N3MNDICF « ■ dei libri delmeseBì Il Libro del Mese Le frontiere della biologia molecolare Bruce Alberts, Dennis Bray, Julian Lewis, Martin Raff, Keith Roberts, James D. Wat- son, Biologia molecolare della cellula, Zanichelli, Bologna 1984, trad. dall'inglese di Man- lio Guardo e Alberto Peyrot, pp. 1.256, Lit. 88.000. Un classico per il biologo di Pietro Calissano Diciamolo subito: questo libro è destinato a costituire per il biologo un classico come, una decade fa, la Biologia molecolare del gene di J.D. Watson ha rappresentato il vademe- cum del giovane biologo molecola- re. La cosa non sorprende conside- rando che, tra i sei autori, uno è lo stesso Watson ed il suo peso nella stesura del libro deve essere stato de- terminante, a giudicare dallo stile e dalla impostazione generale dell'opera. Diciamo anche subito che non si può considerarlo come un libro divulgativo. Il linguaggio è semplice ed essenziale, ma si indiriz- za agli addetti ai lavori della biolo- gia in senso lato (biologi, medici, ecc.), senza alcun pretestuoso am- miccamento a chi voglia essere ini- ziato ai misteri della cellula anni '80. Nonostante questa intrinseca e voluta limitazione, lo spettro dei suoi lettori dovrebbe essere, ci augu- riamo che sia, molto ampio. Oserei dire che l'indice di vendita di libri come questo, a parte il costo non in- differente, potrebbe costituire il ter- mometro preciso del grado di fame di sapere e di aggiornamento biolo- gico di un paese moderno. Del resto proprio alla nostra penisola spetta il record di iscritti a medicina e quelli che gravitano nella biologia e nelle scienze naturali non sono da meno. Bene, quanti di questi giovani (non oso pensare ai molti sopra ai trent'anni spesso irrimediabilmente persi ad un desiderio di aggiorna- mento) saranno tentati da questo li- bro o, ancor più importante, saran- no consigliati ad avvicinarlo dai loro docenti? Mi auguro molti, anche se confesso di non sperarlo troppo. Sfogliando le pagine di questo te- sto, che consulto spesso anche su ar- gomenti che mi sono familiari, mi è capitato di pormi una domanda: perché mai un'operazione editoriale come questa non viene effettuata in Italia? La ragione è duplice e con cause strettamente connesse. La pri- ma causa, più ovvia, è che un'inizia- tiva di questo tipo in lingua italiana avrebbe un successo limitato al no- stro paese, mentre scritta nella lin- gua di Bacone ha garanzia di tiratura cento, mille volte più elevata. Ciò a sua volta impedisce un investimento editoriale delle dimensioni di quello che sta in pane alla base del successo di un libro del genere. La scienza moderna, soprattutto quella biolo- gica, o parla inglese o è confinata in un ghetto di pochi e spesso neppur tanto buoni. Aggiungiamo che la no- stra lingua è meno sintetica, più ri- dondante di quella inglese che sem- bra strutturata appositamente per comunicare l'asciuttezza del pensie- ro scientifico. La seconda ragione è che il biologo di nascita e formazio- ne culturale latina cresce in un paese dove, al contrario di quanto avviene nel mondo anglosassone, l'aria della scienza non fa parte di quella atmo- sferica, ma viene respirata in poche aree che non hanno neppure la sta- bilità per creare una tradizione, una scuola. Nascono, crescono e muoio- no come meteore, insieme ai pochi scienziati attorno ai quali l'operazio- ne è iniziata. Esiste in Italia una sola istituzione scientifica, universitaria o non, di grande peso nel settore bio- logico, paragonabile alle moltissime che parlano inglese e che non nomi- niamo neppure, tanto sono entrate nel luogo comune? Difficile preten- dere quindi che prenda corpo una iniziativa editoriale e scientifica di questo tipo se la nostra società tende ad esportare gli scienziati prima an- cora di pensare ad esportarne qual- che buon prodotto come il libro di cui parliamo. Dopo ciò che dovrebbe essere e non è, veniamo a ciò che è e non avrebbe potuto essere meglio, tran- ne qualche aspetto di secondaria im- portanza. La prima cosa che salta all'occhio è la qualità e l'abbondan- za delle illustrazioni: due o tre figu- re, eccellenti per chiarezza e conci- sione, per ognuna delle più di mille pagine del libro. Il loro totale è pre- sto fatto e dà un'idea dell'ambizio- ne e della serietà del progetto che, come accennato dagli autori, "ha avuto una gestazione tre volte più lunga di quella necessaria per gene- rare un elefante e cinque di quella necessaria per generare una balena". L'organizzazione del libro segue il principio di partire dal piccolo per procedere verso il grande e più com- plesso. Cosi, la prima pane (quattro capitoli) è dedicata alle molecole co- stitutive della cellula con particolare riguardo alla struttura e sintesi di acidi nucleici e proteine; la seconda (nove capitoli), superba per comple- tezza e profondità, è centrata sull'organizzazione molecolare della cellula e costituisce il fulcro del li- bro. La terza parte, infine, dedica (sei capitoli) particolare attenzione a quegli insiemi di cellule che sono preposti a funzioni particolarmente importanti (come il sistema nervoso e quello immunitario) o che fanno parte del regno vegetale. C'è chi, re- censendo il libro nel paese ove è sta- to concepito e pubblicato, lamenta un po' di omissioni nella prima par- te ove praticamente si dimentica di descrivere, ad esempio, i numerosi meccanismi che presiedono al riparo del Dna danneggiato (J. Cairns, Pro- spero's Celi, in "Celi" voi. 33, 1983, p. 2). Peccati veniali, che lo stesso recensore vede riparabili con qual- che lettura specialistica. Considerando la già notevole ponderosità del libro, quattro o cin- que volte più estesa della Biologia molecolare del gene di Watson, e vi- sto che la biologia cellulare è oggetto di studio da parte di uno stuolo di ricercatori entusiasti ed affamati di successo, si potrebbe essere portati a temere le dimensioni di una seconda o terza edizione. Se gli editori sono accorti e critici con la propria opera, come devono esserlo stati sfrondan- do il superfluo dei libri di testo che l'hanno preceduto e da cui hanno tratto ispirazione, questo possibile aumento a dismisura delle prossime edizioni non dovrebbe verificarsi. Spesso, l'espansione quantitativa delle conoscenze è seguita, quando il polverone dei molti dati di contor- no è sedimentato, da una sintesi che costituisce il diretto portato delle leggi generali che se ne sono tratte. Così, il contenuto di un'intera bi- blioteca di volumi specialistici può essete condensato in un libro di te- sto. La Biologia molecolare della cel- lula ne è un eccellente esempio. L'informazione e la formazione che lo studente può ricavare dalla lettura attenta di questo libro, corri- spondono a quella che avrebbe potu- to ricavare da quattro o cinque testi specialistici di biochimica, istochi- mica, biologia ed embriologia di qualche anno fa, appesantiti da cen- tinaia di informazioni che, quando non erano superflue, contenevano tutte le variazioni sul tema o ridon- danze di chi usa, come metro di im- portanza di una disciplina, il peso dei volumi che la trattano. Due esempi presi a caso credo avvalorino questa affermazione: le strutture cellulari, che mediano il movimento ed i meccanismi molecolari, che por- tano alla trasformazione di una cel- lula normale in neoplastica. Nell'ul- timo decennio è emerso chiaramente che negli organismi viventi tutti i ti- pi di trasduzione di energia chimica in lavoro meccanico per compiere il movimento (sia esso quello di un elefante o di un flagello di uno sper- matozoo; sia l'attività motoria di una cellula nervosa che cresce le pro- prie fibre, o quella che presiede alla divisione di un cromosoma) sono portati a compimento da un numero di proteine che si contano sulle dita di una mano. Oggi queste proteine sono state isolate, le strutture moto- rie che esse generano possono essere ricostruite in provetta, e si incomin- ciano a conoscere nei dettagli i mec- canismi con cui esse generano lavoro consumando energia e, cosa ben più importante, le poche leggi generali che ne governano la funzione. Que- sta sintesi conoscitiva permette di trattare in un capitolo (il decimo del libro) ciò che, fino a qualche anno fa, ne avrebbe richiesti molti e nep- pur tanto limpidi. Lo stesso, e con impatto ancor più significativo, è avvenuto nelle ricer- che sul cancro. Fino a poco tempo fa questa affezione era vista come la conseguenza di centinaia di diverse malattie. Oggi sappiamo che essa è dovuta all'alterata espressione di po- che decine di geni e dei loro prodotti proteici. In altre parole, poche deci- ne di proteine sulle centinaia di mi- gliaia che costituiscono un organi- smo, sono responsabili di tutte le neoplasie che flagellano le specie vi- venti. Mica male come salto conosci- tivo e concettuale! Chi, in questo decennio, si era logorato nello stilare classificazioni dei tumori, corredate da tortuose elaborazioni sulle loro quasi infinite eziopatologie, è co- stretto a fare punto e a capo. Il gio- vane biologo, leggendo un saggio di una cinquantina di pagine sui geni che causano la trasformazione (onco- geni), può farsi idee più chiare che consultando molti trattati di patolo- gia generale di pochi anni fa. Per questo condividiamo l'affermazione dij. Cairns che "molte delle persone che sono destinate a fare avanzare le frontiere della biologia cellulare sco- priranno la loro missione nella vita dall'insegnamento di questo libro di testo". Biologia e immaginario scientifico di Giorgio Bert Tra i ricercatori sono largamente diffusi due diversi punti di vista sul- la scienza: uno, più largamente criti- cato, è quello riduzionista, che ritie- ne di poter comprendere il "tutto" descrivendo accuratamente le "par- ti"; l'altro, forse più pericoloso perchè apparentemente liberal ed antidogmatico, parte dall'assunto della nostra infinita ignoranza per colmare questo presunto vuoto con le ipotesi più stravaganti e diverse. s> Per una nuova critica scientifica di Rita Levi Montatemi Il motivo del grande successo che ha ac- colto il poderoso volume The molecular bio- logy of the celi va ricercato nel fatto che gli autori hanno mantenuto fede agli intenti che si erano prefissi, e che delineano brevemente nella introduzione. Il libro, malgrado l'im- ponente mole di fatti e di informazione, non vuole essere un 'opera enciclopedica, ma una trattazione che serva di guida al giovane già iniziato e, allo stesso tempo, di consultazione per lo specialista in determinati settori della biologia che non necessariamente sia al cor- rente delle tecniche sempre più elaborate, og- gi in uso nei laboratori meglio attrezzati, e dei recenti risultati conseguiti con il loro sus- sidio. Dopo lo studio a livello genetico e mo- lecolare delle forme più semplici della vita, dai virus aiprocarioti, che ha avuto luogo nel- la prima metà del secolo ed ha raggiunto il climax con la delucidazione della struttura a doppia elica del Dna, scoperte non meno im- portanti stanno oggi sconvolgendo le nostre conoscenze dei principiipreposti alla funzio- ne delle cellule eucarioti, quali unità singole autosufficienti (protozoi e cellule in vitro) o partecipi, con altre centinaia di migliaia o mi- liardi di cellule, alla formazione di organismi pluricellulari. Tra i maggiori meriti dell'opera di questi sei autori, ognuno di alta fama nel suo settore di studi, vi è quello di aver messo in rilievo l'eleganza, l'economia e la fondamentale unità dei principii che presiedono alle molte- plici funzioni cellulari. Anche se finalità si- mili vengono proposte — e conseguite con successo — da articoli, che appaiono in riviste divulgative scientifiche di maggiore prestigio, nessun volume aveva, prima di questo, messo a disposizione dello studente e dell'iniziato un materiale così ricco per la competenza de- gli autori e la perfetta orchestrazione del regi- sta (ovviamente J.D. Watson), che conferisce al libro una mirabile unità di esposizione e di intenti. Pur rivolgendosi a un determinato settore di lettori già famigliari con l'argomen- to, il volume è destinato anche ad un pubbli- co più vasto, e in particolare a studiosi in campi scientifici limitrofi, che vi troveranno non soltanto un materiale estremamente in- teressante, ma anche un possibile incentivo per avventurarsi in questo settore di ricerca. Alle nuove reclute, che in periodi recenti af- fluiscono in numero sempre maggiore alle scienze biologiche dalla fisica e dalla chimica, e che portano, oltre all'entusiasmo del neofi- ta, anche nuove tecniche e strategie di ricerca, si debbono, in non piccola parte, i formidabi- li sviluppi che hanno avuto luogo in tutti i settori della biologia, da quello molecolare a quello cellulare. Per non parlare infine di quello che suscita in noi, non soltanto un for- te interesse scientifico, ma anche emotivo e che ha per oggetto lo studio della struttura e funzione del cervello. Sui risultati conseguiti (o sperati) in questo settore, che copre un im- menso panorama, dalla singola cellula nervo- sa all'organo in toto, al comportamento, si pubblicano in misura sempre maggiore opere divulgative, elogiate da critici più compiacen- ti che qualificati. All'eccellente volume dedi- cato alla biologia molecolare della cellula, mi auguro che faccia seguito, in un vicino futu- ro, un altro, altrettanto rigoroso, elaborato da esperti nella neurobiologia (che oggi, per una nuova moda invalsa, e soltanto in piccola par-