IN. 3 pag. 8 Marzo 1985 G. Bonfante L. Bonfante Lingua e cultura degli Etruschi Dalla collaborazione tra un linguista e un archeologo, un testo chiave per la comprensione del mondo etrusco. Lire 20.000 Pierre Vidal- Naquet Gli ebrei, la memoria, il presente La risposta di un grande studioso alle contraffazioni degli antisemiti. Lire 20.000 Gertrude Stein Sangue in sala da pranzo Un giallo "sui generis" della celebre scrittrice americana ammirata da Hemingway e . Picasso. Lire 8.000 Anton Cechov Opere volume 1-11 fiammifero svedese e altri racconti volume II - Ninofcka e altri racconti Lire 20.000 a volume Roland Jaccard Freud a cura di Mario Spinella Le tappe più significative della vita e dell'opera di una figura fondamentale della cultura del Novecento. Lire 8.500 Friedrich Nietzsche La gaia scienza a cura di Fabrizio Desideri I! libro che annuncia i motivi del più tardo pensiero nietzscheano. Lire 14.000 Àgnes Heller Le condizioni della morale "L'uomo giusto esiste; come è possibile?" Lire 5.000 Claudia Salaris Storia del futurismo Libri giornali manifesti Una folla di personaggi, eventi, pubblicazioni; l'avventura di una "avanguardia di massa". Lire 16.500 Ernest Barrington Biologia dell'ambiente Le conoscenze di base necessarie per una preparazione ecologica. Lire 22.000 Orniti Fancello Il cammino delle scienze I Dalie stelle alla vita II Dalle melecole all'uomo Lire 7.500 a volume N Editori Riuniti zxJ ficile è l'ipotesi che l'uomo si liberi . dalla "prigionia" del proprio piane- ta e si spinga ad esplorare lo spazio al di fuori del sistema solare. Su quest'ultimo punto Hoyle si dichia- ra fortemente pessimista portando argomenti convincenti che, final- mente, derivano direttamente dalla sua preparazione di astronomo. Cade di nuovo nell'approssimati- vo quando, negli ultimi capitoli, teorizza lo sviluppo e l'evoluzione della funzione nervosa e l'origine dell'intelligenza. Qui non si riesce più a seguire le sue elucubrazioni in cui si mescolano argomenti scientifi- deriva in fondo dalla vecchia idea dei pianeti che esplodono e proietta- no biomateriali nello spazio cosmico disseminando spore di vita. Questa "panspermia" risale alla fine del se- colo scorso. L'autore la rimugina ora e tende a rilanciare la teoria di un'origine diffusa e continua di bio- materiali che si formano ex novo nell'intero Universo. In altre parole, l'autore pensa senza confessarlo ad una sorta di continua creazione. Perché non ammettere aperta- mente che l'intelligenza dell'Uni- verso si identifica con il concetto di Dio? In fondo la scienza ha ormai superato i piccoli dettagli dell'evolu- zione della vita sulla Terra rifiutan- Come si vive il mondo della vita di Angelo Di Carlo L. BINSWANGER, Per un'antro- pologia fenomenologica, Feltri- nelli, Milano 1984, pp. VII - 386, Lit. 35.000. Critica alla critica G.P. Lombardo e F. Fiorelli, Binswanger e Freud: malattia mentale e teoria della perso- nalità, Boringhieri, Torino 1984, pp. VII-171, Lit. 19.000. In quest'opera che ha al suo centro il con- fronto critico tra le concezioni psicopatologi- che di Binswanger e di Freud, gli autori pre- sentano nei capitoli iniziali il pensiero di Bin- swanger e lo collocano all'interno di una sto- ria culturale che è quella della psichiatria fe- nomenologica. Tema del libro è, in primo luogo, la critica di Binswanger alla teoria psi- coanalitica freudiana, ma l'analisi di questa critica è per gli autori il punto d'avvio per condurre (dall'interno dell'opera di Freud) una lunga riflessione sullo statuto epistemo- logico del discorso psicoanalitico. La critica di Binswanger è centrata in par- ticolare sull'idea che esista, nel pensiero di Freud, una frattura teoria-prassi, per cui ad una teoria della mente di stampo biologistico e di matrice naturalistico-positivistica, si con- trapporrebbe una prassi terapeutica fondata sulla relazione psicologica medico-paziente, su una ermeneutica del vissuto e della comu- nicazione umana. Le pagine di Lombardo e Fiorelli intendono chiarire Terrore di fondo di questa critica, sottolineando giustamente come, in tutta l'opera freudiana, teoria e prassi convergano piuttosto nella "centralità del modello psicologico ". Una lettura di que- sto modello fa emergere dal suo interno le va- lenze psicodinamiche, fantasmatiche, rela- zionali, che sono il tessuto vivo della svolta epistemologica costituita dal pensiero psico- analitico. La teorizzazione freudiana del sintomo, del transfert; della relazione d'oggetto, per esemplificare, si costituisce in realtà come modello psicologico radicalmente nuovo di interpretazione della vita mentale e quale fondamento del lavoro terapeutico. Freud è infatti, osservano gli autori, colui che "ha mutato radicalmente lo statuto epistemologi- co delle scienze dello psichico", mentre la precedente tradizione psichiatrica aveva ri- dotto l'attività psichica "a mero fenomeno dell'attività neuro-fisiologica e biologica", Freud è colui che "ha spezzato questa tradi- zione costituendo una scienza dello psichico in quanto tale" (p. 125). Ed è per questa scienza dello psichico e non per la sola prassi terapeutica, che la psicoanalisi si costituisce nel nostro tempo come ripensamento radicale delle teorie della personalità e come modello interpretativo della malattia mentale. (a.d.c.) A ci e fideistici in un unicum inestrica- bile molto lontano da ogni serio di- scorso scientifico. Ho letto con interesse questo libro di Fred Hoyle che seguo da sempre nei suoi articoli sul settimanale scientifico inglese "Nature" e del quale lessi circa vent'anni fa il ro- manzo di fantascienza La nuvola ne- ra, premonitore in fondo delle sue odierne teorie. Mi sono imposto alla prima pagina di non avete precon- cetti sull'origine della vita ma devo dite che le idee di Hoyle sull'origine cosmica non mi hanno affatto con- vinto e ritengo tuttora più fondata l'ipotesi del caldo "brodo primor- diale", anche in assenza di prove di- rette. C'è un punto che merita una di- scussione approfondita. Con un po' di ipocrisia Fred Hoyle contrabban- da ad ogni pagina l'idea di un Dio creatore sebbene ad essa si riferisca indirettamente con punti interroga- tivi o con il termine "intelligenza" che si ritrova nel titolo stesso del li- bro. Questa teoria cosmica della vita do il creazionismo nel senso stretta- mente biblico del termine ed accet- tando invece meccanismi evolutivi continui. Rimane un fatto di pura scelta personale pensare che l'Uni- verso si identifichi con un ente su- premo che sta al di là delle possibi- lità di verifica sperimentale. Hoyle pare proporre un concetto fideistico di questo tipo ma non osa, forse per la sua formazione scientifica, am- metterlo apertamente. E un peccato perché forse attirerebbe più simpatia anche alle sue teorizzazioni più det- tagliate. Un'ultima parola. A chi si dirige questo libro? Non certo alla comu- nità scientifica perché in molti punti appare francamente divulgativo. Non ai lettori completamente digiu- ni di scienza perché in alcuni punti richiede conoscenze scientifiche non alla portata di tutti. L'abbondanza di illustrazioni a colori lo indirizza alla categoria dei libri strenna: chissà quanti lo leggeranno analizzando realmente i concetti che contiene? □ Questi scritti, apparsi in un arco di tempo che va dal 1920 al 1936, hanno un posto importante nel complesso dell'opera binswangeria- na. Pubblicati in Italia per la prima volta nel 1970 (a cura di F. Giacanel- li) vengono ora riediti da Feltrinelli con una nuova e interessante intro- duzione di Umberto Galimberti che li colloca, e ci invita a leggerli, nel contesto più ampio della Daseinsa- nalyse e delle filosofie dell'esistenza. Il ripensamento delle categorie di malattia e salute mentale, la ricerca intorno a ciò che può significare ap- proccio terapeutico alla sofferenza psichica, sono certamente parte non secondaria del momento culturale che attraversiamo. Binswanger muove da una do- manda che investe lo statuto stesso della psichiatria e della pratica psico- terapeutica. Egli si chiede cosa signi- fichi curate la sofferenza mentale, quale sia il punto di forza del lavoro terapeutico. Alla base di ogni com- prensione psicologica e di ogni pos- sibile terapia, sono alcune categorie strutturali della esistenza umana, quelle che conferiscono senso all'es- serci dell'uomo, che connotano l'esistenza nei suoi significati più profondi: l'essere nel mondo, l'esse- re con gli altri, l'essere per gli altri. Nel linguaggio fenomenologico bin- swangeriano comprendere l'altro si- gnifica comprendere i modi in cui un uomo vive il mondo della vita, i modi di "essere-nel-mondo", signi- fica cogliere l'altro come esistenza e come progetto. E dunque nei pro- getti di vita, nei modi di vivere e sentire il tempo, lo spazio, gli altri, che si può cogliere il senso di una esistenza, la ricchezza di una presen- za o il suo rarefarsi e impoverirsi. Il terapeuta è allora colui che "ha a che fare con l'esistenza umana"; se que- sto è il suo terreno, osserva Binswan- ger, le dottrine psichiatriche di tipo organicistico, che fanno riferimento ad un modello medico-biologico di lettura della malattia mentale, per- dono di vista il veto senso del lavore terapeutico: il valore della presenza, della comunicazione umana. La polemica di Binswanger è evi- dentemente quella di un fenomeno- logo contro la tradizione tardopositi- vistica in psichiatria, ma se questo è un aspetto significativo della sua opera, l'area di maggiore interesse mi sembra essere, particolarmente in questi scritti, quella dell'incontro- scontro con Freud e la psicoanalisi. In chiave di teoria della natura uma- na Binswanger polemizza, come è noto, con Freud, per quelli che egli ritiene gli aspetti naturalistici della dottrina psicoanalitica. Ma, al di là di questa polemica e malgrado i li- miti evidenti della critica a Freud, a Binswanger non sfugge il carattere radicalmente innovativo e lo spesso- re ermeneutico dell'approccio psi- coanalitico. La prassi terapeutica psi- coanalitica è infatti il terreno ideale per ripensare il grande tema del ver- ste ben, della comprensione dell'al- tro. La comprensione dell'altro, ci dice Binswanger, passa attraverso un sentire-intuire l'altro come presen- za, come unità dei vissuti, come connessione di senso. La pratica psi- coterapeutica impara così dalla psi- coanalisi che la terapia della mente è arte ermeneutica, un'arte della in- terpretazione-comprensione o, se si vuole, una scienza del significato. Ma una scienza del significato non può che muovere, nella prassi tera- peutica, da una relazione comunica- tiva tra due esistenze, quella del me- dico e del suo paziente: sono infatti i modi di questa comunicazione, i modi profondi dell'incontro e dell'ascolto che rendono possibile la connessione di senso in quello che possiamo definire il linguaggio delle emozioni. La presenza da accogliere nella re- lazione terapeutica è allora "la storia interiore della persona"; è questo lo spazio proprio della comprensione- terapia. Mentre la malattia è fram- mentazione, impoverimento e per- dita di senso, la terapia è ricostitu- zione del senso e dell'unità di un in- sieme di vissuti, è ricostituzione di una "storia della vita interiore". Nella riflessione binswangeriana i due compiti, il compito terapeutico e la riflessione sul significato dell'esistenza sono unico momento. La suggestione di questi scritti di Binswanger è nei temi che siamo ve- nuti brevemente delineando e in cui la ricerca psichiatrica si alimenta del- la meditazione e del linguaggio di una antropologia filosofica di matri- ce husserliano-heideggeriana. Alcu- ni di questi scritti possono certamen- te apparire datati. Tuttavia, leggen- doli, l'antropologia fenomenologica di Binswanger ci appare attualissi- ma, per quel suo essere luogo di in- contro di saperi diversi, per la forza con cui introduce riflessione episte- mologica e spessore filosofico nella ricerca psicologica e psicoanalitica contemporanea.