n 9 [INDICE p^-52/xn ^■□El LIBRI DEL MESEBB Arte - Disegno Annamaria Petrioli Tofani, Inventario, I. Disegni esposti, Olschki, Firenze 1986, voi. I, pp. 380, i due voli. Lit. 240.000. Primo di una serie che intende far conoscere l'intero patrimonio grafi- co della raccolta del Gabinetto Dise- gni e Stampe degli Uffizi (il secondo volume dei "Disegni esposti" è previ- sto entro la fine dell'anno), il catalo- go presenta la schedatura dei primi 899 disegni della categoria "Esposti", fornendo di ciascun disegno il nume- ro di Inventario, l'autore, il soggetto, le misure, i dati tecnici, le scritte, le filigrane, i timbri di collezione, le ri- produzioni a stampa, gli inventari e cataloghi, gli spostamenti nella colle- zione, le mostre, le riproduzioni fo- tografiche. Una schedatura sistemati- ca del genere, comprendente i volu- mi dedicati alle categorie dei disegni di Ornato, Figura, Architettura e "Santarelli", costituisce un avveni- mento editoriale, assieme a quanto già fatto per le raccolte dell'Alberti- na, del Louvre e di Windsor Castle, da affiancarsi alle pubblicazioni pe- riodiche, sempre a cura dell'editore Leo S. Olschki, iniziatesi nel lontano 1951 con la "Mostra dei disegni d'ar- te decorativa" (a cura di Luisa Mar- cucci), vanto di uno dei più prestigio- si istituti di grafica del mondo. Alessandro Bettagno, Mary Cazort, Andrea Emiliani, Co- rinna Giudici, I Gandolfi. Ubaldo, Gaetano, Mauro. Di- segni e Dipinti, Neri Pozza, Vi- cenza 1987, pp. 67, Lit. 30.000. Quattro specialisti per una mostra e un catalogo che si annuncia fra gli appuntamenti più significativi dell'i- nizio dell'autunno. Alessandro Bet- tagno ci introduce nella raccolta di grafica antica del conte Giorgio Cini ripercorrendo la storia della sua for- mazione; Mary Cazort ripercorre nella schedatura dei cinquantaquat- tro fogli le vicende della "famiglia" Gandolfi (Ubaldo, Gaetano, Mau- ro); Andrea Emiliani indica il percor- so storico della felice stagione bolo- gnese, che dai Carracci, attraverso l'alto magistero del Barocci e fino a Guido Reni e al Cantarmi, giunge a Giuseppe Maria Crespi e ai Gandolfi. Corinna Giudici infine affianca ai di- segni un cospicuo gruppo di bozzetti e dipinti provenienti per lo più da va- ri Istituti bolognesi (Pinacoteca Na- zionale, Collezioni Comunali d'Ar- te, Raccolte d'Arte della Cassa di Ri- sparmio, Pii Istituti Educativi) e col- lezioni private. Pubblicato col-con- sueto rigore dell'Editore Neri Pozza, con un apparato fotografico di pri- m'ordine, quarantasettesimo volu- me della serie ben nota della Fonda- zione Cini, il catalogo rappresenta uno strumento storico-critico per gli appassionati della cultura figurativa bolognese del XVIII secolo. Alessandro Angelini, Disegni italiani del tempo di Donatello, introduzione di Luciano Bellosi, Olschki, Firenze 1986, pp. 147, Lit. 39.000. Il volume, e la relativa mostra alle- stita presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffi- zi, viene pubblicato in occasione del sesto centenario della nascita di Do- natello con una selezione di disegni di maestri operanti a Firenze, in- fluenzati dalla personalità del grande scultore: da Filippo Lippi al al Pesel- lino, da Benozzo Gozzoli a Maso Fi- niguerra; fogli scelti nella cospicua raccolta degli Uffizi e scrupolosa- mente commentati nelle schede del catalogo. Una novità è rappresentata dal gruppo dei disegni già da Longhi assegnati a Giovanni di Piamonte, e recentemente restituiti con buone ar- gomentazioni al pittore bolognese Tommaso Garelli, documentato dal 1450 agli inizi del Cinquecento. Fra i pezzi di maggior spicco lo "Studio per un tabernacolo" (Inv. 6347F) con l'attribuzione, tuttora convincente, alla fase giovanile di Giovanni Bellini suggerita da Roberto Longhi; e anco- ra il corpus dei disegni di Benozzo Gozzoli, oltre a quelli di Maso Fini- guerra che l'Angelini riconsidera alla luce della recente letteratura. E per finire un tardo omaggio a Donatello dovuto a un maestro prossimo al fare di Filippino Lippi. La mostra vuole essere un ricordo alla memoria di Giulia Brunetti, fra le più sottili co- noscitrici della scultura fiorentina del Rinascimento. Francesco Negri Arnoldi, Si- monetta Prosperi Valenti, Il disegno nella storia dell'arte italiana, La Nuova Italia Scienti- fica, Roma 1986, pp. 319, Lit. 39.000. In un momento di rinnovato inte- resse per la grafica antica, di cui è pro- va il numero sempre crescente di mo- stre e convegni sul tema, vede la luce questo prezioso volume, rivolto non solo agli specialisti, ma al pubblico più vasto degli amatori e dei collezio- nisti. Suddiviso in capitoli: "Il dise- gno come tecnica, come pratica, co- me idea", "Le applicazioni del dise- gno e le tecniche derivate nel mondo antico e nel Medioevo", "Il disegno nel processo di rinnovamento del- l'arte italiana", "I centri, le scuole, gli artisti", il volume non è altro che un excursus sui metodi della rappresenta- zione del linguaggio grafico dall'anti- chità ad oggi, corredato da un appa- rato fotografico e dalla messa a fuoco delle varie tecniche usate dagli artisti (dalla matita rossa al carboncino, dal- la penna all'acquerello), con una esauriente bibliografia. Indirizzato quasi esclusivamente all'esposizione dei problemi del disegno in funzione dell'espressione artistica, il manuale costituisce un utile strumento didat- tico a quanti vogliano accostarsi al mondo del disegno, quale premessa per ulteriori, stimolanti ricerche. La tradizione della connoisseurship e del collezio- nismo colto rivolta alla grafica antica, che conta esem- pi illustri oltralpe come la raccolta di P.J. Manette confluita nel Museo del Louvre o quella di Sir J. Rey- nolds con disegni di Michelangelo, Raffaello, Leonardo e Tiziano, si fa risalire da noi agli inizi del Quattrocen- to. Sappiamo che Ghiberti possedeva una piccola raccol- ta di disegni trecenteschi e che Lorenzo de' Medici aveva formato una celebre collezione nel Casino di San Marco che vide cimentarsi nella pratica del disegno alcuni dei più sottili interpreti del Rinascimento. Fu Giorgio Vasari il primo collezionista dell'età moderna nella selezione eclettica dei fogli riuniti, che teneva conto delle esigenze delle varie "scuole regionali". L'a- ver frequentato direttamente gli artisti gli permise del resto di attingere in prima persona alla qualità e quan- tità dei fogli che ciascun maestro riservava agli allievi per l'inizio dell'apprendistato. Eclettismo che continue- rà fino al Baldinucci (interessato ovviamente agli arti- sti fiorentini) e al veneziano Zaccaria Sagredo, che, oltre a possedere pezzi di prim 'ordine della scuola vene- ta, aveva acquistato nel 1728 i volumi della raccolta bolognese del Bonfiglioli. In anni in cui il discrimine tra pubblico e privato si consolida nascono le prime sistematiche raccolte a stampa di disegni, come quella di Santarelli per gli Uffizi (1870), base di partenza per analoghe iniziative editoriali di messa a punto del patrimonio grafico mu- seale, fino agli inizi di questo secolo, col disegno sempre genericamente relegato nel mare magnum delle cosid- dette arti minori. Una repertoriazione sistematica è in nuce, a partire dagli inizi del Novecento, nei volumetti che l'editore Alfieri e Lacroix dedica alle raccolte di Brera, Genova, Pavia, Venezia, con la scelta dei fogli più significativi per qualità e stato di conservazione, messaggio recepito fin dai primi anni '50 dalla direzio- ne del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Gal- leria degli Uffizi, nella persona di Giulia Sinibaldi. La scoperta del pianeta disegno passa necessariamente attra- verso la promozione di mostre monografiche e a tema (dalla Mostra dei disegni del Vasari e della sua cerchia del 1964 a cura di P. Barocchi alla Mostra dei disegni degli Zuccari, 1966, a cura diJ.A. Gere; dalla fortuna- tissima Cento disegni napoletani, curata da W. Wit- zthum, alle Feste e apparati medicei da Cosimo I a Cosimo IL 1969, a cura di A.M. Petrioli Tofani e G. Gaeta Bertelà; dalla mostra Disegni bolognesi dal XVI al XVIII secolo, 1973, a cura di C. Johnston, ai Disegni antichi degli Uffizi, 1978, di L. Bellosi e F. Bellini). All'attività di catalogo e repertoriazione della principa- le istituzione italiana per la grafica si aggiunge quella fecondissima della Fondazione Cini di Venezia, respon- sabile di esposizioni volte soprattutto alla conoscenza del disegno veneto dal Rinascimento al Neoclassicismo. Periodico \orem href Direni lire 1987 Spedizione in abbonameli postale gruppo III Scfcularia Nona Università (li Bologna I088-1988 /// Gratis Edizioni Giulia Fusconi, Disegni deco- rativi del Barocco romano, pre- sentaz. di Evelina Borea, Quasar, Roma 1986, pp. 181, Lit. 30.000. Il volume si colloca nella serie di pubblicazioni destinate a rendere noto l'intero materiale grafico del Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma, affiancate dalle rispettive esposizioni, atte alla catalogazione sistematica del patrimonio artistico dello Stato. E segue i bei cataloghi dedicati a Lazzaro Baldi, Guglielmo Cortese, Giacinto Gimignani, i "Di- segni fiorentini dal 1560 al 1640", i "Disegni degli Alberti", nonché i "Disegni genovesi dal XVI al XVIII secolo", quest'ultimo presentato dal- la stessa Giulia Fusconi. La presente occasione, con circa centocinquanta fogli esposti, con studi decorativi da realizzare per concreti oggetti d'uso, dalle carrozze alle cornici, dagli oro- logi al vasellame, ha voluto ripro- porre attraverso gli esempi grafici di Johann Paul Schor, di Ludovico Gi- mignani, della bottega del Bernini, e di un nutrito gruppo di maestri ope- ranti nella Roma secentesca, il ricco e multiforme campionario di fastosi oggetti, così poco rappresentati, per altro, nei musei italiani. L'introdu- zione di Giulia Fusconi e la relativa schedatura di tutti i disegni esposti collocano il volume fra i più stimo- lanti esempi di catalogazione di og- getti d'arte del patrimonio artistico statale. Annalisa Perissa Torrini, Di- segni del Figino, Electa, Milano 1987, pp. 227, Lit. 40.000. Già appartenuti al pittore neoclas- sico Giuseppe Bossi (1777-1815) e pervenuti ali Accademia di Venezia agli inizi dell'Ottocento, i disegni di Giovanni Ambrogio Figino (1548- 1608) sono ora oggetto di un'esau- riente revisione critica. La ricerca, confluita in una mostra affiancata da un prezioso catalogo (della collana del Fondo grafico delle Gallerie del- l'Accademia, diretta da Francesco Valcanover e Giovanna Nepi Sciré), fornisce la schedatura aggiornata di centinaia di fogli del maestro lom- bardo, attento sia al Michelangelo della Sistina, sia alle dolcezze grafi- che di Leonardo e la sua scuola. Nel catalogo, riccamente illustrato, sono riprodotti una serie di fogli, a matita rossa e carboncino, omaggio incon- dizionato al Michelangelo del "Giu- dizio Universale", grande campo di esercitazione per gli artisti della se- conda metà del Cinquecento, parti- colarmente caro al pittore lombar- do; e ancora schizzi a penna e acqua- rello si alternano nello stesso foglio, figure singole assieme a composizio- ni più complesse, su carte colorate in rosa e azzurro, nella resa decisamen- te pittorica del tutto. Pagina a cura di Mario di Giampaolo