n. 9 Dall'alternativa alla governabilità di Guido Martinotti _ Wolfgang Merkl, Prima e dopo Craxi. Le trasformazioni del Psi, Liviana, Padova 1987, ed. orig. 1985, trad. dal tedesco di Anto- nietta Podnie Resta, pp. 250, Lit. 25.000. Un eccesso di cautela preventiva fa scrivere all'autore, nella Premessa al- l'edizione italiana: "potrà sembrare presunzione che un tedesco scriva sul Psi e presenti quanto ha scritto non solo al pubblico tedesco, ma anche a quello italiano" (p. viii). E infatti lo stesso autore procede poi immediata- mente a elencare i vantaggi che posso- no venire da una prospettiva esterna che, oltre ad assicurare un diverso an- golo visuale, è anche garantita dai pre- giudizi e dalle passioni che inevitabil- mente coinvolgono l'osservatore ita- liano quando tratta di oggetti forti co- me l'analisi di un partito. E di un par- tito come il Psi degli anni ottanta, che si è consapeyolmente assunto un'im- magine controversa. L'autore va in- vece lodato, in una con un comitato scientifico della collana Serendipity (Mario Caciagli, Raimondo Catanza- ro e Danilo Zolo, coordinati da Gian- ni Riccamboni) per aver messo a di- sposizione del pubblico italiano un testo di sicuro interesse. La traduzio- ne del testo di W. Merkl, pubblicato originariamente nel 1985, va ad ag- giungersi ai non molti lavori italiani sul Psi e a diversi stimolanti titoli che compaiono nell'elenco della collana. All'indomani della sconfitta (o me- glio della delusione) elettorale del Psi nelle elezioni del 1976, che videro una massiccia avanzata delle sinistre con un Psi appena stabile sulle posizioni delle precedenti politiche del 1972, Norberto Bobbio, in un'affollata as- semblea di socialisti all'Hotel Parco dei Principi di Roma, tracciò un qua- dro assai pessimistico del Partito So- cialista Italiano. L'analisi di Bobbio, al cui pensiero Merkl si ricollega spes- so nel suo lavoro, utilizzando alcune tra le sue formulazioni più incisive come didascalia dei capitoli cruciali del libro, si basava su una ricostruzio- ne storica delle scissioni che avevano ridotto il maggiore partito della sini- stra italiana del primo dopoguerra a un troncone di partito di massa. Troncone, per giunta, collocato nella posizione più delicata del sistema dei partiti, cioè alla cerniera tra lo schie- ramento di sinistra, in quell'anno trionfalmente egemonizzato dal Pei, e lo schieramento laico di centro-sini- stra che, privo di una sua capacità di azione unitaria, in quelle stesse ele- zioni venne massicciamente saccheg- giato dalla De per evitare il tanto di- scusso sorpasso. Se riandiamo alle scissioni del do- poguerra, (che Merkl schematizza ef- ficacemente a p. 167) è difficile non concordare con quanto sosteneva al- lora Bobbio, che giunse persino a di- re, proprio in quell'occasione, che il vero partito dei socialisti in Italia c'e- ra già, ma era il Pei. Il Psi sembrava condannato a un ruolo di partito defi- nitivamente subalterno e perenne- mente spinto dalla necessità di entra- re in coalizioni, ma — secondo l'effi- cace formula di Bobbio — sempre coa- lizzato e mai coalizzante. Per di più appesantito da una psicologia di gran- de partito e da una organizzazione che del partito operaio tradizionale aveva mantenuto solo l'inefficienza e il burocratismo. Ad essi si erano poi sovrapposti, come dice Merkl, le clientele. Come questo partito sia riuscito a uscire dalle strette e a capovolgere la situazione sistemica, diventando par- tito fortemente condizionante nella composizione del governo del paese, capace di offrire la leadership della più lunga e sostanzialmente felice compa- gine governativa del dopoguerra, è l'argomento centrale del libro (appar- so — si ricordi — prima della confer- ma elettorale del 1987). L'argomento viene svolto accuratamente, senza tuttavia giungere, in fondo, a una chiara individuazione delle ragioni complessive di questo successo. La spiegazione si svolge su tre piani ai quali corrispondono in ultima ana- lisi tre contraddizioni o ambiguità dei Psi: 1) il piano del sistema dei partiti e delle alleanze possibili al suo interno, dei simpatizzanti del Pei divisa per 9. Per l'Italia l'indice ha il valore di 0.64, mentre la Francia dà 0.57, la Rft 0.28 e gli Usa 0.08 (p. 4). Ma ricordiamoci che quello americano è un sistema bi- partitico in cui, tra l'altro, il significa- to letterale dei termini destra e sini- stra presso il grande pubblico è assai poco chiaro. A partire da questa con- statazione Merkl analizza la posizio- ne del Psi, avvertendo che un sistema può essere studiato o come un astrat- to insieme di regole o dal punto di costanze che hanno giocato sugli spo- stamenti di questa vera e propria fa- glia (cleavage) strategica del sistema politico italiano, dal fronte popolare, al centrismo, al centro sinistra, al compromesso storico, e sui traballa- menti subiti dal Psi che occupa questo spazio sotterraneamente sismico e si- stematicamente instabile dello schie- ramento politico italiano. Lo fa con concisione l'autore (capp. 2 -6), po- nendo mente anche alle formule che, all'interno del Psi, hanno via via ri- flettuto gli spostamenti generali del sistema partitico italiano alla ricerca di una stabilità: dagli "equilibri j>iù avanzati", alla "alternativa", alla "go- vernabilità". Il nucleo centrale del- l'interpretazione di Merkl è che nel con la contraddizione già accennata, tra la debolezza della posizione siste- mica del Psi e la sua affermata capacità di essere passato da partito coalizzato a partito coalizzante; 2) il piano della organizzazione interna del partito con la contraddizione tra le proposte ( programmatiche e la realtà organiz- zativa; 3) il piano della rappresentan- za, con la contraddizione tra l'eletto- re desiderato e quello effettivamente acquisito. Del piano sistemico abbia- mo già parlato ed è del resto quello più risaputo. Merkl ricorda che il si- stema politico italiano è tra quelli oc- cidentali il più "polarizzato". Se mi- suriamo le distanze, sulla classica sca- la di autocollocazione sinistra < 1 > destra < 10 > (uno degli stru- menti maggiormente usati dai polito- logi soprattutto per i confronti inter- nazionali, che tuttavia, chissà perché, non è usato mai contando all'inver- so), l'Italia ha con la Finlandia il valo- re più alto dell'indice generale di po- larizzazione: vale a dire la cifra ciata dalla media dei punteggi scelti dai simpatizzanti del Msi meno quella vista dell'azione dei suoi componen- ti. È chiaro che Merkl preferisce que- sta seconda prospettiva che del resto è, a ben vedere, l'unica valida perché le regole le costruiscono gli attori. A meno che non vengano imposte dal- l'esterno, come appunto avviene al- meno in parte per il sistema politico italiano. L'argomento della politica interna- zionale, e in particolare della politica internazionale del Psi — e nei con- fronti del Psi — soprattutto da parte degli Stati Uniti (e per converso del blocco socialista) è tuttavia un argo- mento pressocché interamente tra- scurato nel lavoro di Merkl. Secondo questo autore, la polarizzazione, che porta al duplice vincolo dell'esclusio- ne pregiudiziale di Pei e Msi dalle coa- lizioni, è anche l'elemento che ha cau- sato, dai tempi dell'immediato dopo- guerra, una forte frizione proprio alla giuntura cruciale del sistema: tra la si- nistra, cioè l'opposizione, e il centro- destra, cioè le forze di governo. Sareb- be superfluo ricostruire qui per il let- tore italiano l'insieme delle note cir- passaggio dall'alternativa alla gover- nabilita si può individuare un muta- mento di fondo nelle linee strategiche del Psi. Questo mutamento, richia- mando una definizione, di Gianfran- co Pasquino, viene individuato nel passaggio dalle "preoccupazioni siste- miche" — l'integrazione del Pei nel- l'area di governo come elemento di contrapposizione alla De e di miglio- ramento complessivo del sistema po- litico italiano — alle "preoccupazioni partigiane", eccessivamente centrate sulla "iperpoliticità" delle formule politiche (Salvadori) e sulla conquista di spazi di potere. La seconda contraddizione che Merkl fa rilevare emerge dal confron- to tra le proposte e le intenzioni di riforma organizzativa interna del partito e la struttura, che esso è venu- to assumendo dopo la rivolta del Mi- das. In particolar modo il periodo più recente è caratterizzato dal crescente "cesarismo-bonapartismo" della lea- dership craxiana. La chiave per com- prendere le difficoltà organizzative del Psi sta nella sopravvivenza della concezione di partito di massa tradi- zionale in una situazione profonda- mente mutata dei rapporti tra partiti e società. In ciò il Psi non ha vissuto un'esperienza molto diversa da quel- la degli altri maggiori partiti ma, dice Merkl, "Il Psi somma... i difetti strut- turali di De e Pei senza avere alcuni pregi di queste organizzazioni partiti- che. Il Psi non ha mai superato le strutture burocratiche create da Mo- randi, aggiungendovi piuttosto delle strutture clientelari" (p. 242). Il nuo- vo modello di conduzione politica sviluppatosi con la progressiva affer- mazione della leadeship craxiana ha stabilito un equilibrio precario basa- to su "un feudalesimo diffuso, tempe- rato dalla monarchia assoluta" (Ben- zoni, a p. 243). E "su una vecchia mac- china si è abbattuta una ventata di modernizzazione e di americanizza- zione" (Martelli, a p. 243). Il nuovo Psi rimane ancora, alla metà degli an- ni ottanta, un'"contraddittorio co- strutto a-sintetico, senza una logica si- stemica capace di funzionalizzare ogni singola parte secondo modalità coerenti" (Anderlini, a p. 241). Infine, il nuovo Psi appare anche contraddittorio dal punto di vista del- la rappresentanza elettorale, con la macroscopica divaricazione tra l'of- ferta a un elettorato modernizzante nelle aree e nei settori più progrediti del paese e una risposta proveniente invece — almeno fino alle elezioni del 1983 — da aree geografiche e couches sociali ben diverse. Anche nei con- fronti dei movimenti sociali, oggetto favorito del dibattito interno al Psi tra il 1974 e il 1977, l'attenzione di questo partito non ha portato che scarsi risultati concreti "per la discre- panza tra l'accettazione ideologica dei movimenti da parte del Psi e la sua incapacità di intrattenere realmente dei contatti privilegiati con i movi- menti operaio, femminile e giovani- le" (Alberoni, a p. 242). L'autore conduce l'analisi intorno a questi tre livelli con grande cono- scenza dei fatti, con una eccellente ca- pacità (che ho cercato di far emergere anche attraverso poche citazioni) di riprendere le molte, anche se fram- mentarie, osservazioni e valutazioni tratte dalla letteratura italiana, con un continuo richiamo alle teorie so- ciologiche e politologiche pertinenti. Si aggiunga, giusto per rispondere alla battuta iniziale dell'autore, che la ma- teria è trattata con precisione d'oltral- pe, ma con agilità espositiva per nulla teutonica. Eppure al termine della lettura l'interrogativo di fondo rima- ne: come mai un partito tanto con- traddittorio — come lo descrive accu- ratamente Merkl — è riucito ad affer- marsi sia sul piano del governo e del potere reale sia su quello elettorale, recuperando anche, nelle più recenti elezioni che Merkl non ha potuto trattare, buone fette di quell'elettora- to progressista e di sinistra (in larga misura proveniente dal Pei) che lo aveva finora eluso? È tutto merito di Craxi? Molti pensano di sì, ma Merkl è di avviso contrario, dedicando un interessante e anche in questo caso ac- curato paragrafo al problema della leadership e del carisma. Egli rileva co- me la pur centrale influenza del segre- tario del partito sia temperata dal contributo di altri leaders con un mo- dello al fondo meno accentrato di quello che ha prevalso in altri partiti socialisti europei. Nasce quindi il dubbio che molti aspetti del Psi gene- ralmente — e anche dall'autore — considerati negativi — la sua aggressi- vità nel potere locale, la particolare commistione di vecchie strutture e di nuova flessibilità decisionale, la com- presenza di ideologie e programmi aperti e movimentisti con pratiche di politique d'abord (e talvolta d'abbor- daggio tout court), la sovrapposizione di un leader carismatico alla autono- mia delle correnti e delle periferie — non siano estranei, nella loro peculia- re sinergia, al successo governativo ed elettorale del Psi. Ma questo forse è un altro libro.