UNA AUTHORITY PER I SERVIZI IDRICI: LA RIFORMA DEL 1994 E IL SUO STATO DI ATTUAZIONE * di Walter Mazzitti A quasi due anni dall'emanazione della legge di riforma del settore delle risorse idriche è certamente impor- tante svolgere una pur breve disamina sul- lo stato di attuazione di tale legge, fonda- mentale per la riorganizzazione del sistema delle acque pubbliche, per la tute- la della risorsa idrica e per la sua futura gestione. La FAO ha espresso costante preoccupa- zione per la generale «incapacità di rico- noscere ed accettare l'acqua come una ri- sorsa limitata», sottolineando che, con le popolazioni in espansione e le economie in crescita, aumentano anche le rivalità ed i conflitti per le scarse risorse idriche. L'uomo non ha ancora compreso, o ri- fugge all'idea, che le disponibilità di ac- qua sono in forte regresso. Quello che a prima vista appare come un problema d'altri, di paesi a noi lontani o di una di- mensione talmente ampia da coinvolgere interessi sovranazionali, di fatto giunge invece a coinvolgerci direttamente, se pensiamo ad esempio agli effetti di un fenomeno mondiale come la siccità, che si riflette in modo devastante sulla dispo- nibilità di risorse di molte delle nostre regioni meridionali. Da alcuni anni la comunità scientifica ha messo a punto modelli numerici che dimo- strano l'esistenza di "cicli" meteorologici caratterizzati ora da temperature più fred- de e maggiore piovosità, ora da tempera- ture più calde e minore piovosità. Il ciclo secco-caldo, che ha cominciato ad investi- re la penisola nel corso degli anni '80 è de- stinato - secondo le previsioni degli esper- ti - a perdurare almeno 20 o 30 anni ancora. II sistema idrico in Italia Questi fenomeni provocheranno sull'Ita- lia un aggravarsi del problema idrico e disegnano uno scenario per i prossimi decenni estremamente preoccupante. La carenza d'acqua si è fatta sentire in mo- do particolarmente pesante negli anni '88, '89, '90, '91 e '94, con danni alla sola economia agricola, in termini di mancate produzioni, stimati in decine di migliaia di miliardi (7-8000 miliardi nella sola an- nata agraria 1989-90); mentre i danni ambientali sono evidenziati da quei feno- meni di "desertificazione" (impoverimen- to della flora, diminuzione delle specie vegetali, alterazione dell'habitat naturale per la fauna) ormai visibili in talune aree dell'Italia meridionale e centrale. Nel corso del '94 si è registrata nel Mezzo- giorno una quasi totale assenza di piog- gia in un arco di tempo compreso fra aprile e dicembre, con una riduzione ai minimi termini delle riserve contenute negli invasi di raccolta. Tuttavia deve rilevarsi che i fattori di crisi non sono riconducibili in via esclusiva a radicali mutamenti climatici, ma anche a carenze strutturali, conseguenti alla man- canza di una corretta e lungimirante piani- ficazione. È il caso di ricordare, a puro ti- tolo di esempio, che molti invasi sotto costante osservazione da parte del servizio dighe, non sono più capaci di contenere - perché divenuti obsoleti - gli originari quantitativi d'acqua. Questo è il principale problema sul quale è assolutamente necessario fermare la no- stra attenzione. E indispensabile che le nostre regioni del Meridione, e segnala- Esiste una generale inca- pacità di riconoscere ed accettare l'acqua come una risorsa limitata. I gravi danni della carenza d'acqua si fanno sentire soprattutto nelle regioni meridionali italiane. 45