La tragicomica farsa delle traduzioni matematiche Quando fluone diventa fluente di Gabriele Lolli S 0 •tei N a s ■Hi e kj 1 • ite k Q S Le traduzioni dei libri di matematica, o di scien- ze, sono una farsa tragicomica. Parliamo di quelli rivolti al largo pubblico, non dei trattati scientifici. Come regola generale, segnaliamo il peccato e non il peccatore. Fra le trovate più esilaranti rientra la traduzio- ne dell'inglese "integer" con "integrale". In que- sto svarione si manifesta l'analfabetismo mate- matico di ritorno, perché è impossibile che a scuola non si sia sentito parlare fino a noia di nu- meri interi. Tuttavia è difficile immaginare come ci si arrivi. Forse tradisce proprio l'infarinatura di lessico matematico, dove gli integrali sono una delle parole più comuni. Nello stesso tempo si rivela la pigri- zia (o fretta) di non consultare un dizionario, o l'incapacità di farlo. Un dizionario inglese per "integer" dà "whole number", che mette ancora più nei guai l'inesperto traduttore, soprat- tutto se è seguito da "compare entire, integrai, ...". Se per "whole" trova "integro", cerca qualcosa di assonante che gli sembri matematico. Analfabetismo di ritorno e pi- grizia sono anche alla radice del- la traduzione di "friction" con "frizione" invece che "attrito", o di "great circle" con "grande cerchio" invece che "cerchio massimo". Il termine newtoniano anglo- latino "fluent" forse non si trova in tutti i dizionari, e "fluente" diventa "fluone"; il traduttore avrà pensato che i nomi di tante particelle finiscono in "one", e non era in grado di capire che nel contesto non ci si riferiva a particelle. Se questi errori disturbano la lettura, e la rendono faticosa a tutti, più gravi sono quelli che hanno a che vedere non con il lessico, bensì con la sintassi, perché cambiano il significato delle frasi e le rendono false o del tutto insensate. Si trova per esempio che il teorema di Fer- mat affermerebbe che la solu- zione di xn + yn - zn non è mai un numero maggiore di 2. In questi casi responsabile è l'in- sufficiente padronanza di en- trambe le lingue, di partenza e di arrivo, soprattutto nella ge- stione dei quantificatori "per ogni", "per qualche", "nessu- no", in particolare se interviene la negazione; in ogni lingua i quantificatori sono espressi con una pluralità di costrutti equiva- lenti, ma talvolta diversi dall'u- na all'altra. Per quel che riguarda Fermat, non ab- biamo controllato l'originale, ma si può ipotizzare che il testo, per dire che per esponenti maggiori di 2 non ci sono soluzioni intere, abbia usato una fra- se del tipo di "no numbers are a solution for n >2", che il traduttore, all'oscuro del significato mate- matico del problema, ha reso come abbiamo visto. Se si conoscesse l'argomento di cui si parla, si potrebbero superare anche le difficoltà grammati- cali; ma se il traduttore è incompetente, a chi si può rivolgere? Il sito di un dizionario ha uno spa- zio per richieste di aiuto; un lettore vi entra perché in difficoltà con la traduzione di una frase che par- la di un metodo per costruire ogni "integer root" e dice di pensare di tradurre con "radice che desse come risultato un numero intero"; un lettore servi- zievole interviene in suo aiuto suggerendo "risol- vere qualsiasi radice che fosse un numero intero"; nessuno dei due sembra consapevole che una radi- ce in matematica non dà un risultato, è un risulta- to, e che non si risolvono le radici, le radici sono le soluzioni. Ma se le edizioni italiane di libri scientifici sono di bassa qualità, non si può scaricare la croce sui traduttori; con le traduzioni non si vive; non si può pretendere che chi ha altre possibilità digni- tose si accontenti di fare questo lavoro; forse nel settore umanistico si trovano persone che fanno traduzioni non solo per arrotondare le entrate ma perché hanno ambizioni di entrare nell'editoria, o addirittura di fare letteratura; nel settore scien- Primi incontri con Afrodite nel giardino di zia Adelina tifico una traduzione, anche ben fatta, non ha al- cun valore. Il problema dunque non è quello in- solubile dei traduttori, è quello dei redattori. Una casa editrice che pubblichi libri scientifici deve avere qualcuno che, rivedendo la traduzione, sia in grado di accorgersi di errori e di frasi senza senso. Se in redazione non ci sono competenze del genere, ci si deve rivolgere a un consulente esterno, per quanto sia costoso. Non ci si può ap- poggiare solo al traduttore, anche se ha dato pro- va di essere affidabile. Infatti la correttezza del testo è solo uno degli elementi che devono essere curati. Un libro scien- tifico quasi sempre necessita di un apparato di no- te per il lettore della traduzione. Il livello cultura- le medio del lettore italiano è diverso da quello di altri paesi. Inoltre, può succedere che nell'inter- vallo tra la pubblicazione originale e la traduzione siano avvenuti fatti pertinenti all'argomento tratta- to; un caso recente riguarda la congettura di Poin- caré che, presentata in un testo come congettura, nel tempo trascorso prima della versione italiana è stata risolta. Se questa informazione non viene da- ta, si vende un prodotto fallato, si diffondono no- tizie false. È come vendere confezioni d'insalata pronta senza mettere la data di scadenza. Gli editori devono rassegnarsi a maggiori inve- stimenti. Per ora sembra che i loro interventi si manifestino solo nella scelta del titolo; e anche a questo proposito si rilevano esempi di superficiali- tà, o presunzione; gli editori pensano di fare una genialata, quando infiorettano il titolo con richiami commerciali. Imagining Numbers di Barry Mazur diventa Immaginare la matematica (e farsela amica). Nell'originale non c'è "matema- tica", né alcuna intenzione di farsela amica; il testo è dedicato ai numeri complessi, e "imagi- ning" è usato perché i numeri complessi si chiamano anche immaginari; "immaginare la matematica" adombra una tesi sulla natura della matematica che non ha riscontro nel testo; l'editore italiano non si è accor- to che quello di Mazur non era un libro di facile divulgazione per attirare lettori sprovveduti. Un caso opposto propone il titolo Quantità incognite, che è un anglismo; in italiano, nel parlato matematico, si usa sem- plicemente "incognita"; il titolo "Incognite" sarebbe stato forse anche più attraente per il pub- blico. La sciatteria della curatela è un difetto peggiore di quello delle traduzioni. Per non far male a nessuno consideriamo un vecchio libro, I principi del- la matematica di Bertrand Rus- sell pubblicato in Italia nel 1951 e che ha avuto varie ri- stampe. Io ne possiedo una del 1963. Da nessuna parte, nelle pagine con le usuali informa- zioni editoriali, compare la da- ta di pubblicazione del libro: il lettore trova il dato nella Intro- duzione alla seconda edizione, scritta da Russell, dove è detto che il libro è stato pubblicato nel 1903. Tuttavia non trova la data dell'introduzione alla se- conda edizione. Solo se legge l'avvertenza del traduttore, e non è detto che gli venga in mente, il lettore scopre la data dell'edizione propostagli; nel- l'avvertenza è riportato il giu- dizio di uno studioso che afferma che la decisio- ne di ristampare dopo trentaquattro anni i Princi- pi è stata una decisione, felice. Con i dati ricavati da due diverse fonti, si arriva al 1937. Il tradutto- re Ludovico Geymonat forse ha inserito quella ci- tazione perché consapevole che l'informazione era doverosa, oppure no, la citazione gli serviva per altri discorsi; comunque a nessuno in casa editrice è venuto in mente che fosse necessario scrivere quel numero. I libri non sono prodotti su cui massimizzare il guadagno riducendo al minimo le spese; sono og- getti nei quali la qualità determina il valore, come i beni di lusso. Senza qualità non si attirano com- pratori. ■ lolliSdm.unito.it G. Lolli insegna logica matematica all'Università di Torino