N. 1 pag. 37 ■■■ libri di Testo di Roberta De Donatis n. w. Henry, d.l. Moody, R.S. puddephat, Chimica, Loe-scher, Torino 1981, ed. orig. 1975, trad. dall'inglese e adattamento di R. Freddi, pp. 253, Lit. 24.500. Il testo, di autori australiani, è uno dei tanti manuali tradotti dall'inglese sul mercato italiano. Si è subito colpiti dalla notevole dimensione del formato (cm. 23 x 30), piuttosto originale. La grande pagina, con testo distribuito su due colonne, ricchissima di figure, fotografie e tabelle, ha una grafica attraente. Gli abbondanti riquadri con annotazioni storiche, corredati di immagini di scienziati illustri, tendono correttamente a sottolineare il processo evolutivo e il continuo divenire delle acquisizioni chimiche. Per ciò che riguarda la leggibilità del testo, va apprezzata la scorrevolezza del discorso che ricorre per lo più ad una struttura sintattica costituita da frasi brevi, con legami logici chiari e frequenti. A questo si aggiunga che il lessico specialistico è introdotto e spiegato sempre in modo esplicito. L'esposizione tuttavia risulta a volte troppo scarna, con scarso ricorso ad esempi e analogie e pochi rimandi interni; i nuovi concetti presentati, anche quelli più difficili, sono raramente ripresi e non ci si sofferma a chiarirli più di una volta. L'essenzialità del linguaggio finisce quindi per essere la caratteristica principale di questo testo che, soprattutto in alcune parti (per esempio, nel capitolo su Acidi e Basi), presenta una trattazione per punti assai schematica. Mentre ciò ne fa un'opera di rapida e facile consultazione, che contiene tutte le nozioni fondamentali, presentate secondo una precisa gerarchia, è difficile immaginare come uno studente, agli inizi dello studio della chimica, possa padroneggiare un discorso così denso di concetti senza una guida puntuale. Decisamente ricco è l'apparato dedicato alla verifica della comprensione della materia trattata: alla fine di ogni capitolo si trova infatti una serie di domande ed esercizi riassuntivi, ai quali seguono dei test. Ci pare discutibile invece l'inserimento di ulteriori esercizi all'interno del discorso, spesso parte integrante della trattazione, in quanto se non svolti impediscono di andare avanti nel discorso. Ciò conferma che la presenza assidua e puntuale dell'insegnante è indispensabile. Riguardo alla scelta dei contenuti, l'opera risulta ampia e articolata nella parte di Chimica Generale e Inorganica (che abbraccia 18 capitoli su 20) e per il settore sperimentale e di laboratorio (buono il capitolo sull'Analisi quantitativa). La chimica organica, cui è riservato il restante capitolo, è quasi dimenticata. Una scelta discutibile, che lo accomuna a molti altri testi recenti. Per concludere dunque, il testo per molti versi agevole, presenta a nostro avviso un carico concettuale piuttosto elevato, un discorso tecnico sempre molto serrato che dovrebbe dare buoni risultati se affiancato da un insegnante disposto a chiarirlo, o meglio, a fornire la ridondanza concettuale di cui manca. □ di Margherita Mussa Antonelli M. Lewis, W. Waller, La chimica: fatti e idee, Zanichelli, Bologna 1984, ed. orig. 1980, pp. 406, Lit. 14.000. Il libro, uno degli ultimi usciti, segue le più aggiornate tendenze didattiche che vogliono portare lo stu- Per concludere La misura di leggibilità di un testo non ha un valore assoluto ma relativo, in funzione delle conoscenze del lettore. Di solito, quanto più si conosce un dato argomento tanto meglio e più velocemente si è in grado di elaborare nuove conoscenze. Ed è vero anche che l'elaborazione dei dati è più lenta e faticosa allorché si affronta un argomento per la prima volta. Si tratta di una considerazione ricca di implicazioni pedagogiche, che non può essere ignorata quando si propone l'adozione di un manuale scolastico. In base a quanto abbiamo osservato nell'analisi dei libri di testo, le condizioni di leggibilità variano soprattutto secondo l'approccio metodologico scelto. Schematizzando molto, abbiamo trovato fondamentalmente due modi diversi di trasmettere le conoscenze e di introdurre gli strumenti teorici della chimica nei manuali. Il primo, definitorio-astratto, si caratterizza per la mancanza di giustificazioni empiriche degli assiomi di base, per un linguaggio prevalentemente astratto e per una scarsa sensibilità verso il destinatario-studente: l'autore pone tra sé e chi legge la barriera delle conoscenze, per superare la quale al lettore non competente altro non resta se non cercare di memorizzare stringhe inerti di parole invece che significati. L'altro, ipotetico-deduttivo, cerca di guidare lo studente passo per passo alla formulazione delle ipotesi (assiomi) mediante il ricorso ad accorgimenti, linguistici e non, che aiutino a mantenere alta l'attenzione e a coinvolgere il lettore: per esempio, mediante il ricorso ai dati dell'esperienza, le riprese frequenti dell'argomento, l'uso di frasi brevi, ecc. L'una o l'altra matrice può dominare il manuale ad essere individuabile ad ogni pagina, ma è più frequente un approccio misto, come è documentato nei volumi qui recensiti. Anche le scelte linguistiche sono per lo più determinate dall'approccio scelto. Al linguaggio per lo più astratto e ricco di nomina-lizzazioni dei manuali del primo tipo si contrappone in quelli del secondo tipo un discorrere piano, dove l'autore fa spesso sentire, in modo più o meno scoperto, la sua presenza di guida, per esempio segnalando con articola-tori i nessi che favoriscono la ricostruzione della rete dei significati o esplicitando le azioni comunicative: se si sta facendo un 'ipotesi, un 'esemplificazione o una deduzione. A conclusione di questa breve rassegna possiamo dire che prevalgono ancora sul mercato italiano manuali fortemente influenzati dal primo approccio, ma che si registra una inversione di tendenza, soprattutto grazie all'immissione di testi stranieri, per lo più tradotti dall'inglese, dove il problema dell'accessibilità dei concetti è tenuto costantemente presente. (g-P) dente ad impadronirsi dei concetti partendo da esperienze non compiute in laboratori specializzati, ma dallo studente, quotidianamente, o comunque facilmente eseguibili. Per raggiungere questo scopo gli autori suddividono ogni argomento in due parti: i fatti e la teoria; con i primi presentano semplici esperienze dalle quali astrarre e formulare la teoria generale. Il tutto è svolto con semplicità e chiarezza: la sintassi è lineare, con scarso ricorso alla subordinazione; i concetti presentati sono introdotti passo per passo secondo schemi logici sempre assai precisi. È positivo che gli autori ricorrano ad analogie tolte dal mondo espe-rienziale dello studente e che, per mantenere il contatto con il lettore, intervallino ogni tanto il discorso con interrogativi, subito spiegati. Probabilmente per non rinunciare ad anteporre alla teoria i fatti, laddove è complicato trovare esperienze facilmente realizzabili, gli autori preferiscono non svolgere l'argomento, per esempio, nel caso degli orbitali e dei numeri quantici nel capitolo sulla struttura dell'atomo. Ciò comporta, inoltre, che quando essi spiegano il legame chimico e le proprietà periodiche degli elementi usando la "teoria della stratificazione degli elettroni" siano costretti ad esemplificazioni artificiose. Il testo lascia molto spazio alla descrizione degli elementi: addirittura la chimica organica è condensata nel capitolo dedicato al carbonio, il che, purtroppo, sacrifica eccessivamente il discorso; inoltre la densità delle informazioni lo rende poco agevole per alunni che affrontino per la prima volta l'argomento. La chiarezza espositiva è agevolata dalla presenza di tabelle, disegni e grafici strettamente collegati con il discorso: sovente il commento alle illustrazioni è parte integrante del testo. Una serie di esercizi, sotto forma sia di domande che di problemi, nonché il sommario alla fine di ogni capitolo, aiutano il fissaggio dei concetti. In conclusione, gli aspetti positivi del libro sono decisamente prevalenti; l'insegnante dovrà però adattarsi alle scelte fatte dagli autori. Infatti il testo rivaluta l'autonomia della chimica rispetto alla fisica e alla matematica evitando argomenti che siano strettamente collegati con esse e, inoltre, concede poco spazio allo svolgimento della chimica organica. □ Iniziative Promozionali Espositive e Di Marketing In Italia e All'Estero promark AZIONISTI Regione Piemonte Provincia di Tbrino Cassa di Risparmio Istituto Rancano San Paolo E SAP TO-Esposiziopi COLLEGIO SINDACALE Presidente: Giovanni Renato Pitet Giustino Rello Fianco Candusso Giovanna Firpo in Borelli Guido fterreri Direttore Generale Andrea Francone -CALENDARIO MANIFESTAZIONI FIERISTICHE ORGANIZZATE DALLA PROMARK S p A.- AL PALAZZO DEL LAVORO DI TORINO NEL 1985 2aIDEA SPOSA • 2 - 10 Febbraio 10a FIERA DI PRIMAVERA Novità per la casa e il tempo libero • 23 Febbraio - 10 Marzo 3a MOSTRA MERCATO DELL'ANTIQUARIATO «12-28 Aprile SPONSORING AND ADVERTISING PEOPLE 1° Salone della Pubblicità «7-16 Giugno 2aAUTOMODA SHOW Automobili, moda e spettacoli «15-23 Giugno 10aFIERA D'AUTUNNO Novità per la casa ed il tempo libero -5-20 Ottobre 2a NATURA E SALUTE Mostra mercato del vivere sano «9-17 Novembre 5a MILLE IDEE PER UN DONO Mostra mercato del regalo «7-22 Dicembre organi societari Presidente: Fernando Vera Vice-Presidenti: Mario lamini Antonio Visone Consiglio di Amministrazione Carlo Rertolotti Alberto Contratto Giuseppe Di Claudio Roberto Ercole Roberto Gavazzi Enrico Luzzati Carlo Migliano Giancarlo Stoppini Carlo Taverna Vittorio Tbrre Giuseppe Alberto Zunino PROMARK s.p.a. - Sede: Tbrino - Corso Traiano, 84 - Ibi. 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