QUINTO: NON UCCIDERE LA PICCOLA IMPRESA Le PMI presenti nel nostro sistema rappresentano una delle condizioni essenziali della democrazia. 22 e la solidarietà, senza appiattire la competizione e l'emulazione che sono due molle sicure di quello che nel linguaggio della teoria economica viene chiamato concorrenza. All'origine delle teorizzazioni - ma anche della retorica - sulle capacità del (libero) mercato di ottimizzare i risultati economici di un sistema vi sono presupposti di valore (libertà, utilità, equità) e fattuali che solo la presenza di una pluralità di imprese può -almeno in linea di principio - soddisfare. Sotto questo profilo la miriade di piccole e medie imprese che operano nel nostro contesto rappresenta una garanzia di pluralismo ed equilibrio dei centri decisionali, di relativamente basse barriere d'entrata e di effettiva libertà di intrapresa economica, che insieme alla libertà religiosa e alla libertà di associazione rappresenta - come variamente ha ribadito la dottrina sociale della Chiesa - una condizione essenziale di ogni reale democrazia. Viene inoltre dato per scontato che il mercato è un meccanismo che opera spontaneamente e allo stesso modo sa trovare il suo equilibrio ottimale; come ben dimostra l'esperienza dei Paesi dell'Est europeo, l'attivazione del mercato richiede invece una serie di regole e istituzioni fondamentali, senza le quali si sconfina facilmente dalla concorrenza lecita a quella illecita, dall'attività pro- priamente economica - basata sul principio dello scambio di equivalenti, ovvero sull'equità - alla vera e propria pirateria. Sotto questo profilo la piccola impresa ha bisogno di forme di tutela — sia pure non garantistiche, cioè slegate dai risultati economici — che, ad esempio, la mettano in condizioni di operare alla pari rispetto alle politiche del credito e degli incentivi all'innovazione tecnologica. Se gli imprenditori delle piccole aziende non posseggono, singolarmente presi, una forza contrattuale paragonabile a quella di un singolo grande imprenditore, tanto più importante è per essi l'associazionismo sindacale, territoriale o di categoria. Un ulteriore strumento di pressione degli imprenditori intermedi, che ha come specifico destinatario la classe politica e quindi l'apparato politico-amministrativo, risiede nel numero di voti che essi mobilitano direttamente e indirettamente, attraverso coloro che dipendono per il loro reddito da sistemi vitali di piccole imprese. Un ulteriore aspetto controverso del dibattito sulla PMI riguarda la qualità delle relazioni tra datori di lavoro e dipendenti e la difficoltà a far decollare relazioni (e garanzie) improntate alle linee ufficiali dei sindacati. La bassa influenza del sindacato nelle Fig. 5 Prestigio professioni (punteggio max = 11) ministro grande imprenditore piccolo imprenditore dirigente industr. dirìgente pub. amm. libero professionista agricoltore artigiano piccolo commerciante impiegato operaio 0 2 4 • prestigio "reale" + prestigio "ideale"