N. 5 Gialli Loriano Macchiavelli, Sarti Antonio un diavolo per capello, Garzanti Vallami, Milano 1985, pp. 341, Lit. 20.000. I tre gialli qui raccolti — Un diavolo per capello, Caccia tragica, Rapiti si nasce — si inseriscono in quel filone di demitizzazione tipico degli esiti migliori del giallo italiano. Anche qui infatti le situazioni forti del genere, omicidi, inseguimenti, sparatorie, diventano spesso modo per mettere in rilievo caratteri, situazioni e sentimenti dei personaggi e delle realtà rappresentate. Protagonista delle tre storie è Sarti Antonio, sergente di polizia e uomo senza qualità. Ciò che lo rende straordinario è la sua assoluta ordinarietà. Al suo confronto anche Maigret potrebbe apparire come un eroe eolico. Scenario delle sue avventure e la città di Bologna — ed anche in questa sua identificazione con una città, Macchiavelli si rivela un giallista italiano della miglior scuola — una Bologna gergale, picaresca ed ariosa. Un'ultima notazione infine sulla scrittura: agile, nervosa, mediata da un narratore che pur dall'esterno sembra a volte diventare un vero e proprio personaggio testimone delle vicissitudini del nostro Sarti Antonio. Che il tutto possa assumere un taglio un po' cinematografico — è il vizio dei tempi — lo dimostra l'ultimo dei tre romanzi, i cui capitoli riprendono nei loro titoli alcune delle più importanti figure del racconto cinematografico. D. Tornasi Sanantonio, Berù e... quelle signore, Rosa & Nero, Milano 1985, ed. orig. 1967, trad. dal francese di Bruno Just Lazzari, pp. 294, Lit. 16.000. Dopo alcuni anni di silenzio, ecco ritornare più che benvenute le avventure del commissario Sanantonio. Berù... e quelle signore è fra gli oltre 150 romanzi scritti da Fréderic Dard, con lo pseudonimo che dà il nome al suo stesso personaggio, quello che vanta forse il maggior numero di copie vendute: oltre due milioni nella sola Francia. Il romanzo è costruito con gli ingredienti tipici della scrittura e della poetica di Sanantonio: l'irriverenza e l'invenzione linguistica, il gusto per la battuta grassa e oscena, l'ironia nella rappresentazione di personaggi e situazioni grottesche, il coinvolgimento del lettore, il ricorso alla citazione, il sostanziale rispetto delle regole del poliziesco. Molti di questi caratteri hanno spesso fatto parlare di Sanantonio come di un imitatore di Rabelais, ed oggi non è difficile prevederne una rilettura all'insegna di categorie come quelle di postmoderno e manierismo. Il gusto per l'eccesso dello scrittore francese non si realizza solo sul piano della scrittura, ma anche su quello della vicenda, come accade in questo romanzo dove il grosso e pantagruelico Berù, compagno fisso del più dinamico Sanantonio, si ritrova ad ereditare, assieme ad una cugina zitella e bigotta, una casa chiusa in pieno centro di Parigi- D. Tornasi Fantasy pag. 131 e*? Frank Herbert, La rifondazione di dune, Editrice Nord, Milano 1986, ed. orig. 1985, trad. dall'inglese di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli, pp. 505, Lit. 12.000. Dune è l'esempio più famoso, e più riuscito, di un filone fantascientifico fortunatissimo sviluppatosi a partire dagli anni '70: quello della costruzione minuziosa e accurata di mondi alternativi, magari diversissimi dal nostro, ma animati da una logica interna e da una coerenza che rendono credibili le vicende narrate e che sono la causa prima del loro fascino e del loro successo presso i lettori. Dopo il kolossal cinematografico prodotto da De Laurentiis e diretto da David Lynch (decisamente la più interessante ed imprevedibile maxiproduzione basata sugli effetti speciali, tra quelle che hanno invaso il mercato in questi ultimi dieci anni), la storia di Dune e le alterne fortune dei suoi protagonisti, ivi compresi i mostruosi vermi giganti che producono una preziosa sostanza, sono ormai famosissime, quasi quanto quelle del Signore degli Anelli. Ne La rifondazione di Dune, sesto ed ultimo volume della saga di Frank Herbert, il vecchio impero galattico è ormai in sfacelo, ma un pugno di seguaci tenta di ritrovarne l'antico splendore, servendosi di un verme miracolosamente scampato alla distruzione del vecchio mondo. Ma quest'impresa, come era prevedibile, trova subito molti feroci oppositori, e ancora una volta la galassia è infiammata dalle battaglie che vedono fronteggiarsi le opposte fazioni. M. Della Casa Loyd Alexander, La saga di Prydain, Editrice Nord, Milano 1986, ed. orig. 1964, 1965, 1966, trad. dall'inglese di Annarita Guarnieri, pp. 450, Lit. 12.000. Gli imitatori di Tolkien sono ormai innumerevoli; Il signore degli anelli è diventato negli ultimi anni un punto di riferimento e un passaggio obbligato per tutti gli scrittori di fantasy. Alexander merita però un posto particolare in questa schiera: per lo stile, per la capacità di rivisitare i cicli mitici ed eroici presenti nel folklore nordeuropeo, soprattutto celtico, per la maestria infine con cui riesce a rinverdire e a infondere nuova linfa in queste leggende. Non a caso infatti la Walt Disney ha attinto a piene mani dalla sua opera per dar vita al nuovo kolossal a cartoni animati "Taron e la pentola ma-gica": su un canovaccio che in parte è comune a molti altri romanzi di fantasy, il viaggio periglioso attraverso una terra fiabesca, la lotta contro l'oscuro signore delle tenebre, Alexander riesce a costruire nuove emozioni, a inserire scene imprevedibili in grado di stupire e affascinare anche il lettore più esperto. Ma la maggior forza del romanzo, come osserva Alex Voglino nell'introduzione, sta nel non perdere di vista le proprie radici culturali e mitologiche (che affondano anche nei Mabi-nogion gallesi) e di creare su di esse una godibilissima avventura nel mondo della fantasy. M. Della Casa Marco Pensante, Il sole non tramonta, Editrice Nord, Milano 1986, pp. 343, Lit. 8.000. Con II sole non tramonta la Nord propone un altro autore italiano. Una scelta coraggiosa, tanto più che si tratta dell'opera prima di un giovanissimo, il bresciano Marco Pensante; ma è anche una conferma del successo d'un'iniziativa intrapresa anche da altre case editrici, quella d'incentivare e promuovere una narrativa fantastica italiana e di sfatare un luogo comune per il quale la "sensibilità italica" è aliena dall'av-venturarsi su questo terreno. Anche il livello qualitativo della produzione italiana è migliorato, e questo romanzo, pur essendo inevitabilmente "acerbo", ne è una prova, se non altro per la complessità delle tematiche e l'ariosità della trama. In un sistema solare remoto esiste uno strano pianeta, un cui emisfero è perennemente avvolto dalle tenebre mentre l'altro è inondato dalla luce solare. Gli eventi, in tutti i sensi, stanno precipitando: una crisi politica è alle porte ed è incombente un'eclissi totale, le cui conseguenze sull'ecosistema saranno devastanti; in mezzo a tutto questo il dramma del protagonista, il superamento del ruolo di superuomo. Un romanzo che riecheggia i classici della Science fiction, ma che Pensante conduce con sorprendente sicurezza. M. Della Casa Teatro Stefano Mazzoni, Ovidio guaita, Il teatro di Sabbione- ta, Olschki, Firenze 1985, pp. 168, Lit. 40.000. L'originalità del libro — nel panorama non esile di studi dedicati a quello che fu uno dei pochi edifìci costruiti esclusivamente ad uso teatrale — è di offrire una possibilità di approccio complessivo al problema, nei due versanti della indagine stori-co-culturale e dell'analisi tecnico-ar-chitettonica. Stefano Mazzoni, allievo di Ludovico Zorzi, ripercorre con sicurezza in una serie di capitoli la figura di Vincenzo Scamozzi cui si deve appunto la costruzione del teatro di Sabbioneta: dall'esame delle esperienze teoriche e pratiche dello Scamozzi, al completamento del teatro Olimpico di Vicenza, su piani del Palladio, al progetto dell'Olimpico di Sabbioneta: quest'ultimo ri- GIANNI LONG J. SEBASTIAN BACH IL MUSICISTA TEOLOGO pp. 320, 50 ili., L. 25.000 Conoscere il mondo spirituale di Bach è necessario per capire il suo linguaggio. Il primo libro che «spiega» Bach dall'intimo della sua fede. Una biografia e una «guida all'ascolto». ALDO BODRATO LE OPERE DELLA NOTTE pp. 180 + 14 tav. f.t., L. 14.000 12 racconti su alcuni testi biblici e su personaggi storici. Le orme di una fede controcorrente da Giacobbe a Galileo a Bonhoeffer. MADDALENA MASUTTI TORNERÒ TRA LA GENTE Il cammino di una donna nella Chiesa pp. 176, L. 12.500 L'itinerario sofferto di una donna attraverso il convento alia ricerca di Dio e di sé che scopre. fuori del convento ma nella Chiesa, la vita autentica nel servizio degli altri. ALLAN BOESAK CAMMINARE SULLE SPINE La denuncia di un leader della resistenza contro l'apartheid pp. 120, L. 5.800 Una serie di sermoni alla Martin Luther King che colgono la posta in gioco negli episodi biblici e l'applicano ai neri sudafricani d'oggi stabilendo un ponte con l'Israele biblico. AMEDEO MOLNAR I TAB0RITI Avanguardia della rivoluzione hussita (sec. XV) pp. 200, 22 ili. f.t., 27 nel testo, L. 14.000 Per la prima volta in italiano i testi base della prima rivoluzione politico-sociale e religiosa dell'Europa moderna che trionfò in Boemia e Moravia nel '400, anticipando molti temi della Riforma del '500. m mmedrtrice Claudiana Via Pr. Tommaso 1 ■ 10125 Torino c.c.p. 20780102 collocato nel solo nel contesto del tessuto urbano, ma soprattutto all'interno di quella logica di "privatizzazione del teatro", suggestivamente illustrata proprio dagli studi dello Zorzi, che consente al Principe di vedere riflesso a teatro l'ordine e la stabilità della città reale che egli domina e regge politicamente. Ovidio Guaita proviene invece da studi di architettura e si preoccupa di delineare, nel suo saggio, la storia del degrado a cui l'edificio fu sottoposto a partire dalla scomparsa del "committente" Vespasiano Gonzaga, con periodici interventi di restauro non sempre felici. Completa il volume una serie di pregevoli illustrazioni. R. Alonge Commedie dell'Arte a cura di Siro Ferrone, Mursia, Milano 1985, pp. 294, Lit. 8.000 Si tratta di un'antologia di commedie di attori professionisti della Commedia dell'Arte del Cinque-Seicento. Il volume in questione contiene L'alchimista (1583) di Bernardino Lombardi, attore specializzatosi nel ruolo di Dottore nella compagnia dei Comici Confidenti, e Gli amorosi inganni, scritta tra il 1593 e il 1609 di Vincenzo Belando, un semiprofessionista della scena emigrato in Francia. Il piano dell'opera prevede altri tre testi: Le due comedie in comedia di Giovan Battista Andreini, L'Inavertito di Niccolò Barbieri, Li buffoni di Margherita Costa. La silloge si inserisce nella attuale tendenza a rivedere e a ridiscute- re le antiche certezze che volevano la Commedia dell'Arte come espressione di una pura gestualità attorica, come paradosso di un teatro senza drammaturga. In realtà i comici dell'Arte operano sulla base di un ricco e articolato materiale scritto, che non si riduce ai soli canovacci, ma comprende anche, appunto, vere e proprie commedie, perfettamente compiute, ma in cui ovviamente si rispecchia una maggiore sensibilità verso la centralità dell'azione e degli snodi mimico-ge-stuali. Testi come questi vanno letti insomma da un'angolazione particolare, capace di rapportare continuamente la scrittura drammaturgica alla scrittura scenica che nella prima è, per così dire, implicitamente contenuta. R. Alonge Giovangiacomo Brusonio Sophia Commedia studentesca del secolo XVI a cura di Sara Mamone, Italo Bovolenta Editore, Ferrara 1983 [1985], pp. 139, Lit. 18.000 Complicate vicissitudini editoriali hanno ritardato la pubblicazione del libro, non solo prefato ma suggerito e guidato da Ludovico Zorzi, morto prematuramente nel marzo del 1983. La data presente nella pagina di servizio discende dunque da ragioni di opportunità, ma il volumetto è stato pubblicato soltanto in questi ultimi mesi. Sara Mamone, allieva di Zorzi, ci offre un testo marginale (conservato in un'unica stampa padovana del 1550) ma curioso e in qualche misura interessante, che si inserisce nel quadro delle esercitazioni drammaturgiche del mondo universitario del tempo, studentesche e accademiche. L'autore, Giovangiacomo Brusonio da Legnago, è praticamente sconosciuto: probabilmente un chierico o un lettore legato in qualche modo allo Studio padovano; drammaturgicamente un dilettante, che rielabora materiali e consuetudini letterarie preesistenti (spunti novellistici o di lieve allego-rismo; differenziazione linguistica dei personaggi; rivendicazione della piena dignità del dialetto pavano, sulle orme ovviamente del grande Ruzante; attenzione alla dimensione popolare; ecc.). La commediola si caratterizza anzi per l'uso, da parte dei personaggi, di linguaggi diversi a seconda delle situazioni, con scarti dal registro alto a quello basso. Pregevole l'introduzione della Mamone, al pari delle note. R. Alonge