IN. 5 pag. 31 i dei libri del mese i Intervento Silicio, selciato di Diego Marconi Il tratto essenziale e caratterizzante del Dir è la scelta di raggruppare i lemmi in famiglie, sulla base della parentela etimologica. Gli autori ritengono in questo modo di poter rimediare ad un difetto dei dizionari tradizionali, a loro avviso incapaci di cogliere e di rappresentare adeguatamente la rete di rapporti e di interdipendenza tra i vari vocaboli che pervade l'intero lessico. SuU'"Indice" di marzo, uno dei redattori, Carlo Bordoni, parlava addirittura di "svolta storica", liquidando certo troppo sommariamente il vocabolario usuale come "elenco telefonico". Questa scelta di organizzazione del lemmario, oggi inconsueta, perde parte della sua originalità se si risale indietro nel tempo: un esempio illustre è la prima edizione del dizionario dell'Académie Franjaise (1964), ordinato secondo le radici, criterio poi abbandonato nelle edizioni successive. Probabilmente non è solo per aderire al modello dell'elenco telefonico (o dei suoi equivalenti più antichi) che la lessicografia moderna ha (aveva?) abbandonato l'idea di una rag-gruppabilità "ragionata" dei lemmi basata sull'etimologia. In effetti, a una simile impostazione si possono muovere alcune obiezioni sostanziali, che vanno ben al di là del rilievo, ov- ( EDIZIONI QuattroVentij " ACTA PHILOSOPHICA Collana dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofìe! GYÒRGY LUKÀCS NEL CENTENARIO DELLA NASCITA (1885-1985) a cura di D. Losurdo, P. Salvucci, L. Sichirollo MARX E I SUOI CRITICI a cura di G.M. Cazzaniga, D. Losurdo, L. Sichirollo LA PLURALITÀ IRRAPPRESENTABILE. IL PENSIERO POLITICO DI HANNAH ARENDT a cura di Roberto Esposito METAMORFOSI DEL MODERNO FILOSOFIA E COSCIENZA NAZIONALE IN BERTRANDO SPAVENTA a cura di G. Oldrini FRANCESCO DE SANCTIS DIALETTICA E ERMENEUTICA a cura di T. Geraets Distribuzione P.D.E. C.P. 156, 61029 URBINO vio e non decisivo, sulla laboriosità del reperimento dei lemmi. In primo luogo, sembra si siano voluti confondere i rapporti semantici con quelli etimologici. L'introduzione parla infatti di famiglie di parole dello stesso etimo e appartenenti allo stesso ambito semantico; ma questa seconda condizione è nei fatti credenza "opinione, convinzione" e credenza "mobile", qui trattate di seguito senza separazioni). D'altra parte, l'abolizione di ogni articolazione interna delle voci rende più difficile il compito del lettore, che deve già cimentarsi con il complicato sistema di rinvii. Il criterio etimologico si scontra poi con una difficoltà probabilmente insormontabile: a che punto occorre arrestarsi nel ripercorrere all'indietro la storia di una parola? Porto2 (delle navi) e porto5 (il vino) sono trattati anche qui come due lemmi distinti; ma con qualche passaggio in più anche il secondo risale a portus (l'esempio è di Lyons, Se-mantìcs II, cap. 13). Perché la media- L'Autore risponde Lemmi lemmi di Pasquale Stoppelli Ne "L'Indice" di marzo Davide Ricca dedica una scheda molto puntuale alla descrizione dei dizionari della lingua italiana pubblicati nel corso del 1987. Il recensore, riferendo delle novità del recente dizionario Garzanti, esprime qualche perplessità sui modi della divisione in sillabe delle parole, visto che la scansione non seguirebbe, nei casi delicati, criteri di assoluta coerenza. Siccome le osservazioni di Ricca non sono infondate, quale responsabile scientifico dell'opera, colgo l'occasione per spiegare brevemente quali sono stati i criteri osservati. A monte vi è un'altra decisione: quella di stampare il lemma esattamente come richiesto dall'ortografia italiana, quindi senza l'indicazione dell'accento tonico (a meno che non sia ortograficamente obbligatorio) né l'uso di altri artifici tipografici per distinguere le consonanti sorde da quelle sonore quando nella grafia dell'italiano sono rappresentate da un unico segno (s, z). La bontà di questa soluzione, adottata per la prima volta nella recente tradizione lessicografica italiana, non pare discutibile, e non solo in relazione agli utenti del dizionario di altra madre lingua. Restava però l'obbligo di informare il lettore riguardo all'accento tonico delle parole e al carattere aperto o chiuso, sordo o sonoro di quei suoni ancipiti nella grafia. Da qui la necessità di ripetere il lemma tra parentesi quadre immediatamente dopo il neretto dell'entrata, e così fornire, senza pregiudizio per l'ortografia, le necessarie informazioni aggiuntive. In questo modo, però, avevamo impegnato uno spazio che era eccessivo rispetto alla quantità di informazione contenuta, e si sa che nei di- zionari lo spazio è un bene preziosissimo. Perché non profittarne per arricchire l'informazione dando lì anche la sillabazione del lemma? Per sillabazione intendo ovviamente il criterio della divisione delle sillabe secondo le regole — tut-t'altro che certe e definite — con cui nell'ortografia italiana si separano le parole per andare a capo, non la distinzione delle sillabe linguistiche, che è altra cosa. Avendo la nostra sillabazione un valore esclusivamente pratico (chi non ha mai avuto dubbi su come andare a capo?), e mancando una norma grammaticale rigorosa, nostra preoccupazione è stata quella di creare un sistema che, nei casi incerti, rispettasse in qualche modo la coscienza linguistica del parlante. Così, se i grammatici non sono d'accordo nel modo di considerare, ai fini della sillabazione ortografica, il confine morfematico, noi abbiamo considerato il valore che quel confine ha nella comune coscienza linguistica e ci siamo regolati di conseguenza. Ecco perché abbiamo separato su-blì-me in un modo e sub-li-mi-nà-le in un altro, e così analogamente abbiamo fatto per coe-rèn-te e co-e-rè-de. Il lavoro del lessicografo è, ahimè, uno dei più incerti ed empìrici. La sistematicità assoluta purtroppo nessun dizionario riesce a garantirla, e mi riferisco ad aspetti ben più importanti della divisione in sillabe. La realtà della lingua è sempre più complessa e variegata di qualsiasi schema si possa adottare per descriverla. Questo i lessicografi lo imparano ben presto. Perciò abituiamoci a considerare i dizionari degli strumenti "imperfetti", senza chiedere a essi più di quanto essi possano ragionevolmente dare. spesso disattesa; anzi proprio i casi di connessioni etimologiche che il parlante non sente più sembrano costituire per gli autori il massimo motivo di orgoglio, come mostrano gli esempi citati nell'introduzione e nella pubblicità. Al fondo di questo atteggiamento c'è forse la convinzione che l'etimologia rappresenti il significato profondo, "vero", di un termine? Sembrerebbe di sì, se nel pezzo pervenuto all'"Indice" Bordoni parla di padrona della casa come "giusta accezione linguistica" del termine donna. In realtà, nel momento in cui un rapporto etimologico cessa di essere presente alla coscienza linguistica del parlante, non può più svolgere alcuna funzione produttiva nel suo sistema linguistico, non serve più a stabilire interconnessioni, a facilitare l'apprendimento di nuovi termini, ad agevolare la comprensione dei meccanismi interni della lingua. L'associazione di caviglia alla famiglia di chiudere, ineccepibile sul piano etimologico, non illumina sulle condizioni d'uso del termine caviglia in italiano. L'etimologia può naturalmente informarci su connessioni di significato vitali in fasi precedenti della lingua, magari affascinanti proprio per la loro imprevedibilità sul piano sincronico; però farne lo scheletro portante di un dizionario espone a qualche pericolo. Mettere in primo piano il rapporto, poniamo, di macigno con macina può far pensare che l'uso specifico di "roccia usata per le macine da mulino" sia più appropriato che quello generico di "grosso masso", il che naturalmente non è sostenibile. L'intricatissimo problema della polisemia è stato affrontato in modo radicale, optando per la totale abolizione dei numeri o di altre separazioni nette tra le varie accezioni, "nella convinzione che ogni voce debba essere colta nel suo significato originario" (pag. XV dell'introduzione); ma non tutto ciò che deriva da uno stesso etimo è sentito come unitario (non è certo il caso, ad esempio, di zione di una lingua diversa dal latino è condizione sufficiente per separare demanio (passato attraverso il francese) da dominio, ma non regalo (passato attraverso lo spagnolo) da re} Problemi di questo tipo si incontrano certo anche nei vocabolari tradizionali, ma il ruolo preminente qui dato all'etimologia non può che amplificarli. Infine, il "ragionare sulle parole" tende in molti casi a diventare un "ragionare sulle cose" molto vicino all'aneddoto o all'apologo educativo (v. droga, aids, elaboratore ecc.). Non sarei così sicuro che una via per superare le barriere tra cultura umanistica e scientifica sia quella di condurre il lettore attraverso itinerari come quello offerto alla voce silicio -, dopo una lunga digressione sui semiconduttori, si conclude: "poiché dal silicio, già nell'era antichissima, era derivato il miracolo del fuoco, non è improprio osservare che il selciato su cui camminiamo ha accomunato in sé, ieri e oggi, elementi di natura straordinaria". Heinrich Boll ROMA A PRIMA VISTA Su e giù per città e paesaggi d'Europa. Dall'Italia alla Polonia, dalla Germania alla Russia, le riflessioni di un grande scrittore nel corso di un quarantennio. Lire 18.000 George Rudé IDEOLOGIA E PROTESTA POPOLARE Dal medioevo alla rivoluzione industriale Ribellioni, tumulti e rivoluzioni nei secoli. Gli sviluppi dell'ideologia di protesta come strumento di lotta e di trasformazione sociale. Lire 24.000 Autori vari PROSPETTIVE DI STORIA DELLA LINGUISTICA Lingua, linguaggi, comunicazione sociale a cura di L. Formigari e F. Lo Piparo prefazione di Tullio De Mauro Un quadro complessivo della riflessione sul linguaggio dall'antichità ai nostri giorni, che si avvale degli apporti dei più noti studiosi della materia. Lire 30.000 Eugenio Garin ERMETISMO DEL RINASCIMENTO Pensiero magico e pensiero scientifico nella conoscenza del mondo fra XV e XVI secolo. Lire 8.000 Autori vari '68 VENT'ANNI DOPO a cura di Massimo Ghirelli postfazione di Pietro Folena Che cosa è rimasto, a distanza di vent'anni, di una stagione di entusiasmo e di lotta? Rispondono Abruzzese, Bellocchio, Bettazzi, Deaglio, De Masi, Gramaglia, Luporini, Manacorda, Mattioli, Musatti, Pietrangeli, Violante. 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