IN. 9 pag. 28 dei libri del mese! Il sud va più a sud di Aldo e Enrico Pugliese Il rapporto sull'economia del Mez- zogiorno, presentato ogni anno dal- la Svimez, costituisce una delle fonti di informazioni più importanti e complete sull'andamento e sulle pro- blematiche dello sviluppo della real- tà meridionale; contiene notizie sui problemi che nascono di volta in volta, dell'eventuale progresso con- seguito nel processo di riduzione del divario (rispetto al grado di sviluppo dell'economia del Centro-Nord) e delle prospettive e dei limiti che si presentano. Poiché le notizie e le valutazioni fornite nei rapporti sono da sempre utilizzate nel dibattito politico ed economico sulla questione meridio- nale (anche se spesso non se ne fa esplicito riferimento) è interessante rileggere quanto in essi è osservato sulla evoluzione e sulle caratteristi- che dell'economia del Mezzogiorno nell'ultimo decennio. Questa nota non è tanto dedicata all'analisi delle trasformazioni economiche e sociali (che pure saranno tenute in conside- razione) quanto alla lettura che la Svimez ne dà nei rapporti annual- mente pubblicati ed all'enfasi che, nei diversi periodi, viene posta sui fenomeni e le tendenze ritenute di maggiore rilievo. L'ultimo decennio, ed in generale il periodo successivo alla prima crisi petrolifera del 1973, è un periodo di grande interesse per lo studio dell'e- Georg Simmel KANT Sedici lezioni berlinesi ed. ital. a cura di A. Marini e A. Vigorelli Pier Aldo Rovatti INTORNO A LÉVINAS con contributi di: G. Berto, A. Dal Lago, M. Ferraris, C. Furlanetto, E. Greblo, G. Leghissa, F. Polidori, P. Roncolato, F. Sossi. Maurice Halbwachs LA MEMORIA COLLETTIVA ed. ital. a cura di P. Jedlowski John Stuart Mill AUGUSTE COMTE E IL POSITIVISMO Introduzione di A. Pacchi Edizioni Unicopli via Verona, 9 - 20135 Milano tel. 02/5450089 Distributore Promeco via Carlo Torre, 29 20143 Milano tel. 02/8323518 conomia meridionale. Mentre si so- no registrati innegabili cambiamenti relativi alla qualità ed alla localizza- zione territoriale dello sviluppo, si è al contempo registrato un consolida- mento, e per molti indicatori un ve- ro e proprio aumento, del divario Nord-Sud, in contrasto con quanto era avvenuto nella fase precedente di intervento pubblico nel Mezzogior- no. Qualche dato ricavato dai rapporti può essere utile a questo proposito. Tra il 1974 ed il 1986 il reddito pro- capite è aumentato nel Centro-Nord dell'I,7% all'anno e nel Mezzogior- no solo dell'I,3%. Il reddito prodot- to dai diversi settori produttivi ha mostrato un tasso di incremento an- nuo più basso al Sud che nel resto del Paese. In particolare in agricoltu- ra esso è stato di 1,7% contro il 2,1%, nell'industria in senso stretto esso è stato dell'I,4% contro l'I,6% e così via di seguito. Un unico dato che potrebbe indicare una contro- Post-Industriale Il rapporto Svimez di quest'anno non dice nulla di nuovo come ha giustamente osservato Valentino Parlato sul Manifesto. Eppure la sua presentazione ha avuto un tono molto meno celebrativo del solito e la sua pubblicazione è stata accolta con una vera e propria alzata di scudi, soprattutto da parte dei responsabili della politica dell'intervento nel Mezzogiorno. C'è una spiegazione in tutto questo: il rapporto non dice nulla di nuovo perché poche o inesistenti sono le novità (soprattutto le novità positive) riguardanti l'economia del Mezzogiorno. Il di- vario tra Nord e Sud, che da qualche anno ha smesso di ridursi, tende ora ad accentuarsi; e l'inversione di tendenza, come mostrano i dati del 1986 appena resi noti, si va purtroppo con- solidando. Basta qualche cifra per dipingere il quadro: il prodotto pro-capite e aumentato nel Mezzo- giorno solo dell'uno per cento contro valori del 3,3% nel Nord. Ma tutti i principali indicatori socio-economici mostrano la stessa tendenza. Lasciamolo dire al rapporto: "1 disoccupati me- ridionali sono aumentati di 200.000 unità cioè del 18% (contro un aumento di 35.000 unità pari al 2,8% del Nord). Il tasso di disoccupazio- ne è aumentato dal 14,3% al 16,5%, mentre è sostanzialmente rimasto stazionario al Nord". Qualcuno potrà pensare che si tratta di falsi disoccupati. Altri accusano la Svimez di non aver prestato sufficiente attenzione ai fermenti nuovi nella economia meridionale. Ma è diffici- le trovare indicatori economici di questi fer- menti. Certamente non li danno i dati sugli investimenti né quelli sulla produttività. "Gli investimenti fissi lordi si sono accresciuti del^ 4,1% medio annuo al Nord e del 3,1% al Sud" (con buona pace dell'intervento straordinario). Il valore aggiunto dell'industria è aumentato del 3,7% al Nord contro l'l,l% del Mezzogior- no. Infine "in tutti i settori (salvo le costruzioni) sono aumentati nell'ultimo triennio i divari di produttività per addetto (...) In particolare in agricoltura la produttività è aumentata rispetti- vamente del 3.4 e dello 0.6% medio annuo (... nei servizi vendibili la produttività è aumenta- ta mediamente dello 0,4% nel Centro-Nord, mentre è addirittura diminuita dello 0,9% nel Mezzogiorno ". Ciò dovrebbe far seriamente ri- flettere coloro i quali puntano su di uno svilup- po post-industriale del Mezzogiorno. Questi dati non si registrano per caso ed è lo stesso rapporto Svimez a sottolineare i motivi di politica economica che sono alla base del preoc- cupante quadro sociale ed economico che è sotto i nostri occhi. In primo luogo viene denunciato il carente impegno del periodo più recente (do- vuto alla lunga crisi dell'intervento straordina- rio) ma si sottolinea ad ogni buon conto che c'è ancora forte bisogno di un impegno statale pro- grammato: "Il Mezzogiorno non può far conto sulle virtù spontanee dei soggetti sociali e del mercato. Per la sua modernizzazione sarebbe necessaria l'azione di uno stato che, esso per primo, diventi finalmente moderno". (a. ed e.p.) tendenza è rappresentato dall'au- mento del valore dell'indice di con- centrazione della occupazione indu- striale (vale a dire il peso degli occu- pati dell'industria meridionale in rapporto a quello dell'intero Paese). Ma non solo si tratta di variazioni modeste, c'è da aggiungere che il set- tore rimane comunque largamente sottodimensionato. Complessiva- mente, infine, la situazione pare ag- gravarsi nel periodo più recente. Ne e un indicatore chiaro l'andamento degli investimenti industriali che, dopo essersi contratti in un primo tempo (così come nel Centro-Nord), riprendono in ritardo e con un rit- mo più modesto. Se oggi l'aumento di divario pre- senta le caratteristiche di un fenome- no strutturale e può essere conside- rato un dato oggettivo, non è affatto considerato tale da una parte dei protagonisti del dibattito sull'econo- mia meridionale iniziato verso la fi- ne degli anni settanta: dibattito che per grandi linee può essere ricondot- to a due fondamentali filoni inter- pretativi. Un primo filone secondo il quale si sarebbe avviato a partire dalla pri- ma metà degli anni settanta un pro- cesso di sviluppo industriale, basato sulla piccola e media impresa e diffe- renziato a livello settoriale e territo- riale (il cosiddetto "sviluppo auto- propulsivo"). Secondo tale posizio- ne — espressa in forme più estreme dal Censis, ma fatta propria dalla Commissione meridionale della De e da altri — il compito di ridurre il divario toccherebbe ad una nuova ed emergente imprenditorialità locale che dovrebbe essere assecondata dal- l'intervento pubblico. Le differen- ziazioni a livello territoriale rappre- senterebbero un fenomeno destina- to ad essere certamente superato con il diffondersi, nel medio periodo, dello sviluppo dalle aree più ricche a quelle più povere. Secondo tale posi- Le carte ii Corte i tarocchi Gioco e magia ! i estensi Catalogo della mostra Ferrara, settembre 1987-gennaio 1 il cantiere di s. petronio e il tramonto de medioevo ab0l0gna Catalogo della mostra Bologna, ottobre-dicembre 1987 XI Biennale ÌArte Antica la formazione della crrrÀ in emilia romagna Prime esperienze urbane attraverso le nuove scoperte archeologiche Catalogo della mostra Bologna, settembre 1987 - gennaio 1988 IX Centenario MVnmità lo studio e la città NUOVA ALFA EDITORIALE RIVISTA D/ FILOSOFIA - NUOVA SERIE a cura dell'istituto di Studi e Ricerche socio-culturali» di Milano FENOMENOLOGIA E SOCIETÀ Ritorno del giusnaturalismo? Lire 18.000 ■ Pagine 200 Saggi di Raimondo Fassa, Ernesto Mascitelli, Mario G. Lombardo e interventi di Inga Di Marco e Luigi Longhin La Rivista è distribuita nelle principali librerie Per ricevere una copia in visione gratuita per eventuale abbonamento, inviare fotocopia di questo annuncio con nome, cognome e indirizzo a: EDIZIONI PIEMME s.p.a. 15033 CASALE MONF. (AL) - Via del Carmine, 5 EDIZIONI UNICOPLI