n riNDICF ■■dei libri del meseBH mm pag. 5 Il Libro del Mese le illustrazioni medievali, dell'Eriu- gena non si fa parola (nonostante la considerazione di Warburg per Traube), mentre si ricorda Onorio di Autun la cui Clavis physicae è solo una compilazione del De divisione naturae, che Saxl non cita mai, ma la cui rilevanza per le sue tesi è confer- mata dalle straordinarie "illustrazio- ni" del ms. lat. 6734 della Nazionale di Parigi (analizzato nel 1954 dalla d'Alverny in un bellissimo saggio proprio sul "cosmo simbolico nel XII secolo"). D'altra parte proprio le osservazioni che Saxl fa sul tra- sformarsi delle immagini astrologi- che nel Rinascimento, mostra quan- to egli, nonostante ogni continuità di contenuti, ribadisca la tesi di un profondo distacco del Rinascimento dal Medioevo. Il miniatore medieva- le conserva figure lontane, fisse, spesso incomprensibili, talora curio- samente fraintese ("cercò di copiare un modello senza capirlo") e bizzar- ramente trascritte (la barba di Medu- sa). Nel Rinascimento i "geroglifici del destino" si riempiono di "figure della vita quotidiana", come negli af- freschi di Ferrara, mentre nelle cu- pole fiorentine "l'immagine del cie- lo" era "quale poteva apparire all'os- servatore" a Firenze, "in una deter- minata ora di un determinato gior- no". Su un distacco, appunto, conclude il primo dei saggi ora pubblicati in traduzione, il citato Macrocosmo e microcosmo (del '27/'28), che ripren- de non pochi spunti di Individuum und Kosmos di Cassirer, uscito nel '27 nelle "Studien der Bibliothek Warburg" che Saxl dirigeva. A pro- posito della libertà dell'uomo di au- todeterminarsi, Saxl scrive: "a que- sto tema dà una svolta decisiva il Ri- nascimento: l'uomo non è più vitti- ma di un conflitto tra forze che se lo contendono, ma interviene nella lot- ta". Come Cassirer, Saxl fa i nomi di Pico della Mirandola, Machiavelli e Leonardo. Il suo saggio, tuttavia, ha non pochi limiti, e non solo nei fon- damenti generali. Come si è già ac- cennato, li ha soprattutto, sviato dalla compilazione ben nota del Thorndike sulla storia della magia, nel non tener conto della presenza del tema del microcosmo ben prima del secolo XII (o, magari, XI). Nel secolo EX, in Scoto Eriugena, infatti, ne troviamo una delle formulazioni più eloquenti e articolate (homo crea- tura-rum omnium officina; in ipso universalis creatura continetur; om- nis creatura; adunatio omnium crea- tura-rum; e così via). E stupisce tanto di più il silenzio di Saxl in un testo che si fondava su Cassirer, che pro- prio in Individuum und Kosmos ave- va richiamato il legame fra Cusano e l'Eriugena. Senonché non è qui la forza e la fecondità del lavoro di Saxl. La sua attualità è in una indicazione di me- todo e di campi di ricerca. E va sog- giunto che il singolare incremento degli studi in terreni in cui Saxl fu stimolo e guida rende pericoloso qualsiasi tentativo di soggiungere in- dicazioni integrative che rischiano di diventare fuorviami (per fare un caso solo, sottolineato da Saxl: si pensi all'Experimentarius attribuito a Bernardo Silvestre, e a quello che è diventato dopo il saggio del '78 di Ch. S.F. Burnett e quindi alla neces- sità, oggi, di partire di li). Abitare la frontiera di Enrico Castelnuovo "Quell'interesse per la predizione dell'avvenire che cominciò a manife- starsi intorno al 1910 e che fu consi- derato uno dei segni premonitori della grande guerra, è in seguito au- mentato sempre più ed è ancor oggi assai diffuso... Un movimento di massa ha sempre radici profonde nella psicologia: possiamo, da un noscitore straordinario e ce lo mo- strano i quindici saggi raccolti in questo volume che spaziano su circa un quarantennio, dal 1912 fino alla morte nel 1948. E un omaggio alla memoria di questo grande intellet- tuale dove si possono trovare insie- me per la prima volta scritti difficil- mente reperibili, accompagnati da Duca di Berry, si assiste agli sconvol- gimenti che nella tradizione cristia- na e nella religiosità medievale portò l'inarrestabile crescita della fede ne- gli astri. Dal castello di Qusayr 'Am- ra, una residenza nel deserto dove un califfo si era fatto dipingere nel- l'ottavo secolo una volta stellata sul- la superficie sferica di una cupola delle terme, alla sala napoletana do- ve il giovane Boccaccio ascoltava le lezioni di Andalò di Negro, astrono- mo genovese della corte di Roberto d'Angiò, dall'abbazia di Ramsey po- sta in Inghilterra ai confini delle pa- ■ Perché tante biblioteche si abbonano all'Indice? E ovvio: perché molti frequentatori di biblioteca lo chiedono. Ma c'è un'altra ragione: L'Indice è uno strumento di grande aiuto per chi studia, lavora con i libri, o anche solo li ama. Chi ha comprato il numero di febbraio ha trovato L'Indice dell'Indice: 1292 titoli che sono stati recensiti in poco più di un anno. Chi deve aggiornare una biblioteca pubblica o anche solo quella personale, dispone oggi di un elenco, organizzato per discipline ed argomenti, che segnala ciò che di più significativo è stato pubblicato in Italia (e, in parte, anche all'estero) negli ultimi due anni. Chi desidera un'informazione più dettagliata può risalire al numero della rivista in cui è apparsa la recensione. Se poi si aggiungono tutti i titoli segnalati dalla pubblicità degli editori, si può dire che pochi libri di qualche rilievo sfuggono ai lettori dell 'Indice. Per tutti questi motivi conviene abbonarsi, evitando il rischio di mancare un numero: la raccolta dell'Indice costituisce una vera e propria enciclopedia, continuamente aggiornata, dell'editoria italiana. Perciò abbonatevi, inviando un assegno di 42.000 lire a L'Indice, via Ro- meo Romei 27, 00136 Roma, oppure versando la stessa somma sul conto corrente postale n. 78826005. Riceverete in dono L'Indice dell'Indice. Chi non si abbona (e ha mancato il numero di febbraio) può ricevere L'Indice dell'Indice versando 2.000 lire (1.500 più le spese postali) nello stesso modo. Ricordiamo che le copie arretrate costano 7.000 lire. Consigliamo a chi vuole completare la propria collezione di affrettarsi, perché alcuni numeri sono pressoché esauriti. NNDICF ■■dei libri del mese^bi L'unico mensile italiano di recensioni librarie punto di vista logico e scientifico ri- tenere erronee le sue tesi, ma il so- strato immaginativo e, oserei dire, religioso su cui cresce ha nondime- no la più grande importanza". Nel gennaio del 1936 Fritz Saxl iniziava così una conferenza sulla Rinascita dell'antica astrologia in un college in- glese; era un momento gravido di pesanti tensioni e le nuvole nere che si precisavano all'orizzonte ormai con tremenda nitidezza incoraggia- vano la crescita di un interesse sem- pre più largo per questi argomenti. Della nascita, dello svolgersi, del trasformarsi dell'antica astrologia, dei rapporti strettissimi che la lega- vano alla storia della conoscenza del cielo, e quindi all'astronomia, del profondo significato che, in varie epoche e situazioni, assunse per gli uomini la fede negli astri e la creden- za che i fatti celesti influenzassero e governassero quelli terreni, della mi- riade di immagini di cui questa fede abbisognò per manifestarsi, delle ra- gioni delle loro trasformazioni e dei loro mutamenti Fritz Saxl fu un co- una bibliografia completa degli scrit- ti dell'autore, da una ricca iconogra- fia, da un apparato di note rigorosa- mente uniformato e da una impor- tante introduzione di Salvatore Set- tis. E molto bello che una simile im- presa sia stata tentata da un curatore italiano per un editore italiano. Dell'itinerario di Saxl tra pianeti, stelle e costellazioni ci parlano i sag- gi qui riuniti che, pur avendo diver- se provenienze e datazioni, sono si- stemati come capitoli di una medesi- ma ricerca e si susseguono in ordine cronologico di soggetto. Essi com- prendono testi di vario genere, con- ferenze, saggi, articoli e anche tre passaggi tratti da un'impresa monu- mentale come l'Indice dei manoscrit- ti miniati mitologici ed astrologici del medioevo latino. I soggetti spaziano dalla tarda an- tichità al manierismo, si assiste al migrare e all'intersecarsi della cultu- ra astrologica, si entra nei circoli scientifici delle corti di Federico II o di Alfonso il Saggio, nelle bibliote- che di Venceslao di Boemia o del ludi, che Abbone di Fleury descrive fissandone la posizione attraverso le costellazioni ("... dove il cocchiere Boote depone le fulgide briglie / Ac- cesso è dato a voi, gente anglia, da un ponte") alla Sala di Galatea alla Farnesina, sul cui soffitto Agostino Chigi aveva fatto dipingere il pro- prio oroscopo, alla galleria del ro- mano palazzo Ruccellai, dove Jaco- po Zucchi progetta, descrive e dipin- ge le immagini degli dei de' gentili, Fritz Saxl segue il dispiegarsi e il tra- sformarsi della imagerie astrologica. Per seguire il filo che collega gli scritti raccolti in questo libro varrà la pena di ripercorrere l'itinerario del suo autore, chiaramente rico- struito nell'introduzione di Settis. Il nome di Fritz Saxl è ben conosciuto in Italia dove viene generalmente ac- comunato a quello favoloso di Aby Warburg e spesso sistemato nella ap- prossimativa categoria degli icono- logi. Ma questo personaggio geniale e inquieto, smisuratamente curioso e sommamente sapiente è difficile da catalogare. Amò sempre, e questo lo divertì molto, vagabondare in terre di frontiera. Non fu mai un "vero storico dell'arte capace di scrivere una biografia di Raffaello o di Cézanne", lo confessò lui stesso nel- la sua ultima conferenza, intenden- do con questo che le sue idee della storia dell'arte, perpetuamente in di- scussione, non si incentravano prio- ritariamente nell'esercizio dell'attri- buzione o della ricostruzione stilisti- ca. Era nato nel 1890, lo stesso anno che vide la nascita di un "vero" sto- rico dell'arte come Roberto Longhi, e due anni prima che nascesse un al- tro storico dell'arte grandissimo, ma un tantino irregolare, con cui fre- quentemente collaborò, come Er- win Panofsky. Venticinque anni al- l'incirca, giusto giusto lo spazio di una generazione, li separavano da un altro gruppo di grandi: Wòlfflin e Warburg, nati ambedue nel 1864, Berenson, nato nel 1865. Per Beren- son, che un gran ruolo ebbe nella storia del suo contemporaneo Ro- berto Longhi, Saxl non manifesta molto interesse, moltissimo invece per Wòlfflin di cui segue le lezioni a Berlino, e ciò si può agevolmente comprendere. Il compito che Bernard Berenson si era proposto era stato quello di dare una sistemazione al corpus della pittura italiana del Rinascimento at- traverso la costruzione di un vastis- simo catalogo; il problema era per lui quello della distinzione e del rag- gruppamento delle opere, della co- struzione di personalità artistiche, di individui. Wòlfflin vedeva le cose di- versamente, al limite voleva giunge- re a una storia dell'arte senza nomi, dove fossero protagonisti quelle configurazioni stilistiche che chia- miamo stili: le forme visive hanno una storia, compito dello storico dell'arte è quello di scorgerle, di identificarne i caratteri, di registrar- ne le mutazioni per poter ricostruire in modo autonomo una storia dei modi di vedere, una storia dell'oc- chio. L'idea di giungere a generalizzare e ad intendere il modo di vedere di un'epoca suscitò grande interesse in Saxl il quale, d'altra parte, uscendo dalla grande tradizione viennese, era stato educato al rispetto della buona filologia, conosceva a fondo le tecni- che grafiche che le collezioni del- l'Albertina e della Biblioteca Impe- riale presentavano con eccezionale ricchezza, ed era interessato agli scambi tra Ovest ed Est e all'Orien- te, il cui ruolo aveva in quel tempo nell'Università di Vienna un propu- gnatore appassionato, per quanto un po' azzardoso come Joseph Strzy- gowsky. I temi cari a Riegl, Dvorak, Strzygowsky lo spingevano poi ad interessarsi ad epoche come la fine dell'antichità e il Medioevo cui Wòlfflin aveva concesso una scarsa importanza. Nella sua tesi, discussa nel 1912 con Dvorak e Strzygowsky si occupa di Rembrandt e della sua produzione grafica, ma in quell'an- no stesso appare su "Islam" un suo saggio su Le raffigurazioni dei pianeti in Oriente e in Occidente, in cui fin dalla prima nota dichiara il suo debi- to di riconoscenza "Al professor Aby Warburg di Amburgo che mi ha assistito da vicino con i suoi aiuti e i suoi consigli incoraggiandomi senza soste a proseguire il lavoro e spingendomi infine a darlo alle stampe". L'anno prima era avvenuto il celebre incontro con Warburg che marcò per sempre la vita e l'attività di Fritz Saxl. Sono note le circostan- ze pressoché casuali di questo incon- tro, è nota la risposta data da War- burg al giovane che, presto convin- tosi della genialità e della competen- za del suo interlocutore, avrebbe vo-