PERSONE & IMPRESE legge economica. I richiami dei Papi ai valori della persona e agli ideali di solidarietà, sussidiarietà, giustizia sociale, non erano semplici teorie o astrazioni: rispondevano con verità e puntualmente ai bisogni della gigantesca ristrutturazione economica che stiamo oggi vivendo e soffrendo. Voglio dire che la crisi odierna, se vorrà trasformarsi in crisi di crescita, potrà contare soltanto sul contributo di creatività, collaborazione e corresponsabilità di uomini liberi. La dottrina sociale della Chiesa come anticipatrice di visioni economiche "laiche"? La dottrina sociale della Chiesa ha visto meglio e più lontano: oggi più che mai la risorsa decisiva, a livello micro e macroeconomico, è l'uomo; con la sua creatività, libertà, senso di corresponsabilità e di partecipazione, con le sue capacità di assumere decisioni e di collaborare con gli altri uomini. Vale la pena, forse, di ripercorrere un po' di storia. Purtroppo oggi siamo ancora legati a un concetto distorto di economia, a un'immagine anacronistica tramandataci dai teorici dell'Ottocento. Marx, come sappiamo, fu il padre del collettivismo; Adam Smith fu invece il promotore del liberismo: due visioni, dunque, radicalmente opposte. Ma su un punto Marx e Smith non differiscono affatto: per entrambi l'economia è soltanto un gigantesco e impersonale meccanismo che, per poter funzionare, avrebbe bisogno non di uomini virtuosi, bensì di uomini-macchina. Gente che sappia manovrare le leve senza tuttavia impegnare troppo la mente. Lo scopo del pensiero economico tradizionale è chiaro. Esso ha cercato di dimostrare che, se la società si lascia dominare dalle leggi delle forze economiche, felicità e giustizia sono assicurate in modo meccanico, indipendentemente dalle intenzioni del singolo: sempre e comunque. Dunque il benessere e la giustizia non dipenderebbero dall'etica, cioè dal fatto che gli uomini siano giusti e buoni, ma dalla fiducia con cui si lascia agire il miracoloso gioco dell'economia. Questo gioco è e deve rimanere indipendente dall'etica; o, meglio, è l'unica forma possibile di etica e conseguentemente di politica. Per questo, fino a poco tempo fa, ogni preoccupazione etica veniva considerata dannosa o inutile: il meccanismo economico, per funzionare, non ha infatti bisogno di uomini virtuosi, ma semplicemente di individui efficienti. E poiché il meccanismo economico, lasciato a se stesso, produce sempre qualche guasto, ebbene, si finiva col delegare ai cristiani e semmai allo Stato il compito di preoccuparsi dei "residui" dell'economia di mercato. Così nacque il Wel-fare State, il sistema secondo cui lo Stato garantisce a tutti un livello minimo di reddito e l'accesso ai servizi ritenuti indispensabili (sanità, istruzione, etc.). Il Welfare State fu una conquista di civiltà, ma le distorsioni a cui poi è andato soggetto lo hanno gravemente compromesso. Quali sono dunque i limiti del Welfare State? Il problema è che un tale sistema finisce inevitabilmente col rendere i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; la locomotiva dell'economia, se viene lasciata libera di correre a tutta velocità senza le opportune direttive, produce solo scompensi. In questa prospettiva l'economia non può far altro che alienare la persona e non è in grado di rispondere ai reali bisogni degli uomini. Larghe fasce di miseria, di emarginazione, di risorse sprecate, dimostrano che il meccanismo, da sé, non può funzionare. C'è bisogno, appunto, dell'uomo. Che spazi apre all'uomo l'attuale situazione economica? Un tempo, come giustamente dice la Cen-tesimus Annus, le risorse dell'economia erano la terra e il capitale. Prima della rivoluzione industriale, nel Settecento, la risorsa principale dell'economia era la terra: ricco era chi possedeva la terra. In seguito, nell'Ottocento, la risorsa di base divenne la macchina: era ricco il capitalista, che possedeva appunto le macchine. Oggi però, nella società postindustriale, si è verificato un clamoroso stravolgimento, di quelli che cambiano il volto della storia: oggi la risorsa dominante è l'uomo, la sua capacità d'inizia- 109