N. io [INDICE pagix ■■dei libri del mese■■ Società Pier Luigi Ballini, Le elezioni nella storia d'Italia dall'Unità al fascismo. Profilo storico-statistico, Il Mulino, Bologna 1988, pp. 474, Lit 50.000. La legge elettorale in base alla quale si svolse la nomina del primo Parlamento dell'Italia unita, nel 1861, ammetteva al voto appena 418.696 cittadini, pari all'1,9% della popolazione italiana. Votarono in 239.583, il 57,2% degli aventi diritto. Il 16 novembre del 1919, dopo l'introduzione del suffragio universale maschile e della proporzionale, l'estensione del corpo elettorale risulterà di 10.239.326, pari al 27,3% della popolazione, con una percentuale di votanti del 56,6%. Tra questi due punti-limite, che delimitano la vicen- da dell'Italia liberale, si sussegue una lunga serie di successive trasformazioni della legge e del sistema elettorale, di cui il libro di Ballini offre una sistematica, accurata ed esauriente descrizione, assumendo il dibattito sulla questione elettorale come indicatore significativo dell'orientamento storico-politico della classe dirigente italiana in un'epoca di profonda trasformazione sociale e culturale. Esso inoltre riproduce i risultati elettorali su scala nazionale per ognuna delle 19 Legislature succedutesi nell'Italia unita prima dell'avvento del fascismo, proponendo per ogni tornata elettorale un sintetico quadro statistico e politico, particolarmente utile per districarsi nell'intricata arena parlamentare in un periodo in cui non si era ancora formato un sistema dei partiti organizzato e stabile. Completano il volume un breve capitolo su Le "elezioni" durante il fasci- smo (dalla ed. legge Acerbo al "secondo plebiscito" del 1934), un'amplissima Appendice statistica, corredata anche di un quadro comparato dei modelli elettorali europei, ed una vasta Bibliografia su II problema della rappresentanza politica e le leggi elettorali e su Le elezioni politiche nel Regno d'Italia. Marco Revelli Werner Sombart, Lusso e capitalismo, Unicopli, Milano 1988, ed. orig. 1913, trad. dal tedesco di Mario Protti, pp. 219, Lit 15.000. Werner Sombart, economista e sociologo, analizzando lo sviluppo della civiltà del capitale, individuò all'interno delle forme materiali in cui tale civiltà si estrinseca la cogen- za di uno 'spirito' economico che determinerebbe una illimitata e incontrollata espansione dei processi economici, che si estenderebbe ben al di là del fatto economico sino a farsi ideologia totalizzante. In questo saggio, scritto nel 1912, Sombart sostiene che il lusso è la causa efficiente e il motore dello sviluppo capitalistico, sia pure col contributo di altri fattori decisivi; e indica tra i protagonisti di tale rapporto causale nelle diverse epoche le corti papali e principesche del Rinascimento, i mercanti arricchiti alla fine del medioevo, e la formazione delle grandi città. La riflessione di Sombart, qui come ne II capitalismo moderno, appare illuminante e decisiva per una compiuta comprensione delle realtà economiche moderne, non priva anr che di spunti per una ricognizione delle basi storico-sociali del consumismo. Pino Balzano Arnaldo Bagnasco, La costruzione sociale del mercato, Il Mulino, Bologna 1988, pp. 194, Lit 18.000. Il libro di Bagnasco raccoglie alcuni saggi pubblicati tra il 1981 e il 1986, che proseguono una linea di ricerca che aveva già dato frutti illuminanti per l'intera problematica dello sviluppo economico e sociale degli anni settanta in Tre Italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano (Il Mulino, 1977). L'espansione nelle aree centrali e nord- orientali di un sistema di economia diffusa di piccole imprese, non riducibili semplicisticamente a esito di decentramento dalle grandi imprese in funzione della ricerca dì condizioni più favorevoli di costo ed uso del lavoro, aveva aperto una serie di interrogativi. Era possibile uno sviluppo basato sulla piccola impresa industriale? Perché il rilancio dell'industria minore era avvenuto in alcune aree del paese e non in altre? Con un approccio fondato su astrazioni di medio livello in grado di riconoscere ricorrenza di caratteri tipici e specificità regionali — e che si lascia apprezzare soprattutto per la sobrietà delle risposte a queste domande — Bagnasco individua nella complessità originaria della società italiana la sédimentazione di risorse mobilitabili dal mercato in condizioni di incertezza. In altri termini, nella società italiana convivrebbero formazioni sociali differenti in conseguenza dell'essere l'Italia sede del primo capitalismo, paese 'secondo venuto' nel processo di industrializzazione, politicamente caratterizzato da uno stato nazionale poco più che centenario: "il sistema sociale complessivo è l'articolazione di questi sistemi parziali, e gli attori si muovono spesso fra le differenti formazioni sociali". Dopo avere delineato nell'introduzione e nel primo capitolo le linee generali del ragionamento ed il modello interpretativo, i capitoli successivi definiscono le coordinate spaziali e temporali dall'analisi, presentano il caso particolare della Toscana, sottolineano rischi e significato della erronea confusione tra il fenomeno dell'economia informale e dell'economia di piccola impresa, ed infine discutono se il modello dell'economia diffusa possa essere esteso al Mezzogiorno. Riccardo Bellofiore . - ì AA. VV., Geografia di un mondo in crisi, a cura di Ron J. Johnston e Peter J. Taylor, Angeli, Milano 1988, ed. orig. 1986, trad. dall'inglese di Romano Gasperoni, pp. 386, Lit 36.000. Tema del volume, che raccoglie un consistente numero di contributi, è l'attuale crisi, ovvero il riconoscimento di un momento decisivo, che il mondo, nel suo insieme, sta attraversando. Già questo offre alcune indicazioni su quali sono gli assunti del gruppo di geografi raccoltisi intorno ai due curatori: una scelta di scala che fa del mondo, nel suo insieme, un sistema unico, una scelta nei modi di affrontare il tema che, sulla scia di Wallerstein, pone a pieno titolo la geografia fra le scienze storico-sociali. Ed è infatti alla luce di un unico sistema mondiale che sono affrontati i problemi di occupazione e disoccupazione, delle risorse alimentari e delle risorse energetiche, i prò- a IgBWg! blemi demografici e quelli legati alla creazione di una "ultracultura". Ma non sono neanche trascurati i temi legati al ruolo degli stati e delle nazioni. Molti degli autori sono riconducibili ad un'area di pensiero marxista. Il libro nel suo complesso appare utile, per la ricchezza di dati e la complessità degli approcci, anche per un pubblico non specialistico. Chiara Ottaviano Simone Weil, Quaderni. Volume terzo, Adelphi, Milano 1988, ed. orig. 1950, 1974, trad. dal francese di Giancarlo Gaeta, pp. 419, Lit 30.000. Simone Weil è figura complessa ed affascinante ("L'Indice": n. 5, 1986; n. 4, 1987). La sua figura, sempre scomoda, si rivela attualissima: lo testimonia, finalmente, anche l'interesse che lentamente le dimostra la stampa periodica — si vedano, per esempio, gli inediti recentemente pubblicati da "Leggere" (n. 5, 1988) e da quella splendida rivista che è "Diario" (n. 6). Il volume qui segnalato è il terzo dei quattro che andranno a comporre l'edizione italiana dei Cahiers della Weil, e che sono esemplarmente curati da Giancarlo Gaeta. L'edizione italiana è la prima al mondo che pubblica il testo integrale controllato sui manoscritti: come già negli altri testi pubblicati, vengono qui presentati anche importanti materiali sinora inediti. Con il terzo tomo si chiudono i Quaderni del periodo di Marsiglia, cui seguirà una lunga interruzione legata all'impegno nella Resistenza della Weil, che riprenderà la scrittura di questi appunti e frammenti solo negli ultimi mesi di vita a New York e Londra. Come scrive Gaeta nella sua breve nota editoriale — un'esauriente introduzione era premessa al primo volume — il periodo marsigliese rappresenta "il vertice della riflessione filosofico-religiosa di Simone Weil. In essi, più e meglio che in altri scritti e momenti del suo itinerario intellettuale, si è espressa l'originalità e ricchezza del pensiero, quello sguardo straordinariamente lucido e distaccato attraverso il quale un intero universo di relazioni è offerto all'intelligenza e, insieme, all'amore". Al centro di questi testi scritti nei primi del 1942 sta il rapporto tra cristianesimo e pensiero greco, recuperati oltre le incrostazioni interpretative successive. Riccardo Bellofiore ■ ... ■ I - m wmSm. IÌNSìpI Caro libraio e caro lettore, siamo una nuova casa editrice che vorrebbe conoscervi. Spesso le case editrici comunicano con i propri autori e con le persone influenti, ma tendono a trasmettere e non a comunicare reciprocamente con i propri lettori e con i librai. Immaginiamo librerie attente alla vita dei lettori. Luoghi di creazione e di scambi culturali efficaci. È per noi essenziale quindi ricevere i suggerimenti e le richieste di entrambi per realizzare insieme iniziative culturali e far sì che il rapporto tra l'editore e il suo pubblico perda un po' della sua superficialità. Se ci segnalerete il vostro nominativo, ritagliando la cedola a fianco riceverete gratuitamente il nostro "Precatalogo", un manifesto programmatico sul presente e futuro dell'editoria. Con viva cordialità. L'Editore So IL GIORNALE DEI BAMBINI Mensile - Direttore Mario Lodi Abbonam. L. 30.000 su c/c postale n. 25583105 intestato a EDIZIONI SONDA Mario Bolognese L'ALFABETO DELLA VITA Illustrazioni di Roberto Origgi Contenitore con materiali vari Commento di Jean Bourgos L. 36,000 Autori Vari L'EDITORE CHE NON C'È L. 12.000 Raffaella Rossellini LA LIQUIDAZIONE DEL CORPO Commento di Franco Battiato L. 16.000 Danilo Dolci DAL TRASMETTERE AL COMUNICARE Commento di Jacques Vonéche L. 22.000 Ritaglia e spedisci a: Edizioni SONDA C.so Mediterraneo, 68 -10129 Torino COGNOME_ I | NOME. INDIRIZZO. PROFESSIONE. L. C.so Mediterraneo, 68 -10129 Torino - Tel. (011) 500082 - DISTRIBUZIONE RD.E.