N. 5 pag- Psicoanalisi Adolf Guggenbuhl-Craig, Al di sopra del malato e deUa malattia — Il potere "assoluto" del terapista, Cortina, Milano 1987, ed. orig. 1983, trad. dal tedesco di Matelda Giuliani, prefaz. di Bianca Garufi, pp. XVII-130, Lit. 15.000. Molto discorsivamente, l'autore, psicologo junghiano ampiamente titolato nell'Associazione Internazionale di Psicologia Analitica (Iaap), tratta del fratello oscuro che si cela dietro le apparenze di oblatività di cui si ammantano le professioni assistenziali di medico, assistente sociale, sacerdote, psicologo e insegnante. Questa zona d'ombra è abitata da un ciarla- tano adulatore, falso profeta, ipocrita, smanioso di utilizzare gli assistiti per sancire il proprio potere e il proprio dominio. Quando meno ce l'aspettiamo, anche per l'inconscia pressione esercitata dagli stessi assistiti, questo doppio può prendere, subdolo, il sopravvento e rendere distruttiva l'opera di aiuto che pur con tanto impegno vorremmo perseguire. Per qualcuno potrà risultare fastidiosa la terminologia immaginifica e soprattutto la concettualizzazione dal sapore misticheg-giante di derivazione junghiana (l'archètipo, il doppio, l'ombra, la trascendenza del simbolo, la concezione mitico-mistica dell'inconscio, ecc.). Per un "non fedele" il libro si presenta come l'amabile chiacchierata di un vecchio saggio che, esperto della vita, riesce a far tollerare certe stravaganze del modo di esprimersi. Meno tollerabile è il citare opere ed autori senza fornire bibliografia: a poco vale, per giustificar l'omissione, premettere nell'introduzione che "scopo principale" dell'opera "non è... stimolare il lettore a leggere ancora di più, ma... aiutarlo a rivolgersi verso il proprio interno e a esaminare se stesso" (p. XVI). Paolo Roccato Il "continuo" e il "discreto" in psicoanalisi, a cura di Anna Maria Muratori, Boria, Roma 1987, pp. 221, Lit. 25.000. Mentre la filosofia della scienza progrediva, certi aspetti delle teorie psicoanalitiche sono rimasti ancorati ai modelli posivistici dell'epoca di Freud. I dieci autori, nell'ambito dell'attività del Gruppo Methodos di Roma e per la Collana Ricercare edita da Boria, mentre riformulano alcuni punti della metapsicologia freudiana attraverso strumenti concettuali offerti dall'odierna epistemologia, cercano di contribuire "a collocare la ricerca in psicoanalisi all'interno del dibattito epistemologico contemporaneo" (p. 13). Ognuno degli autori presenta almeno un articolo, che è seguito dalla discussione con gli altri co-au-tori. Ne risulta un libro composito, espressione sì del pensiero — differenziato — dei singoli, ma anche di quello —unitario— del gruppo di lavoro, così che la struttura stessa dell'opera diventa una lezione di metodo. Fin dai tempi di Zenone, di cui si ricorderanno i paradossi dell'immobilità della freccia in volo e di Achille che non potrà raggiungere la tartaru- ga, l'accordare l'intuizione del "continuo" con la costruzione "discreta" del numero è sempre stato problema assai arduo, di cui è difficile dire se i termini attengano alla realtà o non piuttosto al metodo di indagine. In psicologia, il discontinuo è nel mondo della separatezza, il continuo in quello della fusionalità. Ricerca interdisciplinare stimolante, ove confluiscono apporti derivanti da logica, matematica, fisica, biologia, linguistica, semiotica, psicologia, ma soprattutto epistemologia, oltre, ovviamente, alla psicoanalisi, il libro si presenta, pur difficile, accessibile a lettori colti anche non specialisti, per i lodevoli sforzi di chiarezza, nonostante ardui siano i temi e rigorosa la formalizzazione dei linguaggi. Sarebbe stato gradito un indice analitico e, magari, un dizionarietto per i termini tecnici. Paolo Roccato Giorgio Sacerdoti L'ironia attraverso la psicoanalisi Cortina, Milano 1987, pp. 210, Lit. 24.000 Poiché l'ironia — come suggerisce Sacerdoti — deriva da eiron, "che interroga", appare evidente la sua analogia con il lavoro clinico dell'analista che si interroga per cogliere la realtà psichica del suo analizzando. L'analisi, come l'ironia, gioca sull'antinomia apparenza/realtà ma l'ironia attraversa ogni avventura psicoanalitica anche perché gioca su ciò che appare, cioè vive dei suoi aspetti di finzione feironeiaj. Quindi discorso ironico e discorso psicoanalitico si avvicinano, come il lapsus o lo stesso sogno suggeriscono, poiché in ambedue i casi si dice qualcosa di diverso arrivando all''autotradimento. Così Sacerdoti propone, partendo dal materiale inconscio, di inferire il lavoro ironico fatto dalla mente come, attraverso il sogno, si inferisce il suo lavoro onìrico. Peraltro ironico è l'anagramma di onirico e anche Freud ha scritto che l'essenza dell'ironia sta nell'affermare il contrario di ciò che intendiamo comunicare, come avviene appunto nel sogno. Due sono i registri che caratterizzano l'ironia: quello instabile che non permette elaborazione né ricostruzione e quello stabile che invece permette elaborazione e ricostruzione. Ne consegue un accostamento tra ironia instabile e pregenitalità e ironia stabile e genitalità ma nel discorso è implicito il concetto di ironia latente cioè inconscia. La relazione analitica è presentata da Sacerdoti come una eironeia in quanto ironica in due sensi complementari: come raffigurazione attraverso il contrario e come rappresentazione di un conflitto di due significati con strutture drammatiche specifiche. Ma eironeia è anche finzione e suggerisce quindi per l'analisi un processo che include finzione e ironia; la prima è parte del setting analitico che esclude la realtà privilegiando la fantasia, la seconda è essenziale nella interpretazione in quanto capace di modulare una visione tragica. L'ironia inoltre, in quanto gioca sulla sorpresa, ha analogie con l'interpretazione psicoanalitica. "E lungo il percorso della sorpresa ironica — dice Sacerdoti — che il paziente può riacquistare il piacere di uscire dai binari della ripetitività e che l'analista può provare un sempre rinnovato interesse nel suo lavoro". In un discorso sull'ironia che ha come referente la psicoanalisi non poteva mancare un accenno a quella sottile, speciale, autoironia tipicamente ebraica, favorita da situazioni socio-politiche e da tradizioni religiose e culturali. In un secolo come il nostro in cui, come sostiene Adorno, l'ironia è scomparsa sopraffatta dall'ideologia, aver saputo sorridere delle proprie tragedie rimane per la cultura ebraica il segno indiscusso di una vittoria della creatività sulla morte. Mauro Mancia Giuseppe Fara, Furio Lambrusche Lo spirito del riso - Saggio sull'umorismo, Cortina, Milano 1987, pp. 144, Lit. 16.000. La prima parte del saggio è dedicata ad una succinta, ma aggiornata e chiara, rassegna di varie teorie sull'umorismo, nei due grandi filoni psicoanalitico e cognitivistico. Da Freud, con le sue preoccupazioni quantitative del risparmio energetico, a Kris, Reik, Feldmann, via via fino ad Arieti, Steiner e Segre, sul versante psicoanalitico; da Kant a Schopenhauer, Maier, Bateson, Neisser, McGhee, Piaget, fino a Mizzau, sul versante cognitivistico inteso in senso così lato da comprendervi anche approcci sociologici, della pragmatica della comunicazione, antropologici e neurofisiologici. Nella scorrevole seconda parte, dal tono più disteso, gli autori espongono un loro modello ben consapevoli che esso non è rivoluzionario, e, soprattutto, che "l'umorismo, nella sua essenza, non sopporta di essere afferrato e definito. Quando ...si cerca di spiegarne qualche sua concreta manifestazione si vendica e non fa più ridere: di fatto non lo si trova più dove lo stavamo cercando, è andato a nascondersi da qualche altra parte" (p. 83). Collegando riso a paura, ad aggressività e ad astuzia, con scorri- DIZIONARIO DEGLI SCRITTORI GRECI E LATINI diretto da Francesco Della Corte Tre volumi rilegati di complessive 2480 pagine LA PIÙ COMPLETA RASSEGNA DEGLI AUTORI GRECI LATINI BIZANTINI E ALTOMEDIEVALI DEI GENERI LETTERARI DELLE SCUOLE E DELLE CORRENTI DELLA LETTERATURA CLASSICA AFFIDATA AD OLTRE CENTO SPECIALISTI MARZORATI EDITORE VIA PORDOI, 8 - 20019 SETTIMO MILANESE bande sia nelle fantasie antropologiche di inizio secolo su preistorici antenati, sia nelle moderne osservazioni dei bambini, nelle ricerche sperimentali, nella neurofisiologia e nell'etologia, la situazione edipica è assunta come allegorica rappresentazione delle paure, aggressioni e rappacificazioni che si svolgono nell'evento umoristico. Un unico appunto: un'intero capitolo è dedicato a dimostrare (con un'equazione simbolica) che le donne conosciute dagli autori sono prive di senso dell'umorismo. Condoglianze vivissime! Ampia e puntuale la bibliografia. Sarebbe stato gradito un indice analitico, almeno degli autori — numerosissimi — citati. Paolo Roccato j rossoscuola j | N. 41 ■ NELLE LIBRERIE ■ (distribuzione PDE) I I I I école i i Inserto di educazione I I ambientale ■ 150 titoli: Una mappa I I bibliografica per cominciare - ■ Scuola e protezione civile - ■ Articoli di Orunesu, I Passi, Rocco, Rosso, Salio, 1 Spinelli, Tiezzi | E inoltre . Ora di religione - I I Autonomia scolastica - ■ Contratto - Donne insegnanti - I I Razzismo negli stadi - I Abbonamento (5 numeri) Lire I | 17.500 - CCP 14450100 intesta- | ■ to a Rossoscuola, Strada della . I Magra 5/b - 10156 TORINO I ^COPIE SAGGIO SU RICHIESTA | Gerhard Wehr, Jung. La vita, le opere, il pensiero, Rizzoli, Milano 1987, ed. orig. 1985, trad. dal tedesco di Paola Gioretti, pp. 481, Lit. 35.000. Un discepolo di un grande rabbi chassidico affermò: "Io non sono andato dal Maggid di Mesritsch per imparare da lui la Toràh, ma per vedere come si annoda i lacci delle scarpe". Ripreso dall'autore di questa biografia, l'aneddoto potrebbe anche essere riferito ad un suo modo di accostare — e di presentare — la figura di Jung: un'attenzione costante disposta a cogliere sia gli aspetti più luminosi, esemplari, sia i tratti più oscuri o negletti. Il vasto materiale, raccolto con meticolosità, pur senza presentare novità rilevanti offre un profilo vivido e completo, in cui le vicende umane, anche spicciole, si intrecciano con i temi di una grande indagine culturale, la ricerca terapeutica con quella di una intensa e problematica religiosità. Anche il lettore non particolarmente informato può cogliere gli aspetti salienti del pensiero junghiano — che sono quelli di una cultura che si pone interrogativi radicali sul senso del proprio divenire, che non può e non vuole esimersi dalla responsabilità di dare risposte — attraverso l'articolata presentazione delle opere più importanti; fra le quali, oltre a quelle di più classico riferimento, l'A. giustamente considera alcuni di quelli che, a suo tempo, con riserve erano considerati "libri" ('Risposta a Giobbe', 'Septem sermones ad mortuos'...), oltre che a brani dell'epistolario. In coda alla biografia vera e propria, interessanti le digressioni intorno alla posizione di Jung sul rapporto tra coscienza occidentale e spiritualità orientale e in merito ad alcune polemiche e dispute che egli ebbe con personalità della cultura del tempo. Giovanni Maria Cabras Psicologia segnalazioni Francois Ladame, I tentativi di suicidio degli adolescenti, Boria, Roma 1987, ed. orig. 1981, trad. dal francese di Arnaldo Novelletto, pp. 113, Lit. 12.000. C. Berti Ceroni, C. Bonini, L. Cerchierini, B. Zani, La prima volta. Un'indagine sulla scoperta della sessualità nell'adolescenza, Angeli, Milano 1987, pp. 255, Lit. 20.000. Ronald Laing, L'io e gli altri, Sansoni, Firenze 1988, ed. orig. 1959, trad. dall'inglese di Roberto Tettucci, pp. 176, Lit. 16.000 (Riedizione con introduz. storico filosofica di Benedetto Saraceno). Ferdinando Dogana, Psicopatologia dei consumi quotidiani, Angeli, Milano 1987, pp. 231, Lit. 18.000. Piergiorgio Foglio Bonda, Principi e tecniche di psicoterapia, Angeli, Milano 1987, pp. 396, Lit. 32.000. Willi Pasini, Claude Crépault, Umberto Galimberti, L'immaginario sessuale, Cortina, Milano 1988, ed. orig. 1987, trad. dal francese di Daniela Bellini e Mariangela Zanusso, pp. 181, Lit. 18.000. AA. W., La cultura psicoanalitica, Atti del convegno (Trieste 1985), Studio Tesi, Pordenone 1987, pp. 746, Lit. 50.000.