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stintamente dominati da un irrefrenabile stimolo alla procrea-
zione. Ma ciò è tutt'altro che dimostrato. La società era per
Malthus un tutto indiviso e indistinguibile. Ma se invece egli
avesse attentamente considerato la società che gli s'agitava in-
torno, non avrebbe potuto non scorgere che vi erano, quanto a
prolificità, due classi nettamente distinte, l'una caratterizzata da
due e al massimo tre figli, l'altra da sette, otto figli e anche più.
Se avesse proseguito avrebbe constatato che queste distinzioni
della società secondo la prole coincidevano con un'altra distinzione
sociale, quella che si fonda su la base della ricchezza; avrebbe
veduto che le famiglie donde uscivano gli otto figli erano in preda
alla miseria e allo squallore mentre quelle che non davan più
che due o tre rampolli eran le famiglie agiate o ricche, borghesi
o aristocratiche, appartenenti insomma alle caste privilegiate.
Dunque il coefficiente non è unico e neppure è il risultato di una
legge naturale, ma è vario da classe a classe, ed è l'effetto di
una legge economica imprescindibile. Queste considerazioni hanno
il suffragio irrefragabile della statistica. I rilievi fatti sulla fe-
condità delle varie classi sociali, che provano la gran prolificità
dei poveri e la sterilità dei ricchi, riempiono tutti i trattati. Fu,
per esempio, diligentemente studiata la fecondità dei vari quar-
tieri di Parigi e furono registrate le cifre più alte per quelli di
Ménilmontant e le più basse per i quartieri dei Camps Elisées. La
cosa si spiega subito quando si pensa che Ménilmontant è il quar-
tiere operaio e miserabile per eccellenza, mentre nei quartieri dei
Campi Elisi sorgono i più lussuosi palazzi dell'alta nobiltà, del-
l'alta industria e dell'alta finanza francese. Le stesse osservazioni
furono ripetute con gl'identici risultati per tutte le grandi città
europee, per Londra, Berlino, Vienna, Roma, ecc. A Napoli, per
esempio, i quartieri poveri del Vomero e dell'Annunziata dànno
un coefficiente di natalità elevatissimo, al contrario di quelli si-
gnorili di Chiaia.
§ 212. - La statistica, con il rilievo imparziale dei fatti, prova
adunque in modo irresistibile che la procreazione irrefrenata non
è, come Malthus voleva, una conseguenza fatale di leggi naturali
e fisiologiche, ma la conseguenza irrimediabile di leggi economiche
e sociali. Le ferree leggi che governano l'ordinamento capitalista
della società attuale, divaricando i fattori della produzione, sepa-