N.8 pag. 47 mumgmgBm/m^^m^^mmam Lettere Suppongo d'aver diritto a una breve replica (che, forse, sarebbe stato meglio fosse contestuale) alle precisazioni che K.S. Karol ha creduto di dover fare alla recensione del suo libro, su questo giornale. A me pare (era parso) che Solik fosse strutturalmente un libro pluri-linguistico, per via delle esperienze incrociate in diversi contesti linguistico-culturali: e che le molte inesattezze dell'edizione italiana (da me addebitate essenzialmente alla traduzione) facessero torto a tale peculiarità, in particolare facendo apparire una "russiti posticcia". Karol nega sostanzialmente questa dimensione del suo libro, assume su di sé come autore la gran parte delle imprecisioni (senza peraltro poter negare quelle aggiuntevi dalla traduzione), e sostiene che "se indulge a qualche espressione russa, è soltanto per il colore". Se lo dice lui, bisogna crederlo; comunque, essendo la conclusione pressoché coincidente (posticcio - color locale), l'unica divergenza d'opinioni, legittima, è che egli ritiene non rilevante quel che a me continua a parete addirittura essenziale. In quest'ottica, però, perché affannarsi a sostenere (a memoria) che un fucile sia "storto", quando è agevole verificare che è "altrui"? In altri termini, non vedo il senso di impugnare tre casi esemplificativi (su una dozzina riportati, tra i molti segnati alla lettura), col risultato d'avere parzialmente ragione in uno (la sigla del partito comunista polacco) e negli altri no, mentre si sostiene contestualmente che queste cose sono marginali, poco rilevanti, e che — in definitiva — "non dovrebbero infastidire gran che". Cesare G. De Michelis A. Effettivamente il partito polacco,sciolto nel 1938, si chiamava in sigla KPP, e non PPK come erroneamente lascio intendere nella recensione. Tuttavia l'equivoco mio non nasce per interferenza con la sigla del partito socialista, bensì con quello operaio (PPR), suo successore dal 1942, derivato dal partito "comunista operaio" fondato nel 1918. KPP si chiamò solo dal 1925, e la variante dell'ordine delle iniziali deriva dal fatto che non era "polacco", ma "di Polonia" (tipo Pc d'I): non c'entra la preminenza del "comunista", c'entra la sintassi. Quanto rilevavo rimane però in piedi, perché il partito comunista sovietico di cui trattasi "poco sopra" (p. 27) non è quello della gioventù di Solik (VKPb), ma quel- lo di Breznev: KPSS, e non Pcus. Che, appunto, è "giornalese". B. Non conosco nessun "suono alfabetico", ho semmai a che fare con grafemi versus fonemi. Non conoscerò come Solik il linguaggio popolare russo (sebbene un paio d'annate le abbia passate anch'io all'Università di Mosca), ma l'aggettivo 'sisa-tyj' (come borodatyj, da borodà), o viene da enea. ,o da mina . Come da fotocopia allegata, secondo il Dal' il primo sostantivo esiste, il secondo no. Il fatto che da qualche parte, per corruzione, la C venga pronunciata come ri , non fa una piega; ma da questo non si può ragionevolmente sostenere — per esempio e per analogia — che in italiano si debba scrivere bona e non borsa. Il fatto che Karol mi faccia sostenere che sisa (russo) derivi da sisa (romanesco), è un vecchio e screditato procedimento oppositivo, di far sostenere all'interlocutore cose che non ha detto, per poi smentirle. La parola sarà volgare, ma — in russo come in romanesco — nasce da un'onomatopea infantile: e per questo, ahimé, m'ero permesso di citare a raffronto quella nostrana. C. Il testo di Simonov (che per mia fortuna nessuno mi ha costretto a imparare a memoria, e che dunque cito dall'edizione a stampa; cfr. fotocopia) recita — usando ampia- mente nel corso di tutta la composizione il classico procedimento della ripetizione — "Za cuzoj spinoj ne sidjat, / iz cuàoj vintovki ne mstjat", cioè "non ci si mette dietro le spalle altrui, / non ci si vendica con un fucile altrui". D. (P.S.) Il problema non è che Solik sapesse o no quel che significava la sigla ma che nell'edizione italiana del libro di Karol se ne parli, alla francese, come di "pepechas". Si davano tre possibili rese (sempre meglio se accompagnate dalla spiegazione): PP§ , " Pepescià ", PePeSà. A patto, naturalmente, d'uniformare al criterio seguito qui, tutte le altre rese. msmusam ■■■■■HH Comitato di redazione Piergiorgio Battaggia, Gian Luigi Beccaria, Riccardo Bello fiore, Giorgio Bert, Eliana Bouchard (segretaria di redazione), Loris Campetti (redattore capo), Franco Carlini, Cesare Cases, Enrico Castelnuovo, Alberto Conte, Lidia De Federicis, Franco Ferraresi, Delia Frigessi, Claudio Gorlier, Filippo Maone (direttore responsabile), Diego Marconi, Franco Marenco, Luigi Mazza, Gian Giacomo Migone (direttore), Enrica Pagella, Cesare Piandola, Tullio Regge, Marco Revelli, Fabrizio Rondolino, Gianni Rondolino, Franco Rositi, Lore Terracini, Gian Luigi Vaccarino, Anna Viacava ||| Disegni Tullio Pericoli Progetto grafico Agenzia Pirella Gòttsche Art director Enrico Radaelli Ricerca iconografica Alessio Crea Pubblicità Emanuela Merli Redazione Via Giolitti 40, 10123 Torino, telefono 011-835809 Sede di Roma Via Romei27, 00136 Roma, telefono 06-3595570 Editrice "L'Indice - Coop. ar.l. 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