N. 3 pag. XI Riviste Studi su Sigmund Freud (1939-1989), numero monografico di "La Cultura. Rivista di Filosofia Letteratura e Storia", nuova serie, XXVIII, 1990, n. 1, Le Monnier, Firenze, pp. 240, Lit 22.000. La scelta che informa questo fascicolo interamente dedicato a Freud è quella di percorrere la via parziale ma utile di una riflessione filosofica sulla psicoanalisi: questione centrale, e tuttora irrisolta, quella del rapporto tra scienze umane e psicoanalisi. Il numero raccoglie contributi di grande interesse, nonostante una certa disomogeneità. Un po' scontato appare il saggio di Bedeschi sul Contributo di Freud alla scienza sociale, in cui si propone un troppo veloce confronto del fondatore della psicoanalisi con Hobbes, Marx e Weber (a tutto vantaggio, va da sé, nell'ideologico antiideologismo dei nostri giorni, del primo e del terzo, e con una spicciativa condanna del secondo). Simpaticamente superficiale la rassegna di Roberto Levi sulle poche ma accese controversie su La scientificità del- la psicoanalisi (nell'articolo hanno largo corso le "illuminazioni", e la verità si "sente"). Ma vi è anche dell'altro, e di meglio. Per esempio, un denso saggio di Francesco Saverio Trincia di Introduzione alla filosofìa della religione di Freud, il cui ateismo è visto in tensione "tra i due poli dell'inammissibilità dell'autonomia dell'oggetto religioso, e del radicamento analogico di esso nella struttura dell'essere psichico". O le considerazioni critiche che Roberto Finelli dedica alla monumentale biografia di Freud scritta da Peter Gay: in poche righe lucidissime si impostano quei temi centrali della psicoanalisi che sono l'applicazione a Freud degli stessi strumenti concettuali della psicoanalisi (chiarendo cosi i limiti della stessa autoanalisi, e in particolare l'insufficiente elaborazione del rapporto con la madre), e la definizione di quella sintesi che è propria dell'opera freudiana tra materialità e simbolizzazione, e che la rende irriducibile a uno statuto metodologico di stampo positivistico contro l'opinione di Freud stesso, cui qui Gay è troppo fedele. Ma soprattutto c'è quel piccolo gioiello che è la "confutazione" degli scritti di Freud su Leonardo da parte di quel gigante della storia dell'arte che è Meyer Schapiro: Elena Cavagnaro traduce e commenta il più noto saggio Leonardo and Freud: an Art-Historical Study, dal "Journal of the History of Ideas", aprile 1956 (se ne sarebbe forse potuto aggiungere un altro, meno noto, dello stesso periodo: Two Slips of Leonardo and a Slip of Freud, in "Psychoanalysis. Journal of Psychoanalitical Psycholo-gy", inverno 1955-56). Riccardo Bellofiore "Luogo comune", I, novembre 1990, n. 1, Roma, pp. 66, Lit 6.000, abbonamento annuo Lit 30.000 (vaglia postale o assegno bancario intestato a General Intel-lect, via Cernaia 32, Roma). La riflessione sul moderno Marx dei Grundrisse (ed in particolare del famoso "Frammento sulle macchine ") e la visione del postmoderno appaiono costituire gli estremi teorici e temporali tra i quali i promotori di questa nuova rivista si vogliono provare a riflettere. Il nuovo progetto teorico-editoriale si colloca esplicitamente in un 'area di critica radicale della società capitalistica, e si basa su due assunzioni di fondo: che l'attuale società sia caratterizzata, come suo fenomeno più caratteristico, dalla riduzione sempre più netta del lavoro manuale-, e che i nuovi tipi emergenti, e progressivamente dominanti, di lavoro coincidano sempre più con l'ambito linguistico, in quanto produzione-circolazione di comunicazioni. Con l'ovvia conseguenza che interlocutrice privilegiata di un possibile superamento degli attuali rapporti di produzione abbia da essere non più la vecchia classe operaia, sempre più marginale rispetto alla nuova realtà informatica della produzione, bensì la cosiddetta "intellettualità di massa", composta da tutte quelle figure del lavoro dipendente — come ricercatori, tecnici, informatici, addetti all'industria culturale, impiegati dei media — "la cui attività ha nel sapere e nel linguaggio la propria materia prima", e che perciò, aldi là di differenze di mansioni e di reddito, sono unificate dall'"attitudine in generale" all'agire comunicativo. In questo annullamento di ogni distinzione tra materia e spirito, ovvero tra agire materiale e agire comunicativo, consìste il paradigma fondamentale del postmoderno, cui sembrano aderire, sia pure con significative differenze, la quasi totalità dei redattori di "Luogo comune". Realtà senza centro e senza differenziazioni gerarchiche (come pur sempre nella classica distinzione marxiana tra sfera della circolazione e ambito della circolazione), lo spazio della società moderna si espone tendenzialmente solo alla dilatazione e all'onnipotenza della comunicazione-informazione: è perciò non più definibile secondo categorie economico-produttive, ma piuttosto interpretabile "prima di tutto sul piano delle forme di vita, del consumo culturale, degli usi linguistici". Roberto Finelli Immigrati, non cittadini?, numero monografico di "Problemi del socialismo", nuova serie, gennaio-aprile 1989, n. 1, Angeli, Milano 1990, pp. 186, Lit 22.000. Sia pure con un certo ritardo è uscito il primo numero della nuova serie di "Problemi del socialismo", la rivista fondata da Lelio Basso e diretta da Franco Zannino. Il tema intorno a cui ruotano tutti gli interventi è la novità per il nostro paese dell'immigrazione extracomunitaria, i problemi che essa ha sollevato, il confronto con altre realtà europee, e non. Il volume si apre con un questionario a cura di Gianfranco Pasquino a cui sono stati invitati a rispondere intellettuali, sindacalisti, politici, che a vario titolo sono direttamente interessati al tema in discussione (più esattamente, Laura Balbo, Fausto Bertinotti, Ottaviano Del Turco, Massimo Pivetti, Domenico Rosati). Una domanda in particolare sembra aver posto in difficoltà gli interlocutori mettendo in evidenza l'insufficienza degli strumenti culturali a nostra disposizione, a cui non si può supplire con la sola buona volontà. La domanda riguardava le differenze culturali e il dilemma fra politiche assimilazioniste e salvazione e promozione delle diversità, anche quando queste riguardino aree di lavori o comportamenti controversi: un esempio per tutti la poligamia o il ruolo delle donne. Da considerare con particolare attenzione è l'opinione di Pasquino che suggerisce di abbandonare la visione del problema nei soli termini di politica interna; per tentare di trovare una prospettiva nell'ambito dell'area del Mediterraneo, sia per quanto riguarda la soluzione dei problemi economici, sia anche per quel che concerne, in termini più generali, l'affermazione di idee democratiche. Chiara Ottaviano Per l'Europa, numero monografico di "Filosofia e Teologia", IV, 1990, n. 3, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, pp. 170, Lit 17.000. "Filosofia e Teologia" è un quadrimestrale che si situa sulla linea di frontiera tra le due discipline e che già si è conquistato nei primi tre anni di vita una sua collocazione originale nel panorama delle riviste filosofiche (e teologiche), dato che la cultura italiana è stata finora alquanto restia a simili incontri. Il numero 3 di quest'anno è dedicato al rapporto tra filosofia, teologia e Europa. Nella storia europea, come sottolinea nel denso testo di apertura Ugo Perone, teologia e filosofia costituiscono una polarità, tuttora irrisolta, che ridiventa attuale allorché si ri-prende criticamente il progetto della modernità, con le sue contraddizioni e le sue ferite tuttora aperte, ma anche con la sua ineludibilità. Tale ripresa problematica della "dialettica dell'illuminismo", considerata nel suo intreccio indissolubile con la dialettica della religione, può ben essere assunta a caratterizzare l'impegno culturale della rivista. Di grande interesse è la panoramica dello stato attuale dei rapporti fra teologia e filosofia che risulta dal resoconto elaborato da M. Pagano ed E. Guglielminetti, di un dibattito fra rappresentanti di riviste europee (Geffré, Sutherland, Mar-dones, Ferretti, Spam, Gilbert e Perone) e dagli articoli di Bayer e Mac-Kinnon. Il dialogo fra teologi e filosofi continua con la rubrica "Dizionario", nella quale si confrontano, sulla voce "eredità", Cantillo e Amato. Il pezzo forte del numero è uno scritto giovanile di Heidegger, con una introduzione di Gadamer: Interpretazioni fenomenologiche di Aristotele (a cura di Vitiello e Cam-marota). Seguono un intervento di Vannini su Eckhart, la rubrica "Cronache" e un'utile rassegna dei sommari di riviste italiane e straniere. Domenico Jervolino "Novecento", quadrimestrale, I, gennaio 1991, Roma, pp. 95, s.i.p., abbonamento annuale Lit 30.000 (c.c.n. 1136005 intestato a Centro di studi italiani, Ass. cult., via dei Vestini 6, 00185 Roma). Il periodico, promosso da un gruppo di giovani studiosi romani, si caratterizza anzitutto per il rilievo dato alla letteratura, alla filosofia, alla storiografia italiana di questo secolo. I materiali offerti nel primo fascicolo sono un saggio su crisi e critica dello storicismo italiano, esaminata attraverso la produzione storiografica e fi- losofica di Gennaro Sasso, un profilo dell'originale opera di storico della letteratura di Eugenio Donadoni, e altri pezzi più brevi sulla riforma dello stato italiano nella politica e nel diritto fra Otto e Novecento, su Roberto Ridolfi, su Verga e su Bobbio. Su questa scia comincia ad essere approntato il secondo fascicolo che conterrà, tra l'altro, un articolo dedicato alla storia e alle caratteristiche dell'italiano burocratico, un saggio su Claudio Napoleoni e una più ampia e approfondita analisi dell'opera di Bobbio. Quanto all'approccio che la rivista intende sostenere, "Novecento" non si presenta con dichiarazioni esplicite. Ma nel saggio più ampio, quello sulla crisi dello storicismo, la ricognizione viene condotta con chiara consapevolezza che la frammentazione del sapere, non solo al suo interno ma anche nel rapporto che intrattiene con il resto della vita, con la politica, con la morale, è frutto della crisi delle filosofie dialettiche. Lo sforzo di "Novecento" sembra collocarsi proprio qui, nel ricercare se nella separatezza, con i suoi conflitti, divaricazioni e convergenze, non sia possibile indicare nuovi punti di unificazione. Stefania Pietroforte VIAGGI IN EUROPA SECOLI XVI-XIX Cataloco del Fondo «Fiammetta Olschki» Gabinetto scientifico e letterario «GJ3. Vieusseux», voi. 5 1990, cm. 17x24, VHI-416 pp. Lire 80.000 Il cinema americano prima della grande censura, sezione monografica di "Cinegrafie", semestrale, II, gennaio-giugno 1991, n. 3, Bologna, pp. 163, Lit 25.000. La giovane rivista di cinema promossa dalla Cineteca di Bologna, ospita nel suo terzo numero un'ampia riflessione sul cinema americano prima dell grande censura, ovvero su quel periodo, agli inizi del sonoro (1930-34), antecedente la definitiva imposizione del Production Note, conosciuto in Italia come Codice Hays. Tale Codice, costituito da un insieme di regole che stabilivano cosa era permesso o vietato si basava su una serie di precedenti formulazioni censorie organizzate con una certa sistematicità da William Hays sin dal 1922. I quattro saggi presentati affrontano da prospettive diverse il tema preso in esame. Kevin Brownlow analizza lo sviluppo storico e le peculiarità dei sistemi di censura dagli albori del cinema sino agli anni trenta. Se Gregory D. Black, attraverso una serie di esempi filmici, prende in esame l'adozione del codice di censura da parte dell'industria, Nicola Maz-zanti si addentra nei meandri di tale fase caratterizzata da una grande Fondazione Giorcio Cini OPERA & LIBRETTO volume primo Studi dì Musica Veneta 1990, cm. 17x24, VIII-462 pp. con 36 ili. f.t ed esempi musicali n.t -r Lire 90.000 confusione e da una relativa libertà. Leonardo Gandini, in chiusura, analizza i mutamenti che il Codice ha introdotto nel tessuto narrativo e figurativo del film. Sara Cortellazzo recenti pubblicazioni I GUICCIARDINI E LE SCIENZE OCCULTE L'Oroscopo di Francesco Guicciardini. Lettere di alchimia, astrologia e cabala a Luici Guicciardini A cura di Raffaella Castagnola Istituto nazionale dì studi sul Rinascimento. Studi e testi, voi. 19 1990, cm. 17x24, Vni-400 pp. con 8 taw. f.t. Lire 94.000 Mieczyslaw Markowski ASTRONOMICA ET ASTROLOGICA CRACOVIENSIA ANTE ANNUM 1550 Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Studi e testi, voi. 20 1990, era. 17x24, XXXVI-380 pp. Lire 92.000 Casa Editrice Casella postale 66 • 50100 Firenze Leo S. Olschki Tel. 055 / 6530684 • Fax 6530214 Preghiera e filosofia a cura di Giovanni Moretto pp. 430, L. 45.000 Schleiermacher tra teologia e filosofìa a cura di G. Penzo e M. Farina pp. 486, L. 50.000 Michele Nicoletti Trascendenza e potere La teologia politica di Cari Schmitt pp. 704, L. 70.000 Heidegger a cura di Giorgio Penzo pp. 200, L. 20.000 Maurizio Chiodi Il cammino della libertà La ricerca Filosofica di Paul Ricoeur Préfacc di Paul Ricociir pp. 604, L. 70.000 Romano Guardini Ritratto della malinconia 3 ed, pp. 88, L. 10.000 MORCELLIANA Via G. Rosa 71 - 25121 Brescia