§ 10 influenze delle condizioni economiche sulla situazione demografica 91
10. — Chiudiamo il presente capitolo con alcune osservazioni sul movimento immigratorio ed emigratorio delle nostre province. L'indagine, se pur limitata al 1949 (per gli anni successivi ci mancano i dati dettagliati per tutte le province), è sommamente istruttiva e ci servirà di base per ulteriori osservazioni in merito al problema della disoccupazione.
Da una serie di valori, ottenuti dall'Unione industriale di Torino (14) dedotti dalle iscrizioni e cessazioni nei registri piemontesi della popolazione si ricava il movimento netto e lo si paragona, percentualmente, al totale della popolazione, tenuto presente che le iscrizioni e le cessazioni riguardano qualsiasi causa, quindi ovviamente sono comprese le migrazioni interne e quelle esterne. Si tenga presente che i dati non sono certamente perfetti per i molti casi che sfuggono alla statistica comunale nonostante gli obblighi imposti dalla legge. Comunque la Tavola Vili offre un sintomatico esempio della tendenza del fenomeno. Da essa si ha conferma che le province di Alessandria, Asti, Cuneo, sono, come già abbiamo detto, province di emigrazione mentre quelle di Torino, Novara, Vercelli sono province di immigrazione. Anche la Valle d'Aosta è regione fino al '48 di emigrazione, solo col '49 diventa di immigrazione. Gli ultimi dati al 1951-52 confermano questa tendenza. Il processo di immigrazione non si è arrestato infatti negli anni successivi. Il fondo valle (non la montagna ben inteso) ha visto crescere costantemente la sua popolazione più per cause artificiali (immigrazione) che per cause naturali in seguito alla industrializzazione della valle ed altre attività turistico-alberghiere. Molti operai immigrano temporaneamente (4.701 dal 1» gennaio 1952 al 31 ottobre 1952), ma parte di essi rimangono poi nella zona col sopraggiungere del periodo di forzata inattività.
Anche nelle altre province l'andamento del fenomeno sopra descritto, distinto per province di immigrazione e province di emigrazione, continua dopo il 1949. Se noi osserviamo i risultati provvisori del censimento del 1951 troviamo che anche per questo anno nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo vi è stata una diminuzione di popolazione residente di 16.000 ; 21.000 ; 24.000 unità rispettivamente per le tre province nei confronti del 1936, il che deve certamente attribuirsi ad eccesso di emigrazione sulla immigrazione e sul movimento naturale della popolazione. Gli aumenti invece che si notano per le altre tre province devono attribuirsi anche e specialmente al movimento di immigrazione.
(14) Unione industriale di Torino : Il movimento migratorio in Piemonte, Torino, 1950. Lo studio è stato compilato dal capo dell'ufficio dott. Ricossa.
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