N. 6 pag. 28 j Idei libri del meseI ENCICLOPEDIA TEOLOGICA "SACRAMENTUM MUNDI" a cura di K. Rahner olio volumi rilegati opera complessiva L. 320.000 singolo volume L. 40.000 DIZIONARIO DEL PENSIERO PROTESTANTE a cura di H.J. Schullz pp. 628, L. 23.000 DIZIONARIO DI TEOLOGIA di K. Rahner e H. Vorgrinilcr pp. XXIV-784, L. 25.000 DIZIONARIO DI TEOLOGIA BIBLICA a cura di J.B. Bauer 2 ed., pp. XVI-1600 bross. L. 20.000 rileg. L. 30.000 MORCELLIANA Via G. Rosa 71 - 25121 Brescia Iperborea dal nord la Luce LARS GUSTAFSSON MORTE DI UN APICULTORE Davanti alla morte un uomo riscopre la vita, l'amore, la natura PÀR LAGERKVIST PELLEGRINO SUL MARE La ricerca d'assoluto nell'amore e nella vita in un grande classico svedese premio Nobel TOVE JANSSON IL LIBRO DELL'ESTATE L'estate, la natura incontaminata della Finlandia, un racconto pieno di umorismo e poesia JOHAN BORGEN LILLELORD La crisi di una personalità e di un'epoca in un classico norvegese del '900 PETER SEEBERG L'INCHIESTA Assurdo e ironia dell'esistenza nei racconti di un grande scrittore danese TORGNY LINDGREN BETSABEA Una donna bella e un vecchio Re due concezioni della vita e del sacro Via Palestro, 22 - 20121 Milano Tel. (02) 76006684 Un testamento per sopravvivere di Paolo Macry Maria Antonietta Viscegua, Il bisogno di eternità. I comportamenti aristocratici a Napoli in età moderna, Guida, Napoli 1988, pp. 284, Lit 30.000. Le torce che illuminano la notte sono dodici come le dodici tribù d'Israele, il cadavere è stato avvolto in un lenzuolo bianco, lo seguono in processione quindici francescani, trenta poveri "che più poveri non si possano trovare" e i servi di casa (gratificati, in occasione della morte del padrone, di qualche mesata di salario). I funerali dei nobili, che si snodano per i vicoli e le piazze della Napoli cinquecentesca, diretti alle cappelle gentilizie delle chiese, sono riti densi di allusioni e simbolismi, momenti non secondari di quel teatro del potere che ripropone continuamente al popolo la visione del mondo propria de\Yélite feudale. Ma l'organizzazione delle esequie (che del resto si modifica nel corso del tempo, passando dalla sobria ritualità cinquecentesca alla maggio: pompa seicentesca e poi ad una tendenziale privatizzazione della cerimonia, nel XVIII secolo) resta pur sempre ai margini dei complessi testamenti che l'élite aristocratica scrive (spesso di proprio pugno), al volgere della vita, e che Maria Antonietta Visceglia indaga, con accuratezza filologica e sensibilità, in questo libro avvincente. Perché, nelle intenzioni di chi redige le proprie ultime volontà, il testamento serve principalmente ad un altro e monumentale compito: la trasmissione e la conservazione del patrimonio di famiglia. E la strategia patrimoniale, a sua volta, costituisce il principale strumento Premio Italo Calvino 1989 1) La rivista "L'Indice" bandisce per l'anno 1989 la quarta edizione del premio Italo Calvi- no. 2) Possono concorrere al premio opere prime inedite di narrativa in lingua italiana e opere inedite di critica in lingua sia italiana sia straniera (inglese, francese o tedesco), che non siano state premiate o segnalate ad altri concorsi. 3) Saranno premiati sia un'opera di narrativa sia uno studio critico, orientato quest'ultimo ogni anno a una problematica diversa, scelta tra quelle che soprattutto hanno ispirato l'opera e la riflessione di Italo Calvino. Nell'anno 1989 per la narrativa il premio sarà assegnato a un racconto. Per la critica il premio sarà assegnato ad uno studio sulla fortuna o sugli influssi dell'opera di Italo Calvino nella narrativa contemporanea, in Italia oppure fuori d'Italia. 4) Le opere devono pervenire alla segreteria del premio presso la redazione de "L'Indice" (via Andrea Doria 14, Torino 10123) entro e non oltre il 20 settembre 1989 (fa fede la data della spedizione) in plico raccomandato, in duplice copia, dattiloscritto, ben leggibile, con indicazione del nome, cognome, indirizzo, numero di telefono dell'autore. Le opere inviate non saranno restituite. Per ulteriori informazioni si può telefonare, il martedì, in orario d'ufficio al numero 011-342835. 5) Saranno ammesse al giudizio finale della giuria quelle opere che siano state segnalate come idonee dai promotori del premio (vedi "L'Indice", settembre-ottobre 1985) oppure dal comitato di lettura scelto dalla redazione della rivista. Saranno resi pubblici i nomi degli autori e delle opere che saranno segnalate dal comitato di lettura. 6) La giuria per l'anno 1989 è composta di 5 membri, scelti dai promotori del premio. La giuria designerà le due opere vincitrici, a ciascuna delle quali sarà attribuito per il 1989 un premio di lire 2.000.000 (due milioni). ' 'L'Indice ' ' si ri serva il diritto di pubblicare — in parte o integralmente — le due opere premiate. La giuria potrà altresì segnalare altre opere, e proporne la pubblicazione. La giuria si riserva il diritto di non assegnare il premio. 7) L'esito del concorso sarà reso noto entro il 15 marzo 1990 mediante un comunicato stampa e la pubblicazione su "L'Indice". 8) La partecipazione al premio comporta l'accettazione e l'osservanza di tutte le norme deI presente regolamento. Il premio si finanzia attraverso la sottoscrizione di singoli, di enti e di società. Wt Federico Romero GLI STATI UNITI E IL SINDACALISMO EUROPEO 1944-51 Le motivazioni, le aspettative e le tensioni che hanno caratterizzato l'approccio americano in Europa tra la guerra e l'applicazione del Piano Marshall. EDIZIONI LAVORO che hanno i ceti feudali per ribadire la propria identità collettiva e per definire le distanze fra sé e il resto della società. Il testamento costituisce la pietra miliare della sopravvivenza dei patrimoni e di tutto un ceto, ne esprime "il bisogno di eternità". Siamo nella Napoli del tardo Cinquecento, in un momento in cui l'elite feudale cerca, con qualche comprensibile allarme, di proteggere le signorie dalla spirale dell'indebitamento e dai rischi dei meccanismi di mercato. La soluzione viene trovata in una sorta di arroccamento del patrimonio, della famiglia e della casta. Indagando fra le carte di dieci grandi casate meridionali, l'autore ricostruisce i comportamenti patrimoniali e matrimoniali che garantiranno, nel corso di un paio di secoli, la sostanziale conservazione della ricchezza nobiliare e che faranno dell'aristocrazia napoletana, quanto meno fino alla metà del Settecento, "un sistema di ranghi chiusi" (p. 79). Abbandonata la tendenza tre-quattrocentesca ad una seppur par- ziale divisione dei beni (un modo per evitare i rischi patrimoniali di una estinzione dei rami maschili e lo spettro della devoluzione), le ultime volontà dei nobili sembrano irrigidirsi, nel secondo Cinquecento, tornando alla lettera di quelle Costituzioni di Melfi che costituiscono il paradigma della prassi feudale e rafforzando, con il dogma del patrimonio indiviso, la netta preminenza dei valori della famiglia su quelli dell'individuo. In pratica, questo significa: la trasmissione dei beni al maschio primogenito e, nel caso venga a mancare una discendenza, alla linee maschili collaterali; la continuazione in perpetuo di una simile regola attraverso il vincolo di maggiorascati e fedecom-messi; l'esclusione dell'eredità delle donne e dei cadetti; il conseguente destino di celibato-nubilato a cui essi vengono avviati in gran numero. Tutto ciò segmenta e gerarchizza le famiglie ma garantisce lunga vita alla signoria. E, come annoterà ancora a metà Settecento un principe Ruffo di Scilla (quasi a scusarsi per i danni patrimoniali che arrecherà con il proprio testamento alle figlie), "non vi è altra cosa che faccia maggiormente risplendere le Case grandi che la continuazione della ricchezza" (p. 50). Ma, al di là delle scelte testamentarie, il sistema si fonda su un secondo pilastro: la ricca architettura degli scambi matrimoniali. La politica matrimoniale è una delle poche strade attraverso cui rinsanguare le finanze delle signorie, quando si riesca ad acquisire alla famiglia una ricca dote, non di rado una dote borghese (ad un nobile è dato sposare un'ereditiera di sangue borghese, mentre non è ritenuto conveniente il percorso inverso, come imparerà a sue spese un Bartolomeo d'Aquino e tutta una schiera di doviziosi finanzieri, mercanti e uomini d'affari, tenuti lontani dalla possibilità di contrarre matrimonio con le figlie della nobiltà feudale più prestigiosa). La quale resta d'altronde ancorata ad una complessa ed efficace endogamia di lignaggio, che le consente quanto meno di recuperare a breve scadenza le doti concesse alle figlie: una donna che sposi il cugino in linea maschile, ad esempio, mantiene i beni dotali dentro la famiglia paterna. Un doppio scambio coniugale tra fratelli (il matrimonio fratel-lo-sorella con sorella-fratello) sortisce lo stesso effetto. Ma sono anche comuni gli episodi di alleanze matrimoniali fra grappoli di famiglie (quattro, usualmente), che hanno come scopo una compensazione (nel medio periodo) delle transazioni dotali. Nulla sembra lasciato al caso (o, per usare una categoria di Lawrence Stone, alle scelte dell'individualismo affettivo). La decisione di un marchese Caracciolo di Brienza (ma siamo ormai nel 1767) di sposare una donna "senza veruna dote e senza corredo, solo contento delle doti del di lei animo", appare poco meno che una bizzarria. Le conseguenze di tutto ciò, sul piano di comportamenti e culture, sono vaste. Quel che emerge è una famiglia "fortemente autoritaria, patriarcale e patrilineare" (p. 105), ed un tentativo di cristallizzare, con le fortune finanziarie del casato, il corso stesso del tempo. M.A. Visceglia inizia il suo racconto citando la storiografia francese della mentalità collective, ma sostanzia poi la sua analisi di una quantità di evidenze empiriche, opera forti riduzioni di scala e continue distinzioni temporali, indaga i nessi analitici fra ideologie, opportunità strutturali, contesti sociali e giuridici, tenendosi lontana dal ghetto di una storia descrittiva del privato ed evitando con bravura tanto la rigidità di taluna modellistica demografica quanto le insidie di categorie storiografiche a maglie troppo larghe (come a volte sembra essere proprio la categoria di mentalità).