L 'IMPREVEDIBILE PREVIDENZA
Come funzionerebbe il sistema a ripartizione "pura".
nerazione. In base a questi elementi si può calcolare il rapporto tra il livello di vita dei pensionati e quello degli attivi, prendendo in considerazione il tasso medio d'occupazione e le due forme di contribuzione pensionistica.
Va infine aggiunto che il modello presuppone un'accumulazione realizzata a fini non pensionistici (risparmio strutturale o naturale) dai capitalisti i quali risparmiano una certa frazione della remunerazione lorda del capitale. La presenza di questi agenti è indispensabile per spiegare l'esistenza di risparmio e di un certo stock di capitale anche in assenza di risparmio pensionistico. Il modello poggia su una rappresentazione dell'evoluzione economica di lungo periodo di tipo neoclassico e prevede che l'eguaglianza tra risparmio e investimento sia necessariamente verificata ex ante. Ciò esclude uno scenario di tipo keynesiano in cui il risparmio desiderato in vista della pensione non corrisponda ad una volontà di investimento equivalente da parte delle imprese. In effetti, se si considera che un rallentamento della crescita demografica potrebbe rinforzare le anticipazioni pessimistiche degli investitori, il mercato potrebbe non essere in grado di assorbire il volume di risparmio delle casse della capitalizzazione. Ma non si può concludere che il modello non implichi nessun limite di rendimento allo sviluppo del sistema; anche se il risparmio per la pensione viene effettivamente sempre investito, l'effetto di saturazione sul mercato dei capitali ne determina una riduzione del rendimento.
Il sistenuupensionistico a ripartizione: una simulazione di riferimento a tasso di contribuzione costante
Una prima simulazione, che servirà da riferimento per quelle successive, consente di valutare l'evoluzione delle prestazioni pensionistiche versate dal sistema a ripartizione, mantenendo invariata l'età pensionabile e l'aliquota contributiva in assenza di capitalizzazione. Tra le altre ipotesi contemplate dalla simulazione a tasso di contribuzione costante (cfr. prospetto a fine pagina), si deve in particolar modo osservare che:
a)	il tasso di risparmio strutturale (il risparmio che non viene effettuato a fini pensionistici) è posto ad un livello inferiore all'unità (uguale a 0,8);
b)	il ritmo di incremento della produttività è pari al 2°Io annuo;
c)	le proiezioni della popolazione utilizzate (Istat, 1989) contemplano un'ipotesi di fecondità costante al livello del 1988 (pari ad un numero medio di figli per donna di 1,3) e un'ipotesi di mortalità lievemente decrescente4.
A partire da queste ipotesi, la fig. 1 riporta l'evoluzione di tre indicatori: il salario netto degli attivi, la pensione media per anziano e il rapporto del livello di vita tra pensionati e attivi. Com'è ovvio, a fronte di un ragionevole incremento della produttività, che si traduce in un aumento equivalente del salario reale lordo, e con un'aliquota contributiva a carico dei lavoratori fissa, il salario reale si trova a registrare nel tempo una
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Ipotesi della simulazione di riferimento
Valori dei parametri: Tasso di risparmio dei capitalisti = 0,8 Tasso di disoccupazione di equilibrio = 0,05 Grado di flessibilità dei salari = 0,1 Tasso di progresso tecnico = 0,02
Ipotesi demografiche e ipotesi relative al sistema pensionistico
Popolazione = proiezioni Istat (1989), ipotesi a fecondità costante Tasso di attività = 0,8 per gli uomini e 0,6 per le donne Età pensionabile = 60 anni per entrambi i sessi Tasso di contribuzione nel sistema a ripartizione = 0,2
Tasso di contribuzione nel sistema a capitalizzazione = 0 (assenza di capitalizzazione)