n TINDICF ■Idei libri del mese i^H Pezzi da museo di Simona Argentieri II divano di Freud. Memorie e ricordi dei pazienti di Sigmund Freud, a cura di Lucilla Albano, Pratiche, Parma 1987, pp. 213, Lit 24.000. Il divano di Freud — quello reale, di vecchio crine, ricoperto di cuscini e trapunte — è ormai a Londra, oggetto del culto sistematico e distratto dei visitatori del piccolo Freud Mu-seum di Maresfield Garden; segno inequivocabile dell'evoluzione indolore della psicoanalisi da scienza eversiva a generica istituzione culturale. Il libro di Lucilla Albano è teso, invece, a recuperare tutta l'atmosfera insieme ingenua ed eroica dei tempi delle origini, nei quali uomini e donne di ogni ceto e paese — spinti dalla sofferenza — cercarono e trovarono sollievo e significato ai loro tormenti inconsci per mezzo della nuova, inquietante terapia del dottor Sigmund Freud. In questi ultimi anni ci siamo abituati a tutto un proliferare di pubblicazioni freudiane e para-freudiane; talvolta serie, talvolta scherzose, più o meno letterariamente valide, che cercano pretesto e alimento nella radice psicoanalitica per svilupparsi poi intorno al tema prescelto. Va detto subito che questo volume si discosta, invece, nettamente da questo filone: più che dilatarsi intorno ad un nucleo psicoanalitico, difatti, è semmai teso in direzione concentrica, a togliere, sfrondare, selezionare nell'intrico del ricco materiale di base, che si intuisce debba essere scaturito da un lunghissimo e impegnativo lavoro di ricerca, di analisi critica, di raccolta di biografie ed autobiografie, scritti inediti, testimonianze. Il libro — poco più di duecento pagine articolate in diciannove capitoletti — ci rappresenta, come promette il titolo, una piccola galleria di personaggi — allievi e pazienti — che ebbero la mitica sorte di essere ospitati dal lettino di Sigmund Freud. Anche se, a voler essere precisi, alcuni di loro questo fatidico divano neppure lo videro mai; ad esempio Gustav Mahler, protagonista di un'unica, lunghissima, folgorante seduta atipica, quando in un pomeriggio d'estate — in preda ad acuta angoscia per la sua impotenza sessuale verso l'amatissima moglie Alma — riuscì a farsi ricevere da Freud in vacanza in Olanda. Messi a raffronto in una visione di insieme, questi diciannove casi risultano abbastanza sbilanciati tra di loro; sia per lo spazio che la curatrice gli dedica, sia per la presa emozionale che di volta in volta riescono ad avere su di noi. Si tratta di uno squilibrio inevitabile; non solo a causa della oggettiva variabile della disponibilità delle fonti, ma anche a causa di quel quid imprevedibile che è la qualità umana dei personaggi chiamati alla ribalta. Talvolta dobbiamo accontentarci di poche righe scarne, estratte da biografie ufficiali e un po' opache di discepoli (Stekel, de Saussure, Stern), chiusi in difesa a costruire la loro immagine di psicoanalisti DOC. Talaltra, possiamo godere di generose e spontanee esperienze di vita e d'analisi "a cuore aperto"; come quella di Kardiner, nella sua rianalisi con Freud dopo l'iniziazione negli Stati Uniti con il bizzarro Frink; o come quella di Marie, ultima infelice principessa Bonaparte. Sempre, comunque, il criterio della Albano — proprio per tenere le distanze da tante disinvolte operazioni affabulatorie di moda — è puntigliosamente storico: alcuni essenziali elementi biografici, qualche dato di cronaca; poi la voce passa ai protagonisti attraverso lettere, brani di libri, interviste. C'è invece una rigorosa astinenza da ogni illazione, ipotesi psicologica, florilegio romanzato; come se l'autrice si fosse fatta un punto d'onore nel non concedersi alcuna "licenza di interpretare". In questo pregio si potrebbe configurare anche il limite dell'operazione letteraria, perché non sempre — come si diceva — le figure che emergono attraverso i dati ufficiali sono corredate di passioni e di fascino. Tanto più che la maggior parte di coloro che hanno lasciato traccia e testimonianza della loro esperienza to che ciò che si nascondeva dietro il suo sintomo di conversione isterica era meglio che non venisse mai alla coscienza. Oppure, questo invito paradossale ad "imparare a dimenticare" rifletteva un particolare momento di elaborazione teorica di Freud circa le economie endopsichiche delle personalità creative; dato che — mi viene alla mente — in quegli stessi anni scoraggiò per sempre anche il giovane poeta Bruno Goetz, intimandogli: "Scriva delle buone poesie e non si faccia mai analizzare!" Così, anche se l'autrice resta sempre garbatamente in ombra, è divertente cercare tra le righe le sue personali consonanze e dissonanze: la simpatia per Helda Doolittle, sensibile li. Così come le analisi dei futuri analisti — al di là delle loro qualità professionali — rischiano sempre di risultare un po' noiose, come un libro dal finale già scritto. Anche oggi, in tempi così cambiati, nei quali dai "pochissimi in grado di capire" ai quali si rivolgeva la psicoanalisi di Freud si è giunti alla fin troppa diffusione e confusione ed al più generico consenso, sono ancora i pazienti 'veri', eroi sconosciuti protagonisti di drammi ignoti, di emozioni sconvolgenti e coinvolgenti, coloro che tutt'ora conferiscono forza e senso all'avventura psicoanalitica. Psicopatologia della tacchetta di Emesto Cionini Ciardi Theodor Saretski, Il sesso come sublimazione del tennis, ovvero: i taccuini segreti di Freud, Mondadori, Milano 1988, ed. orig. 1985, trad. dall'inglese di Mario Trincherò, pp. 135, Lit 16.000. "GNÓSE TAÙTÓN CAI TÈNNIS" (epigrafe Nazarenica del VI a.C. rinvenuta a Pocapaglia) L'opera monumentale, sapientemente tradotta da Mario Trincherò e amorevolmente curata nell'edizione italiana da Ida Omboni, si compone di quattro ripartizioni. Dopo la Prefazione e /'Introduzione, entrambe di Saretski, la terza parte contiene i brani degli scritti autentici di Freud. Un'appendice che contiene l'intera bibliografia Tennisanalitica conclude il volume. Va anche sottolineata la presenza, nel testo, di un copioso materiale iconografico consistente in disegni e schizzi originali di Freud e di numerose ed inedite fotografie. La brillante ed esaustiva Introduzione di Saretsky inquadra l'origine e lo sviluppo del pensiero tennisanalitico nell'interazione del momento storico, della pratica clinica e, soprattutto, dell'esperienza umana intima e personale di Freud. Commoventi oltreché preziose sono, a questo proposito, le numerose testimonianze epistolari contenute nel testo. Esemplare, nel capitolo: Che Freud fosse un pò fuori di testa? l'appassionante ed appassionata lettera a Pfister del 1901: "Sono ossessionato, scrive Freud, dal bisogno di trovare uno stratagemma per sfuggire a Martha e ad Anna e scatenarmi sui campi da tennis". Dal ricco e significativo materiale memoriali-stico esposto nella Introduzione emerge e si definisce l'alta statura etica di Freud, la sua, squisitamente umana, vocazione per il Tennis e lo spessore del suo pensiero teso nel gravoso iter concettuale che portò "dal divano al campo da tennis" nella formalizzazione, rivoluzionaria per l'epoca, della Teoria Tennisanalitica: "C'è un solo modo per conoscere i pazienti, affermerà apoditticamente Freud, giocarci a Tennis!". I brani raccolti nella terza parte del libro illustrano ampiamente questo percorso. Essi coprono per intero il lungo arco di tempo dell'elaborazione della Tennis Analisi: dall'esuberante saggio del 1896, Il trionfo di Edipo, allo storicamente datato lavoro del 1899, La racchetta Prince: simbolo e sintomo, fino allo scritto Tennis al coperto del 1938 che si impronta a quel pessimismo che caratterizzò il Freud degli ultimi anni. Un'opera di tali dimensioni, come rileva opportunamente Saretsky nella Prefazione, comporta qualche ingenuità e qualche cedimento sul piano logico concettuale (v. Esibizionismo e bestialità sui campi da Tennis del 1909 o Ancora due palle del 1931). Ma, nonostante le necessarie critiche, la forza della riflessione tennisanalitica si andava delineando già fin dai lavori dei primi anni del secolo. A partire da questi scritti, l'approccio freudiano alla sessualità ed ai suoi rapporti con la più intima e segreta vita tennistica dell'uomo andrà sempre più strutturandosi in un discorso dialogico Tennis-Sesso sintatticamente e sintagmaticamente coerente e persuasivo. I limpidi rivoli delle intuizioni tenni-sanalitiche confluiranno sempre più nell'impetuoso fiume di un "Sapere Sapiente e Non Saputo" che si riverserà nell'oceano di una vera e propria Weltanschauung psicotennistica. Questa assume il suo massimo valore eurìstico nelle opere dell'epoca più tarda quando il genio di Freud ne organizzerà la sintesi nei lavori: La palla del 1935 e Odori sui campi da gioco, Omosessualità e tenuta bianca, La macchina lanciapalle del 1937. analitica con il padre della psicoanalisi — e che qui trovano spazio — sono in netta maggioranza futuri colleghi del maestro: sedici psicoanalisti e solo tre pazienti. Ed anche nel caso di autentici 'malati' (come l'autrice stessa segnala), è difficile riconoscere nelle composte e retoriche paginette che l'ex paziente dedica al resoconto del rapporto con il dottor Freud, il protagonista di uno dei suoi più appassionati 'casi clinici'; quell'"Uomo dei lupi" dirompente per drammaticità, forza intellettuale e follia. Su questi dati (e sulle scelte ed esclusioni operate da Lucilla albano nella sua selezione) non si può discutere. Si deve però concludere che la sua sobrietà espressiva induce nel lettore una curiosa coazione a ulteriori fantasie sui personaggi. Perché, ad esempio, Freud favorì così pesantemente il processo di rimozione in Bruno Walter, quando "... invece di fare domande intorno alle aberrazioni sessuali dell'infanzia..." lo invitò bruscamente a far un viaggio in Sicilia? Forse aveva intui- scrittrice, eletta da Freud da paziente ad amata discepola. Oppure il malizioso compiacimento nel mettere in luce nei brani tratti dal prolisso protocollo di Wortis la evidente insofferenza del maestro per questo allievo americano presuntuoso ed ottuso, che — con un successo assolutamente clamoroso — riuscì infine a dissuadere dal diventare psicoanalista. In vari passi del libro la Albano sembra pensare che Freud preferisse scegliere i suoi pazienti tra le persone 'eccezionali' e che questo criterio fosse in fondo giustificato dalla qualità 'eletta' dell'esperienza analitica. Non mi sentirei di sottoscrivere tale ipotesi, soprattutto se si vuole intendere che la qualità profonda dell'intuizione psicoanalitica e la disponibilità alla discesa agli inferi dell'inconscio sia correlata alle qualità oggettivabili intellettuali o mondane dell'individuo. Spesso, anzi, può accadere l'opposto: che personalità dotate profondano tutti i loro misteri nella creazione artistica, e come pazienti si rivelino invece avari e bana- Collana "Il labirinto" Frank Wedekind FUOCHI D'ARTIFICIO Leonid N. Andreev I SETTE IMPICCATI August Strindberg IL PREZZO DELLA VIRTÙ W. Somerset Maugham LA RESA DEI CONTI Massimo Bontempelli EVA ULTIMA Adolfo Bioy Casares LALTRO LABIRINTO Adelphi GIOVAN BATTISTA MARINO L'Adone A cura di Giovanni Pozzi, con 10 disegni di Nicolas Poussin ■Classici», due volumi in cofanetto, pp. 2320, L. 240.000 Il grande poema del Barocco europeo, in una edizione esemplare. ANTONIN ARTAUD Van Gogh, il suicidato della società «Biblioteca Adelphi* pp. 182, L. 16.000 Un testo estremo sul pittore dell'estremo. ROBERTO CALASSO Le nozze di Cadmo e Armonia TERZA EDIZIONE •Biblioteca Adelphi» pp. 465, L. 28.000 «Calasso ha lo sguardo totale: il dono dell'aquila ». (Pietro Citati, Corriere della Sera). MARINA CVETAEVA Il paese dell'anima LETTERE 1909-1925 A cura di Serena Vitale «Biblioteca Adelphi», pp. XXXIV-456, L. 34.000 La più completa, e in gran parte inedita, edizione delle lettere della Cve-taeva. Una turbinosa autobiografia involontaria. GLENN GOULD L'ala del turbine intelligente SCRITTI SULLA MUSICA^ A cura di Tim Page, con una presentazione di Mario Bortolotto «Biblioteca Adelphi», pp. XXXIII-416, L. 35.000 Come intendeva la musica il pianista leggendario dei nostri anni. HENRI-PIERRE ROCHÉ Le due inglesi e il continente A cura di Ena Marchi «Biblioteca Adelphi», pp. 288, L. 22.000 Il rovescio di JuleseJim: «Un'educazione sentimentale romantica e di una purezza perversa». LEONARDO SCIASCIA Il cavaliere e la morte «Fabula», pp. 92, L. 14.000 Nascita e misfatti dei figli dell ottantanove. Un romanzo sui «sotterranei del potere». ANDRZEJ SZCZYPIORSKI La bella signora Seidenman •Fabula», pp. 252, L. 20.000 Un Intreccio variegato di sentimenti e di avventure, di abiezione e di abnegazione nella Varsavia occupata dai nazisti. ROBERT DARNTON Il grande massacro dei gatti E ALTRI RACCONTI DELLA STORIA CULTURALE FRANCESE A cura di Renato Pasta •Saggi», pp. 422, 7 taw. f.t., L. 38.000 Un nuovo, affascinante modo di fare storia.