PERSO NE & IMPRESE e di prodotti e da una contrazione dello spazio-tempo di reazione. Tanto maggiore è il grado di complessità dell'offerta finale di un'impresa, ovvero «l'ammontare di input materiali e conoscitivi diretti e indiretti necessari per la sua produzione» (Francesco Silva, 1985), tanto più probabile è l'integrazione di elementi cooperativi. Le imprese, in altri termini, sperimentano tendenzialmente una minore possibilità di competere in uno scenario così dinamico quando possono contare sulle loro sole forze; ne deriva pertanto la necessità di allearsi per suddividere rischi e opportunità, anche mediante il legante dello scambio azionario. Una analisi dei dati della banca dati FOR Montedison relativi agli accordi internazionali consente di dedurre che sono soprattutto i settori più direttamente collegati con il maturare delle proposte scientifiche a essere interessati dalle varie forme di collegamento tra le imprese. Quando infatti (tab. 2) si classifichino gli accordi in base al settore di appartenenza delle imprese e, in un momento successivo, si riaggreghino i dati settoriali in armonia allo schema ormai celebre proposto da Pavitt, più di due terzi degli accordi risulta stipulato tra imprese "science based", mentre il restante terzo riguarda prevalentemente imprese "scale intensive" e, in misura minore, imprese "specialized equip-ment supplier" e "supplier dominated". Da un lavoro relativamente recente di Roberto Camagni e Francesca Gambarotta sugli accordi avvenuti nel comparto delle "in-formation technology", pubblicato sulla Rivista di economia e politica industriale, si apprende che gli accordi nei quali le imprese italiane figurano implicate hanno avuto un andamento fortemente crescente soprat- Tab. 2 Accordi per macrosettore Pavitt Numero Percent. Science Based Specialized Equipment Supplier Scale Intensive Supplier Dominated 1.254 195 403 12 67.3 10.5 21.6 0.6 Totale 1.864 100.0 tutto nel probabile intento di attenuare il divario tecnologico con i maggiori Paesi industrializzati. A darne indiretta conferma è un lavoro più vicino nel tempo prodotto dal CERIS-CNR, in cui vengono analizzati i soli accordi di natura tecnologica che coinvolgono le imprese italiane. Da questa ricerca emerge una netta prevalenza di accordi monodirezionali in cui l'Italia riceve tecnologia (38.7% del totale degli accordi rilevati) rispetto a quelli in cui l'Italia cede tecnologia (16.2%). Ancora dallo studio Gamba-rotta-Camagni si rileva che le imprese italiane tendono a stipulare accordi con imprese estere operanti prevalentemente nello stesso settore, mentre nell'ambito degli accordi tra imprese italiane prevalgono nettamente quelli intersettoriali (70%) rispetto a quelli intrasettoriali (30%). Se ne può inferire che, nella fase attuale, le imprese italiane limitino la ricerca di complementarietà e sinergie essenzialmente sul mercato nazionale. Per livelli dimensionali analiticamente individuati, le informazioni sono complessivamente meno disponibili. Qualche preziosa indicazione è tuttavia desumibile dalle elaborazioni dei dati Centrale dei Bilanci per gli anni compresi tra il 1982 e il 1990 (tab. 3), sì da mettere in evidenza l'incidenza degli investimenti in partecipazioni sugli investimenti tecnici nel campione di 8426 società private, articolato per classi di fatturato. In generale si può osservare come l'incidenza degli investimenti in partecipazioni sia praticamente crescente in tutti i gruppi fino al 1988; dopo Tab. 3 Investimenti netti in partecipazioni su investimenti tecnici - Campione 8426 società private (valori percentuali) Classi di fatturato 1984 1986 1988 1990 (M.di) 1- 5 3.7 6.9 9.9 -0.5 5- 10 8.1 3.5 1.4 -6.6 10- 25 3.2 3.3 6.9 9.0 25- 50 6.4 11.2 11.1 8.2 50-100 1.9 17.1 19.3 13.4 100-500 23.1 42.6 36.1 46.0 500 e oltre 35.2 31.3 61.7 61.5 Totale 20.8 26.0 35.7 35.6 Non si può competere solo con le proprie forze. La dimensione limita la ricerca di complementarietà? Fonte: FOR Montedison. Fonte: Elaborazioni su dati Centrale del Bilanci. 51