« melli mantenne per altro durante gli anni dell'esilio qualche rapporto); saranno e resteranno tali trenta e più anni dopo. In sostanza, come ben ri- corda l'autore, Gemelli ha teso a tra- sformare in cattolica l'ideologia to- talitaria dello stato fascista. Per lui l'ideale sarebbe stato quello di uno stato cattolico totalitario: il franchi- smo avrebbe rappresentato il model- lo a lui più confacente: l'intensa campagna pubblicistica da Gemelli esplicata durante e dopo la guerra di Spagna sta del resto a provarlo. E la cultura cattolica italiana da lui va- gheggiata era in tutto coerente con una concezione del genere. Bisogna per altro ben riconoscere che in questo Gemelli era tutelato e incoraggiato dalle direttive di Pio XI (direttive che a sua volta aveva con- tribuito a favorire ed anticipare), te- se a "cattolicizzare" il fascismo. Pio XI aveva infatti incoraggiato giovani e già significativi esponenti dell'A- zione Cattolica Italiana, da Luigi Gedda in giù, ad entrare nelle fila del fascismo e della milizia fascista, "per apostolato" come si usava dire. E chiaro quindi come il progetto di stato italiano ipotizzato per il primo dopo-guerra, quale Gemelli lo auspi- cava, dovesse essere analogo a quello desiderato dalle autorità vaticane, uno stato cattolico-fascista senza Mussolini. Personaggio nel suo genere molto singolare, impasto di intrigo e di contraddizioni, ma anche di intuiti singolari e di indomabile energia, Gemelli costituì comunque, nel pa- norama italiano ed in quello della chiesa italiana, fra il '20 ed il '45, una presenza sagomata e prepotente; e l'Università Cattolica, dal punto di vista della organizzazione e dell'effi- cienza, è stata esemplare, come è an- cor oggi quantomeno l'ultima sua fi- liazione, la facoltà di medicina della cattolica a Roma, con l'annesso poli- clinico. Non si può nemmeno di- menticare o sottovalutare il fatto che in un cattolicesimo culturalmen- te rozzo, come era sovente quello italiano degli anni del post-moderni- smo, l'idea che potesse esserci per i cattolici un centro promozionale di cultura seriamente organizzato, qua- lunque fossero poi i contenuti di una tale cultura, costituì comunque per non pochi uno stimolo ed una speranza. Ed ai cattolici italiani Ge- melli un tale centro lo offrì, efficien- te e vitale. Dicevo che la monografia del Co- smacini, seria e documentata come è, comporta nonostante tutto certi inevitabili limiti. L'autore ha certo cura di inquadrare la vicenda del personaggio nel complesso di succes- sivi scenari ed il personaggio esce quindi dalle sue pagine veramente a tutto tondo. Ciò che difficilmente tuttavia una biografia può dare è una risposta a problemi più vasti di cui sia un personaggio come Gemel- li sia il "gemellismo" sono poi mo- menti o componenti parziali. Il pro- blema più generale — e che per lo storico è primario — può invece ve- nir così formulato: come mai, per quale complesso di contrastanti ra- gioni e per via di quali evoluzioni storiche (per "eterogenesi dei fini" avrebbe detto un neo-scolastico ge- melliano) un cattolicesimo pur pro- fondamente compromesso con tota- litarismo, fascismo e, nel caso di Ge- melli, anche con l'antisemitismo, ha potuto costituire la humus e la com- ponente, essenziale anche se non unica, di una nuova Italia uscita dal conflitto mondiale e dalla guerra ci- vile, che si andò stabilendo sulla ba- se di un reggimento di democrazia liberale e sociale? E nel caso ora più direttamente in questione, come e potuto accadere che fra i più attivi ed influenti esponenti di questa de- mocrazia, che si è detta "cristiana", ci fossero proprio uomini "gemellia- ni" fino all'osso, cattolici dai tra- BH N. 6 pag. 11 scorsi fascisti e imperialisti, quali i Faflfani, i Taviani ed altri forgiati quantomeno secondo i modelli di un certo integralismo cattolico? Fu forse l'incontro con la componente popolare-sturziana, assai più liberale e pluralista, di cui De Gasperi era l'erede, che convogliò queste energie o fu la mancanza di una radicale pos- sibilità di rinnovamento alla libera- zione, a causa della tutela degli allea- ti anglo-americani, che favorì una ta- le sostituzione? E in che rapporto, parallelo anche se di diverso segno, può porsi il passaggio di certi giova- ni, usciti dal gentilianesimo, dal fa- scismo alla militanza post-bellica nel partito comunista o nelle sinistre, con quello dei cattolico-fascisti ge- toccato ed aggiornato, esiste e persi- ste. I suoi eredi diretti e, in certo senso, legittimi sono i sacerdoti, i professori ed i giovani di C.L. e del Movimento Popolare, con la loro cultura della "presenza" e della "oc- cupazione di tutti gli spazi disponi- bili". E che fra i disegni di C.L. vi sia anche la conquista della Cattolica non dovrebbe essere un mistero per nessuno. Sulla stessa linea del perdu- rante gemellismo sono uomini e correnti di una certa classe politica democristiana, per il concetto che questa ha del potere e del suo sfrut- tamento. Certo questo genere di po- litici ha per lo più fatto getto del momento "religioso-ecclesiastico" di Gemelli, mentre è solidamente an- corato alle forme del partitismo clientelare. Ma gli uomini dei due campi sopra citati sono entrambi dotati, in vista della conquista del potere e della sua conservazione, di una grinta e di un orgoglio che ri- cordano da vicino Gemelli ed i suoi metodi, anche se i loro orizzonti culturali sono, comparativamente, persin più angusti e consunti di quelli di Gemelli. □ gola scoperta, lo sviluppo di una disciplina, l'i- deologia dello scienziato e della comunità scien- tifica e i movimenti più profondi che si verifi- cano nella società. Nel caso della biologia mole- colare, Galzigna analizza una delle interpreta- zioni filosofiche più popolari che ne sono state date, quella di Jacques Monod. Tale interpreta- zione, è forse superfluo ricordarlo, postula che l'evoluzione delle specie sia dovuta all'occorren- za di mutazioni spontanee nel loro patrimo- nio genetico, e che dunque l'ambiente non vi abbia parte — se non nei fenomeni di adatta- mento di un organismo le cui caratteristiche sono tuttavia già in gran parte determinate dal corredo genetico. Galzigna evidenzia il caratte- re riduttivo di questa interpretazione, che non tiene conto delle interazioni note tra genoma e ambiente e dei complessi meccanismi di ripara- zione, regolazione ed espressione del materiale genetico. Quello di Monod, insomma, risulta un mo- dello deterministico ed un estremo tentativo di ridurre la biologia alle leggi chimico-fisiche (mentre, come ricorda Galzigna citando Hal- dane, "all'interno della biologia è la fisica che non è una scienza esatta"). Le pagine del libro dedicate alla nascita del- l'anatomia e della fisiologia moderne sono net- tamente più influenzate dall'impostazione fou- caultiana e dalla relativa terminologia (talvol- ta irritante). Mentre nel caso della biologia mo- lecolare venivano seguite le polemiche e le ideo- logie all'interno di una ristretta comunità scientifica, la ricostruzione delle scoperte anato- miche e fisiologiche a partire da Vesalio e Har- vey è più volta a identificare i grandi temi di fondo sulla scorta del metodo foucaultiano (la "genealogia delle scienze della vita"). Da un "a priori linguistico-formale" (definito dalle quat- tro variabili del numero, della figura, della si- tuazione e della proporzione), attestato sul pia- no delle caratteristiche visibili, della morfolo- gia esterna, con Vesalio si passa allo studio del- l'architettura segreta, dell'organizzazione na- scosta. Questo consente di sottrarre il vivente alle leggi proprie dei corpi bruti, e di conferirgli "uno statuto epistemologico privilegiato". Tale mutamento viene dall'autore inserito nel pro- cesso più vasto rappresentato dall'affermarsi progressivo della ratio illuministica e dell'iden- tità — da essa implicata — di conoscenza e do- minio. Dall'universo delle ressemblances, proprio delle teorie magiche del XVI secolo (in cui cor- po, ambiente e anima erano strettamente asso- ciati) si passa ad una visione dell'organismo vi- vente come macchina, in cui esso è oggetto di conoscenza "solo se viene distinto e separato dal soggetto che lo conosce, dall'ambiente che lo circonda e dall'anima che lo mantiene in vi- ta". Si può non condividere l'ideologia foucaul- tiana; personalmente credo che spesso essa veli, attraverso la terminologia di cui fa uso, aspetti della storia delle scienze che sono di per sé suf- ficientemente eloquenti. Il libro di Galzigna è tuttavia un originale contributo all'approfon- dimento delle relazioni tra sviluppo delle scien- ze biomediche e sviluppo storico più generale. Si assiste indubbiamente ad una confluenza di di- verse discipline nel sostenere uno stretto intrec- cio tra sistema dei valori di una società e svi- luppo delle conoscenze scientifiche. Tali discipli- ne sono in particolare la storia della scienza (come suggeriscono i pochi esempi riportati so- pra, tra cui spicca il libro di Fleck) e la filosofia della scienza, attraverso autori come Buchdal e, per altri versi, Gargani, Putnam e Goodman. Vi è insomma un considerevole numero di in- dizi per indebolire una concezione della cono- scenza scientìfica come strettamente oggettiva; nonostante ciò tale concezione sembra ancora godere di sostenitori convinti, come suggerisce lo scientismo latente di un libro come Va' pen- siero di C.A. Viano. melliani? Una risposta complessiva non è forse ancora possibile, ma la cosa dà, comunque ancora e sempre, da pen- sare, dal momento che il gemellismo in forme nuove esiste e si fa sentire nella società e nel cattolicesimo ita- liano. Certo si può riconoscere che del neo-scolasticismo scientista e del medievalismo integrista propri di Gemelli non è rimasto granché, an- che se la persistenza e la tenuta delle strutture e delle istituzioni da lui fondate e volute è innegabile. Una università cattolica che ha per altro promosso, come fu fatto alcuni anni fa, una settimana di studio molto aperta e critica su "La laicità", voluta dall'allora rettore Giuseppe Lazzati è, di per sé, qualcosa che sta tutto all'opposto delle concezioni gemel- liane. Si sa tuttavia che fu una inizia- tiva che non piacque affatto in Vati- cano e non per nulla, quando il suo mandato di rettore scadde, in altissi- mo loco si oppose un nettissimo ri- fiuto alla rielezione di Lazzati. Con tutto ciò il gemellismo, appena ri- L'ombra d'Argo per uno studio materialistico della letteratura è uscito il fascicolo doppio 5 ™ 6 con saggi e interventi — tra gli altri — di Sanguineti, Ferretti, Masiello, La Penna, Luperini; un poemetto di Leonetti, un inedito di Vittorini. La Rivista è quadrimestrale, si riceve per abbonamento o si acquista nelle migliori Librerie o presso MILELLA Editore Lecce C.P 160 m Novità Marsilio Giuseppe Berto COLLOQUI COL CANE Un padre si interroga sulla ribellione dei figli Un'opera inedita dell'autore del «Male oscuro» pp. 176, L. 12.000 Ottiero Ottieri TUTTE LE POESIE Il pensiero perverso La corda corta con ottanta nuove poesie Un narratore si rivela poeta pp. 368. rilegato, L. 38.000 Maynard Solomon BEETHOVEN La vita, l'opera, il romanzo familiare I volti segreti di un genio pp. 356, L. 35.000 Claudiano ELOGIO DI SERENA a cura di Franca Eia Consolino con testo latino a fronte Il ritratto di una donna ambiziosa e potente nel tardo impero romano-cristiano pp. 132. L. 12.000 Ippocrate ARIE ACQUE LUOGHI a cura di Luigi Bottin con testo greco a fronte Medicina, etnografia, ecologia in uno dei più famosi trattati dell'antichità pp 144, L. 12.000 C(2J VgD G.A. Cibotto DIARIO VENETO Notizie in forma di racconto sul Veneto in ombra pp. 312, rilegato, L. 20.000 Marcello Inghilesi IL FUMO E IL SOLE Ambiente ecologia tecnologia sviluppo Gli scenari, le cifre, gli scontri, i settarismi, le risse. E la qualità della vita prossima ventura? pp. 192, L. 18.000 Elémire Zolla AURE I luoghi e i riti più straordinari d'Europa e d'Oriente TERZA EDIZIONE pp. 184, L. 18.000 Vittorio Sgarbi IL SOGNO DELLA PITTURA Come leggere un'opera d'arte PREMIO ESTENSE 1985 TERZA EDIZIONE pp. 200 con 38 ili., L. 22.000 ì