N. 10 [INDICE Pa8- 8 ■Idei libri del mese Nella stanza del maestro Di Anna Viacava 1 con questioni metodologiche: come offrire delle basi per la credibilità scientifica delle sue congetture circa il mondo. D. Dunque coloro che ritengono che la psicoanalisi sia nel milieu della epistemologa delle scienze fisiche possono indurre in errore chi vuole un corretto approccio alla epistemologia della psicoanalisi? R. Il problema è che c'è qualcuno che pensa che non esista spiegazione se non in termini fisico-chimici, come se non fosse possibile una spiegazione in termini di teorie sociologiche, antropologiche, e così via. Vorrebbe dire che tutte queste teorie non dicono niente circa il mondo, che semplicemente riempiono un vuoto, che un bel giorno sarà colmato da una spiegazione in termini fisici. Se tu credi nella autonomia delle scienze non fisiche, credi anche che ci possa essere una spiegazione ad un livello che non ha molto a che fare coi fenomeni fisici. D. Nell'introduzione al tuo libro, tu parli di test empirici. Cosa significa? Qualcosa di diverso dalla relazione con il paziente nella seduta? R. Quando parlo di prova empirica intendo un modo per confermare l'idea che mi sono fatto del paziente attraverso l'evidenza clinica. La questione è sempre: quali elementi abbiamo per credere nella validità di un'interpretazione piuttosto che di un'altra; come quando capiamo dalla confusione che segue un'interpretazione, che l'interpretazione era probabilmente sbagliata. Ovviamente, sono d'accordo con Grùnbaum che debbano essere fatti studi epidemiologici e sperimentali, poiché penso che una ipotesi vada confermata in modi differenti, clinici, epidemiologici, sperimentali; ma non sono d'accordo con lui nel negare qualsiasi validità ai dati ottenuti dalla situazione clinica. Mi pare inoltre ingenuo invocare ricerche epidemiologiche e sperimentali senza tenere conto delle difficoltà che incontriamo nello studiare una situazione in cui le variabili sono spesso intra-personali (per esempio fantasie) più che espressioni di comportamenti espliciti; e dove è spesso impossibile, o inaccettabile sul piano etico, metter in moto dei fenomeni interessanti: per esempio attivare impulsi aggressivi e sessuali intensi o comunque preoccupanti per il soggetto. L'ideale è che si cerchino di ottenere elementi probanti nelle diverse situazioni, usando diversi metodi, ognuno dei quali dovrebbe convergere nel fondare certe conclusioni. Non c'è un metodo perfetto, e ogni metodo ha dei prò e dei contro. Insomma sono d'accordo con la diagnosi di Griinbaum, non con il rimedio che propone. D. Pensi che sia possibile usare la teoria della psicoanalisi per scienze differenti? Per esempio per la politica, la storia, l'antropologia o altre scienze umane? R. La prima cosa che mi viene in mente è: come possiamo applicare una teoria quando questa non ha ancora soddisfatto la necessità di fondarsi scientificamente? Non credo che la psicoanalisi sia nello stadio della fisica e della biologia. Gli psicoanalisti hanno bisogno di essere molto più modesti, e molto attenti a quello che stanno cercando di fare, e non devono essere troppo grandiosi nelle loro spiegazioni. Io non credo che la psicoanalisi sia una psicologia generale, né credo che si possa spiegare ogni cosa con la mente. Credo invece che la psicoanalisi possa spiegare solo una gamma di fenomeni molto limitata, non qualunque fatto sociologico, economico o politico. Questi campi hanno i loro metodi, e la loro autonomia deve essere assolutamente rispettata. (trad. e cura di Raffaella Boriino, Anna Gilardi e Anna Viacava) La cultura psicoanalitica, atti del convegno (Trieste, 5- 8 dicembre 1985), a cura di Anna Maria Accerboni, Studio Tesi, Pordenone 1987, pp. 746, Lit 5 01)00 Alcuni filosofi e psicoanalisti, come Grunbaum, Edelson e altri, si dedicano allo studio chi della epistemologia, chi della ermeneutica della psicoanalisi; altri, come Peterfreund, Gedo, Gill, sono impegnati in una sistemazione teorico-metodologica. Altri ancora preferiscono raccogliere e osservare materiali concernenti la concretezza della situazione analitica e della vita personale, sociale, culturale, dell'epoca e del milieu nel quale si formò il pensiero psicoanalitico. Ciò è reso possibile dalla circolazione, più recente rispetto alla Standard Edition dell'opera di Freud, di materiali meno tecnici: lettere a Fliess, Ferenczi, Lou Salomé; resoconti di analisi scritti da alcuni suoi pazienti, per lo più analisti loro stessi. A que- sti materiali fanno riferimento i due scritti che Joannes Cremerius pubblicò nell'85 in: Il mestiere dell'analista (Boringhieri) con il titolo: Freud al lavoro: uno sguardo dalla sua spalla. La sua tecnica nei resoconti di allievi e pazienti; e in "Psicoterapia e scienze umane (n°. 3, 1985) con il titolo: La regola psicoanalitica dell'astinenza. In questo caso l'attenzione è finalizzata al problema, appunto, dell'"astinenza": all'obbligo cioè da parte dell'analista di astenersi da qualsiasi attività anche verbale che non sia l'interpretazione'. Questo concetto, fondamentale nella prassi psicoanalitica per ragioni tecniche che Cremerius dimostra esaurientemente, divenne a un certo punto così assoluto che Kurt Eissler arrivò a definire e catalogare come 'parametro' ogni altro intervento che si fosse reso necessàrio, evidenziandolo come qualcosa di spurio, da recuperare al più presto con l'interpretazione. Cremerius si è divertito a rintracciare, all'origine degli scritti di Freud sull"astinenza', anche la necessità di tenere a bada gli eccessi di zelo di alcuni dei suoi, tra cui Ferenczi, e di prevenire il ripetersi di 'passi falsi', come egli stesso ebbe a definire quello di Jung con Sabina Spilrein, la cui divulgazione sarebbe stata nefasta per il movimento psicoanalitico. Solo più tardi il concetto di 'astinenza' si estese per trasformarsi da regola morale a metodo, a strumento tecnico necessario in misura variabile a seconda della patologia trattata. Gli atti del convegno di Trieste, La cultura psicoanalitica, si collocano prevalentemente in questo filone storico-documentario di ricerca: analisti italiani, svizzeri, tedeschi, austriaci, ungheresi e jugoslavi esplorano la storia della psicoanalisi e di Trieste. Qui, nel 1876, molto prima di pensare all'esistenza dell'inconscio, Freud condusse il suo primo lavoro di ricerca sulle anguille; qui Edoardo Weiss fra i primi praticò l'analisi e ne promosse la diffusione. Lòwenthal ripercorre i primi anni a Vienna, in cui la associazione dei primi psicoanalisti si chiamò 'movimento psicoanalitico', con tutta la implicazione emotiva, politica e ideologica che questa parola comporta, mentre fin nel primo numero dell"'International journal of psy-choanalysis", Ernst Jones chiama la psicoanalisi our science, e più tardi, nella biografia di Freud, affermerà che fu una iattura quel termine 'movimento'. La psicoanalisi si porta dietro ancora adesso questa polarità tra scienza e emozione. In questo libro la si rintraccia negli interventi più vari: le storie delle varie associazioni psicoanalitiche europee, l'arrivo in America, i rapporti con la letteratura e la scienza e la filosofia di allora. Il contesto neurologico e psichiatrico nell'Europa di fine Ottocento di Mauro Mancia, Mesmerismo, ipnotismo, psicoanalisi: un contributo al concetto di transfert di Heinz Schott, l'Approccio psicoanalitico alla teoria degli insiemi matematici di Herman di Sara Klaniczay; sono alcuni dei titoli sul versante della scienza. Ritroviamo anche una sezione dedicata a psicoanalisi, mito, perversione, una sulla letteratura, con un contributo dello stesso Cremerius sulla reciproca influenza tra psicoanalisi e letteratura tedesca, e saggi di Rossi su Saba, di Servadio su Breton. Segnalo lo studio di Luciana Nissim Momigliano, Ma Freud era freudiano? che riesamina da vicino il lavoro di Freud nella stanza di analisi per ricostruire il clima emotivo che in quegli incontri si veniva costituendo; la consapevolezza di partecipare alla costruzione di qualcosa di straordinario; la devozione di tutti, qualche volta non esente da invidia o gelosia, qualche volta appassionata come nel caso di Marie Bonaparte e Hilda Doolittle. Riflettere sul fatto che Freud abbia lavorato in presenza del suo cane, che abbia festeggiato accendendosi un sigaro qualche buon insight, comunicandolo al paziente,' che abbia avuto insomma coi pazienti un rapporto prima di tutto umano, non è solo aneddotica: alla luce dell'evoluzione successiva del pensiero psicoanalitico, la consapevolezza che la situazione concreta nella stanza di analisi fosse infinitamente più complessa di quanto Freud non sia poi riuscito a trasmettere nei suoi scritti, getta un ponte tra punti di vista a volte contrapposti perché parziali, e aiuta a comprendere come il possesso di una buona "tecnica" sia, come per un artista, strumento necessario ma non sufficiente. /v\ ' f " LIGUORI EDITORE V è Alfredo De Paz La Ragione e i Mostri Goya o della condizione umana Significati storici e attualità della poetica pittorica di uno dei più illustri pittori dell'arte spagnola Romanticismo e dintorni pp. 378 L. 42.000 George Bataille: Il politico e il sacro a cura di Jacqueline Risset Dopo la trasgressione, il dispendio e l'erotismo il politico e il sacro come dimensioni essenziali della sua opera Teorie e Oggetti pp. 194 L. 18.000 Tina Tornasi Luciana Bellatalla L'Università italiana nell'età liberale (1861-1923) Un percorso storico delle origini e dei fondamenti dell'istituzione universitaria dall'Unità alla crisi dello Stato nazionale Studi sull'educazione pp. 230 L. 25.000 Storia e ragione a cura di Alberto Postigliola Contributi di studiosi italiani e stranieri su Le considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza, tappa fondamentale dell'opera di Montesquieu pp. 488 L. 35.000 Marco Vozza Il sapere della superficie da Nietzsche a Simmel If sapere della superficie come modello antagonista al paradigma della profondità e dell'interiorità, base secolare della storia del pensiero filosofico Teorie e Oggetti pp. 110 L. 12.000 PIÙ LIBRI PIÙ IDEE BULZONI EDITORE via dei Liburni, 14 Tel. 06/4455207 00185 Roma NOVITÀ ANNA BARSOTTI EDUARDO DRAMMATURGO FRA MONDO DEL TEATRO E TEATRO DEL MONDO PREMIO LUIGI RUSSO 1988 540 pagine, L. 60.000 ROMANO JODICE L'ARCHITETTURA DEL FERRO GLI STATI UNITI 1776-1876 400 pagine, 310 illustrazioni, L. 70.000 Questo volume chiude il ciclo degli Stati Uniti dal 1776 al 1914 L'ARCHITETTURA DEL FERRO Volumi pubblicati L'Inghilterra (1688/1914) - La Francia (1715/1914) Gli Stati Uniti I (1776/1876) - II (1876/1893) -III (1893/1914) L'Italia (1796/1914)