EDITORI ALE correnziale è divenuta così intensa da rendere più problematici la creazione e il rispetto delle regole. Di fronte a questa "innumerevole" molteplicità dei mercati è molto difficile ammettere che esista una "mano invisibile" così sapiente e capace da far raggiungere l'equilibrio ad una così complessa articolazione di domande e di offerte di beni. Occorre poi prendere atto che lo stesso concetto di "mercato" è difficilmente applicabile a sfere diverse da quelle dei beni, quale quella dei servizi o dei beni pubblici. Nel primo caso appare chiaro che la natura dei servizi mal si presta ad'organizzarsi in un "mercato" in cui una pluralità di fornitori e una pluralità di fruitori convergano simultaneamente a definire un unico processo di equilibrio delle prestazioni; questo sia che si pensi ai servizi alla persona (i parrucchieri, le colf, il servizio medico) sia che si pensi ai servizi alle imprese (consulenza, marketing, selezione del personale). Nel caso dei beni pubblici (ad esempio le infrastrutture, la qualità ambientale, la difesa) addirittura è impossibile concepire l'esistenza stessa di un mercato, cioè di un ambito in cui domande e offerte si possano "scegliere" reciprocamente. I "mercati", dunque, esistono ma non riguardano tutte le sfere dell'attività economica: si può dire — come fa Zamagni nel suo contributo — che esiste un limite di applicabilità intrinseco al concetto di mercato. Un secondo ordine di riflessioni, tuttavia, induce a convincersi che il mercato non è una realtà oggettiva, unica e non ambigua (cioè deterministica e "meccanica"). Tali riflessioni riguardano l'attività che si svolge sui mercati, che è l'attività di scambio. Anche nel caso dei beni - e a maggior ragione nel caso dei servizi - lo scambio non può avvenire in assenza di alcuni requisiti che nulla hanno a che fare con l'economia. Sempre Zamagni ricorda che senza valori come la lealtà, la fiducia, la responsabilità, l'affidabilità ogni scambio può rapidamente tradursi in un atto di prevaricazione - se non addirittura di pirateria — da parte del fornitore di un bene o di un servizio e del loro compratore o fruitore. In questa prospettiva assume significato anche un'altra caratteristica che generalmente si attribuisce allo scambio di mercato: quella della libertà. Si suole infatti affermare genericamente che il mercato è il luogo del libero scambio. Ma la libertà è una grande prerogativa degli uomini che possono usarla bene o male. La libertà dello scambio di mercato può essere usata alternativamente come grande opportunità di cogliere le migliori occasioni per soddisfare i propri bisogni (libertà di trovare la risposta più adeguata alla propria domanda); oppure come occasione per esprimere la propria forza o il proprio potere (libertà dai vincoli, per volgere a proprio vantaggio le attività di scambio). In questo senso si può affermare — come fa Botturi in questa monografia — che il mercato è innanzitutto una struttura di comunicazione tra uomini liberi e imperfetti, che si assumono la responsabilità - di fronte a se stessi, ai propri prossimi (familiari, colleghi, amici) o a comunità più vaste - di trovare negli scambi di mercato la risposta più adeguata (offerta) alle proprie esigenze (domanda). Quel che è certo, come conclusione di questi chiarimenti, è che non si può genericamente parlare di mercato come di una "macchina" o di un automatismo miracoloso che esiste in base a leggi naturali e funziona efficientemente senza l'azione di uomini responsabili. Il mercato, una istituzione. Se ciò è vero - e sembrerebbe esserlo se la teoria economica più consapevole riconosce che non esiste la concorrenza "perfetta" - non resta che prendere coscienza che il mercato (o meglio i mercati) sono sistemi di scambio che vanno istituiti e organizzati (si veda il saggio di Bianchi), stabilendo regole minimali e controlli efficaci tali che tutte le libertà di costruire le risposte alla molteplicità dei bisogni si possano esprimere. Per far vivere queste libertà effettive, dei singoli e delle aggregazioni sociali, non basta affidare o delegare al caso la costruzione e l'efficienza "miracolosa" del "mercato-mano invisibile": affidarsi, in altre parole, alla "concorrenza" che consentirebbe ad ogni sog-6 getto economico, nella libertà da ogni tipo di vincoli, di operare "contro" gli altri con-