PERSO NE & IMPRESE allora in una radicalizzazione dell'alternativa Stato-mercato, ma in un'estensione di tutte quelle forme di organizzazione economica che la civil society, nel senso attribuito a questa espressione dalla filosofia morale scozzese — ovvero la vita activa civilis di cui parlavano i nostri Umanisti del '400 e '500 — è in grado di esprimere. Un'indicazione di ciò si trova nel Keynes de La fine del laissez faire: «Credo che in molti casi la dimensione ideale per le unità di organizzazione e di controllo stia in un punto intermedio tra l'individuo e lo Stato moderno. Penso che il progresso stia nello sviluppo e nel riconoscimento di enti il cui criterio di azione sia unicamente il bene pubblico co- me essi lo concepiscono». In definitiva, le istituzioni economiche - e il mercato è la più importante di queste -non sono qualcosa che preesiste alle decisioni degli agenti economici, quasi che fossero un dato di natura. Al contrario, il compito di "ridisegnare" le istituzioni economiche di una data società non è meno importante e meno impegnativo del compito di studiare la proprietà di efficienza di strutture economiche date. Ciò in quanto il nostro bene, il bene comune, dipende più dalle istituzioni che riusciamo a darci (e che esprimono più o meno fedelmente le nostre caratteristiche di specie) che non dalla nostra capacità di adattamento a istituzioni date. Il rimedio non può essere radicalizzazione dell'alternativa Stato-mercato, ma l'estensione della società civile. 41