CRONACHE ECONOMICHE QUINDICINALE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO COMITATO DI REDAZIONE Dott. AUGUSTO BARGONI Prof. Dott. ARRIGO BORDIN Prof. Avv. ANTONIO CALANDRA Dott. CLEMENTE CELIDONIO Prof. Dott. SILVIO GOLZIO Prof. Dott. FRANCESCO PALAZZI - TRIVELLI Dott. GIACOMO FRISETTI Direttore responsabile SOMMARIO Panorama dei mercati . . . pag. 4 Les progrès du financement public (H. Laufenburger) . »■ 5 La situazione dell'industria dei trasporti terrestri in Italia (A. Savoja)..... » 7 Possibilità frutticole della collina torinese (F. M. Pastorini) ........... » 12 Germania e Italia - Un confronto statistico (S. Ricossa) » 15 Dalla Svizzera - Lettere da oltre confine (E. Castellari) » 19 Redditi medi e guadagni medi dal. 1947 al 1949 (D. Cremona Dellacasa) ... » 21 Immagini della vecchia Torino - Vetrine, insegne e cartelli (R. Zezzos) .... » 23 Notiziario estero...... » 27 Rassegna tecnico-industriale (iOsserv. ind. della C.C.I.A.) » 29 Il mondo offre e chiede . . » 35 Produttori italiani...... » 38 Movimento anagrafico ... » 45 ITALIA. — Il tono sostenuto è condiviso e dal settore agricolo e da quello industriale. Nel primo i prezzi sono guidati dal mercato cerealicolo, caratterizzato da non abbondanti disponibilità di frumento. Più sensibile alle tendenze internazionali, il mercato oleario registra qualche aumento di prezzo, che non sarà corretto almeno finché il grosso della nostra nuova produzione di olio di oliva non sarà immessa sul mercato. Gli unici settori in cui la tendenza è più debole sono quelli dei prodotti caseari (si è importato molto burro estero) ed anche del bestiame, ma con molte eccezioni. I vini hanno una richiesta in aumento stagionale. Nel settore industriale non solo la maggioranza delle voci rincara, ma il volume stesso delle contrattazioni è in aumento. A parte qualche ribasso isolato di alcuni prodotti chimici e l'andamento stazionario del reparto dei materiali edili, i prezzi sono generalmente rincarati. Si sono distinte per la sostenutezza le quotazioni di qualche merci: metalli non ferrosi e ferrosi, compresi i rottami, lane, cotoni, pelli e combustibili. ESTERO. — La questione delle materie prime è nuovamente divenuta un problema politico, e non solo economico. Si fa strada la tendenza a richiedere qualche sistema di controllo e ripartizione internazionale delle principali merci. A proposito va osservato che l'area della sterlina, soprattutto, e quindi l'area del dollaro sono le zone di provenienza della gran massa delle materie prime. L'atteggiamento degli Stati Uniti circa il sistema del regolamento internazionale è a favore di priorità per i consumi ad uso bellico; la Gran Bretagna non contrasta l'opinione americana, ma la precisa con la clausola che i controlli non devono mirare a deprimere le quotazióni. Il punto di vista dei Paesi non produttori di materie prime è sostenuto specialmente dalla Francia, che reclama anche qualche freno agli smodati e, talvolta, ingiustificati rincari. E' naturale che gli interessi dell'Italia coincidano in questo caso con quelli francesi. Purtroppo, non pare conseguibile con facilità un compromesso: un esempio lo si è avuto alla conferenza internazionale dello stagno, conclusasi di recente con niente di fatto. E neppure si intravvede prossimo un sostanziale allentamento della tensione sui mercati. Per la maggioranza delle materie prime la produzione corrente eccede i consumi di carattere commerciale, ma la domanda straordinaria originante dal riarmo degli Stati Uniti sbilancia completamente la posizione statistica. Se questa domanda dovrà essere soddisfatta, i consumi commerciali inevitabilmente sono destinati a contrarsi, in misura più o meno ampia. Lo sbilancio previsto corrisponde al 4-5 % della produzione corrente per il rame, a meno dell'I % per il piombo, al 9 % per lo zinco, ben al 35 % per lo stagno, e a quasi altrettanto per la gomma, al 25-30 % per la lana, e a cifre imprecisate ma notevoli per il cotone.