EDITORI ALE di Lanfranco Senn Nell'opinione e nel linguaggio comune, quando si parla di "mercato" si ritiene di far riferimento ad una realtà oggettiva, uniforme e non ambigua. Se si approfondisce un po' si scopre invece che l'idea di mercato è intuitivamente ed evocativamente condivisa a livello superficiale, ma nasconde interpretazioni assai diverse, talvolta in modo strumentale e ambiguo, a seconda degli interessi, del ruolo e della forza con cui si è presenti sul mercato, oppure delle prospettive culturali con cui si guarda al mercato stesso. A queste idee diverse e ambigue di mercato, del resto, corrisponde anche nella esperienza concreta una gran varietà di comportamenti: c'è chi "bussa" per entrare ed auspica l'esistenza di un mercato funzionante, libero, cioè privo di barriere all'entrata, di monopoli inattaccabili, di uno Stato invadente; c'è chi invece "sfrutta" il mercato ed approfitta della libertà che esso concede per prevalere su altri soggetti economici, meno fortunati e forse anche meno bravi; c'è infine chi agisce sul mercato utilizzando le opportunità che esso offre per esprimere la propria iniziativa economica, nel rispetto delle regole del gioco valide per tutti. Se le regole del mercato non ci sono, o se non sono chiare, o se chi riesce può piegarle a suo vantaggio, il mercato addirittura non c'è o funziona in modo inefficiente o diventa fonte di iniquità. L'obiettivo che i contributi di questa monografia cercano di perseguire è quello di approfondire il tema del mercato come istituzione che possa funzionare equamente; come il mercato vada in gran parte costruito, cioè dotato di regole; come per far questo debbano nascere istituzioni che abbiano innanzitutto il compito di darsi regole chiare, in grado di valorizzare tutte le libertà che sul mercato vogliono essere presenti; e al tempo stesso come occorra che qualcuno vigili perché le regole siano rispettate, nessuno possa ignorarle o volgerle a suo esclusivo tornaconto. Il mercato. Il concetto più diffuso di mercato è quello di un unico e onnicomprensivo "meccanismo" invisibile (la "mano invisibile" di Adam Smith), funzionante per opera di alcune "leggi" (ad esempio la legge della domanda e dell'offerta), nonché dotato di alcune particolari caratteristiche (concorrenza perfetta, assoluta trasparenza, razionalità completa degli operatori, informazioni uguali per tutti, etc.), che tendenzialmente garantisce la democrazia economica e l'equilibrio degli scambi. Se ci si sofferma a riflettere su questa immagine teorica e un po' astratta di mercato ci si accorge subito che essa è contraddetta dall'esperienza di ogni giorno. Innanzitutto il mercato non è unico: non esiste un mercato, ma tanti mercati quanti sono gli oggetti dello scambio e i luoghi in cui lo scambio avviene. La stessa teoria ha preso atto che il mercato - anche di uno stesso bene - è "segmentato", ad esempio a seconda della qualità dei prodotti o dell'area geografica di riferimento. Esistono così tanti mercati locali, separati gli uni dagli altri, per i beni di prima necessità: si pensi ad esempio al mercato del pane, in cui domande e offerte si incontrano su base locale e non interagiscono tra loro. Esistono mercati nazionali, di beni e di servizi, sui quali produttori e consumatori si cercano e si incontrano su scala nazionale. Ed esistono - in misura crescente - mercati internazionali (ad esempio dell'automobile o delle telecomunicazioni) in cui la lotta con- 5