L'INDICE ■ ■ dei libri del meseM Il Libro del Mese <1 luto lasciargli i suoi materiali e che venne invece ammonito che i pro- blemi non si risolvono passandoli ad altri. L'incontro con Saxl avvenne in un momento in cui Warburg stava lavorando alla comunicazione che avrebbe fatto al congresso interna- zionale di storia dell'arte di Roma del 1912 sugli affreschi di Schifanoia e la loro iconografia. Da qualche an- no, lasciati gli studi fiorentini, anda- va portando i suoi interessi alla sto- ria dell'astrologia. Studiando le ope- re di Franz Boll aveva potuto segui- re gli incontri e gli intrecci tra il sa- pere celeste dei greci, le antiche dot- trine astrologiche che i persiani ave- vano ereditato da Babilonia e ancora quelle dell'India. All'incrocio di questi tre cammini aveva così incon- trato la grande figura di Abu Mashar che nel nono secolo aveva tentato di riunirli sinotticamente in un'opera (1 'Introductorium maius) che rappre- senta la summa suprema dell'astro- logia medievale e che nel XII e nel XIII secolo venne conosciuta e tra- dotta in occidente. La vastissima circolazione delle antiche immagini cui si assiste dal momento in cui a stelle, pianeti, co- stellazioni vengono imposti nomi di divinità e di esseri mitologici e il cie- lo si popola di dei e di eroi, le migra- zioni, le trasformazioni, gli incontri, i perenni vagabondaggi in cui la tra- dizione testuale e quella figurativa si intrecciano e (talora per errori di traduzione) si scontrano, che aveva- no fatto sì che personaggi di diverse MILELLA G. B. Bronzini I "Canti popolari tosca- ni" di N. Tommaseo. L. 25.000 Manlio Cortelazzo Curiosità linguistica nel- la cultura popolare L. 15.000 Elisabetta Mondello Gli anni delle riviste. Le riviste letterarie dal 1945 a/-,;i anni '80. L. 18.000 Gerardo Trisolino Ideologi/i, scrittura e Sardegna in Dessi. L. 15.000 Enrico De Mas Dibattito di filosofia po- litica in Italia (1919-1929). L. 20.000 Antonio De Simone Lukacs e Simmel : Il di- sincanto della moderni- tà e le antinomie della ragione dialettica. L. 10.000 Pedagogia laica e politi- ca scolastica : un'eredità storica. Commemorando insieme L. e G. Lombar- do Radice E. e T. Codi- gnola (a cura di V. Tel- mon e G. Baldtrzzi). L. 15.000 M. Paladini Musitelli Verga L. 18.000 EDIZIONI KWM MILELLA In vendita nelle migliori librerie e direttamente c/o Milella Editore - Casella Postale 160 Lecce e remote provenienze, studiati da un astrologo arabo nel EX secolo, si ri- trovassero alla fine del Quattrocen- to sulle mura di un palazzo di Ferra- ra, avevano suscitato la curiosità e poi l'entusiasmo di Warburg. In questo grandioso repertorio di im- magini, in questo immaginario astrologico che si perpetua per seco- li, aveva visto una chiave per rispon- dere a questa domanda: "In che mi- sura l'avvento della trasformazione stilistica della figura umana nell'arte italiana è da considerarsi come il ri- sultato di un confronto su base in- ternazionale coi sopravviventi con- cetti figurativi della civiltà pagana nei popoli del Mediterraneo Orien- tale?" In altre parole che ruolo ha avuto questo formidabile patrimo- nio di immagini tramandato dall'an- tichità sulla nascita delle nuove for- me rinascimentali? Trovarsi di fronte un simile inter- locutore fu per Fritz Saxl un inci- dente sul cammino di Damasco. Tra Rembrandt e le stelle scelse le stelle, ma non rinnegò Rembrandt (Gom- brich lo ricorda quando, durante un'incursione aerea su Londra, con- tinuava imperturbabile a mostrargli su una vecchia carta di Amsterdam le vie che Rembrandt soleva percor- rere) e non rinnegò la storia dell'ar- te. Non solo, per Saxl chiarire le ori- gini delle forme rinascimentali non era tutto. L'immenso materiale delle immagini astrali era pervenuto al Ri- nascimento traversando il Medioevo per molte vie e molti cammini. E proprio il lungo medioevo si rivela- va il terreno di indagine più promet- tente, il luogo centrale della ricerca (dieci capitoli su quindici di questo libro affrontano argomenti medie- vali). In questi secoli la scienza isla- mica aveva ereditato il patrimonio dell'astrologia ellenistica, l'aveva in- tegrato con sistemi di altra origine, l'aveva poi trasmesso all'Occidente. E qui questo repertorio aveva cono- sciuto una straordinaria fortuna. Ri- camato sul mantello dell'incorona- zione di Enrico II (1015) era stato poi scolpito sulle facciate e le porte di cattedrali, campanili, chiese abba- ziali, battisteri, dipinto sulle pareti di cappelle o di palazzi comunali, di- spiegando i segni dello zodiaco, le costellazioni, i pianeti. Esisteva d'al- tra parte, accanto alle testimonianze monumentali, la parte più nascosta dell'iceberg, ed è la gran mole di ma- noscritti astrologici illustrati che ri- salgono al medioevo. La loro vastis- sima produzione era occasionata dal fatto che questo sapere, per essere formulato, sperimentato, conosciu- to, tramandato, necessitava di im- magini. È così che le credenze astro- logiche forniscono una mole enor- me di testimonianze visive tra cui emergono per numero le miniature e le illustrazioni. L'imagerie astrologica poteva dunque fornire a Saxl un terreno ideale per sperimentare i mutamenti della forma in quanto la vastità del corpus permetteva una verifica delle persistenze e dei mutamenti nelle forme delle immagini attraverso la costanza dei temi. Come avverte nell'introduzione Salvatore Settis: "Saxl raccoglie dunque da Wòlfflin un suggerimento importante, ma, (per Wòlfflin) tutt'altro che centra- le: l'approccio tematico al muta- mento stilistico". Luogo privilegiato di questa inchiesta, il patrimonio di immagini astrologiche del medioevo era anche qualcosa di più: un terre- no dove la sua presenza generalizza- ta, che tutto pervade, illumina mo- menti della storia della cultura, delle credenze, delle mentalità. A Saxl non interessano tanto le polarizzazioni care ai suoi maggiori (Oriente e Roma, Atene ed Alessan- dria, Apollo e Dioniso, Rinascimen- to e Barocco), nella sua ricerca pre- dilige la continuità, ama seguire le linee tortuose dell'intreccio. E parti- colarmente lo interessa scoprire at- traverso le opere d'arte degli accessi alla storia che nessuna altra fonte avrebbe mai potuto aprire. Proprio questo impegno lo obbliga a utiliz- zare una grande quantità di approc- ci. La pura indagine stilistica non può bastare, come riconosce fin da uno dei suoi primi scritti (Immagini degli Astri dal Medioevo al Quattro- cento, 1915) dove, evocando con en- tusiasmo le lezioni viennesi in cui Dvoràk seguiva la vicenda dello svi- luppo formale "da Santa Sofia a San Vitale in Ravenna, a San Marco in Venezia, a Sant'Ambrogio in Mila- no e infine a Saint-Front a Péri- gueuy", avvertiva: "Un metodo sif- fatto tuttavia presupponendo uno sviluppo interno delle forme stilisti- che e considerando lo stato attuale dell'arte come la meta di tutta l'evo- luzione artistica anteriore e l'arte passata come una serie di tappe in vista di questa meta, non può basta- re da solo ad affrontare il nostro problema". Ammirato ma scettico sulle possibilità di una pura ed esclu- siva critica figurativa e sottolinean- do l'importanza prevalente che il medioevo aveva attribuito al conte- nuto della raffigurazione rispetto ai suoi aspetti formali, Saxl propone di affiancare all'indagine sull'evoluzio- ne formale "quel metodo antico e in- signe che va sotto il nome di 'icono- grafia'". Ma Saxl non si limita ad affiancare i due metodi di indagine, nella Fede negli Astri nel dodicesimo secolo (1929/30) perorerà con passione la causa della rottura delle separatezze e di una integrazione delle compe- tenze e degli specialismi per arrivare a costruire quella storia delle creden- ze in cui devono confluire e inte- grarsi le varie indagini; e che gli sem- bra essere "...il compito più impor- tante jper l'odierna ricerca storica, poiché sono esse... a sorreggere a mo' di tessuto murario il ponte della nostra continuità culturale dall'anti- chità al nostro tempo". Al di là dei conflitti irrisolti tra stile e iconografia, tra storia della cultura e delle mentalità e storia del- l'arte, al di là della ricerca continua- mente tentata e continuamente fru- strata di una storia delle forme che — per porsi con eguale legittimazio- ne accanto alle altre discipline e per permettere di aprire una via, parti- colare ma diretta e senza mediazio- ni, alla conoscenza della storia, do- veva affermare una propria autono- mia — il messaggio di Fritz Saxl sta proprio in questa continua esigenza di integrazione, in questo suo peren- ne e inquietante abitare la frontiera. SmJ Roma segreta H di Dario Puccini La città dei segreti. Magia, astrologia e cultura esoterica a Roma (XV-XVIII), a cura di Fabio Troncarelli, F. Angeli, Milano 1985, pp. 380, Lit. 28.000. Il volume che qui si presenta corrisponde alla pura e semplice pubblicazione degli atti di un convegno che si è tenuto a Roma nell'otto- bre 1983; ma esso ha caratteri di libro, sia pure aperto, più di altre raccolte consimili, che reca- no segni evidenti di occasionalità ed episodi- cità. E dico subito perché. A parte la breve pre- sentazione di Armando Petrucci, la lunga rela- zione iniziale di Troncarelli e l'intervento au- torevole di Cesare Vasoli su Ermetismo e Ca- bala nel tardo Rinascimento e nel primo 600, e forse qualche altro scritto, dove si rievoca il gran lavoro svolto in questo campo da Eugenio Garin o le anche recenti indagini di Frances Yates, la notevole varietà e specificità dei temi qui affrontati si giustifica con una occasione precisa e unitaria di ricerca, che certo non si esaurisce in quest'opera, ma che in essa trova terreno esteso di buoni risultati: la presenza a Roma di fondi di libri rari e di manoscritti, principalmente alla Biblioteca Casanatense, che tutti contribuiscono al quadro complessivo del- la cultura esoterica romana. Roma fu, in effet- ti, uno straordinario crocicchio storico di reli- gione e di magia, di controriforma e pratiche esoteriche, insomma di spinte eterogenee, di teo- rie contrastanti e di utopie eterodosse. "Dietro i fasti del Rinascimento e la severità della Con- troriforma — riassume Troncarelli — troviamo spesso questo mondo, misterioso e tortuoso, una sorta di seconda Roma rispetto alla prima, che vive all'ombra dell'ufficialità e della rispettabi- lità, intrecciando oscuri legami con essa". Anche se tre contributi (di Gianfranco For- michetti, Omelia Lucchesi e Germana Ernst) trattano di Tommaso Campanella, mancano studi specifici, anche se non riferimenti e cita- zioni, su altre personalità come Pico della Mi- randola, Marsilio Ficino o Giordano Bruno, ma sono ugualmente trattate altre figure di ri- lievo come Mariano Sozzini, Francesco Patrizi, Gerolamo Cardano o Monsù Desiderio. Non è possibile riferire qui su ogni singolo contributo. Vale comunque ricordare i cinque filoni in cui è ordinata la ricerca: Magia natu- rale e magia nera; Astrologia e Cabala; Alchi- mia e arte; Cultura esoterica e medicina; Sim- boli, sogni, profezie. Forse quest'ultimo reper- torio è il più succinto e, in fondo, il più sacri- ficato di tutto il libro, come dimostra l'inter- vento di Marjorie Reeves su Roma profetica, uno dei due apporti di studiosi stranieri (l'altro è di Robert Halleux, sulle fonti dell'ermetismo romano). Mai come in questo caso si rivela esat- ta la solita frase finale di ogni recensione: libro stimolante e ricco di prospettive. r. per tutti Abbonamento annuale (5 numeri) L. 15.000 C.C.P. 14450100, intestato a Rossoscuola, strada delia Magra 5/b, 10156 Torino COPIE SAGGIO SU RICHIESTA