o nel mero interesse antropologico per il se- dimentare di miti, archetipi e ca- tegorie d'epoca; anzi, a emergere, ogni tanto, sono novità di scintil- lante qualità narrativa, del tutto degne di più lunga memoria. Ba- sti citare ad esempio certe brillan- ti antologie, come quella recente- mente curata da Danilo Arona e Massimo Soumaré per "Urania" che sotto il titolo un po' a effetto Onryo, avatar di morte (gennaio 2012, n. 1578) accosta storie mo- derne e postmoderne di presenze sovrannaturali a firma di autori italiani (Alessandro Defilippi, Sa- muel Marolla, Stefano Di Marino, Angelo Marenzana, gli stessi cu- ratori) e giapponesi (Masako Ban- do, Masahiko Inoue, Nanami Ra- mon, Sakyo Komatsu, Hiroko Minagawa, Yoshiki Shibata), spo- sando prove del genere più scate- nato e popolare con altre in pun- ta di penna e di registro "alto". Ma un caso particolare su cui merita soffermarsi riguarda il ro- manzo Tutto quel nero della nar- ratrice, traduttrice e saggista Cri- stiana Astori, proposto da "Il Giallo Mondadori" nell'ottobre 2011 (n. 3041): una fantasia nera a mezza strada tra horror e polizie- sco, intessuta con originalità ed eleganza, e con tutti i numeri per diventare un piccolo cult. La pro- tagonista Susanna, alla deriva di lavoretti malpagati in una Torino contemporanea tra studenti, blog- ger e movida notturna, viene avvi- cinata da un misterioso personag- gio che la ingaggia alla ricerca di un film "perduto": e l'offerta è tanto follemente generosa che la ragazza accetta. Scoprirà un mon- do di pellicole introvabili e a volte maledette, di avventurieri e im- probabili esperti; e la quest intra- presa la trascinerà sempre più a fondo tra inquietudini spettrali e delitti, fin negli abissi di se stessa - con esiti che l'abilità della narra- trice sa ben giocare in termini di tensione e sorpresa finale. Se Tut- to quel nero si esaurisse in tali co- ordinate avremmo un efficace prodotto di genere, con ritmo in- calzante e un buon tessuto di ca- ratterizzazioni. Eppure offre pa- recchio di più. Anzitutto si tratta del risultato di una lunga ricerca dell'autrice tra Italia e Spagna: un piccolo gioiello cinefilo fitto di richiami a quegli schermi "minori" che però impattano potentemente sull'im- maginario. Il film che Susanna de- ve ritrovare coinvolge Soledad Miranda, la bellissima attrice sivi- gliana che alla fine degli anni ses- santa era passata da ruoli margi- nali in pellicole di genere e com- medie, figura gentile di starlet da rotocalco, a carismatica protago- nista-icona di alcune opere per- turbanti a carattere erotico assur- te oggi a culto planetario. Re- sponsabile della metamorfosi era stato Jess Franco, il provocatorio regista ancor oggi aborrito o ido- latrato, definito "the king of rub- bish" e "l'Ed Wood spagnolo", ma in realtà (con sconcerto della critica ufficiale) in rapporti di scambio amichevole, stima reci- proca o diretta collaborazione con maestri come Bunuel, Go- dard, Sergio Leone e Orson Wel- les. Erano gli anni il cui il regista spagnolo sterzava verso una pro- duzione più personale e acida, smarcandosi da linee commercial- mente più garantite: e con una fu- ria creativa segnata da limiti (bat- tute talora risibili, zoomate paros- sistiche) e grandi febbri visiona- rie, in sette film nell'arco breve tra fine '69 ed estate '70, faceva di So- ledad la sua musa e mattatrice. L'eleganza e la tristezza trasparen- ti nelle prove dell'attrice, la sua dignità anche in parti sconcertan- ti, l'incredibile presenza scenica e il mistero di cui appariva circon- fusa restituivano il senso dei sogni sadiani del regista, dei viluppi di algida provocazione figli certo an- che di un'epoca, ma che connote- ranno tutto il suo profilo autorale. Un nuovo contratto avrebbe anzi garantito a Soledad un più roseo futuro sotto l'egida di Franco: quando all'improvviso, la mattina del 18 agosto 1970, in macchina con il marito sulla strada dell'E- stoni lungo la Costa do Sol in Portogallo, un assurdo incidente aveva posto fine a progetti e vita della giovane interprete. Su que- sta storia e altre collegate, su regi- sti, attori e produttori e su quello stesso tratto fatale di strada por- toghese - dove per esempio il ma- go Aleister Crowley, tanti anni prima, aveva inscenato il celebre falso suicidio con la complicità di Pessoa - Astori costruisce con racconti veri e altri verosimili un mirabile puzzle, autentica festa per gli appassionati di cinema mi- nore e più in generale di cultura di genere, ma anche un omaggio delicato ed equilibratissimo all'at- trice. Traghettando felicemente all'indietro dal mondo di internet - dove Soledad Miranda conosce un culto ormai consolidato - a quel passaggio tra gli anni sessan- ta e settanta febbricitante di speri- mentazioni e originalità. D'altra parte l'ombra di Sole- dad era rimasta così potente da far parlare con una certa inquie- tudine di vere e proprie posses- sioni delle colleghe che le suben- trarono (compresa Lina Romay, poi compagna di Franco, da poco scomparsa): e la storia di Tutto quel nero è da un certo punto di vista proprio un'epopea di pos- sessione e spossessamento d'iden- tità, anzitutto della protagonista Susanna. Qualcosa del resto del tutto coerente con la confusa e cangiante dialettica d'identità di quel tipo di film a basso costo, esistenti in più versioni a volte pa- recchio diverse, e sparigliate in pletore di titoli bizzarri: un feno- meno particolarmente emblema- tico, peraltro, proprio nella pro- duzione di Franco. Ma insieme omologo, a ben vedere, agli stessi problemi d'identità di una produ- zione narrativa - quella appunto da edicola - in sacrificata condi- zione, "posseduta" da urgenze diverse fino a divenire altro da un normale libro, ma non rassegnata a morire nel tempo breve conces- so a un periodico. Una produzio- ne in esilio dal mondo delle re- censioni tradizionali e dalla con- siderazione delle grandi riviste letterarie, ma capace di germo- gliare con le sue saghe e i suoi eroi, con le sue fantasie magari popolari, come negli angoli in ombra di letture più celebrate. Per emergere infine qualche vol- ta - tale l'augurio a Tutto quel ne- ro, che lo meriterebbe - ad altre e più durevoli copertine. ■ franco.pezziniStin.it F. Pezzini è saggista e redattore giuridico Le immagini Le immagini di questo numero sono di ALE+ALE ossia di Alessandro Lecis e Alessandra Panzeri che ringraziamo per la disponibilità e collaborazione. Lavorano per editori (Einaudi, Mondadori, Feltrinelli, Actes Sud, Guanda, Marsilio, Baldini e Castoldi, Corrami) giornali e riviste ("La Repubblica", "Internazionale", "Le Monde", "L'Express", "Do- mus", "Abitare", "Linus", "Il Sole 24 ore", "Il Fatto quotidiano", "Rolling Stone") e pubblicità (Enel, Luxottica, De Padova). Hanno pubblicato il libro Milano per Mediavaca, Cuor di pettirosso per Ar- ka, Italianità per Corrami, Ti prendo ti prendo per Òrecchio Acerbo, Uno studio in rosso per Principi & principi. Sono stati più volte selezionati in mostre e concorsi internazionali tra cui la Fiera del Libro di Bologna, la Biennale di illustrazione Ilu- strarte di Lisbona, il Salon du livre de Montreuil, Parigi. I___ fAt . «V* ,flu La nuova pagina del Premio Calvino Dal prossimo numero il Calvino sa- rà presente su "L'Indice" con una pagina dedicata ai libri degli autori che sono stati finalisti nelle passate edizioni del premio. Uno sguardo sul panorama degli esordienti, cu- rato da esperti lettori. Un'opportunità in più di conoscere da vicino un laboratorio letterario in continua evoluzione.