PERSO NE & IMPRESE dal patto stesso e che tra i soggetti esclusi, responsabili educativi e utenti, la cultura della responsabilità e dell'intrapresa si sostituisca alla diffusa tendenza ad affidare i propri bisogni nelle mani del potere in cambio di sicurezza. Qualche segnale positivo si incomincia a intravedere in entrambe le direzioni: le nuove norme sul pubblico impiego e sulla autonomia impositiva e di spesa degli enti locali, nel quadro di una politica costretta a perseguire il rientro del deficit e del debito, potrebbero modificare i termini tradizionali delle reciproche convenienze. È questa un'occasione da non perdere da parte dei numerosi soggetti, insegnanti e famiglie, che da tempo, e in condizioni difficili, hanno dato vita nella scuola pubblica o privata a interessanti esperienze di autonomia e di imprenditorialità. Si tratta perciò di favorirne la crescita culturale e politica. Patti impliciti e scellerati come quello descritto hanno costituito la base dello strano funzionamento del nostro sistema socio-economico che gli osservatori stranieri stentano a comprendere: si pensi ad esempio al patto tra grandi imprese, sindacati e classe politica nella gestione degli interventi a difesa dei posti di lavoro, ai danni della piccola impresa e dell'occupazione giovanile; o a quello nella politica dei redditi (aumenti salariali contro inflazione) ai danni dei risparmiatori; o a quello tra un regime fiscale inefficiente e intere categorie di evasori fiscali ai danni dei percettori di reddito fisso; o a quello tra medici, utenti e case produttrici nell'addossare alla collettività le spese diagnostiche e farmaceutiche. In tutti questi casi alcuni soggetti hanno potuto avvantaggiarsi di notevoli privilegi addossandone ad altri il costo, perché quest'ultimo era in realtà sottratto a ogni reale controllo. Sono questi patti scellerati e la ferrea logica delle convenienze reciproche che li sorreggono a spiegare l'abnorme crescita del debito pubblico italiano che non nasce, come da più parti si vorrebbe far credere, dalla malvagità o dall'inettitudine della classe politica cui si contrapporrebbe una società civile verginalmente onesta e produttiva. Del resto la bellicosa resistenza delle categorie toccate da qualche recente proposta di cambiamento dimostra quanto reali siano gli interessi in gioco. Solo riconoscendo la ferrea logica degli interessi che sottostanno a tali patti scellerati e mostrando la possibilità di recuperare altri interessi, in primis quelli degli utenti e degli operatori dei servizi, si può sperare di muoversi nella direzione di patti più equi. In una società dinamica la giustizia si persegue avvicinando le risorse ai bisogni e riconoscendone così il rilievo sociale. Solo restituendo reale potere di scelta agli utenti e reale autonomia organizzativa e responsabilità verso gli utenti ai prestatori dei servizi si possono innestare nuovi meccanismi di controllo della spesa e, quindi, del deficit pubblico. Ma è necessario che si imponga una nuova cultura economica della responsabilità e della solidarietà efficiente. Persone & Imprese intende impegnarsi decisamente in questa direzione, non soltanto evidenziando i meccanismi impliciti e perversi che consentono ai "patti scellerati" di perpetuarsi, ma soprattutto valorizzando esperienze di persone, imprese e istituzioni che già si sono mosse controcorrente nella direzione di avvicinare le risorse ai bisogni. Occorre documentare come una nuova cultura economica, improntata al principio della responsabilità e della solidarietà efficiente, sappia dar voce ai bisogni, trovare risposte e valorizzare le risorse disponibili meglio sia della pretesa superiorità "etica" del burocratico Stato assistenziale, sia del puro gioco degli interessi che a esso si vorrebbe sostituire. 100