N. 4 [INDICE ra. ' ■■dei libri del meseBh Economìa Daniela Del Boca, Relazioni Industriali e Mercato del Lavoro. Un'analisi comparata Italia-Stati Uniti, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1990, pp. 119, Lit 18.000. Obiettivo del libro è l'analisi del ruolo delle istituzioni sindacali nella determinazione del funzionamento del mercato del lavoro. Spunto di tale indagine sono le ben note diversità esistenti tra il mercato del lavoro statunitense e quello italiano e, più in generale, europeo. Tali diversità, resesi particolarmente evidenti durante gli ultimi quindici anni, riguardano da un lato l'andamento ciclico dell'input di lavoro (ore e occupazione) e l'elasticità di tale fattore al salario reale e dall'altro il comportamento e le caratteristiche dei gruppi sindacali. Lo scopo della ricerca è di verificare se e in che modo tale diversità istituzionale contribuisca a determinare le divergenze tra gli andamenti delle variabili reali. Il tema è affrontato fondamentalmente da un punto di vista empirico; alla teoria sottostante è dedicato il primo capitolo che propone una breve rassegna della letteratura riguardante la relazione salari reali-occupazione e la nozione di costi di aggiustamento del fattore lavoro. Infine un semplice modello teorico di comportamento del sindacato è esposto nell'ultimo capitolo. Annalisa Cristini Alberto Niccoli, Economia, etica, società politica, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1990, pp. 195, Lit 26.000. Etica ed economia è un binomio oggi molto di moda, anche se utiliz- zato da parecchi per ribadire in forma filosofeggiante le proprie ragioni di parte. Niccoli, che non appartiene a questa categoria, evita la trappola di confinare il discorso ai mali dell'individualismo che sta alla base del sistema economico. Il suo tentativo è più aperto e più ambizioso e cioè individuare delle costanti nella relazione tra etica ed economia e valutare il contributo che la prima può dare alla seconda. Attingendo ai grandi classici dell'economia politica e del pensiero sociale, egli formula la tesi di quello che definisce un rapporto dialettico tra economia ed etica. In una società stazionaria non vi è alcun contrasto tra le due; quando invece si innesca un processo dinamico l'economia acquisisce autonomia e tende ad apparire immorale a chi si occupa di etica. Il progressivo distacco dell'economia dall'etica provoca, come sta avvenendo attualmente, una crisi nella prima, proprio nel momento in cui gli studiosi della seconda comin- ciano a rivedere la condanna espressa in precedenza e modificano i loro criteri di giudizio. A questo punto diventa possibile una sintesi tra etica ed economia, che si realizza a un livello più alto e più ricco, non solo in termini economici o etici ma di complessiva dignità umana, rispetto alla società stazionaria di partenza. Questa non è però l'unica soluzione possibile, perché tutto dipende dalle scelte concrete che vengono fatte nelle determinate contingenze storiche. L'economia ha bisogno della politica economica. Franco Picollo Federico Caffè, La solitudine del riformista, a cura di Nicola Acocella e Maurizio Franzini, Bollati Borin-ghieri, Torino 1990, pp. 260, Lit 24.000. La lettura del volume, che raccoglie interventi apparsi su numerosi quotidiani e riviste nel corso degli anni settanta e ottanta, genera sgomento e senso di privazione per la scomparsa di Caffè anche in coloro che lo conoscevano unicamente attraverso gli scritti accademici. Elementi e aspetti di una personalità e di un "progetto teorico-polìtico" ancora oggi di grande interesse emergono chiaramente, infatti, dall'articolazione logica del libro in sette parti, che riguardano i seguenti argomenti: la concezione disciplinare dell'economìa politica; la conduzione della politica economica nel nostro paese; il conflitto tra idee e interessi; gli ideali cui deve ispirarsi un "progressismo riformatore"; il ruolo delle istituzioni; la necessità di una politica economica alternativa. Siamo quindi di fronte a una riflessione sistematica, chiaramente improntata allo stato d'animo del "corrido- re solitario ' ' che ' 'ha il compito di ribadire le ragioni della razionalità" contro i "falsi miti" che prevalgono nel dibattito corrente. In questo senso il riferimento all'idea crociana della "vita come una fortezza da sottoporre ad un tenace assedio" sintetizza lo spirito di chi contro "la verbosa babele del senso comune" persegue con coerenza e forza il "recupero di chiarezza e [studiata) semplicità ei-naudiana". Questa ispirazione di fondo si coniuga con una tensione morale, che pervade la concezione sia della disciplina economica sia del ruolo degli intellettuali. Il rifiuto dell'economia come scienza asettica è alla base di una costante affemazìone degli ideali di fondo che ispirano gli interventi qui ripubblicati: il "progressismo riformatore", basato su principi di egualitarismo, assistenzialismo e fiducia nello "stato del benessere"; la difesa degli strati più emarginati della società; la lotta alla disoccupazione come problema fondamentale. E anche evidente una coerenza di fondo tra la (per così dire) "pratica della professione" di economista e la visio- ne più generale della disciplina, intesa come combinazione di "interessi, scopi, risultati e teoremi". La mistura di argomentazione razionale e ragionamento orientato alla difesa di interessi dichiarati è appunto alla base di una critica sistematica della costante che caratterizza la storia del nostro paese, cioè il "divario tra politica economica effettiva e politica economica potenziale", causato da misure spesso contraddittorie e schizofreniche. È invece ribadita l'importanza di una "progettualità autonoma e alternativa", di cui vengono indicati i punti essenziali, benché "contro l'ottusità anche gli dei sono privi di potere". Spesso nel volume una coscienza critica razionale mette efficacemente in rilievo le carenze di fondo delle concezioni economiche e politiche prevalenti. In un paese nel quale il "mal sottile della politica economica" sono "l'inazione, il rinvio delle decisioni, il blocco reciproco dei provvedimenti urgenti", emerge la funzione insostituibile di "economista passionale", che Caffè ha consapevolmente svolto e della quale siamo oggi privati. Mauro Lombardi Raymond W. Goldsmith, Sistemi finanziari premoderni. Uno studio storico comparativo, presentaz. di Marcello De Cecco, Cariplo-Laterza, Roma-Bari 1990, pp. 391, s.i.p. Nel volume sono esposti i risultati dell'analisi di fonti secondarie (pubblicazioni in lingua occidentale), relative ai sistemi finanziari nella storia dell'umanità, dal III millennio a.C. al 1700: la Mesopotamia e l'Egitto, l'Atene di Pericle, la Roma di Augusto, il primo periodo del califfato Abbaside, l'impero ottomano alla morte di Solimano I, l'India Mogol alla morte di Akbar, il Giappone del primo periodo Tokugawa, la Firenze dei Medici, l'Inghilterra della regina Elisabetta, i Paesi Bassi all'epoca della pace di Mùnster. Si tratta dell'opera non di uno storico, bensì di un famoso economista che persegue un preciso progetto di ricerca, incentrato sulla verifica di una propria teoria generate dello sviluppo della struttura finanziaria. Il grande lavoro di "scavo" effettuato e l'acume con cui viene impiegata una metodologia decisamente atipica rispetto al materiale esaminato rendono il libro molto accattivante, nonostante le perplessità generate dalla concezione generale di fondo e dalla metodologia impiegata. Ci riferiamo soprattutto all'uso di due indicatori originali, elaborati dallo stesso Goldsmith: il Fir (rapporto di interrelazione finanziaria), cioè il "quoziente tra attività finanziarie e attività materiali tangibili" (la ricchezza di un paese) e il Rif (rapporto di intermediazione finanziaria), cioè il "quoziente tra gli strumenti finanziari emessi da istituzioni finanziarie e tutte le attività finanziarie in essere". Suscita in particolare fascino e curiosità la ricostruzione dei dati concernenti il prodotto nazionale, la ricchezza privata, la distribuzione del reddito, i bilanci pubblici delle realtà indagate, oltre che le caratteristiche peculiari delle varie popolazioni. Mauro Lombardi Joint venture multinazionli. Alleanze tra imprese, competizione e potere di mercato nell'economia mondiale, a cura di Giovanni Balcet, Etas libri, Milano 1990, pp. 315, Lit 45.000. Il tema della cooperazione tra imprese ha avuto una crescente diffusione nella letteratura economica dell'ultimo decennio, dimostrata non solo dalle ricerche sulle forme non tradizionali degli investimenti esteri, ma anche, ad esempio, dal dibattito sul cosiddetto "modello giapponese" e sulle reti di imprese e/o impresa-rete. Il volume curato da Balcet si occupa della collaborazione e delle alleanze tra imprese a livello internazionale, fornendo un quadro aggiornato a tre livelli: quello teorico, attraverso sia la rassegna delle diverse teorie economiche sulle joint venture, sia l'inquadramento giuridico del tema; quello settoriale, con l'analisi di cinque settori significativi (auto, informatica, telcomunicazio-ni, abbigliamento, agro-alimentare); infine quello territoriale, dove vengono analizzati i casi degli Usa, del Giappone, dell'Italia, dell'Unione Sovietica e dei paesi in via di sviluppo. La ricchezza degli stimoli provenienti dai rapporti settoriali rende bene conto delle diverse posizioni teoriche, lasciando aperta, in parti- colare, la questione se le joint venture rappresentano un fattore che aumenta la concorrenza, oppure sono espressione della collusione tra imprese. Aldo Enrietti Nicola Boccella, L'economia disobbediente. Distribuzione del reddito e mercato del lavoro nell'economia sovietica: 1950-1985, Liguori, Napoli 1990, pp. 100, Lit 12.000. I tentativi di riforma del sistema economico sovietico attuati a partire dal 1989 hanno incontrato ostacoli che il saggio, pur nei limiti che si pone, aiuta a capire solo in parte. L'autore, partendo dalla descrizione delle teorie della pianificazione (da Barone a Lange) per concludere che quella sovietica è basata sulla teoria di Marx, definisce "disobbediente" il comportamento del mercato del lavoro che non ha operato in conformità agli obiettivi del piano. I dati riportati sulla popolazione, struttura dell'occupazione e dinamica dei redditi mettono in evidenza da una parte gli squilibri sul mercato del lavoro e dall'altra l'evoluzione in senso pe-requativo dei redditi del tutto svincolata però dai piani quinquennali Lo studio è descrittivo e basato su statistiche ufficiali. Questo ne rappresenta il limite in quanto le difficoltà incontrate dalle riforme si riferiscono proprio a quella componente "disobbediente" o sommersa dell'economia che il saggio, nonostante il titolo, non affronta. Ne è un esempio l'elevata disoccupazione che si verrebbe a creare in un regime che è ufficialmente in piena occupazione e la differenziazione esistente nei redditi creata non dalle politiche salariali o dal funzionamento del fondo sociale, ma dall'accesso o meno delle famiglie ad attività ufficialmente non rileva- te. Marisa Torchio Investire all'Est. Prospettive economico-commerciali nel mercato della prossima generazione, a cura di Maurizio Guandalini, Angeli, Milano 1990, pp. 110, Lit 15.000. Si tratta degli atti di un seminario organizzato dall"'Unità" e dalla direzione del Pei con intento di approfondire e articolare il tema della cooperazione con i paesi dell'est: gli interventi hanno però un'impostazione prevalentemente descrittiva e di orientamento generale piuttosto che di analisi dettagliata della situazione attuale e delle concrete prospettive. Ad esempio, si trova solo incidentalmente l'informazione che su circa un migliaio di joint venture registrate in Urss solo un centinaio sono operative, né viene sufficientemente affrontata la questione degli ostacoli e dei problemi (come l'approvvigionamento e la valuta) a cui va incontro un'impresa che voglia operare su questi mercati. La parte più interessante e più nuova del libro è relativa all'esistenza di una serie di casi in cui società di consulenza, o università, italiane gestiscono scuole di formazione per i manager sovietici, con gli obiettivi principali di rendere più flessibili le loro grandi imprese, e praticabile l'idea (in genere estranea a quei manager) dell'innovazione e del miglioramento continuo. Aldo Enrietti iUII^UVIV ASTROLABIO John Welwood L'INCONTRO DELLE VIE E possibile, utile, forse vitale per lo psicologo clinico incontrare i metodi creati dal buddhismo per analizzare la mente Michele Novellino PSICOLOGIA CLINICA DELL'IO L'analisi transazionale delle strutture della società Rollo May L'ARTE DEL COUNSELING Consiglio, guida, supervisione empatia e consulenza nella concezione di uno dei padri della psicologia esistenziale Salvador Minuchin - Joel Elizur MALATTIA MENTALE E ISTITUZIONE Una visione radicale del rapporto tra malato mentale e società Arnold Mindell LAVORARE DA SOLI SU SE STESSI Metodi orientali e occidentali per agire sul corpo e sulla mente isnniim