n 4 [INDICEpag 42 smmmmmmmmmmmm ■ dei libri del meseHH Politica Emanuele Castrucci, La for- ma e la decisione, Giuffrè, Mila- no 1985, pp. 209, Lit. 14.000. L'età moderna è qui concepita co- me frattura irreparabile col classico e come punto d'inizio di un percor- so verso il nichilismo e l'"occasiona- lismo etico" che ha nel decisionismo il proprio simbolo. Con essa, infatti, finisce l'"epoca della forma", l'epoca "in cui era ancora aperta all'uomo la possibilità di pervenire ad una sinte- si complessiva, ad una comprensio- ne etica del reale capace di "salvare" i fenomeni". Dopo di allora, con la caduta delle antiche "onto-teologie", Arte AA.W., Luni - guida archeolo- gica, a cura del Centrò Studi Lu- nensi, Industria Grafica Zappa, Banana 1985, pp. 148, 253 ili., s.p. In occasi ne del primo convegno italo-!-.,ocese ai Stùdi lunensi e pro- spettive .^l'Occidente romano, tenu- tosi dal 26 al 28 settembre 1985 a Lerici, è stata presentata questa nuo- va guida archeologica, nata sotto la direzione scientifica di Antonio la forma non potè più precedere la decisione, la «pale si presentò "posta ex nihilo". Ne fu più possibile — se- condo l'autore — una definizione fondata e razionale dei fini: "per ra- zionalizzare il regno dei mezzi" il moderno è costretto a irrazionaliz- zare quello dei fini. Al punto d'ini- zio di questo processo, al "Seicento politico europeo e la disgregazione della forma classica" è dedicata la prima pane del volume di Castruc- ci, serie di saggi organizzati in di- scorso. La seconda parte riguarda in- vece il problema dell'"andar oltre il soggettivismo etico" ("la decisione, è in grado di creare nuova forma?") ed è dedicata in buona parte a W. Ben- jamin e, com'è naturale, a Cari Schmitt, colto nella sua analogia col Naphta di Th. Mann. La terza parte Frova ed il coordinamento di M. Pia Rossignani, frutto della stretta colla- borazione instauratasi, a partire da- gli anni '70, tra la Soprintendenza Archeologica della Liguria e l'Uni- versità di Milano. Nella prima parte, dedicata all'inquadramento topogra- fico della città, dopo una puntuale sintesi storica, emerge la vivace im- magine che Luni conservò nelle leg- gende della tradizione popolare lo- cale; quindi la cronistoria degli in- terventi di studio e di scavo introdu- ce agevolmente il lettore-turista al- l'approccio con il territorio, aiutan- dolo nella percezione ed appropria- zione degli spazi geografici mediante infine è riservata, attraverso una se- rie di capitoli su Musil, al ruolo della mistica come strumento di salvazio- ne etica ed epistemologica. M. Revelli George Schwab, Cari Schmitt. La sfida dell'eccezio- ne, Laterza, Bari 1986, ed. orig. 1970, trad. dall'inglese di Nicola Porro, pp. 234, Lit. 14.000. Strano libro, questo, in cui la Pre- fazione (tratta da un volume giappo- nese contenente altri scritti dell'au- tore) è costituita da una stizzosa re- il confronto tra cartografia antica, fotografia aerea e rilievi finalizzati; in questo panorama, particolare evi- denza viene data al ruolo economi- co-produttivo del porto, soprattutto in relazione all'attività di cava e la- vorazione del marmo. La seconda parte comprende gli itinerari di visi- ta che si succedono, concludendosi nel Museo, con ricchezza di plani- metrie, rilievi particolareggiati e fo- tografie, anche a colori, di ottima qualità; nel merito è apprezzabile la presentazione dei manufatti nel loro stretto rapporto con il luogo di pro- venienza. c. Donzelli guido Devoto, Geologia ap- plicata all'archeologia, La Nuo- va Italia Scientifica, Roma 1985, pp. 207, Lit. 24.000. L'archeologia stratigrafica mo- derna deve molto alle metodologie geologiche, da cui prese le mosse nell'Inghilterra del XIX secolo. L'autore, professore ordinario di Geologia regionale presso l'Univer- sità di Roma, non è nuovo ad espe- rienze interdisciplinari e questo suo lavoro si configura come una sintesi di quelle branche, strettamente geo- logiche, che possono, in qualche modo, trovare un'utile applicazione nella ricerca archeologica. Una pri- ma parte, più descrittiva, si sofferma sull'esame dei materiali d'uso più frequente nel mondo antico: rocce, minerali, gemme e metalli. Geomor- fologia, sedimentologia, paleontolo- gia ed analisi dei manufatti ceramici sono affrontate, in un secondo mo- quisitoria contro la politologia wei- mariana dell'esilio (aa F. Neumann a O. Kirchheimer, privato per l'oc- casione sistematicamente della sua seconda h), rea di aver conservato rancore contro il "collaborazioni- sta" Schmitt e di averne occultato i meriti democratici, mentre l'Intro- duzione all'edizione italiana, di F. Ferrarotti, contiene, senza occuparsi del libro, una peraltro legittima po- lemica contro l'estrema sinistra ita- liana voltasi a un ambiguo culto del gran conservatore tedesco, e di una concezione che, nell'annullare il "sociale" nel politico, cancella ogni istanza di controllo democratico. Il volume è costituito dalla tesi di PhD elaborata tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 alla Columbia University da quello che sarebbe di- mento, nelle loro più strette impli- cazioni archeologiche. L'argomento è trattato con un taglio decisamente tecnico, ma chiaro, che richiede for- se un piccolo sforzo da parte dei let- tori di formazione umanistica. Uni- co neo da rilevare è la mediocre qua- lità delle riproduzioni fotografiche, spesso di difficile lettura. c. Donzelli Ninina Cuomo Di Caprio, La ceramica in archeologia. Anti- che tecniche di lavorazione e moderni metodi d'indagine, "L'Erma"di Bretschneider, Roma 1985, pp. 365, Lit. 60.000. Sono qui riuniti dei cicli di lezioni universitarie, tenute dall'autrice fra il 1981 e il 1983, nell'ambito dell'in- segnamento di archeometria: i prin- cipali destinatari risultano essere quindi gli studenti, ma l'impostazio- ne data alla materia è tale da farne un libro utilissimo anche per chi sia già del mestiere. Il lavoro si sforza di chiarire tutti quegli aspetti tecnici, qualitativi ed oggettivi, spesso tra- scurati da una pura analisi tipologi- co-stilistica del pezzo, in una pro- spettiva che considera i risultati del- le indagini tecniche come ulteriori documentazioni in grado di facilita- re il compito dell'archeologo-uma- nista. L'introduzione presenta la disci- plina come ancora in fase di forma- zione e ne lamenta la scarsa diffusio- ne presso gli atenei italiani, attri- buendone la causa alla sua stessa po- sizione intermedia tra due gruppi d'insegnamento profondamente di- ventato, in un certo senso, il primo introduttore del pensiero di Schmitt negli Usa (Schwab tradusse in ingle- se e curò nel '75 Le categorie del po- litico). In esso si analizzano le "idee elaborate da Schmitt tra il 1921 e il 1923" al fine di verificarne l'armonia con la Costituzione di Weimar e di accreditare l'immagine di uno Schmitt determinato a difendere la legalità weimariana dall'opposto as- salto di comunisti e nazisti e, nella seconda parte, i rapporti tra Schmitt e il nazional-socialismo, interpretati alla luce del costante privilegio attri- buito dalla filosofia politica schmit- tiana alla "protezione" rispetto alla "libertà". Un atteggiamento — so- stiene Schwab — condiviso d'altra parte con Machiavelli e Hobbes. M. Revelli versi. La prima parte illustra detta- gliatamente tutte le fasi della lavora- zione: dall'analisi geo-mineralogica dell'argilla e delle materie prime complementari alla preparazione dell'impasto; dai diversi tipi di mo- dellazione ai delicati processi d'essic- camento; dai vari rivestimenti alla loro applicazione ed infine tutti i passaggi della cottura, il momento più difficile, con le relative soluzio- ni. La seconda, certamente la più sti- molante ed originale, comprende le indagini chimico-fisiche di laborato- rio: con un iniziale riferimento al di- battuto problema del colore, nel tentativo di eliminare equivoci fre- quenti nella pratica di catalogazione, il filo del discorso si sviluppa dalle analisi mineralogico-petrografiche, attraverso l'uso dei raggi X nelle lo- ro più ampie applicazioni, la spet- trometria e la fluorescenza, fino ad arrivare a chiamare in causa la fisica nucleare, con l'impiego dell'attiva- zione neutronica. Una serie d'inserti di rapida consultazione, collocati tra i vari paragrafi, facilita rimandi a no- zioni di carattere generale e biblio- grafico. In appendice sono esamina- te e proposte in modo sintetico fonti letterarie antiche, in cui si fa riferi- mento, più o meno esplicito, ai siste- mi produttivi fittili: solo per Vitru- vio e Plinio è presentata una ricerca analitica completa sul tema dei ma- teriali coloranti. c. Donzelli Sam Shepard Pazzo d'amore ©e? CU L'uomo più bello, lo scrittore più interessante, l'attore più ammirato negli USA. Da questo testo Altman ha tratto un film d'intensa bellezza. Traduzione di Stefania Casini e Francesca Marciano Introduzione di Guido Fink ani pubblicato: Sam Shepard Scene americane Rock Star II bambino sepolto Vero \Vc> 8 o I dizioni Costa & Nolan Genova Distribuzione Mv-m^ci u- I-ibri Cari Schmitt Terra e mare. Una considerazione sulla storia _del mondo_ Giuffrè, Milano 1986, ed. orig. 1942, trad. dal tedesco e cura di Angelo Bolaffi, pp. 109, Lit. 10.000 Dopo la pubblicazione da Giuffrè della massiccia Verfassungslehre e in attesa del sistematico Der No- mos der Erde, annunciato da Adelphi, l'esplosione di opere schmittiane prodotta da una tardiva infatuazione per il "pensiero forte" della crisi prosegue con questa agi- le operetta (un lungo saggio, in realtà, preparatorio del più impegnativo Nomos). In essa, l'intento è senza dub- bio ambizioso: tracciare, sul modello della visione co- smico-storica hegeliana, un abbozzo sintetico della sto- ria del mondo, incentrata sulle categorie esplicative di "terra" e "mare". Un'antitesi non certo conosciuta alla tradizione geo-politica tedesca: da Hintze a Dehio la dif- ferenza sostantiva tra i modelli statali e politici conti- nentali e i modelli insulari, in particolare quello ingle- se, e la loro tendenziale contrapposizione è una costante. Ma in Schmitt essa assurge al livello di chiave categoria- le universale, acquistando un significato simbolico tota- lizzante (quasi "cabalistico") e fondando una sorta di metafisica politica assoluta: terra e mare sono qui colti come poli di una contrapposizione "elementare" in quanto "contrassegni generali che rinviano alle diverse grandi possibilità dell'esistenza umana", a diverse e con- trapposte "visioni del mondo "e ad antitetici scenari del- la storia dell'umanità. Nell'una (che simbolizza poi la condizione continentale e, in ultima istanza, tedesca) vengono a sintetizzarsi le condizioni più proprie dell'uomo ("L'uomo è un essere di terra che calca il suo- lo"); in campo filosofico la dimensione dotata di fonda- mento, in campo politico la stabilità e l'ordinamento, in campo religioso il cattolicesimo, in campo militare il carattere limitato del conflitto. Nell'altro (simbolo della condizione inglese dal XVII secolo) si concentrano l'in- fondato, la dimensione della libertà e dell'incondiziona- to, il movimento e la volontà di potenza, il calvinismo, la guerra totale e lo spirito della tecnica scatenata. Ora, è proprio dal confronto non dialettico di queste due polarità elementari che si produce la storia del mon- do: storia, per molti versi, del trasferimento del polo trainante verso una sempre più pregnante crucialità del mare, iniziato fin dal passaggio dalle civiltà "potami- che" dell'antichità a quelle "talassiche" della classicità, ma accentuatosi in forma estrema con quella immensa "rivoluzione spaziale" avvenuta tra Quattro e Cinque- cento e culminata col trionfo di una dimensione "ocea- nica" della storia universale, e con l'improvvisa dilata- zione dello spazio, fattosi immenso e "vuoto". È appun- to questa "rivoluzione spaziale" che Schmitt pone all'origine del mondo moderno (così come Marx vi ave- va posto la Rivoluzione industriale); questa nuova for- ma di appropriazione e divisione del mondo (questo nuovo Nomos) da cui derivarono, con carattere di to- talità, le caratteristiche del moderno universo storico e scientifico. Ed è appunto questa sintesi universale che og- gi sembra cedere e dissolversi, di fronte alla duplice pres- sione della tecnica scatenata e dell'emergere di un nuovo "elemento" centrale: /'aria (simbolo della nuova rivolu- zione spaziale aperta dall'aviazione e dalla telematica) o, forse, il fuoco. Ancora una volta, intreccio di deca- denza e di destino, di catastrofismo storico e di ottimi- smo tragico, come si addice a un pensiero fortemente se- gnato dalla congiuntura culturale tedesca tra le due guerre, il quale tuttavia mantiene un'indubbia forza di provocazione a "pensare in grande" le categorie della politica. M. Revelli ■