■ L'INDICE ■ ■■dei libri oel meseHH Arte Elena Rossetti Brezzi, Percorsi figurativi in terra cunee-se. Ricerche sugli scambi culturali nel basso medioevo, Edizioni dell'Orso, Alessandria 1985, pp. 127, Lit. 20.000. Non è stato semplice abituarsi all'idea che i pittori sono gente che fa il proprio mestiere, magari senza grandi ambizioni e magari spostandosi pigramente lungo le strade collinari che uniscono Centallo a Peve-ragno. Può anche capitare che quando si firmano sotto gli affreschi o in un atto notarile, i loro nomi sembrino tolti da un registro di parrocchia, ci parlino di botteghe a conduzione familiare e di forestieri venuti da luoghi distanti qualche miglio: Giacomo Pitterio, Segurano Cigna, Giovanni Mazzucco, i fratelli Bia-sacci, Rufino d'Alessandria, Pietro da Pocapaglia da Saluzzo. A loro è dedicata l'indagine di questo libro, primo di una collana sui beni culturali in Piemonte che si annuncia Bambini peter spier, L'arca di Noè, Piccoli, Milano 1986, ed. orig. 1977, Lit. 15.000. Peter Spier, Il libro di Giona, Piccoli, Milano 1986, ed. orig. 1985, trad. dall'inglese di Manuela Lazzara Pittoni, Lit. 15.000. Questi due libri di storia dell'Antico Testamento sono destinati a due diverse fasce di età: la storia di Noe per i bambini che non vanno ancora a scuola, la storia di Giona per quelli che sono già in grado di dare un inquadramento storico alle letture che lo richiedono. Nel primo il duro invito all'obbedienza intesa come prioritaria rispetto alle scelte di vita e di morte è addolcito dalla descrizione per immagini del rapporto fra Noe, la sua famiglia e l'imponente presenza degli animali nell'arca. Non è chiaro il rapporto fra fede e obbedienza, infatti nelle ultime pagine non si parla del patto di Dio con l'uomo che nella Bibbia conclude la storia. Più approfondita è la storia di Giona, anche lui alle prese con il suo difficile Signore: è particolarmente ben descritta la parte in cui l'uomo del pesce si fa giudice e la sua intransigenza supera quella di Dio. La conoscenza del bene e del male non garantisce di per sé la salvezza o la sicurezza rispetto a quelli che non li distinguono. Nell'ultima parte l'autore si chiede se Giona sia davvero densa di novità anche sotto il profilo metodologico. I percorsi figurativi si snodano lungo gli itinerari geografici e politici del Piemonte sud-occidentale nel Quattrocento, con una verifica sulle aree di strada e le loro gravitazioni culturali che procede in modo variegato e pieno dì sorprese, tra luci improvvise e addensarsi d'ombre. La straordinaria abbondanza di cicli affrescati nelle cappelle periferiche convive con il vuoto di centri dove di tante tavole e arredi restano ormai solo le scarne note d'inventario delle visite pastorali. Aree di stagnazione si contrappongono a luoghi di scambio e di rinnovamento; botteghe di frescanti che ripetono ossessivamente le stesse formule in condizioni di assoluto monopolio, ad artisti che scelgono la via dell'emigrazione verso la Liguria e la Francia meridionale. Le molte illustrazioni e le ottime schede biografiche in appendice fanno di questo studio un inedito modello di catasto artistico che illumina il passato e, come sottolinea G. Romano nell'introduzione, costituisce la premessa per la sua ragionata tutela di oggi. E. Pagella esistito, nel cercare la risposta trova altre domande. Si scopre un Giona-Yunus musulmano, un impero assiro la cui capitale Ninive rimarrà sepolta per ventiquattro secoli consegnando agli archeologi solo una parte di sé. E. Bouchard Cristina Lastrego, Francesco Testa, Benvenuto Wilko, Einaudi, Torino 1986, pp. 73, Lit. 12.000. L'extraterrestre Wilkolarfusmil-benlilongibodinot, detto Wilko, entra un giorno in una bolla di sapone e fa la conoscenza di due bambini, Barbara e Marco. E piccolo, ma non è un topo. E peloso, ma non è un cagnolino. Ha lunghe orecchie da leprotto che gli servono per ascoltare la musica, i canti, il cinguettare degli uccelli, i tuoni dei temporali e che muove, come i cani la coda, per far capire quando è contento. Wilko trova ospitalità, per la notte, nella casetta delle bambole di Barbara e la mattina fa la doccia sotto il rubinetto del lavandino e una nuotatatina nella vasca da bagno. Poi, dopo aver preparato una squisita colazione a base di biscotti dalle forme assai strane per un occhio umano, trascorre la giornata insieme ai suoi nuovi amici, per cercare di capire, sapere, sperimentare tutto del nuovo mondo in cui è sbarcato. In cambio inse- AA. W., I luoghi del museo. Tipo e forma fra tradizione e innovazione, a cura di L. Basso Peressut, Editori Riuniti, Roma 1985, pp. 374, Lit. 50.000. L'ampliamento del concetto di museo, ed il suo conseguente proporsi non più come organismo isolato ma come istituzione culturale articolata, ha posto l'esigenza di una nuova riflessione sulle sue funzioni. In quest'ambito si colloca questo volume, primo di una collana rivolta ai problemi di museografia, che raccoglie un ampio numero di saggi, in parte inediti, in parte tradotti per la prima volta in Italia: un'antologia che è insieme momento di discussione teorica, sistemazione storica e guida tecnica alla progettazione del museo. Diviso in cinque sezioni, il libro si apre con una serie di interventi — tra cui vale la pena menzionare almeno quello di Pevsner — sul rapporto tra museo e architettura. Una seconda sezione, dedicata alle gna a Marco e Barbara a volare; tenendosi per mano i tre amici guardano dal cielo la fattoria della nonna. Benvenuto Wilko è un altro libro di Cristina Lastrego e Francesco Testa, ideatori delle favole di Giovanna, Tommasone e Ciccio. Un'altra storia — come le precedenti — costruita insieme ai bambini: Wilko è nato in una prima elementare della scuola Gabrio Casati di Torino. La capacità di fondere fantasia e esperienza quotidiana rendono i libri di questi ciue autori vicini alla sensibilità del bambino. S. Parola Marie Ferré, Tra le mura del castello, illustrazioni di Dominique Thibault, Edizioni E. Elle, Trieste 1986, pp. 40. Lit. 5.500. Visita guidata per i bambini (dai sei anni in su, consigliano i curatori della collana "Un libro per sapere"), in un castello, nella sua vita, in quella del suo borgo. Tra le mura il bambino incontra il vasaio che modella l'argilla, il fabbro che batte le falci, il venditore ambulante di stoffe, i muratori che squadrano le pietre per una cappella in costruzione. Incontra il contadino che porta al mercato il maiale, i frati, le donne intorno al pozzo. Seguendo una guardia che sale le scale a chiocciola del torrione, scopre dove abita il signore con la sua famiglia. Il bambino assiste alla caccia con il falcone, al torneo di ce- relazioni tra museo, ambiente e territorio, sottolinea la necessità di recuperare i rapporti tra l'istituzione museale, il significato storico degli oggetti che contiene e la società attuale. Le ultime tre sezioni sono invece rivolte a problemi inerenti ai musei scientifici, privilegiati — come già sottolinea la presentazione di F. Drugman — per le loro specificità espositive e per il loro carattere di-dattico-professionale, che nega la possibilità di selezione estetica degli oggetti. M. Perosino Carlo Bortolani, Dalla Valle dei Templi al Gran Paradiso. Guida alla tutela giuridica dei beni culturali e ambientali, Zanichelli, Bologna 1986, pp. 236, Lit. 15.000. Mentre assistiamo ai primi congegnati tentativi di far naufragare di fatto la più recente ed articolata pro- lebri cavalieri e ad una festa in cui, tra giocolieri, acrobati e domatori di orsi e di scimmie, il signore e i suoi amici mangiano cinghiale, capretto, anguille, ma anche pavoni, cigni e balena. Sotto le mura, l'illustratore ha disegnato il villaggio dove il bambino osserva il lavoro quotidiano del contadino: una donna lavora alla zangola, i pastori si occupano delle pecore, ma vi sono anche maiali, posta legislativa in materia di tutela, questo libro offre un sintetico e utilissimo panorama dei problemi connessi alla salvaguardia del patrimonio storico e ambientale e degli strumenti giuridici che il paese si è dato nel corso degli anni. La rassegna si apre con le convenzioni internazionali, per arrivare alla normativa italiana, analizzata anche attraverso gli orientamenti degli statuti regionali. Una serie di brevi capitoli fa il punto su aspetti specifici, dalla disciplina dei ritrovamenti, alla circolazione ed espropriazione dei beni, al regime fiscale e sanzionatorio, fino all'organizzazione amministrativa degli enti e dei luoghi istituzionali della tutela, musei, biblioteche, archivi, parchi nazionali e regionali. Nell'appendice documentaria sono riportati i testi di alcuni importanti interventi in materia, ad esempio' la convenzione dell'Aia per la protezione dei beni culturali in caso ai conflitto armato (1954) o quella di Parigi sulle importazioni e le esportazioni (1970), e ancora le leggi italiane del 1939, 1982 e quelle recentissime emanate lo scorso anno. E. Pagella oche, pochi buoi; un villano è punito con la gogna. Nelle ultime pagine il castello è attaccato dal nemico, che scava gallerie e innalza torri di legno. Il linguaggio dell'autrice è semplice, comprensibile, mai banale; le illustrazioni, ricche di dettagli, facilitano la comprensione del testo e rendono graficamente molto gradevole il volume. S. Parola Biblioteca di storia contemporanea diretta da Gabriele De Rosa Gianni La Bella "Lo Spettatore Italiano" (1948-1954) Prefazione di Francesco Malgeri pp. 248, L. 20.000 nella stessa collana: Francesco Malgeri La Sinistra Cristiana (1937-1945) Andrea Riccardi Il "Partito Romano" nel secondo dopoguerra (1945-1954) Morcelliana - Brescia M Andrea Emiliani Il museo alla sua terza età. Dal territorio al museo Nuova Alfa, Bologna 1985, pp. 242, Lit. 18.000. Se nel corso degli anni '70 l'esigenza più avvertita era quella di inserire la nozione di museo nel dibattito più ampio della tutela dell'ambiente e del territorio — inteso come stratificato e complesso patrimonio cultura-l§ le da salvaguardare — ora il problema sembra spostarsi verso il pieno recupero dell'istituzione, da sfruttare in ogni sua potenzialità. Non dunque una regressione o un pentimento, ma la convinzione che solo un sistema museale agile e articolato, che aggrega al suo interno i luo- hhhhhhhkh^^H^bhshhi ghi tradizionalmente adibiti alla documentazione del passato, possa rispondere alle urgenti necessità di conservazione, catalogazione e pubblicizzazione che si sono determinate negli ultimi anni. Solo infatti in rapporto a questo modello potrà ridefinirsi il museo giunto alla sua "terza età": fase storica iniziata con il dopoguerra e ancora poco circoscrivibile ma anche, lo suggeriscono le parole, momento di invecchiamento. Da qui l'elaborazione di un modello teorico che si confronta, anche duramente, con le scelte politiche ed economiche che sono state fatte in materia: dal mancato decentramento, all'assenza di piani regolatori, fino agli investimenti straordinari ed effimeri atti a nascondere la carenza cronica delle spese ordinarie. Queste, a grandi linee, le idee esposte da Emiliani nella densa e brillante introduzione al libro che raccoglie alcuni dei suoi interventi più significativi su problemi di museologia e, più in generale, di conservazione. Pubblicati precedentemente nel corso degli ultimi dieci anni, questi scritti — alcuni veri e propri saggi, altri brevi articoli apparsi su quotidiani — testi- moniano il continuo interesse che l'autore ha dedicato al museo, considerato come espressione culturale autonoma da avvicinare e studiare nella sua integrità; un interesse che d'altra parte si accompagna ad una approfondita conoscenza dell'evoluzione storica del fenomeno (si pensi soprattutto al saggio apparso nel 1976 nella Storia d'Italia Einaudi). Costante nella raccolta è il continuo alternarsi dei momenti di riflessione teorica con i resoconti di indagini empiriche condotte sul campo: l'esperienza pratica della tutela si arricchisce così di contenuti e i risultati (tra cui ricordiamo almeno la formazione nel 1974 dell'Istituto per i beni culturali della regione Emilia Romagna) acquistano valore come modelli di organizzazione del lavoro. E il caso, ad esempio, delle campagne di rilevamento condotte tra il 1968 e il 1971 sull'Appennino emiliano che, al di là della peculiarità delle singole esperienze, propongono un interessante metodo di ricerca e suggeriscono categorie interpretative inedite applicabili allo studio sistematico del territorio. M. Perosino