Storia Francesco Barbagallo, L'azione parallela. Storia e politica nell'Italia contemporanea, Liguori, Napoli 1990, pp. 315, Lit 30.000. Il volume raccoglie una serie di saggi uniti da un comune filo condut- tore: il tema sempre più "scabroso" del rapporto tra storia e politica. O meglio: la vicenda di una doppia cri- si, quella della politica, per un verso, insidiata dall'estenuazione della de- mocrazia, dalla frantumazione della progettualità, e quella della storia, minacciata dalle trasformazioni pro- fonde della temporalità, dall'atte- nuarsi di quel rapporto forte tra pas- sato, presente e futuro entro cui essa fondava il proprio statuto scientifico e la propria legittimazione. Barbagal- lo, storico militante napoletano, sce- glie di elaborare questa complessa problematica facendo reagire il polo della riflessione metodologica e quel- lo della ricostruzione storiografica, il tema universale del "lavoro dello storico" con quello specifico e con- creto della vicenda italiana, con par- ticolare attenzione alla questione meridionale. A un primo saggio di ampio respiro metodologico su La storia tra passato e presente seguono, nella prima parte del volume, due saggi di storia della storiografia, l'u- no dedicato alle origini della rifles- sione contemporaneistica in Italia, incentrato sulle figure di Labriola, Croce, Salvemini, l'altro focalizzato sul rapporto tra politica, ideologia e scienze sociali nella storiografia del- l'Italia repubblicana. Le parti succes- sive sono invece composte da nume- rosi saggi di ricerca storiografica in senso stretto, dedicati in particolare a temi meridionalistici, dalla vicenda degli intellettuali meridionali al pro- blema dell'economia assistita nel mezzogiorno, dalla figura di Nitti al- la riflessione di Gramsci. Due saggi si occupano specificamente di Napoli (Napoli da città capitale a metropoli industrializzata e La trasformazione della camorra in criminalità organizza- ta) mentre una sezione (Un partito nell'Italia repubblicana) è dedicata al Pei. Marco Revelli Charles Tilly, La Francia in rivolta, Guida, Napoli 1990, ed. orig. 1986, trad. dall'inglese di Fiammetta Miele, pp. 543, Lit 45.000. Tilly è ormai un'autorità in materia di protesta collet- tiva e rivolta popolare. I suoi due primi volumi, La Van- dea (1964) e soprattutto The rebellious Century, 1830- 1930 (pubblicato nel 1975 in collaborazione con Louise e Richard Tilly), hanno fondato un vero e proprio "gene- re". Ora, ritorna con questa nuova opera di grande respi- ro: una riflessione articolata nell'arco di quattro secoli sull'azione di protesta in Francia, nel tentativo sia di pre- cisare e formalizzare il "repertorio" delle forme di prote- ' sta, sia di indagare le origini della protesta, il rapporto tra azione collettiva e contesto storico-sociale. Più precisa- mente: il rapporto tra nascita e sviluppo del capitalismo e dello stato nazionale e "i modi in cui la gente comune francese si sia unita per agire — o non sia riuscita ad unir- si — per i propri interessi comuni". Il volume si apre con l'invasione del bosco Champmoron da parte dei viticolto- ri di Digione nel febbraio del 1668 e si chiude con i vio- lenti incidenti tra scioperanti (in prevalenza immigrati) e non scioperanti negli stabilimenti Talbot-Peugeot di Poissy nel gennaio 1984. In mezzo quattro secoli, scandi- ti dalle tappe della vicenda politica e sociale francese: un Seicento "lungo" (dal 1598al 1715) segnato dai conflitti provocati dalla costituzione ed espansione dello stato na- zionale; un Settecento brevissimo (concluso con l'89), "caratterizzato dalla strenua resistenza all'imposizione di rapporti di proprietà capitalistici"; un Ottocento intenso, reso particolarmente conflittuale dall'emergere dello scontro fondamentale tra capitale e lavoro; e infine il XX secolo, attraversato "da una crescita delle dimensioni del capitale, della coercizione e della lotta". La chiave narra- tiva è efficace: procede alternando capitoli su singole re- gioni (la Borgogna, l'Anjou, la Linguadoca, le Fiandre, l'Ìle-de-France) e capitoli più generali, diretti a ricostruire di volta in volta lo scenario, il contesto. Di particolare in- teresse, e per certi aspetti sorprendente, il risultato: si mo- stra, ad esempio, il carattere relativamente incruento, o comunque scarsamente cruento, dell'azione di rivolta (furono 650 i morti nella rivoluzione di luglio del 1830, contro i 1.756 suicidi e i 4.478 morti per incidenti nello stesso anno; 1.400 furono le vittime nel giugno del '48 contro i 10.000 caduti nella guerra di Crimea; solo la re- pressione della Comune di Parigi, con i suoi 21.000 mor- ti, segnerà un'inversione di tendenza). Si evidenzia, inol- tre, con chiarezza — ed è questo il risultato di maggiore interesse dell'opera — un significativo "cambiamento di répertoire" dell'azione di protesta, una svolta netta, esattamente alla metà del XIX secolo: allora si passò da un repertorio di azione collettiva caratterizzato da locali- smo e dipendenza, in cui i tipi di protesta (charivari, se- questri di grano, illuminazioni forzate, esecuzioni di pro- cessi popolari) assumevano come ambito quello parroc- chiale e mostravano una tenace tendenza a rivolgersi a potenti "patroni" per la riparazione di torti, a forme di azione (scioperi, adunanze pubbliche, campagne elettora- li, invasioni di assemblee) a spiccato carattere nazionale e fondate su principi organizzativi stabili e massificati. Una conferma di quanto il passaggio dall'ancien régime alla modernità, e l'avvento del capitalismo, abbiano lavorato in profondo sulle dinamiche collettive. E insieme una se- duzione a ricercare nelle modificazioni più recenti (suc- cessive al '68) i segni di una nuova "svolta". L'emergere di un nuovo repertorio. Marco Revelli La memoria inquieta. Nodi e proble- mi della storia contemporanea, nu- mero monografico di "Materiali di la- voro", n. 1-2, 1989 (ma pubblicato nel marzo 1990), pp. 196, Lit 18.000 Il fascicolo raccoglie i testi di dieci lezioni tenute a Trento e a Rovereto tra il settembre del 1988 e il gennaio 1989 nel quadro del ciclo "La memo- ria inquieta". Occasione dell'iniziati- va era stato il settantesimo anniver- sario della Grande Guerra. Ma di fatto il ciclo si era trasformato in un vero e proprio bilancio storiografico e civile sui più scottanti temi storio- grafici del nostro secolo. Il program- ma proponeva infatti "un itinerario attraverso i luoghi più tormentati della coscienza storica contempora- nea: dal fascismo al nazismo, allo sterminio degli ebrei, dal 'nostro' co- lonialismo da sempre rimosso dalla memoria collettiva degli italiani, alla tragedia cambogiana, da Hiroshima alla 'rivelazione' dei crimini di Stalin e degli inferni del socialismo reale". A un'introduzione di Mario Isnen- ghi su II mito della Grande Guerra, e alle relazioni di Giorgio Rochat e di Angelo Del Boca sul tema del colo- nialismo italiano e sulla sua rimozio- ne, seguirono gli interventi di Cesare Cases e di David Meghnagi su Primo Levi e la vicenda ebraica, di Anna Bravo e Daniele Jalla su Storia e me- moria dei lager nazisti, di Enzo Col- lotti su Hitler (Hitler, chi era costui?). Gian Enrico Rusconi e Jens Petersen si occuparono dei due dibattiti più la- ceranti: quello sulle tesi "revisioni- ste" in Germania e quello su "fasci- smo e antifascismo" in Italia. Enrica Collotti Pischel, infine, ha trattato del concetto di "guerra giusta" ap- plicato alle lotte di liberazione anti- coloniali. Un repertorio di questioni identificanti, collocate al confine tra storiografia e politica, fortemente connesse con i territori inquieti della memoria e dell'identità, che il fasci- colo di "Materiali di lavoro" rende finalmente accessibile al pubblico. Marco Revelli Gustavo Corni, Fascismo e fasci- smi. Movimenti partiti regimi in Eu- ropa e nel mondo, Editori Riuniti, Roma 1989, pp. 159, Lit 10.000. Senza entrare nel merito della ve- xata quaestio circa la possibilità scientifica di individuare una catego- ria "fascismo" caratterizzata da un qualche denominatore comune og- gettivo, e limitandosi a considerare "fasciste" tutte quelle entità politi- che che nel periodo compreso tra le due guerre mondiali si autodefiniro- no tali, Corni analizza sistematica- mente i fascismi nel mondo (ma in realtà quasi esclusivamente in Euro- pa). Il quadro che emerge da un'ana- lisi comparativa di tal fatta (sensibile all'approccio politologico oltre che storico) è affascinante: a un'Europa occidentale e settentrionale in cui i fascismi non rappresentarono mai una sfida consistente alla stabilità dei sistemi democratici si contrappo- ne un'Europa centrale e meridionale in cui, pur con differenze notevoli sul piano organizzativo e ideologico, il fascismo salì al potere stabilmente. Sul versante orientale, poi, nell'area balcanico-danubiana, ma anche nel- l'area baltica il confronto avviene tra una miriade di movimenti fascisti fortemente aggressivi e attivi e la reazione conservatrice e autoritaria delle classi dirigenti, mentre sul ver- sante occidentale (in Spagna e in Portogallo) i movimenti fascisti die- dero origine a regimi reazionari tra- dizionali assai poco ideologizzati. A parte, infine, il caso austriaco del cancelliere Dollfuss: un regime tradi- zionalistico, legato alla Chiesa, e in- sidiato da movimenti fascisti forti, sostenuti con opposti scopi da Hitler e Mussolini. Un quadro sinottico- cronologico, e una scrittura sinteti- ca, ricca d'informazioni, permettono di percepire con chiarezza il movi- mento d'insieme, le sue articolazio- ni, le sue interconnessioni, restituen- doci insieme l'eterogeneità e l'orga- nicità, le specificità e il reticolo uni- tario che sottende quella che a ragione è stata definita I'"epoca dei fascismi". Marco Revelli Arturo Peregalli, Il Patto Hitler Stalin e la spartizione della Polonia, Erre Emme, Roma 1989, pp. 174, Lit 12.000. Pubblicato in occasione del cin- quantesimo anniversario della firma del patto di non aggressione tra Unione Sovietica e Germania (23 agosto 1939), il libro di Arturo Pere- galli si sofferma su quel biennio di "alleanza" fra i due stati che il patto inaugurò. Due anni oscuri e tragici della politica estera sovietica, che gettarono nella bufera i partiti comu- nisti del mondo intero chiamati im- provvisamente a giustificare la svolta politica staliniana. L'autore intende in particolare sottolineare come la firma del patto non avesse unicamen- te ragioni strategiche o tattiche con- tingenti, ma affondasse le sue radici più in profondità. E come per questo motivo si sia tradotta in una collabo- razione dell'Unione Sovietica con lo stato nazista a tutti i livelli: da quello diplomatico a quello economico, da quello militare a quello culturale, fi- no alla collaborazione poliziesca con la consegna di circa 570 comunisti e antifascisti tedeschi e austriaci, rifu- giatisi in Urss, alla Gestapo assieme ad un folto gruppo di ebrei. Nessun riscontro oggettivo trovano le tesi giustificazionistiche del patto. Esso non fu un deterrente contro lo scop- pio della guerra mondiale, che iniziò nemmeno un mese dopo la firma; fa- cilitò le mire espansionistiche di Hi- tler in Europa occidentale, che raf- forzarono la macchina da guerra te- desca preparandola psicologicamen- te e materialmente all'operazione Barbarossa, cioè l'invasione del- l'Urss nel giugno del 1941. Non servì all'Urss a "prendere tempo" per fronteggiare meglio l'aggressione se fin dai primi giorni di guerra apparve la bancarotta dell'Armata Rossa, im- preparata a sostenere l'offensiva, malgrado tutte le segnalazioni di pe- ricolo imminente che giunsero a Sta- lin e alle quali si rifiutò di prestare fe- de se non di fronte al fatto compiuto, quando il danno era ormai stato fat- to. Diego Giachetti Storia segnalazioni Gustav Henningsen, L'avvocato delle streghe. Eretici ed inquisitori nella Spagna del Seicento, Garzanti, Milano 1990, ed. orig. 1980, trad. dal- lo spagnolo di Gianni Guadalupi, pp. 368, Lit 39.000. Serge Bramly, Leonardo da Vinci, Mondadori, Milano 1990, ed. orig. 1988, trad. dall'inglese di Maria Sale- mi Cardini, pp. 400, Lit 35.000. LINEA D'OMBRA tutti i mesi in edicola e in libreria letteratura, spettacolo, scienza e politica Linea d'ombra Edizioni - Via Gaffurio , 4 - 20124 - Milano tel. 02 - 6691132 fax 02 - 6691299. in libreria la nostra collana "APERTURE" I dilemmi del nostro tempo e del nostro futuro Lev N. Tolstoj Denaro falso Ciinther Anders Discorso sulle tre guerre mondiali "Voites" Gli scrittori e la politica Aldo Capitini Le tecniche della nonviolenza Albredit Coes La vittima # AA.VV. A proposito dei comunisti