n s riNDICF ™38 ■ dei libri del meseBì Tutti all'opera II flauto magico di W.A. Mozart, Edizioni del Teatro alla Scala-Oscar Mondadori, Milano 1985, pp. 160, Lit. 18.000. E il decimo titolo di una collana dedicata, a partire dalla stagione '83/'84, ai "programmi di sala" scaligeri. Anzi: "cataloghi", come si definiscono, con termine ancor più arbitrario, queste pubblicazioni che, redatte interamente a cura delle Edizioni del Teatro alla Scala, escono in un primo tempo per la sola distribuzione e vendita al pubblico presso il teatro; in un secondo tempo, arricchite di una documentazione fotografica sullo spettacolo, in coedizione Mondadori-Scala, per la distribuzione nelle librerie. Accurate ed eleganti nella veste editoriale — non piccolo pregio è la composizione a riga libera — queste pubblicazioni scorrono agevolmente fra le molte- Webern, cento anni e (capovolgendo il volume) La scelta trasgressiva, La Biennale-ERI, Venezia 1983, pp- 159 e pp. 57, Lit. 24.000. Luigi Nono, Verso Prometeo (a cura di Massimo Cacciari), La Biennale-Ricordi, Milano 1984, pp. 80-XII, Lit. 15.000. Altre due pubblicazioni singolari plici seduzioni del teatro per musica, riconducendo lo spettatore-lettore attraverso i vari piani della ricerca che ha reso possibile la realizzazione dello spettacolo. Questo Flauto magico, per esempio, si apre con una riproduzione del programma di sala, corredato con figurini attrezzi e scenari di casta raffinatezza neoclassica, della prima rappresentazione dell'opera alla Scala nel 1816. Alla quale, ci avverte Silvestro Savergnini in un articolo attento non solo al costume, prestò attenzione solo il "Corriere delle Dame", settimanale, guarda caso, "decisamente reazionario ed austriacante". Sul terreno della riflessione musicologica, Francesco Degrada, in un saggio equilibrato ed essenziale sull'opera, polemizza con chi attribuisce troppa importanza alle fonti, dirette o mediate, presunte o reali, del libretto. Per quanto marginali, queste indicazioni hanno però un loro indiscutibile che testimoniano ancora una volta la molteplicità di forme che assume il "programma di sala" e la varietà di collaborazioni editoriali che ne rendono possibile la pubblicazione e soprattutto la distribuzione in libreria. La prima è il "catalogo" (l'uso di questo termine in riferimento alla programmazione di un festival è giustificato) del Festival Internazionale di Musica Contemporanea 1983. L'ipotesi del festival era di ri- di Osiride Barolo sapore, come ben sa I.A. Chiusano che, subito dopo, le utilizza, tratteggiando un affettuoso ritratto di Schikaneder, per restituirgli una dignità a lungo negata. Questa ed altre presenze rendono interamente godibile questa pubblicazione, alla quale vanno tuttavia contestate la mancanza di indicazioni bibliografiche e l'inspiegabile soppressione, nell'originale tedesco, delle parti recitate che invece figurano nella versione italiana del libretto. Luciano Berio (a cura di), Mu-sicacittà, Laterza, Bari 1984, pp. 223, Lit. 20.000. Il libro fa parte della collana Misure, spazio un po' ambiguo del ca- pensare Webern alla luce delle esperienze musicali più recenti e, a questo scopo, il centro di interesse principale era l'esecuzione integrale dell'opera weberniana. Perciò nel catalogo, ispirato a criteri rigorosamente musicologici — nessuno spazio nonché alla pubblicità commerciale, neppure all'agiografia degli interpreti — il posto centrale è occupato da un bel saggio di Paolo Pe-tazzi, Introduzione a Webern, una quarantina di densissime pagine, in cui una estremamente attenta lettura delie singole opere di Webern è, dove possibile, convalidata da passi desunti dall'epistolario del compositore. L'altra faccia del catalogo — il festival apriva uno spazio anche alla riflessione sulla popular music — dedicata, se vogliamo, alle nuove prospettive della musicologia popular, presenta un saggio sui Sistemi musicali in tempo reale, di Alvise Vidolin che, nel secondo volume considerato in questa scheda firma il saggio Interazioni con il mezzo elettronico: si tratta di un saggio molto acuto in cui, accanto alle informazioni tecniche, si prospettano tutte le possibilità che si aprono al musicista di accedere ad una più ampia coscienza dei suoni, attraverso un determinato uso dei sistemi computazionali. Le esperienze, insomma, da cui scaturisce l'opera, il Prometeo di Nono, di cui questo libro rappresenta, in un certo senso, la cronaca, momento per momento, delle fasi creative. E uno di quei "programmi di sala" che abbiamo definito di valore talogo di Laterza con pochi titoli di opere non attribuibili ad un genere editoriale ben codificato. Del resto si tratta di un libro legato ad una circostanza, il Maggio Musicale Fiorentino del 1984; pubblicato in collaborazione con un teatro, il Comunale di Firenze, e quindi già per questo un po' sperimentale; sponsorizzato da una banca, la C. Steinhauslin & C. di Firenze. Se a ciò si aggiunge che non è neppure un "programma di sala" si capisce come sia difficile collocarlo ragionevolmente. Si tratta di una sorta di guida al quarantaset-tesimo Maggio Musicale Fiorentino, che ebbe come direttore artistico Luciano Berio, curatore anche di questo libro. Di Berio, cui si deve la scelta dell'argomento e dell'autore di ogni saggio, questo libro esprime la grinta imprenditiva, la curiosità per i percorsi intellettuali inusitati, l'amore per la polemica. Perciò, tan- insostituibile. E poi, in realtà, anomalia fra le anomalie, fra i "programmi di sala" che un editore trasforma in libro, questo ha seguito, mediante l'aggiunta delle dodici pagine iniziali, facilmente rimovibili, il cammino inverso. Vincenzo Bellini, Norma (a cura di Carlo Farmentola), UTET-Teatro Regio, Torino 1984, pp. 182, Lit. 5.000. Non è un "programma di sala", ma potrebbe assolverne ie funzioni se corredato di una locandina e di uno di quegli opuscoletti elegantemente e sommessamente bigiognoli, ricchissimi di notizie utili ad una buona fruizione dello spettacolo che il Teatro Regio di Torino distribuisce da sempre gratuitamente agli spettatori. Trentacinque pagine di questo libro sono occupate dal libretto di Felice Romani. Il resto è apparato critico di qualità tanto elevata che meriterebbe una recensione e non una scheda. Il saggio di Parmentola si divide in due parti, nella prima delle quali l'opera di Bellini viene collocata nell'ambito della cultura del suo tempo, cultura in senso lato e cultura musicale, per ricostruire le coordi- to per cominciare, non può mancare nella bibliografia di chi intenda occuparsi di questo compositore, tanto più che questa è anche un'opera densa di indicazioni sugli "umori" della odierna cultura musicale. Fra i saggi, a parte quelli di Mila e di Fedele d'Amico che conducono, peraltro da par loro, la lettura di un'opera famosa, rispettivamente Fidelio e Rigoletto, molti colgono spunto dalle opere presentate al Festival per aprire un discorso, affrontare un tema, accendere una polemica che supera sempre la circostanza. Cito, senza priorità di merito, il saggio di Guido Turchi su Hinde-mith; quello di Piero Rattalino sull'interpretazione della Sonata op. 27 n. 2, Al chiaro di luna, di Beethoven; Appunti..., un commento alle note di programma stese dai compositori stessi, di Bruno Canino; Note alle note a Mahagonny di Edoardo Sanguineti. nate da cui scaturisce un modo di meiodizzare ed un tipo di drammaturgia; nella seconda, Parmentola conduce l'analisi dell'opera, sottolineando i rapporti esistenti fra struttura musicale e struttura scenica e drammaturgica. Il libro presenta poi, in appendice, due dottissimi saggi: La vocalità di "Norma", di Rodolfo Celletti e Un'opera per • "primedonne ", di Giorgio Gualerzi. Questo libro fa parte di una collana di libretti d'opera, diretta da Alberto Basso. I libretti pubblicati sono otto e sono quelli delle opere che figurano nel cartellone delle due prime stagioni del Regio, dopo la ricostruzione del teatro. Questo rappresenta uno dei casi più interessanti di collaborazione fra un teatro ed un editore, soprattutto per il livello delle pubblicazioni. I musicologi che hanno curato queste edizioni, da Mila a Rognoni, da Restagno ad Isotta, tutti sanno quanto valgono. E l'aver scelto, piuttosto di un altro, il libretto curato da Parmentola è cosa che attiene ad un sentimento di rimpianto per aver perduto per sempre il contributo alla conoscenza che questo critico dava, operando nella sua città, dalle pagine del suo giornale. Gli eleganti volumetti di questa collana sono ancora tutti nel catalogo della UTET, ma, stranamente, non si vedono circolare. Quando invece sarebbe forse bene riprendere il discorso, abbandonato, chissà perché, dopo due soli anni di pubblicazioni. •mmmi Uno spazio non trascurabile ma, per così dire, anomalo e poco codificabile della produzione editoriale, è coperto dalle pubblicazioni che fanno capo ai teatri lirici, enti o di tradizione; a festivals; a istituzioni e società musicali. Fanno parte di questa produzione in primo luogo quelle pubblicazioni, comunemente e restrittivamente definite "programmi di sala". Destinate all'uso del pubblico, comprendono, oltre alle indicazioni relative al calendario ed agli interpreti delle manifestazioni, materiali informativi che in tempi relativamente recenti, e coincidenti con l'accresciuto interesse per la musica, hanno assunto la consistenza e l'autorità proprie dei saggi musicologici di livello medio-alto e conferito al "programma di sala " la dimensione del libro, spesso dì notevole importanza bibliografica. A confermare questa vocazione del "programma di sala " — già opuscolo corredato di note informative a partire dalla seconda metà del secolo scorso — a trasformarsi in un libro non indegno della biblioteca della persona colta e persino dello studioso specializzato, si affermano, ormai da qualche anno, varie forme di coproduzione fra istituzioni musicali e case editrici. Spesso molto interessanti e di notevole livello, sono poi le pubblicazioni occasionate da iniziative collaterali e secondarie rispetto alla normale produzione di spettacoli. Un paio di rapide citazioni. Delle Edizioni del Teatro alla Scala, Giuseppe Verdi - Giulio Ricordi, Corrispondenza e immagini 1881-1890, a cura di Franca Cella e Pierluigi Pietroboni, catalogo della mostra tenuta nel 1981 nel teatro milanese, pubblica — e già solo per questo è degno di attenzione particolare — 74 lettere inedite di Verdi, parte dì un gruppo di documenti verdiani acquisiti nel giugno 1980 dallo Stato. Della Regione Piemonte, Collana Atti di Convegni e Seminari, Musica, società e cultura raccoglie le conferenze tenute al Teatro Regio di Torino, nel corso di un quinquennio dì seminari e concerti, su progetto a cura dì Enrico Eubini, con la collaborazione di Piero Robba e Ugo Sandroni del Regio. Si tratta del documento estremamente interessante di una attività culturale che, soprattutto perché dovuta ad un teatro, assume carattere di eccezionalità per il suo largo respiro. Ma è difficile da reperire, come tutte le pubblicazioni di questo tipo. Tranne quelle che sono state assunte da un editore. Peccato, perché ne consegue che persino dalle biblioteche musicali vengono acquisite in modo occasionale e casuale. Varia e complessa è la tipologìa dei "programmi di sala" e contribuiscono a definirla elementi che spesso confermano l'immagine pubblica oppure esprimono le linee di tendenza delle scelte di un teatro o di un 'altra istituzione musicale. Più intrinsecamente riferibili alle scelte culturali delle redazioni, la presenza (o l'assenza) dei testi letterari e dei libretti, per le opere vocali; l'attenzione particolare, per le opere liriche, all'allestimento oppure un interesse maggiormente orientato sugli aspetti musicali. E, infine, il prezzo. Qualche esempio relativo alle stagioni d'opera. Teatro alla Scala: lire 15-18.000 per il programma, editorialmente ineccepibile e corredato di libretto, per ogni singola manifestazione. Teatro Regio di Torino: lire 6.000 per il programma dell'intera stagione, non corredato di libretti, edizione attentissima alla competenza dei redattori dei saggi. Rossini Opera Eestivai: lire 5-6.000, un programma di sala per opera, saggi musicologici di livello molto alto.