^ ■ inyruh ^6 ■Hdei libri del meseHI Suona l'allarme di Enzo Tiezzi II futuro di noi tutti. Rapporto della Commissione Mondiale per l'Ambiente e per lo Sviluppo, prefazione di Giorgio Ruffolo, Bompiani, Milano 1988, ed. orig. 1987, trad. dall'inglese di Francesco Saba Sardi, pp. 462, Lit. 25.000. Per la prima volta nella storia dell'umanità si scopre che esistono dei limiti alla crescita della popolazione, alla crescita del consumo di energia, alla crescita di modi di produrre che inquinano e distruggono l'ambiente e si scopre anche che l'uomo, dopo secoli in cui aveva concepito se stesso come arbitro e signore della natura, è parte di un tutto, è strettamente interrelato con la natura stessa, è condannato ad estinguersi come specie se continua a distruggere la biosfera in cui vive. La pioggia cade sul pianeta con una acidità 20 volte superiore a quella della pioggia che cadeva ai tempi dei nostri nonni, le foreste scompaiono al ritmo di 15 milioni di ettari all'anno (40 ettari al minuto), ogni quarto d'ora sparisce una specie vivente, 870 milioni di ettari di terra sono a grave rischio di desertificazione a causa dell'effetto serra causato dall'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera, la popolazione che in tre milioni di anni è passata da pochi milioni a 300 milioni è decuplicata nell'ultimo secolo: 3 miliardi nel 1950, 4 miliardi nel 1980, 5 miliardi oggi; radionuclidi estranei non solo all'ambiente ma a tutta l'evoluzione biologica vengono immessi nei cicli vitali. Tutto questo è dovuto al folle uso delle risorse energetiche e alle scelte tecnologiche e industriali della nostra generazione. Rischiamo di lasciare in eredità ai nostri figli un pianeta moribondo. Questo rapporto della Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo è un campanello d'allarme in questa direzione, anzi sono campane suonate a stormo per richiamare alla saggezza biologica e alla razionalità ambientale le folli scelte dell'utopia in-dustrialista. Presieduta da una donna a cui tutti dovremmo essere grati, il primo ministro norvegese signora Grò Harlem Bruntland, e con Mansur Khalid, vice primo ministro del Sudan, alla vice presidenza, la Commissione mondiale ha lavorato a questo rapporto con la consulenza di centinaia di esperti di tutti i paesi del mondo. Ne è scaturito un rapporto circostanziato, ricco di dati e di testimonianze, in alcuni punti critico severo delle scelte operate in nome del profitto e della produzione a tutti i costi: in altre parole le responsabilità dei paesi ricchi e industrializzati nei confronti di tutto il pianeta emergono con chiarezza. Il libro si apre con una bella prefazione di Giorgio Ruffolo che sottolinea i concetti fondamentali necessari per uscire da questa situazione e per costruire una diversa cultura dello sviluppo: globalità, approccio sistemico, sostenibilità sono le parole chiave di cui tutti abbiamo bisogno (e le nostre scuole e il nostro parlamento) per garantire la sopravvivenza alle future generazioni. Globalità, scrive Ruffo-Io, sia in senso intersettoriale che intergenerazionale. La prefazione si chiude con lo splendido discorso del capo indiano Seattle: "Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole, com'è che voi potete acquistarli? Ogni ago lucente di pino, ogni riva sabbiosa, ogni bruma di boschi ombrosi, ogni radura e ogni ronzio di insetti, ogni linfa che cala dagli alberi portano il ricordo dell'uomo... Noi siamo parte della terra e la terra fa parte di noi. I fiori profumati, il cervo ed il ^avallo, la grande aquila, le coste rocciose, il verde dei prati, il calore dei ponies, sono nostri fratelli. Ciò che accade agli animali, prima o poi accade all'uomo. La terra è la madre di tutti noi. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Non è la terra che appartiene all'uomo, ma è l'uomo che appartiene alla terra. Non è l'uomo che ha tessuto la trama della vita. Di que- sta egli non è che un filo". Questo, nel 1854, rispondeva il capo alla richiesta del Presidente degli Usa di comprare i territori della tribù. E terminava: "Dove è finito il bosco? Dove è finita l'aquila? Scomparsa. È la fine della vita è l'inizio della sopravvivenza". Il rapporto è diviso in varie sezioni che coprono praticamente tutto l'arco dei problemi ambientali: dall'energia alla demografia, dall'agricoltura al clima, dall'alimentazione agli armamenti ecc. ecc. Per quanto riguarda dati e denunce si tratta di analisi corrette e precise, che, in ogni modo, non presentano forti novità rispetto ai libri che l'ambientalismo scientifico italiano ha prodotto in questi ultimi anni. C'è invece da sottolineare che pro- prio alla "complessità" dell'ambientalismo scientifico italiano fa ora riferimento la cultura europea continentale e quella americana, proprio perché da noi le analisi sono state ulteriormente approfondite evidenziando le contraddizioni sociali, la differenza tra "crescita" (in negativo) e "sviluppo" (in positivo) e tra "tempi biologici" e "tempi storici", evidenziando la separazione tra mente e natura e trovandone le radici nella filosofia di Cartesio e nel meccanicismo di Newton: tutto questo sul Rapporto non c'è, ma è anche vero che appunto di un rapporto si tratta e non di un saggio scientifico. Particolarmente interessante è il concetto, espresso dalla Commissio- ne, di "sviluppo sostenibile necessario sia per le nazioni in via di sviluppo che per quelle industrializzate" e definito come uno sviluppo" che non apporta danni ai sistemi naturali che costituiscono la base stessa della vita sulla Terra, vale a dire l'atmosfera, le acque, 0 suolo e gli esseri viventi". In piena contraddizione con questo concetto è la parte del libro dedicata all'energia nucleare, decisamente ambigua e rozza sul piano scientifico. Vengono presi a prestito, quasi copiati da un'altra penna, alcuni degli slogan obsoleti della lobby nucleare e delle sue organizzazioni di "controllo", del tipo "impianti nucleari assoggettati a rigidi codici di sicurezza", oppure "i pericoli per la popolazione sono trascurabili", o ancora "nessuna fonte energetica potrà mai essere esente da rischi". Interessante invece l'analisi dei costi che prevede tra le voci principali le misure protettive, l'eliminazione dei rifiuti e lo smantellamento della centrale nucleare: un utile suggerimento per i conti della "Commissione Spaventa" su Montal-to di Castro. Il capitolo sull'energia si conclude con un'affermazione importante: "La strada di un basso consumo energetico è la migliore ai fini di un futuro sostenibile" e con l'indicazione di ricorrere a energie rinnovabili e di origine solare. Permane in questo capitolo una complessiva ambiguità sulle scelte energetiche da fare e sul loro rapporto con l'ambiente e lo sviluppo. Il rapporto si alza di tono e raggiunge livelli di eccezionale interesse su alcuni argomenti, qui di seguito evidenziati da alcune frasi: A) Sul problema demografico (pag. 35-36): "Il problema demografico deve essere affrontato, almeno in parte, mediante sforzi miranti a eliminare la povertà di massa, onde assicurare un più equo accesso alle risorse, e con un'istruzione intesa a migliorare le potenzialità di gestione di queste". "Garantire soprattutto alle donne, il fondamentale diritto umano all'autodeterminazione". "I membri di tribù e gli indigeni dovranno stare con gli occhi ben aperti, dal momento che le forze dello sviluppo economico non infrangono i tradizionali stili di vita, e sono stili che possono insegnare molto alle società moderne per quanto attiene alla gestione di risorse in complessi ecosistemi forestali, montani e di pianura. Alcuni di questi gruppi sono minacciati di vera e propria estinzione a causa di uno sviluppo insensato, incontrollabile da parte loro. I loro tradizionali diritti devono essere riconosciuti, ed essi devono avere voce in capitolo, nella formulazione di politiche relative allo sviluppo delle risorse nelle zone in cui abitano". B) Sullo sviluppo (pag. 67-68-69): "La capacità di anticipare e prevenire danni ambientali richiede che le dimensioni ecologiche della politica siano ritenute della stessa importanza di quelle economiche, commerciali, energetiche, agricole e via dicendo". "L'unità dei bisogni umani richiede un sistema multilaterale che rispecchi il principio democratico del consenso e ammetta che non solo la Terra, ma anche il mondo umano è tutt'uno". "Una nuova era di cooperazione internazionale, fondata sulla premessa che ogni essere umano — quelli che vivono attualmente a quelli a venire — ha diritto alla vita, e a una vita decente". C) sul sistema politico (pag. 96-97): "Un sistema politico che garantisca effettiva partecipazione dei cittadini al processo decisionale"; "Un sistema amministrativo che sia flessibile e abbia la capacità di autocorrezione". Infine sono da sottolineare gli interventi riportati in vari riquadri del libro come contributo originale alla discussione e, tra questi, esemplare quello di Ailton Krenak, coordinatore dell'Indian Nations Union". In sintesi una buona pietra per la costruzione del "futuro di noi tutti". Censire le risorse di Barbara Pezzini \ Codice dell'ambiente, a cura di Amedeo Postiglione, Maggioli, Rimini 1988, pp. 3612, 2 j volumi, Lit. 320.000. La proposta di un nuovo aggiornato codice j dell' ambiente giunge a colmare un vuoto occupa-\ to solo, dopo l'edizione dell'omonimo codice cu-: rato dall'Isgea per Giuffrè nel 1977, da raccolte a \ carattere decisamente più settoriale e limitato. Le g complessive 3612 pagine dell'opera offrono una I mole di informazioni apprezzabile e di sicuro \ interesse, su cui purtroppo incidono negativa-'■ mente alcuni difetti di impostazione e redazione, I che ne diminuiscono le potenzialità di utilizzo. Il i primo volume raccoglie in una Parte generale i ' riferimenti alla costituzione ed agli statuti regio-; nali, e le leggi strutturali riferibili orizzontalmen-! te all'ambiente (legge sul decentramento regiona-| le, legge sanitaria, legge e decreti di attuazione del | ministero dell'ambiente), in una Parte speciale ì la disciplina delle singole risorse ambientali (acque, alimenti, aria, assetto del territorio, beni I culturali, energia, industria, natura, paesaggio, rifiuti, rumore) e di alcuni specifici strumenti r della politica ambientale (cartografia, impatto ambientale, informatica ambientale). Il secondo I volume presenta, regione per regione, la produzione legislativa regionale. Le informazioni offer-i te sono sostanzialmente di due livelli: ogni settore | della parte speciale contiene infatti un indice, che \ fornisce una elencazione tendenzialmente esausti-| va delle fonti della materia, cui segue una selezio-ine di testi normativi, scelti secondo criteri che jsono differenti per ogni settore. Lo sforzo di completezza, che tiene di vista l'interesse concreto ad lampliare le possibilità di informazione, fa acco-istare settori molto differenti tra loro, in cui la normazione ha avuto caratteristiche eterogenee. La disomogeneità che ne deriva, nella strutturazione delle diverse voci, non sarebbe di per sé negativa, ma è certamente criticabile il fatto che le differenti impostazioni non siano esplicitamente motivate, con riferimento alle specificità del settore, e addirittura talvolta non siano neppure enunciate, lasciando all'utente la fatica di scoprirle entro una cornice estremamente frammentaria. Ad esempio, nel settore Acque sono riportati integralmente i testi di tutti gli atti — leggi, decreti-legge, regolamenti, decreti ministeriali, circolari, convenzioni internazionali, deliberazioni di comitati interministeriali — elencati nell'indice; alla voce Alimenti invece una nota chiarisce che viene presentato un indice completo della normativa del settore, e pubblicata per esteso solo una legge "avente carattere generale"; la voce Cave riporta "per comodità un semplice elenco di testi che hanno una qualche attinenza al tema", senza alcun rinvio o collegamento alle numerose leggi regionali del settore che sono contenute nel secondo volume; nel settore Industria, senza alcuna spiegazione, sono menzionati nell'indice 40 atti, di cui solo 4 vengono poi riportati per esteso. Ancora più strana l'impostazione della voce Informatica ambientale, che offre un ampio indice di normativa "sulla informatica in genere", perché "l'informatica ambientale è agli inizi del suo sviluppo e non ha testi specifici"; l'indice si estende alla normativa regionale, di cui sono presentati alcuni testi, probabilmente selezionati in quanto presentano le esperienze di istituzione di servizi di informatica a livello regionale (l'inserimento di questa voce si deve probabilmente alla posizione del curatore del codice, coordinatore nazio- 0